Furore

Furore
Steinbeck
Narrativa
Bompiani
Copertina flessibile

Furore di Steinbeck è un grande classico contemporaneo, il tipico libro che non dovrebbe mancare a nessun lettore. Personalmente, ho deciso di leggerlo solo quest’anno perché ci sono libri che aspettano il proprio momento giusto e finalmente è arrivato anche per lui.

Gli uomini erano appoggiati alle staccionate e guardavano il mais rovinato, ormai quasi secco, con appena un po’ di verde che trapelava dalla pellicola di polvere. Gli uomini restavano in silenzio e si muovevano appena. Poi dalle case uscirono le donne e si misero accanto ai loro uomini, perché il mais si poteva anche perdere purché si salvasse qualcos’altro. I bambini indugiavano lì accanto, disegnando nella polvere con le dita dei piedi scalzi, e i bambini sondavano in silenzio gli uomini e le donne per capire se sarebbero crollati. I bambini sbirciavano la faccia degli uomini e delle donne, e tracciavano nella polvere linee meticolose con le dita dei piedi scalzi.

FURORE

Questo libro tratta temi molto importanti e altrettanto delicati: l’immigrazione, l’avvento della tecnologia, lo sfruttamento, la miseria, il crimine e l’importanza di mantenere i propri ideali.

Ovviamente la resa verosimile e realistica di temi tanto importanti non è semplice: ciò che, in questo caso, ne determina il buon esito è la capacità di Steinnbeck di rendere percepibili le scene descritte attraverso una descrizione di luoghi e personaggi capace di rapire completamente il lettore.

Alcune descrizioni possono occupare intere pagine del libro senza mai annoiare; questo lo si può intuire già all’inizio della lettura quando viene descritta la strada che il giovane Joad, uscito di prigione, percorre insieme ad un camionista a cui ha chiesto un passaggio. L’intera scena “attiva” è sovrapposta alla descrizione dei luoghi, delle persone, del clima e di tutto ciò che appare alla vista dei due personaggi coinvolti nella scena durante il viaggio.

Attraverso la famiglia protagonista, si sviluppa poi l’intera trama, che analizza il cambiamento e lo sconvolgimento che tantissime famiglie americane hanno dovuto subire durante la rivoluzione della strumentazione agricola, trovandosi senza nulla dall’oggi al domani.

La maggior parte delle famiglie, infatti, all’epoca viveva grazie al lavoro nei campi per grandi proprietari terrieri ma, con l’introduzione di trattori e macchinari che sostituivano il lavoro “a mano”, la maggior parte delle famiglie si è trovata senza lavoro e senza casa, avendo abitato fino a quel momento presso i proprietari delle terre.

Ed è proprio la famiglia la chiave di tutto. Come anticipato all’inizio, al pari dell’ambientazione troviamo i personaggi. I protagonisti sono i componenti della famiglia Joad, ovviamente, ma vengono menzionanti tantissimi altri personaggi che in qualche modo si relazionano con la famiglia Joad.

Inoltre, la famiglia Joad è “LA” famiglia: rappresentante di centinaia di famiglie americane, simbolo di un’epoca, simbolo di un periodo di transizione, composta a sua volta da simboli della società, validi in ogni epoca.

Durante il racconto, infatti, si capisca poco alla volta come ogni componente abbia un significato profondo e ricopra un ruolo fondamentale in quello che sarà il messaggio finale.

Il padre porta su di sé la pressione di essere un capofamiglia, genitore e punto di riferimento per ogni membro della famiglia stessa, in un’epoca in cui è estremamente difficile riuscire a sfamare i propri figli. La madre è una donna integra e altruista, che desidera sopra ogni cosa l’unione e la sopravvivenza della famiglia.

Poi ci sono i ragazzi, giovani, orgogliosi e testardi. Poi ci sono i bambini, che sono bambini sono nell’aspetto – e forse nemmeno in quello.

Per quanto riguarda lo stile, è sempre difficile parlarne quando si tratta di un autore di tale portata. Ebbene, nel caso di Steinbeck, per chi non avesse mai letto nulla di suo, va fatta una precisazione: il suo stile è parecchio rozzo. Attenzione, questo non significa che sia scadente, anzi! Il suo stile è volutamente rozzo.

Mi spiego meglio: nel ricreare l’atmosfera, l’ambientazione e i personaggi, Steinbeck è quasi poetico, ha una prosa estremamente descrittiva e curata, una scelta del lessico impeccabile, una cadenza e perfetta.

L’aspetto “rozzo” si nota soprattutto nei dialoghi: se a parlare è un personaggio ignorante, la formulazione dei dialoghi sarà adatta. Ed è giusto che sia così: la maggior parte della popolazione povera negli anni ’30/’40 era pressoché analfabeta, di conseguenza è corretto che i dialoghi siano costruiti secondo questa consapevolezza (cosa che spesso gli autori dimenticano).

Infine, il ritmo: definirei il ritmo di questo libro medio. Non è assolutamente un libro dal ritmo di lettura veloce per due motivi: la quantità di descrizioni e, soprattutto, la portata dei temi affrontati – vanno assimilati e capiti.

Ciò che impedisce di classificarlo come un libro lento è proprio tutto ciò che è stato detto finora: l’unione tra stile, ambientazione, trama, personaggi e atmosfera, cattura il lettore a tal punto da non lasciarlo fino alla fine.

Furore: oltre l’apparenza

Furore viene pubblicato per la prima volta nel 1939 e, poco dopo la pubblicazione, l’autore viene accusato di voler veicolare un messaggio a favore del comunismo all’interno dei propri scritti. Gli anni ’40 e quelli a seguire sono stati un periodo molto delicato e travagliato sotto l’aspetto politico, fino ad arrivare alla Seconda Guerra Mondiale e tutto ciò che ne è conseguito.

Personalmente andrei oltre questo aspetto, tralasciando gli aspetti politici e considerandolo piuttosto come un romanzo sulla vita e sugli uomini.

D’altro canto, il fatto da cui si genera l’intera vicenda è l’avvento della tecnologia nel campo agricolo. Quanto è effettivamente diverso da ciò che sta avvenendo ora? Secondo il  mio parere, per quanto sia positiva l’evoluzione tecnologica, porta comunque ad un cambiamento continuo del lavoro, all’eliminazione progressiva di alcune mansioni, all’inevitabile situazione di precarietà.

Ciò che, sempre secondo il mio parere, contraddistingue la nostra epoca dagli anni passati è l’indifferenza. Le famiglie descritte nel libro lottavano per ciò che era importante per loro e ciò che avrebbe garantito loro la sopravvivenzaFurore è l’uomo contro le ingiustizie.

Al giorno d’oggi, 80 anni dopo la pubblicazione del libro, viviamo in un mondo che sta letteralmente andando a fuoco ma il 95% delle persone sembra curarsi solo dell’apparenza sui social.

Nel consigliare questo libro A TUTTI, consiglio anche questo: leggetelo pensando ai fatti e non alla politica. Pensando a ciò che realmente gli uomini possono fare, se vogliono.

 


Furore, il film

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