Ricette dal mondo di Tolkien

Le ricette dal mondo di Tolkien. Per deliziosi, irresistibili banchetti Book Cover Le ricette dal mondo di Tolkien. Per deliziosi, irresistibili banchetti
Robert Tuesley Anderson
Cucina
Demetra
2022

Avete mai desiderato assaggiare il succulento Pasticcio di maiale servito da Bilbo o i deliziosi dolcetti al miele di Beorniani? In questo libro troverete oltre 75 ricette per un viaggio culinario nella Terra di Mezzo pieno di sorprese gustose. Entrate nel fantastico mondo di Tolkien attraverso i piatti succulenti ispirati ai suoi personaggi e ai suoi libri più celebri, per squisiti, irresistibili banchetti.

Il libro

Ricette dal mondo di Tolkien è un libro di cucina “alternativo”. Si ripropone di divulgare l’arte culinaria che presumibilmente ha attraversato le ere e i luoghi de Il Signore degli Anelli e Lo Hobbit.

La suddivisione delle ricette è insolita: colazione, spuntini, pranzo, ora del tè, cena e bevande. Questo implica che ci siano piatti in ordine sparso rispetto ad un libro di cucina tradizionale, ma è appropriato per un testo di ispirazione fantasy e, in ogni caso, è provvisto di indice all’inizio.

Le ricette del mondo di Tolkien

Alcune ricette sembrano più attendibili o verosimili di altre, per via degli ingredienti o dell’aspetto. Altre ricette, invece, sono piatti “che vanno di moda” contestualizzate nel mondo tolkieniano. Per esempio il Pesce crudo alla Gollum non è altro che sushi. Una parte delle ricette è stata associata ad un personaggio (per esempio il tortino di Bifur), mentre altre ricette si ispirano ad un popolo in generale (nani, elfi, Hobbit, orchi, ecc).

Personalmente ho trovato molto più appropriate le ricette di stufati e contorni, dolci da tè e torte perché inconsciamente le ho associate al fantasy classico di ispirazione medievale. Molto carina l’idea di inserire anche bevande come l’idromele o il vino caldo speziato (aka vin brulé).

Conclusioni

Ricette dal mondo di Tolkien è un libro da collezione, per appassionati. Ben fatto, curato, in un’edizione con copertina rigida e illustrazioni interne che raffigurano Bilbo, Gollum e altri personaggi, oltre ai piatti e ad alcuni paesaggi in stile acquerello.

Consiglio questo libro ai fan delle due saghe di Tolkien ma anche ad appassionati di cucina non convenzionale e di giochi di ruolo. Già immagino una campagna di DnD abbinata ad uno spuntino da Hobbit o ad un pranzo al sacco da elfo… buona lettura e buon appetito, creature della Terra di Mezzo!

Il Silmarillion. La compagnia di Tolkien

Il Silmarillion Book Cover Il Silmarillion
John Ronald Reuel Tolkien
Fantascienza, Classici
I grandi tascabili
2013
682

"Il Silmarillion", iniziato nel 1917 e la cui elaborazione è stata proseguita da Tolkien fino alla morte, rappresenta il tronco da cui si sono diramate tutte le sue successive opere narrative. "Opera prima", dunque, essa costituisce il repertorio mitico di Tolkien, quello da cui è derivata la filiazione delle sue favole: "Lo Hobbit", "Il Signore degli Anelli", "Il cacciatore di Draghi". "Il Silmarillion", che comprende cinque racconti legati come i capitoli di un'unica storia sacra, narra la parabola di una caduta: dalla "musica degli inizi", il momento cosmogonico, alla guerra di Elfi e Uomini contro l'Avversario. L'ultimo dei racconti costituisce l'antecedente immediato del "Signore degli Anelli".

26 settembre 2019: esce oggi il film biografico su J.R.R.Tolkien e, come promesso, inizia l’avventura di questo blog alla scoperta del grande autore, a cominciare dal Silmarillion. (In realtà è già cominciato con il gruppo a tema su Instagram! Seguite l’hashtag #TolkienASrtatto e se, volete far parte della Compagnia di Tolkien, scrivetemi!)

Il Silmarillion, infatti, è quello che si può definire la genesi del mondo di Tolkien, benché sia stato pubblicato dopo la sua morte e, di conseguenza, dopo tutte le opere che si fondano proprio su di esso.

Il Silmarillion è stato pubblicato postumo, grazie al figlio – Christopher Tolkien. Il libro racchiude la genesi di Arda, dalla sua creazione fino alla Terza Era (da qui si ricongiungono le più conosciute opere dell’autore, Lo Hobbit e Il Signore degli Anelli).

La narrazione è suddivisa in più capitoli che corrispondono a momenti e luoghi diversi (o popoli diversi), all’interno dell’universo di Eä, a sua volta suddiviso in varie terre: Valinor, Nùmenor, Beleriand e, ovviamente, la conosciutissima Terra di Mezzo – la terra di Bilbo e Frodo!

Il Silmarillion è, senza dubbio, “l’opera fondamentale” per il suo autore, che ha lavorato ad essa per decenni, continuando ad elaborarla e a perfezionarla in ogni dettaglio. Attenzione però: non si tratta di un romanzo.

Si tratta, piuttosto, di uno schema descrittivo, di una “spiegazione” del mondo tolkieniano, che racchiude una quantità inimmaginabile di personaggi e luoghi. La caratteristica determinante di questi personaggi e di questi luoghi è il modo in cui sono descritti e particolareggiati. Ogni luogo ha caratteristiche differenti, ogni popolo ha dinastie, parentele, usi e costumi diversi…lingue diverse!

Tra i resoconti di dolore e rovina che ci sono giunti dalle tenebre di quei giorni, ve ne sono però alcuni in cui il pianto s’accompagna alla gioia e sono, all’ombra della morte, luce imperitura. E di tali storie, la più bella alle orecchie degli Elfi è pur sempre quella di Beren e Lùthien. Sulle loro vite fu composto il Lai di Lùthien, cioè Liberazione dal Selvaggio, il quale è. salvo un altro, la più lunga della cantiche riguardanti il mondo dell’antichità; […].

[…] e la sofferena era scolpita nel suo volto. Ma finalmente era stato richiamato in vita dall’amore di Lùthien, e si levò, e insieme tornarono a vagare per i boschi. 

Ogni capitolo de Il Silmarillion narra di uno di questi luoghi o uno di questi popoli o un personaggio in particolare, seguendo un ordine approssimativamente cronologico, a partire dalla genesi del mondo tolkieniano fino, appunto, alla Terza Era.

Il libro è suddiviso in cinque sezioni:

  1.  Ainulindalë (la Musica degli Ainur), narra la creazione dell’universo di Eä
  2.  Valaquenta, riporta la descrizione dei Valar e dei Maiar.
  3. Quenta Silmarillion.
    Qui termina il Silmarillion. Se in esso si è passati dall’eccellenza e dalla bellezza alla tenebra e alla rovina, è perché tale era, fin da tempi antichissimi, il destino di Arda Corrotta; e se un mutamento si verificherà, e la Corruzione sarà cancellata, lo possono sapere solo Manwe e Varda, i quali però non l’hanno rivelato, né se ne trova traccia nelle soriti di Mandos. 
  4. Akallabêth, Seconda Era, racconta la Caduta di Númenor e del suo popolo.
  5. Degli Anelli del Potere e della Terza Eracollegamento con Lo Hobbit Il Signore degli Anelli

Tutto ciò che avviene tra la prima e la quarta sezione avviene prima della Terza Era, quindi coinvolge personaggi meno conosciuti ai più, fatta eccezione per i primi elfi e, ovviamente, Sauron.

[…] Signore […] se hai potere su questi nuovi venuti, ingiungi loro di tornare per le strade donde sono venuti, oppure di procedere oltre. Noi infatti non desideriamo la presenza di stranieri in questa contrada, per tema che turbino la pace in cui viviamo. E coloro sono abbattitori di alberi e cacciatori di bestie, ragion per cui noi siamo loro ostili, e se non volessero andarsene li assilleremmo in tutti i modi possibili.”

Come è nato Il Simarillion

Stabilire una data esatta per l’inizio e la fine della stesura del Silmarillion non è semplice; tuttavia, si può ricondurre la sua nascita all’esperienza dell’autore nell’esercito britannico durante la Prima Guerra Mondiale.

Durante il suo impiego in guerra, infatti, l’autore è stato vittima della “febbre da trincea” e per questo motivo è stato rimpatriato. Dopo questa dolorosa esperienza, Tolkien ha deciso di lavorare su quelli che prima erano solo racconti sconnessi, per creare un vero e proprio universo.

Nel corso della sua storia, il Silmarillion, ha subito diversi rifiuti: il primo tra tutti è stato quello dell’editore di Tolkien, che si è rifiutato di pubblicare il testo, nonostante il successo de Lo Hobbit, perché non era un vero romanzo.

Anche dopo la pubblicazione a cura del figlio e dello scrittore fantasy Guy Gavriel Kay, nel 1977, Il Silmarillion non ha smesso di creare scompiglio tra il pubblico: è stato generato da un’insieme di bozze che, per quanto dettagliate e curate, non erano pronte per la pubblicazione definitiva. Inoltre, il testo è stato rivisitato, appunto, dal figlio e da una terza persona che, per quanto fedeli all’autore, hanno comunque apportato alcune modifiche per poterlo pubblicare.

Questo, inevitabilmente, ha creato pareri opposti: c’è chi sostiene che le opere postume e “rivisitate” non siano sufficientemente fedeli al volere dell’autore, e c’è chi sostiene che quest’opera meritasse di essere pubblicata in ogni caso.

Dentro Il Silmarillion

Si può analizzare questo libro prendendo in considerazione diversi fattori. Primo tra tutti, la creazione di un mondo fantastico mai visto prima e non “fine a sé stesso”, ma con una storia e un’evoluzione, come se si trattasse della storia della Via Lattea e della Terra.

“Tutto ha il proprio valore” disse Yavanna “e ogni cosa contribuisce al valore delle altre. Ma i kelvar possono fuggire o difendersi, laddove gli olvar che crescono non possono farlo. E tra questi, mi sono cari gli alberi. Lenti a crescere, saranno rapidi a cadere, e, a meno che non paghino tributo con frutti sui rami, poco rimpianti per il loro trapasso. Così io vedo nel mio pensiero. Potessero gli alberi parlare in favore di tutte le cose che hanno radici e punire chi fa loro del male!”

Ciò che, personalmente, escluderei dall’analisi (per il momento) è lo stile dell’autore, che credo sia più definibile e apprezzabile in uno qualsiasi dei suoi romanzi, piuttosto che in questo libro in un certo senso “tecnico”.

Tornando all’analisi del mondo tolkieniano, leggendo Il Silmarillion, si nota come la fantasia smisurata dell’autore si sia fusa alla perfezione con una quantità ancor più smisurata di nozioni che il professore ha appreso e utilizzato all’interno delle sue opere. Tra queste troviamo:

  • le caratteristiche del Medioevo (Tolkien, infatti, ha approfondito lo studio del Medioevo, su cui ha scritto anche dei saggi);
  • i miti nordici, da cui ha tratto ispirazione per alcuni dei suoi personaggi più rilevanti e, soprattutto, per le credenze e le ambientazioni di alcuni popoli;
  • la Bibbia, e “l’inizio” secondo altre religioni oltre quella cristiana, per la genesi di Arda; inoltre, c’è una somiglianza tra Melkor-Ilùvatar e Dio-Lucifero; infine, il libro racconta la genesi e la caduta degli elfi, come la Bibbia narra la genesi e la caduta degli uomini… elemento che si può riscontrare anche in altre leggende e religioni;
  • i miti greci, a cui sono ispirati i personaggi dei Valar che, però, hanno anche caratteristiche degli dèi norreni (Manwe-Odino, per esempio);
  • i celti: da questo incredibile popolo, Tolkien ha tratto ispirazione sia per quanto riguarda la definizione di alcuni personaggi e sia per la creazione delle lingue elfiche.

La morte è il loro destino, il dono d’Iluvatar, che, con il consumarsi del tempo, persino le Potenze invidieranno. Ma Melkor ha gettato la propria ombra sulla morte e l’ha confusa con la tenebra, e dal bene ha tratto il male, e la paura dalla speranza. 

Guardando avanti…

Ora, avendo in programma la lettura de Lo Hobbit e Il Signore degli Anelli, ricapitoliamo le ultime sezioni de IL SILMARILLION:

Akallabêth. Nel penultimo capitolo dell’opera si parla dell’ascesa e della caduta di Númenor: Akallabêth in adûnaico (la lingua di Númenor) significa “La caduta”. All’inizio del capitolo vengono enumerati gli uomini che facevano parte della razza dei Númenóreani e il motivo per cui essi, sotto consiglio di Sauron, sfidarono la collera dei Valar dai quali furono puniti con la distruzione della loro isola. L’autore prosegue con la narrazione della fondazione dei regni dei Nùmenòreani in esilio, Gondor e Arnor fondati da Elendil e dai suoi figli.

Degli Anelli del Potere e della Terza Era. In quest’ultimo capitolo, viene chiarita l’origine nonché la fine degli Anelli di Potere e dell’Unico Anello, forgiato in segreto da Sauron per governare gli anelli minori. Sono accennate le vicende Arwen e di suo padre Elron, di Gondor e di Aragorn. Vengono nominati Mithrandir e le vicende della Terra di Mezzo.

Ora, gli Elfi fabbricarono molti anelli; ma in segreto Sauron costruì un Unico Anello con cui dominare tutti gli altri, il potere dei quali era legato a quello con soggezione assoluta e destinato a durare solo quanto sarebbe durato il suo. Buona parte della forza e della volontà di Sauron fluì in quell’Unico Anello; il potere degli anelli elfici era infatti assai grande e così l’anello che avrebbe dovuto governarli doveva avere una potenza superiore; e Sauron lo forgiò nella Montagna di Fuoco della Terra d’Ombra. E, quando aveva l’Unico Anello su di sé, poteva percepire tutto ciò che si faceva per mezzo degli anelli minori, e così era in grado di vedere e di governare gli stessi pensieri di coloro che li portavano. 

In conclusione (…o meglio, per iniziare questo viaggio)

Parola alla Compagnia di Tolkien…
  • Sto sottolineando trilioni di frasi, di metafore, anche solo di parole (traduzione impeccabile, tra l’altro??). Grazie per aver organizzato il GdL ?
  • Letto anni fà, dopo Lo Hobbit che ho “mangiato” in una settimana (bellissimo?!)..e scoprendo che sarebbe stato meglio averlo letto prima… X poi dedicarmi al mattone del Signore degli Anelli che non vedevo l’ora di iniziare?…i film li so praticamente a memoria ??
  • Ke dire…be Tolkien mi affascina, nonostante la fatica iniziale nel destreggiarsi cn i nomi.. È come un libro “comfort zone”(=sn quei film/libri ke fanno parte della mia vita da anni e ke adoro rileggere o rivedere, nn stancano…legati a periodi della mia vita in cui ero sola e loro m facevano compagnia) fa parte della mia vita da quando uscì il primo film del signor degli anelli e amo averlo nella libreria, rileggerlo adesso cn calma, cm se leggersi una cosa di famiglia, m coccola mi fa star bene…. Poi lo associo allr giornate in salotto, sul divano con la coperta, te caldo e camino acceso…adoro!!
  • Della prosa di Tolkien amo la musicalità: riesce a raccontare storie musicali usando parole musicali. Almeno io lo percepisco così. Persino le scene cruente sono alta poesia, e la poesia è sempre musica. Ne Il Silmarillion, essendo una sorta di Vecchio Testamento de Il Signore degli Anelli, l’aura musicale delle parole di Tolkien è ancora più evidente. In chiusa:
    ho letto la nota del traduttore, e mi ha emozionata più della prefazione del figlio di T., per la passione che traspare dalle righe, e che emerge anche da un lavoro eccellente e immane. La scelta lessicale, per opere come queste, è tutto.
    Sarebbe interessante leggere qualcosa di T. in lingua, per sperimentare questa sua musicalità originaria. Io non l’ho mai fatto. @as.tratto quando non ci resta più niente da leggere di T. considera di proporre di rileggere qualche passaggio in eng ???

    … e poi c’è il commento che riassume tutto:

  • Tolkien potrebbe scrivere “salsiccia pomodoro e prezzemolo” e mi emozionerebbe
La mia opinione

Ho sempre ammirato Tolkien, la sua fantasia, la sua visione del mondo e le sue capacità come autore. Per me Tolkien è il fantasy. Il Silmarillion, come ho scritto all’inizio della recensione, non è un vero e proprio romanzo quindi, per poterne apprezzare lo stile, consiglio di leggere Lo Hobbit, Il Signore degli Anelli e così via.

Se, però, siete interessati a scoprire come si è generato il mondo che fa da sfondo a tutti i romanzi e a capirne i dettagli, vi consiglio di partire proprio da questo. Per quanto possa sembrare ostico a causa della quantità di nomi e nozioni da ricordare, merita di essere letto.

Inoltre, nell’edizione Bompiani, c’è una lunga introduzione che spiega la stesura e la pubblicazione del libro e un’appendice che contiene l’elenco dei nomi, dei luoghi e dei termini elfici citati nel testo. Infine, contiene anche le mappe dei luoghi menzionati e gli alberi genealogici dei popoli elfici e non solo.

Per concludere: LEGGETE TOLKIEN. ORA.

E, se volete farlo in compagnia, o se avete già letto le sue opere e volete discuterne, scrivetemi per email o su instagram e vi aggiungo alla chat!

 


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Il cacciatore di draghi

Il cacciatore di Draghi, ovvero Giles l'Agricoltore di Ham Book Cover Il cacciatore di Draghi, ovvero Giles l'Agricoltore di Ham
John R. R. Tolkien
Fantasy
2019
160

Un contadino abitudinario e un po’ fanfarone, costretto a dar la caccia a un drago su cui riesce ad avere la meglio, diventa ricco e rispettato, tanto da essere eletto re. La fonte sarebbe un’antica cronaca in latino contenente il resoconto delle origini del Piccolo Regno. Ma è solo un espediente. Tolkien vi ricorre per creare un mondo metastorico, senza precise coordinate spazio-temporali, un’atmosfera da fiaba, un universo immaginario popolato di draghi e di giganti in cui però possiamo ritrovare qualcosa della nostra quotidianità. Nelle mani dell’autore, fiabesco e concretezza di particolari si mescolano dunque con somma maestria per andare dritto al cuore dei lettori di tutte le età.

Il cacciatore di draghi è un racconto di Tolkien, pubblicato per la prima volta nel 1949 e arrivato in Italia alcuni decenni dopo.

Il cacciatore di draghi

La storia è ambientata nella Britannia medievale, con l’aggiunta di alcuni elementi di fantasia (i draghi, per esempio).

Si tratta di un racconto piuttosto breve rispetto agli standard dell’autore, ma senz’altro affascinante, soprattutto grazie all’ambientazione e alla caratterizzazione dei personaggi.

Protagonista della storia è il fattore Giles che, per caso o per fortuna, si trova ad avere a che fare con strani animali. Tant’è che arriverà a confrontarsi con il suo antagonista principale: il drago Chrysophylax.

Con la struttura tipica di una fiaba, Il cacciatore di draghi sembra essere stato inventato dall’autore per intrattenere i propri figli in macchina durante una sosta dovuta ad un temporale.

Tuttavia, il racconto è stato rivisto più volte dall’autore prima di essere pubblicato nella sua versione definitiva, nel 1949, con il titolo Farmer Giles of Ham.

Lo stile di Tolkien si conferma inconfondibile: curato, molto narrativo e descrittivo. Inoltre, come in ogni opera, l’autore si conferma estremamente ricco di fantasia.

Il racconto ha un ritmo di lettura veloce dovuto alla semplicità con cui è scritto e alla lunghezza del testo, decisamente non eccessiva. Tuttavia, per “assaporarlo” al meglio, è consigliabile leggerlo lentamente, interpretandolo, proprio come se si stesse leggendo una fiaba ad un bambino.

Sicuramente non si tratta dell’opera più celebre o apprezzata dell’autore, ma sicuramente merita di essere letta da appassionati e non: personalmente, credo sia un ottimo punto di partenza per avvicinarsi all’autore – qualora non si volesse iniziare con opere come Il Signore degli Anelli o Lo Hobbit, che sono sicuramente più lunghe e impegnative.


Recensioni: INDICE

Artisti Fantasy

Torna l’appuntamento con l’arte e questa settimana si parla di artisti fantasy


Artisti fantasy: Alan Lee e Il Signore degli Anelli

Alan Lee  è un illustratore  inglese, noto soprattutto per essere stato il primo ad illustrare Il Signore degli Anelli di J. R. R. Tolkien. Nel 2004 ha vinto il Premio Oscar per la migliore scenografia con il film Il Signore degli Anelli: Il ritorno del re di Peter Jackson.

Dopo il diploma, ha lavorato come illustratore freelance per diversi anni, affermandosi come illustratore di fama mondiale grazie alle sue copertine per libri best-seller, soprattutto di genere fantasy.

Opere celebri:

  • Fate (1979) con Brian Froud e David Larkin
  • Castles (1984) con David Day
  • The Moon’s Revenge (1987) di Joan Aiken (illustrazioni)
  • Merlin Dreams (1988) di Peter Dickinson (illustrazioni)
  • The Lord of the Rings (1991) di J.R.R. Tolkien (illustrazioni)
  • Black Ships Before Troy (1993) di Rosemary Sutcliff (illustrazioni)
  • Tolkien’s Ring (1994) di David Day (illustrazioni)
  • The Wanderings of Odysseus (1996) di Rosemary Sutcliff (illustrazioni)
  • The Hobbit (1997) di J.R.R. Tolkien (illustrazioni)
  • The Lord of the Rings Sketchbook (2005) di Alan Lee
  • The Children of Hurin (2007) di J.R.R. Tolkien (illustrazioni)

Wendy Froud

Wendy Froud è una scultrice americana, conosciuta per la realizzazione di pupazzi, statue, miniature e figure per il cinema, tra cui il famosissimo Yoda di Star Wars.

Nata da genitori artisti, si è sposata con un illustratore ed è diventata famosa in tutto il mondo per le sue opere. Ha realizzato un’opera composta da tre volumi per bambini.


Paolo Barbieri

Nato a Mantova nel 1971, Paolo Barbieri è diventato famoso grazie alle copertine realizzate per le saghe di Licia Troisi, a partire dal 2004 con Nihal della terra del vento, primo volume delle Cronache del Mondo Emerso di Licia Troisi.

Successivamente ha realizzato copertine e illustrazioni per decine di autori tra cui Ken Follet e Wilbur Smith.

Tra le sue opere:

  • Le creature del Mondo Emerso, libro illustrato in collaborazione con Licia Troisi, Mondadori, 4 novembre 2008.
  • Le guerre del Mondo Emerso – Guerrieri e creature, libro illustrato in collaborazione con Licia Troisi, Mondadori, 26 ottobre 2010
  • Favole degli Dei, libro illustrato, Mondadori, 18 ottobre 2011
  • L’inferno di Dante, libro illustrato, Mondadori, 23 ottobre 2012
  • Apocalisse, libro illustrato, introduzione di Luca Enoch, Mondadori, 22 ottobre 2013
  • Fiabe immortali, libro illustrato, introduzione di Herbie Brennan, Mondadori, 21 ottobre 2014
  • Tarot, i tarocchi di Paolo Barbieri, Lo Scarabeo, 15 settembre 2015
  • Sogni, raccolta di illustrazioni, Lo Scarabeo, 26 maggio 2016
  • Zodiac, libro illustrato, testi di Gero Giglio, Lo Scarabeo, 16 novembre 2016
  • Zodiac Oracle, gli oracoli di Paolo Barbieri, testi di Barbara Moore, Lo
  • Scarabeo, 10 marzo 2017
  • Draghi e altri animali, libro illustrato, Mondadori, 24 ottobre 2017
  • Fantasy Cats, libro illustrato, testi di Emanuele Vietina, Lo Scarabeo, 7 dicembre 2017
  • Chinese Oracle, gli oracoli di Paolo Barbieri, Lo Scarabeo, 11 ottobre 2018
  • Unicorns, libro illustrato, Lo Scarabeo, 8 novembre 2018
  • StarDragons, libro illustrato, Lo Scarabeo, 7 novembre 2019
  • Fantasy Cats Oracle, gli oracoli di Paolo Barbieri, Lo Scarabeo, 8 novembre 2019

 

I luoghi della Terra di Mezzo

Guida ai luoghi della Terra di Mezzo. Disegni da casa Baggins a Mordor Book Cover Guida ai luoghi della Terra di Mezzo. Disegni da casa Baggins a Mordor
John Howe
Illustrati
2018
192

I luoghi della Terra di Mezzo  è un libro illustrato che racconta, attraverso parole e immagini, i luoghi da casa Baggins a Mordor.

Si tratta di un volume per appassionati, non solo per l’edizione curata “da collazione”, ma soprattutto per il contenuto: una quantità indefinibile di dettagli su ogni luogo menzionato nella trilogia fantasy più celebre al mondo.

Per avere un’idea del contenuto di questo libro di può fare in questo modo: immaginare di fare una passeggiata partendo da casa Baggins per andare a Mordor, passando per tutti i luoghi in cui sono stati i protagonisti della saga.

Attenzione: non bisogna immaginare di vivere le loro avventure. Semplicemente di viaggiare con loro senza farsi coinvolgere, come se si stesse fluttuando alle loro spalle, dentro una bolla.

A questo punto basta osservare ciò che il panorama e i paesaggi hanno da offrire: questi sono i luoghi della Terra di mezzo.

Questo libro illustrato offre al lettore un vero e proprio viaggio “turistico” attraverso il mondo de Il signore degli anelli, con tanto di guida. Di tanto in tanto, infatti, tra le varie illustrazioni si trovano delle digressioni in cui vengono spiegati dei dettagli aggiuntivi che potrebbero non trapelare dai disegni.

Per esempio vengono raccontati fatti e curiosità sulla vita nella Contea: molto interessante.

I luoghi della Terra di Mezzo

Nel complesso questo libro è un vero gioiellino: permette di cogliere delle peculiarità che potrebbero sfuggire leggendo la saga. Allo stesso tempo, è come se mettesse a disposizione un ulteriore “filtro” attraverso cui guardare il mondo tolkieniano.

Lo consiglio assolutamente a tutti gli appassionati di Tolkien e anche a chi ha preferito seguire solo le versioni cinematografiche delle sue storie: semplicemente BELLISSIMO.


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Come leggere tanti libri

Oggi, dopo lustri, torna un articolo per la rubrica Parliamo di libri. 

L’argomento del giorno è: come fare per leggere tanti libri?

Ebbene, ci sono tante risposte a questa domanda. Ovviamente ciò che può andare bene per un lettore può risultare assolutamente improponibile per un altro, perciò analizziamo insieme alcuni punti.

Come leggere tanti libri?

La prima regola è: non farsi prendere dal panico. 

Sopratutto per i lettori onnivori e accumulatori, è facile ritrovarsi con pile di libri che crescono di giorno in giorno in ogni angolo della casa e, soprattutto, che osservano minacciose e spazientite in attesa che venga il loro turno.

Il primo passo è quindi fare in modo che i libri non creino disagio: sono una passione, un momento di relax o un’occasione per imparare, non un problema o l’ennesima cosa da portare a termine in una giornata!

Poi: pianificare e organizzare.

Questo punto è estremamente soggettivo. Anche dopo la pianificazione e l’organizzazione, non bisogna assolutamente fare in modo che i libri diventino una “faccenda da sbrigare”.

Farsi un’idea di ciò che si vuole leggere in un determinato periodo è utile, ma non deve diventare una forzatura. Perciò è bene scegliere una quantità di libri ragionevole in base agli altri impegni che si hanno.

Personalmente preferisco fare una breve lista di libri – solitamente abbinati alla stagione – in cui inserisco le “priorità”, poi ovviamente se riesco a leggere di più è tanto di guadagnato!

Una volta presa l’abitudine della pianificazione generale delle letture, è utile organizzare i momenti di lettura quotidianamente, settimanalmente o addirittura mensilmente in base al tempo che si ha a disposizione.

Va da sé che per leggere tanti libri è molto utile leggerne più di uno nello stesso periodo: c’è chi inorridisce al solo pensiero e c’è chi non riesce a leggere un solo libro alla volta.

Sia che facciate parte della prima categoria e sia della seconda, vi consiglio di suddividere il libro in parti (da leggere ogni giorno, ogni settimana, quando vi pare insomma!): questo sistema vi aiuterà a leggere con costanza e soprattutto, ad ogni parte conclusa, avrete la soddisfazione di aver completato qualcosa – anche se il libro non è ancora terminato!

Personalmente non riesco a leggere un solo libro alla volta: capita di non aver voglia di continuare, capita di essere stanchi e non avere la concentrazione necessaria per un determinato libro, capitano tante cose per cui è utile iniziarne più di uno. Se si tratta di libri lunghi li suddivido in parti da 50 o 100 pagine, se si tratta di libri corti difficilmente faccio suddivisioni.
Annoto su un piccolo taccuino i titoli letti in un anno (lo faccio da 4 anni) e su un diario di lettura i libri migliori!

Ok… e ora?

Vi ho dato alcuni suggerimenti su come leggere tanti libri MA ciò che mi sento di consigliarvi davvero è questo: leggete per il vostro piacere e per nient’altro. 

Vedere pile enormi di libri letti a fine anno è una grande soddisfazione ma è un traguardo che non è sempre raggiungibile: non paragonate le vostre letture a quelle degli altri. Ci sono lettori che macinano 100 o 150 libri all’anno: questi sì che sono traguardi invidiabili! Purtroppo, però, le giornate sono fatte di 24 ore e, a meno che leggere non sia l’occupazione principale, è praticamente impossibile raggiungerli!

Perché vi dico questo? Perché mi sono accorta che con il nuovo sistema di diffusione e promozione dei libri, soprattutto sui social, la lettura è diventata un “obbligo”, una scadenza da rispettare: lo è fino ad un certo punto! La lettura è prima di tutto un piacere!

Ma… a proposito di pianificazione… siamo ad ottobre: è tempo di letture autunnali!

Vi lascio la lista dei libri che ho intenzione di leggere quest’autunno:

  • Il cacciatore di draghi, Tolkien
  • La città dell’assedio, L. Buggio
  • La signora del lago, A. Sapkowski

…e tutti quelli che riuscirò a leggere in aggiunta sono ancora da scoprire!

Buona lettura a tutti <3

I libri del 2019

E’ ora di dare un po’ di numeri! Con l’avvento del 2020 è arrivato il momento di fare il punto della situazione sui libri che mi hanno accompagnato nel 2019. C’è un po’ di tutto quest’anno: fantasy, romanzi, classici famosi e non, pezzi di storia della letteratura e novità dell’anno.

I grandi libri del mio 2019.

Iniziamo facendo il punto sui libri di grandi autori che mi hanno tenuto compagnia in questo 2019.

Tra i preferiti inserirei anche alcuni titoli meno popolari come:

Le novità del 2019.

Veniamo ora alle novità dell’anno, con una menzione per genere letterario:

In tutto ci sono 10 classici, 15 fantasy, 6 libri d’arte, 2 biofgrafie, 2 romanzi di viaggio, 2 self-help, e via così! Il totale? Non lo so nemmeno io, ne avevo contati 85 ma prendendoli in mano per sccrivere questo articolo mi sono resa conto che non ne avevo considerati alcuni… totale 89. Senza contare i libri prestati e gli ebook, e senza contare fumetti e libri di disegno/illustrazione perchè li considero lavoro.

 

Quasi tutti i libri citati sono recensiti qui sul blog!

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Altri articoli: Parliamo di libri

Lo Hobbit

Lo Hobbit annotato Book Cover Lo Hobbit annotato
John R. R. Tolkien
Fantascienza, Classici
2012
422

Per i lettori di tutto il mondo, Lo Hobbit funge da introduzione al mondo incantevole della Terra di Mezzo, dimora di quell'esercito di creature fantastiche descritte nel Signore degli Anelli e nel Silmarillion. "Lo Hobbit annotato" da Douglas A. Anderson è la spiegazione definitiva delle fonti, dei personaggi, dei luoghi e delle cose del classico senza tempo di Tolkien, con più di 150 illustrazioni che mostrano interpretazioni dello Hobbit proprie di diverse culture che sono giunte ad amare la Terra di Mezzo, oltre ai disegni, le mappe e i dipinti originali dell'autore. Un'interessante panoramica della vita di Tolkien e della vicenda di pubblicazione dello Hobbit, che spiega come ogni caratteristica della storia si adatti al resto del mondo inventato dall'autore e svela connessioni spesso sorprendenti e ricche di significato con il nostro mondo e la storia della letteratura a noi più nota, da "Beowulf" a "The Marvellous Land of Snergs", dai fratelli Grimm a C. S. Lewis. Questa edizione dello Hobbit annotato vede la nuova traduzione a cura della Società Tolkieniana Italiana.


 

 

Lo Hobbit, seconda tappa della nostra alla scoperta di Tolkien, si è rivelato un romanzo fantasy molto piacevole.

Lo Hobbit: la riconquista del tesoro

Lo Hobbit (titolo originale: The Hobbit, sottotitolato There and Back Again, ossia “Andata e ritorno”), noto anche semplicemente come Lo Hobbit, è un romanzo fantasy scritto da J. R. R. Tolkien, pubblicato per la prima volta nel 1937.

Nel romanzo ci sono chiari riferimenti a Il Silmarillion, soprattutto in tutto ciò che riguarda il passato degli elfi e degli hobbit come popoli. Tuttavia, può essere letto tranquillamente anche senza aver letto Il Silmarillion in precedenza; piuttosto leggere Il Silmarillion può servire come base di partenza per lettori interessati a leggere Tolkien per intero o ad approfondire la genesi del mondo narrato ne Lo Hobbit e Il Signore degli Anelli.

Il Silmarillion infatti narra le vicende di Arda fino alla Terza Era (compresa), epoca in cui sono ambientati Lo Hobbit e Il Signore degli Anelli. Questo è il momento effettivo in cui gli Hobbit fanno il loro ingresso trionfale tra popoli di maggior carisma o fama: elfi, uomini e nani.

Gli hobbit infatti vengono presentati come popolo tranquillo, isolato e pacifico, dedito ad una vita di abitudini, pasti abbondanti e momenti tra amici. Ad eccezione di alcuni casi sporadici, non si tratta nemmeno di un popolo avventuroso o particolarmente attratto dalle novità e dai cambiamenti.

Tuttavia, Bilbo – il protagonista del racconto, si trova a compiere imprese straordinarie, tanto più se si tratta di uno Hobbit! Ed è proprio in questo modo che gli Hobbit diventano fondamentali per eliminare il male dal mondo.

«Questa è la storia di come un Baggins ebbe un’avventura e si trovò a fare e dire cose del tutto imprevedibili»

La trama, quindi racconta la storia di Bilbo, “lo scassinatore”,  che viene reclutato da Gandalf insieme a 13 nani per affrontare un lungo viaggio fino alla Montagna Solitaria per recuperare il tesoro dei nani, saccheggiato e gelosamente custodito da Smaug, un potente drago.

Oltre la trama

Durante il viaggio, il gruppo di piccoli eroi si trova ad affrontare avversità di ogni genere: ragni giganti, elfi ostili, un drago enorme, troll e così via. In ogni passaggio, però vengono messi in risalto degli aspetti positivi o negativi dei personaggi e, in modo simbolico, del genere umano.

Per sintetizzare, si hanno tante piccole fiabe dentro una fiaba articolata. Ognuno di questi eventi, infatti, è strutturato come una fiaba e il libro stesso lo è: protagonisti e antagonisti, situazione iniziale, sfida, ostacoli, esito finale.

In realtà il libro, originariamente, è nato proprio con questo scopo: Lo Hobbit era una fiaba per bambini. Effettivamente lo si capisce dallo stile di scrittura, dal lessico e da tanti altri elementi:

  • Lo stile: molto scorrevole, soprattutto se paragonato a Il Silmarillion; discorsivo e colloquiale, a tratti simpatico e scherzoso nonostante alcune scene “negative”.
  • Le “interruzioni“: momenti in cui l’autore si rivolge al lettore invitandolo a proseguire o annunciandogli cosa succederà in seguito, o ancora perché alcuni fatti vengono raccontati in un secondo momento – proprio come si fa quando si racconta una fiaba ad un bambino.
  • Il lessico: più semplice rispetto a Il Silmarillion, contiene alcuni termini tipici di Tolkien (soprattutto nomi, specie fantastiche o oggetti/luoghi inventati dall’autore o che comunque mantengono un’origine inglese – es. erba pipa perché tabacco sarebbe stato troppo “americano”) ma nonostante questi rimane scorrevole e semplice da seguire.

Tra i personaggi sono menzionati gli elfi, ma non descritti accuratamente come ne Il Silmarillion; viene menzionato Sauron, così come i vari Re o eroi del passato ma anch’essi non vengono descritti in modo approfondito. I personaggi principali, invece, sono:

  • Bilbo Baggins è un perfetto esempio di hobbit: adora mangiare, fa due colazioni abbondanti, ha una sfilza esagerata di parenti, ama la compagnia, la sua casa e i suoi averi, non è particolarmente avventuroso ma ha ereditato quel pizzico di curiosità che lo spinge in questa avventura;
  • Thorin Scudodiquercia è il capo della compagnia dei 13 nani della spedizione, è il nipote del “Re Sotto la montagna”, cosiddetto perché regnò sulle terre comprese tra Dale e la Montagna Solitaria, fino all’arrivo del drago Smaug.
  • Balin, Dwalin, Fíli, Kíli, Dori, Nori, Ori, Óin, Glóin, Bifur, Bofur e Bombur sono i 12 nani che accompagnano Bilbo e Thorin alla Montagna Solitaria;  Fíli e Kíli sono nipoti di Thorin.
  • Gandalf  è uno stregone di nota fama che è solito recarsi nella Contea, dove allieta gli hobbit con degli spettacoli pirotecnici, nonché ideatore della spedizione verso la Montagna Solitaria.
  • Beorn è un uomo dei boschi, può trasformarsi in orso; è un aiuto fondamentale per la compagnia in viaggio verso la Montagna Solitaria, dopo una disavventura con gli orchi.
  • Smaug è un drago di notevole potenza, ha saccheggiato i tesori dei nani, che custodisce gelosamente ed è particolarmente aggressivo con chi si avvicina ai suoi territori.

In conclusione: Lo Hobbit è il fantasy per eccellenza, senza questo libro e Il Signore degli anelli non esisterebbe la maggior parte del fantasy moderno, motivo per cui lo consiglio ad appassionati del genere e non.

Una precisazione su Lo Hobbit Annotato: questa è l’edizione che ho letto e la consiglio per la quantità di approfondimenti e illustrazioni che contiene;

 


#FumiamoErbaPipa

Per chi non avesse seguito le vicende su Instagram, FumiamoErbaPipa è in nuovo nome del gruppo che abbiamo creato per scoprire Tolkien e le sue opere: il nome la dice lunga sull’andazzo del gruppo!

Ma, contrariamente a quanto ci si possa aspettare, siamo riusciti a portare a termine la lettura con successo e siamo rimasti tutti soddisfatti da questa seconda opera di Tolkien letta in compagnia!

Siamo tutti d’accordo sul fatto che sia molto più leggero e scorrevole rispetto a Il Silamrillion, infatti lo abbiamo letto molto più in fretta e con meno difficoltà. C’è stato chi ha confrontato il libro e il film e su questo punto ognuno ha la propria idea: personalmente trovo che, come per tutte le altre trasposizioni, siano due opere magnifiche ma non paragonabili tra loro.

Possiamo quindi riassumere un mese di lettura così:

  • lettori soddisfatti: 100%
  • il 70% di noi ha preferito Lo Hobbit a Il Silmarillion
  • Il primo posto sulla scala d’importanza nella lettura va allo stile, il secondo posto  è a pari merito tra trama e messaggio, il terzo posto va ai personaggi
  • L’85% di noi si sente uno hobbit
  • I commenti veloci sono stati:

Per unirvi a noi scrivetemi!!:)

Fantasy: un’introduzione.

Da oggi in poi, i prossimi post sul blog riguarderanno un genere a tutti caro: il fantasy! Parleremo delle opere e degli autori classici, passando anche per quelli meno conosciuti. Ci saranno consigli per la lettura e approfondimenti! In questo articolo introdurremo i principali autori che approfondiremo nei prossimi articoli.

 

J.R.R. Tolkien: il papà del fantasy moderno.

Il signore degli anelli, lo hobbit, il silmarillion: le produzioni di Tolkien parlano da sole e ci raccontano di mondi curati nei minimi dettagli, personaggi iconici e veri e propri canoni del fantasy. Tolkien è noto per la sua attenzione ai dettagli e la meticolosità con cui costruì la storia del suo universo, è anche grazie a lui se oggi il fantasy è ricco di opere curate e così ben strutturate.

 

George R.R.Martin: sedersi sul trono del fantasy contemporaneo.

Cronache del ghiaccio e del fuoco, fantasy sì ma con una cruda e consistente particella reale che rende i lavori di Martin cupi e spietati ma sempre fantasiosi e innovativi.

 

J.K. Rowling: la magia del fantasy.

Harry Potter, la serie di libri che ha visto crescere, lottare e soffrire un giovane maghetto alle prese con la scuola di magia. Un misto di problematiche che tutti i bambini o ragazzi affrontano a scuola e di problematiche ben più complicate.

 

Michael Andreas Helmuth Ende: il potere della fantasia.

La storia infinita: un’opera in cui risalta l’assoluto e, appunto, infinito potere creativo della fantasia dalla quale derivano tutte le storie.

 

Charles Lutwidge Dodgson: cosa c’è oltre lo specchio?

Charles Lutwidge Dodgson meglio noto come Lewis Carrol è la mente dietro Alice in wonderland e Behind the looking mirror. I suoi due lavori più famosi sono anche due delle maggiori influenze nella cultura e nel fantasy contemporaneo: film, fumetti, cartoni animati, tutti basati sulle storie di Carrol.


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Altri articoli: Parliamo di libri

Indice

Recensioni: Libri dalla A alla Z!

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Il divoratore d’ombra

Il libro:

Il divoratore d’ombra è il primo volume della saga Corona delle Rose, una saga fantasy che si dimostra coinvolgente già dal primo capitolo.

Perché dal primo capitolo? Perché ha una trama molto fitta e intricata, con avvenimenti repentini e passaggi veloci. Il ritmo di lettura però, a mio parere, cambia a metà del libro: la prima parte è più lenta e, dopo un’introduzione a luoghi e personaggi, si snoda interamente intorno ad un solo evento; nella seconda parte, invece, il ritmo aumenta nettamente a causa della quantità di eventi e dei personaggi che ne fanno parte.

In questo caso, credo che lo stile semplice e fluido dell’autore aiuti a bilanciare le due metà del libro e a semplificare l’apprendimento di tutti i contenuti (soprattutto nella parte introduttiva e nella seconda metà).

La particolarità del libro è l’ambientazione: un mondo fantastico inventato dall’autore, che fornisce una grande quantità di dettagli e descrizioni utili per potersi immaginare i luoghi e l’atmosfera – definendo tratti fantasy, dark e gotico-medievali.
Non solo: allo stesso modo, anche i personaggi, le credenze e gli Dei, le magie e le usanze sono tutte frutto dell’immaginazione dell’autore, che ha creato un mondo alternativo con ogni particolare possibile.

Ci si trovano davanti, quindi, due “fazioni”: quella degli Oblati e quella degli Haorianm. Si ha la possibilità di approfondire usanze e credenze di entrambe proprio grazie ai protagonisti, Crios e Logren.

I due protagonisti sono amici sin dall’infanzia ma destinati a ruoli opposti: Crios è destinato a diventare un temutissimo Divoratore d’Ombra, mentre l’amico Logren sembra dover diventare l’antagonista.

Su questa base si sviluppa il resto del racconto, lasciando però alcuni misteri irrisolti, che verranno portati a termine nel secondo volume della saga.

In conclusione:

Ho apprezzato molto questo libro e lo consiglio a tutti gli appassionati del genere fantasy e non solo!
Oltre alla trama e ai personaggi, ho apprezzato molto l’impostazione del libro: le prime pagine sono dedicate ad una prefazione che orienta il lettore sul punto di vista dell’autore sul genere fantasy e che introduce alla lettura del primo volume della saga.

Dopodiché troviamo le mappe di Muelnor e Arbor, molto utili per orientarsi in questo mondo sconosciuto. Successivamente, un elenco dei personaggi e del loro ruolo (trattandosi di una quantità considerevole di nomi di fantasia l’ho trovata una cosa ottima!).

Poi, i capitoli: all’inizio di ogni capitolo, oltre al titolo, troviamo una breve introduzione che aiuta a immaginare la scena che sta per essere letta

“Il Vento Ancestrale”

La parte vecchia di Muelnor si presenta come un ammasso di case in
pietra sormontate da bertesche completamente chiuse, con feritoie per gli
arcieri e caditoie per gettare materiali infuocati; tunnel e ponti coperti
collegano fra loro le postazioni, costituendo una città sopra un’altra,
studiata, in caso di penetrazione, per offrire ai soldati la possibilità di
spostarsi dal Maniero in qualunque direzione e poter colpire le truppe
avversarie in tutta tranquillità e al riparo.

(dal primo capitolo)

A questo punto non posso fare altro che consigliarvelo, segnalandovi anche il secondo volume “L’Obelisco dei Divoratori” e lo spin-off “L’Ancella di Crios”.

L’autore:

Riporto di seguito la biografia che l’autore mi ha gentilmente inviato:

Sono nato a Tivoli il 6 Gennaio del 1975.
Ricordo molto bene quando tutto è iniziato… come in un sogno mi passano davanti le
immagini dei miei eroi dell’infanzia, a iniziare da Luke di Star Wars. Ho scritto il mio
primo racconto fantastico in quarta elementare, un susseguirsi di vicende mirabolanti che
vedevano coinvolto me stesso; manifestavo il bisogno di vivere in prima persona le
imprese e soprattutto le emozioni dei miei amati beniamini. Il mio primo amore è stata
Lamù, indimenticabile, e come non menzionare l’incantevole Creamy o l’adorabile cara
dolce Kyoko; nei miei racconti ho amato ognuna di loro, ma ero principalmente l’eroe
d’imprese epiche: Peter Rey di Gundam, Tekkaman, Pegasus de I Cavalieri dello
Zodiaco, Jean de Il Mistero della Pietra Azzurra. Ero con Bastian de La Storia
Infinita, quando si è rifugiato nella soffitta della scuola; ero con Mikey de I Goonies,
quando ha scoperto la mappa del tesoro di Willy l’Orbo; ero con Indiana Jones, quando
ha assistito all’apertura dell’Arca dell’Alleanza; ero con Frodo de il Signore degli Anelli,
quando ha iniziato il viaggio per il Monte Fato. Ognuno di loro ha contribuito
profondamente alla mia crescita caratteriale e letteraria, esaltando il mio lato romantico,
enfatizzando la ricerca della giustizia, spronandomi a perseguire valori e virtù come il
coraggio, l’eroismo, il senso di responsabilità; devo a loro anche il senso di meraviglia
che mi spinge a cercare nella vita e nei miei scritti emozioni ed esperienze sempre più
spettacolari.
Ho fatto della mia vita un grande sogno, una grande avventura: dal titolo del mio primo
romanzo pubblicato, La Rosa dei Nirb, è nata un’associazione ludica che porta lo stesso
nome e si occupa di giochi di ruolo da tavolo e dal vivo; ho fatto forgiare da un fabbro la
Spada delle Virtù del protagonista di uno dei miei romanzi; ho fatto cucire un abito
regale per indossarlo nelle presentazioni dei miei romanzi e negli eventi. Ho in cantiere
nuove e strepitose sorprese, tra cui la realizzazione del gioiello magico indossato dal
protagonista de Il Divoratore d’Ombra. Mi piace scrivere per condividere tutto il mio
entusiasmo, per trasmettere ai lettori le sensazioni che provo, con la speranza di
divertirli, ma soprattutto per stimolarli a realizzare i propri sogni.
Ho affinato l’arte dello scrivere imparando da grandi maestri, a iniziare da Tolkien e da
Michael Ende, ma anche e soprattutto leggendo Terry Brooks, con la sua Saga di
Shannara e Joe Dever, con i Librogame di Lupo Solitario. La prima pubblicazione
arriva dopo aver conosciuto il mondo dei Giochi di Ruolo, dopo Dungeons &amp; Dragons.
Avendo ricoperto il ruolo di Master per parecchi anni, sorse la necessità e l’opportunità
di creare un mondo dove ambientare le sessioni di gioco e così è nata Arbor, un’isola-
continente dove nascono tutte le avventure e le storie per i miei romanzi; con La Rosa
dei Nirb(2002) e Il Muro d’Ombra(2005) iniziai a far conoscere il frutto della mia
fantasia; si trattava di romanzi autoconclusivi che descrivevano una terra popolata da razze,
più o meno appartenenti al panorama classico, le quali convivevano con realtà
soprannaturali di natura angelica.

Oltre a tutto ciò, l’autore vanta diverse nomine e premi per i suoi scritti… seguitelo!

Per tutte le altre recensioni vi rimando alla pagina Indice!