Il conte di Huntingdon – Gloria

Il conte di Huntingdon Book Cover Il conte di Huntingdon
Gloria
Venus Marion
Novella
Self-published
2020
Copertina flessibile

⤜ IL MEDIOEVO COME LO AVETE GIA' LETTO... solo in GLORIA!⤞ Terza novella della saga di GLORIA. Agli episodi già noti della storia principale, che vede protagonista milady di Gisborne, si intrecciano le (dis)avventure di Adam di Locksley. Bandito sin dalla nascita, reietto finché non si presenta l’occasione di riappropriarsi di titoli e proprietà, Adam non deve solo portare avanti un’eredità ingombrante, ma deve compiere un’impresa titanica: scavare le fondamenta di un futuro incerto. Senza farsi sfuggire l’amore della sua vita, nel frattempo. ⚠ ATTENZIONE: alto rischio di contenuti estremamente estrogeni - non adatto a giovani lettori. Cover Art by © Alice Sogno


Il conte di Huntingdon è la terza novella/spin-off di Gloria, di Venus Marion.

Se avete seguito le vicende di Cybele e Adam – e le mie recensioni – fino qui, saprete ormai che le recensioni di questa saga sono diverse dalle altre. Sono diverse perché V. è ormai una delle più grandi amiche che abbia mai avuto e perché oltre a propinarvi qui e su Instagram i suoi libri, vi propino anche le mia copertine! Ma veniamo al libro…

Il conte di Huntingdon

Stravolge completamente la struttura e l’impostazione della trilogia principale e delle precedenti novelle, cambiano punto di vista e suddivisione della narrazione.

Questa volta il protagonista è Adam, ed è proprio lui a raccontare i fatti attraverso gesta, parole e pensieri. Si tratta perlopiù di scene già viste in Gloria, ma questa volta narrate secondo l’esperienza del protagonista maschile: alcune scene vengono approfondite e interpretate in modo diverso rispetto a ciò che abbiamo letto nella “prima versione dei fatti”, dettata da Cybele.

La novella è essenzialmente una raccolta di racconti brevi che ripercorrono l’arco temporale della trilogia principale. Rimangono quindi invariati i personaggi, l’ambientazione e l’atmosfera, ma cambia la percezione di tutto ciò.

Questo è possibile grazie a V., che si è divertita (o, forse, ha più che altro sofferto) nel saltare da una mente all’altra dei suoi personaggi, rendendo tutto assolutamente realistico e percettibile.

Adam in questa novella ci fa ridere e piangere. Come anticipato, anche questa novella è l’equilibrio esatto tra ironia e tragedia.

 

Devo dirvi ancora qualcosa? Si: recuperate Gloria, Radici d’inverno e Ci vorrebbe un eroe. SUBITO.

 

 

 

 

A est del sole, a ovest della luna e Kay Nielsen

Kay Nielsen. A est del sole e a ovest della luna Book Cover Kay Nielsen. A est del sole e a ovest della luna
Noel Daniel
Fiaba, Illustrati
2018
192

La ristampa di un grande classico della cultura mondiale. Entrate in un mondo fatto di innamorati osteggiati dal destino, venti magici e troll dispettosi, e lasciatevi incantare da alcune delle più raffinate illustrazioni nella storia del libro. Con questa ristampa, l’editore fa rivivere il più ambizioso progetto editoriale dell’amato artista danese Kay Nielsen, uno dei più apprezzati illustratori di libri per l’infanzia di tutti i tempi. Inizialmente pubblicato nel 1914, East of the Sun and West of the Moon è una celebre antologia di fiabe che i leggendari folkloristi norvegesi Peter Christen Asbjornsen e Jorgen Engebretsen Moe hanno raccolto nel corso dei loro viaggi per la Scandinavia a metà del XIX secolo. L’edizione illustrata da Nielsen dei racconti di Asbjornsen e Moe è considerata un gioiello della letteratura per ragazzi del Ventesimo secolo, osannato dai collezionisti d’arte e di libri di tutto il mondo. Una copia originale autografata di questo libro è stata venduta all’asta nel 2008 per il prezzo più alto mai pagato per un libro illustrato di letteratura per ragazzi. Questa curatissima riproduzione presenta 10 delle fiabe originali, con un totale di 46 illustrazioni e numerosi ingrandimenti degli acquerelli originali di Nielsen, stampati in cinque colori per consentire agli straordinari dettagli di brillare di luce propria. Il volume include inoltre due saggi illustrati da decine di opere rare e inedite di Nielsen, ed esplora la storia delle fiabe norvegesi, la vita e le opere dell’artista, nonché la genesi del libro.

 


 

A est del sole, a ovest della luna è una raccolta di fiabe norvegesi (prende il nome da una di esse), illustrata dell’artista danese Kay Nielsen.

In particolare, questa edizione firmata Taschen è suddivisa in due parti: la prima parte è sostanzialmente una biografia del celebre illustratore; la seconda parte contiene la raccolta di fiabe.

Kay Nielsen

Celebre artista danese, è vissuto nell’epoca d’oro dell’illustrazione. Ha partecipato alla realizzazione di alcune opere che hanno fatto la storia, tra cui illustrazioni per la Disney. Tuttavia, la sua celebrità si è accresciuta maggiormente dopo la sua morte piuttosto che in vita, come spesso accade per gli artisti innovativi e fuori dagli schemi.

Le fiabe

La raccolta è composta da fiabe classiche, perciò i temi e la struttura sono simili in tutte. La struttura e la trama si basano sempre su protagonista e antagonista (anche multipli), una situazione iniziale, un fatto decisivo, una trasformazione o evoluzione e un epilogo.

Nella raccolta si ripresentano spesso anche alcune figure importanti: per esempio, in quasi tutte le fiabe si trovano del troll. Creature malvagie e subdole, che hanno la capacità di assumere le sembianze umane e trarre in inganno gli ignari protagonisti delle storie.

Altrettanto importanti sono alcuni elementi della natura, rappresentati come figure pensanti, con una volontà propria: l’esempio più rilevante è quello dei Venti, capaci di aiutare i protagonisti in più occasioni.

Lo stie narrativo è ovviamente molto semplice e scorrevole, adatto ad un pubblico di età varia. I periodi sono brevi ed essenziali, il lessico altrettanto semplice. Va da sé che la lettura nel suo complesso acquisisca un ritmo veloce e un andamento costante.

Come per ogni fiaba che si rispetti, la funzione di queste storie risiede nella morale: fiducia, amicizia, amore, famiglia, inganno, curiosità e rispetto, sono solo alcuni degli argomenti che stanno alla base dei messaggi veicolati in questi racconti!

Le illustrazioni

Ovviamente il punto di forza di questo libro sta nelle illustrazioni, opera di Kay Nielsen, che vede proprio in questa raccolta una delle sue opere più grandiose e complesse.

Ogni fiaba contiene numerose illustrazioni che accompagnano la trama dall’inizio alla fine. Ogni illustrazione è caratterizzata da una quantità incalcolabile di dettagli e da contrasti forti, in netta contrapposizione con i tratti semplici e la composizione delle tavole.

 

 


indice recensioni

Tutti i demoni sono qui

Tutti I Demoni Sono Qui Book Cover Tutti I Demoni Sono Qui
Venus Marion
Fantasy, Horror, Racconti
3 Luglio 2019
78

Qrul sul Rila, Toldre, Găeșani Alta: tre città del continente di Kherida.Tamina, Dimitri, Serpil-Eda: tre demoni necrofagi antropomorfi. Le vittime degli abusi dell'uomo sono pronte a diventare carnefici.

Tutti i demoni sono qui è una raccolta di quattro racconti horror di Venus Marion.

Si tratta di quattro racconti ambientati in zone e periodi diversi ma in uno stesso continente. Il quarto racconto, infine, crea un legame tra tutti i racconti della raccolta.

«Se il prezzo da pagare per un mondo meno crudele è ogni rimasuglio di bontà», aveva detto, sputando fuori le parole come se avessero un sapore disgustoso, «io non lo pagherò. Io non ucciderò per ordine di una razza che ci considera feccia. È ora che qualcuno ricordi a questi uomini che cosa significa la parola demone.»

Tutti i demoni sono qui: una piccola raccolta con un grande significato

Al di là delle trame, ciò che merita di essere posto in evidenza in questa raccolta è ciò che ha da trasmettere. Qualsiasi lettore, andando avanti con i racconti, non può fare altro che schierarsi dalla parte dei demoni (necrofagi antropomorfi… bestioline poco raccomandabili, almeno in apparenza).

Gli umani non sapevano cos’era l’inferno. Non l’avevano provato. Ma l’avevano creato, senza neppure saperlo. E ora avrebbero dovuto fare i conti con il fatto che ogni fossa oscura aveva i propri demoni, e se avevano trasformato l’intero pianeta in una fossa – tutti i demoni erano lì.

Ed è proprio così, lentamente e inesorabilmente, che si fa largo il pensiero che sta alla base della raccolta: la razza umana fa schifo. Fa schifo, salvo alcune sporadiche eccezioni, perché “è nella sua natura” sfruttare, torturare, abusare, corrompere, distorcere e prendere senza dare. I demoni ne sono la prova: sfruttati, deformati, usati addirittura contro i propri simili per servire gli umani. Questa razza che si crede superiore, sempre e comunque.

Di conseguenza, in vari momenti della lettura, si presentano altri temi forti: coraggio, sacrificio, amore, lealtà, giustizia, vendetta.

«Non è una guerra che possiamo vincere, Elisha.»
Nessuno di quelli che combatte una guerra lo fa per vincere.
Tamina lo aveva fissato dritto in quei suoi occhi azzurri.
«Per cosa dobbiamo farlo, allora?»
Elisha l’aveva baciata di nuovo. «Per essere liberi.»

Insomma, Venus Marion è sempre una grande fonte di divulgazioni dei temi più importanti, sia che decida di ambientarli nel Medioevo (Gloria) o in qualche strano continente abitato da demoni dalle sembianze semi-umane.

Per quanto riguarda gli aspetti tecnici di questo libro, oltre ad elogiare come sempre l’autrice per il modo in cui esprime qualsiasi cosa, si può solo fare un paragone con i libri letti in precedenza. Ebbene: cambia l’ambientazione, sia storica che geografica (in questo caso si parla di un continente inventato di nome Kherida, in un tempo X), e di conseguenza cambiano lo stile, il lessico, il ritmo…OTTIMO!

Consiglio questo libro agli amanti del genere e a tutte le persone non facilmente impressionabili da membra dilaniate e pasti a base di umani o demoni. Si legge molto velocemente e, personalmente, trovo sia molto originale 🙂


PS. Venus Marion è una matta enorme: ADORO.

Bibliografia di V. recensita da me:


INDICE RECENSIONI

Quel che i lupi mangiano

Quel che i lupi mangiano Book Cover Quel che i lupi mangiano
Sara Brayon
Fantasy, Retelling
2020
184

Un cacciatore in cerca di vendetta, un uomo che inganna la Morte, una cuoca con un ingombrante problema da risolvere, una scrittrice triste in una città straniera, eroi ed eroine piegati dalla passione, come tutti, in un labirinto delirante che quasi mai è quello che sembra. Trenta racconti in cui, tra sante e prostitute, assassini e paladini, si manifestano sesso, speranza, solitudine e molte altre cose terribili e meravigliose che non iniziano necessariamente con la lettera S. Come il lupo bianco e il lupo nero che albergano nell'anima di ognuno di noi, fra queste righe lottano ironia e amarezza, allegria e inquietudine, vitalità e decadenza.

Quel che i lupi mangiano  è un raccolta di racconti molto originali e variegati. Alcuni di essi si ispirano alle fiabe classiche, che vengono adattate e reinterpretate per adattarsi a scene della quotidianità contemporanea. Altri sono frutto della fantasia dell’autrice, che si è ispirata al mondo che la circonda.

Quel che i lupi mangiano

Trenta racconti brevi, scritti in modo scorrevole, intenso e a tratti ironico, racchiudono molti argomenti, molti personaggi e ambientazioni. Per questo motivo ciò che merita di essere posto in evidenza, rispetto agli altri elementi, è lo stile dell’autrice.

Uno stile ricercato, fresco e molto scorrevole, che rende il libro piacevole. Il ritmo di lettura è piuttosto veloce, per due motivi: lo stile, come detto poco fa, e la brevità dei racconti.

Inoltre, si alternano momenti di ironia o sarcasmo a scene che, in qualche modo, fanno riflettere o sorridere. Un pizzico di cinismo fa da “ciliegina sulla torta” a questo libro che, nel suo complesso, si rivela poi essere una rappresentazione della realtà, con alcuni aspetti accentuati in modo esagerato e con una buona dose di fantasia.

Personalmente, il racconto che ho apprezzato di più è il “retelling” di Cappuccetto rosso in versione romagnola. Anche io ho da sempre l’abitudine di vedere nelle persone che incontro dei “personaggi”, accentuandone i comportamenti o le caratteristiche più bizzarre, perciò ho trovato questo racconto molto carino e  divertente.

Chiusa questa parentesi, consiglio questo libro come lettura leggere o per intervallare altre letture perché, grazie alla suddivisione in racconti, è molto comodo e adatto per questo metodo di lettura!

Grazie a @bookabook_it

INDICE RECENSIONI

 


L’autrice:

Sara Brayon

Sara Brayon
è nata a Roma nel 1992 ma da anni vive a Bologna, dove studia alla facoltà di Lingue. Lavora come analista in un’azienda informatica, scrive racconti e poesie. Vive con svariati libri e un gatto rosso di nome Ivan il Terribile. Quel che i lupi mangiano rappresenta il suo esordio letterario.

Ci vorrebbe un eroe (Gloria)

Ci vorrebbe un eroe è la seconda novella/spin-off di Venus Marion, che si colloca dopo il primo libro della trilogia di Gloria.

In questa seconda novella troviamo un approfondimento sulla vita di Cybele, che si nasconde e mette insieme un “esercito” di ragazze che fino a quel momento avevano subito fin troppo. Grazie alla sua guida, benché incerta e inesperta, le ragazze si rendono conto di potersi difendere da sole e di poter portare alla luce del sole ciò che hanno sempre fatto come se non importasse a nessuno.

Un tributo. Altre morti. Altro dolore. Un altro scempio che non posso fermare, arginare, impedire.

Ci vorrebbe un eroe: oltre la trama

Come nei precedenti scritti di Venus Marion, dietro la trama si nasconde molto di più. Anche questa volta, durante la lettura, ci si trova a prendere in considerazione questioni di grande importanza: in questo caso, la posizione di una donna.

Ciò che può o non può fare; ciò che fa per istinto, per dovere o per senso di giustizia, ma nell’ombra. Perché per una donna è sempre più difficile che per un uomo, qualsiasi cosa faccia.

Per quanto riguarda gli aspetti “tecnici” della novella, non si può fare altro che ripetere quanto già detto per la trilogia e la precedente novella, perciò rimando alle rispettive recensioni:

A questo punto posso solo ripetere: LEGGETE QUESTA SAGA. LEGGETE QUESTA SAGA. LEGGETE QUESTA SAGA.


INDICE RECENSIONI

Radici d’inverno

Gloria
Gloria
Venus Marion
Novella
Self-published
2020
80

❄ IL MEDIOEVO COME LO AVETE GIA' LETTO... solo in GLORIA! ❄Prima novella sequel spin-off della saga di GLORIA. Di ritorno dall'avventura nella città di Damietta, Goliath Damian di Rochester si ritrova a dover fare i conti con un futuro nebbioso e un passato che credeva sepolto. Nella terra, vecchie radici faranno sbocciare nuovi fiori.❄ Dopo l'epilogo di GLORIA, una novella spin-off dedicata ad uno dei personaggi più controversi della contea di Nottingham. ⚠ ATTENZIONE: alto rischio di contenuti estremamente estrogeni - non adatto a giovani lettori.Cover Art by © Alice Sogno

Radici d’inverno è uno spin-off di Gloria, dedicato ad uno dei protagonisti – Goliath di Rochester.

Radici d’inverno

Ambientato dopo la trilogia di Gloria (raccolta in un volume unico, acquistabile su Amazon), questa novella fa chiarezza sulle radici di un personaggio controverso come quello di Goliath.
Goliath viene presentato in Gloria come promesso sposo di Cybele e, dopo svariati tentativi, ripensamenti, vittorie e sconfitte, si ritrova a dover ammettere di essersi realmente innamorato di Cybele ma di non poterla avere. Inoltre, Goliath svolge un ruolo importante nelle vicende politiche che coinvolgono Nottingham e non solo.

In questo scenario Goliath raccoglie pareri opposti tra i lettori: c’è chi lo ama e chi lo odia, ovviamente, per ciò che si legge dalla sua comparsa sulla scena.
Ciò che non si scopre, leggendo Gloria, è il passato di Goliath: del periodo precedente al suo arrivo a Nottingham, infatti, si ha modo di scoprire soltanto del suo cattivo rapporto col padre e con la sua famiglia in generale, si sa che la sua intenzione è quella di distinguersi dai familiari, nient’altro.

Ed ecco che Radici d’invero fa chiarezza su tutto ciò: Goliath è figlio di Sir William di Rocherster, ha cinque sorellastre e una madre che non ha mai conosciuto e ha sempre creduto morta.

Radici d’inverno si apre con il matrimonio di Goliath e Kelsey: un matrimonio voluto o no? Cosa prova veramente Kelsey? Servirà un matrimonio a rimettere insieme i pezzi in cui si è frantumato il povero Goliath dopo l’epilogo di Gloria? Queste sono le domande con cui si apre la novella.

Un marito. Un padre. Un figlio. Un amante. Niente. Non sono niente. Ma posso imparare. Insegnami, e sarò cera nelle tue mani […].

Ma non è finita qui: non dimentichiamo che, in Radici d’Inverno, Goliath deve scoprire quali siano le sue radici e se sia disposto ad “essere radice” a sua volta, per qualcun altro.

[…] Sarò radice. Lo sarò insieme a te. Radici intrecciate, solide; sepolte, ma vive. Vive anche in pieno inverno.

Oltre la trama

Tutto ciò che c’è da sapere sull’autrice, sullo stile e sul ritmo di narrazione, lo trovate nella recensione di Gloria. Quello che si può aggiungere – o meglio, ribadire – dopo aver letto queste ulteriori 80 pagine di approfondimento, è una nota sulla costruzione e caratterizzazione dei personaggi: un grandissimo lavoro!

Di nuovo, nulla è lasciato al caso: ogni dettaglio psicologico e caratteriale è assolutamente studiato, voluto e reso alla perfezione. E, ovviamente, leggendo una novella interamente dedicata ad un personaggio, non si può fare altro che ammirare ulteriormente questa capacità.

Seconda lode per la scelta di ogni singola parola: una scrittura sempre più vivida e percepibile.

In conclusione

Leggete Gloria e poi leggete Radici d’inverno. E, mi raccomando, spargete la voce <3 (anche sulle copertine, se vi va :P)


Recensioni: INDICE

 

Maison du Monde


Minihlapinatapai, in un antico e quasi dimenticato dialetto cileno, significa: “Guardarsi negli occhi sperando che l’altra persona si offra di fare ciò che entrambi desideriamo ardentemente ma che nessuno dei due ha il coraggio di fare.

Maison du monde è un libro che si preannuncia come un viaggio tra sogno e realtà ma che, in effetti, racconta piuttosto di incubi e lati oscuri delle città in cui è ambientato – e delle persone che le abitano.

Maison du monde: il libro

Santiago portava qualcosa di doloroso e cupo dentro di sé, un groviglio di catene e spine, ma alla resa dei conti questa sua storia dimostrerà di essere anche delicata.

Partendo dalla prima scena, si capisce subito di avere a che fare con un testo tutt’altro che roseo: si tratta infatti dello stupro di una ragazzina orfana di quattordici anni da parte di due senzatetto (ad uno dei due, tra l’altro, la ragazzina si era dedicata particolarmente, portando cibo ogni giorno).

Risulta quindi evidente l’impronta “oscura” che porta con sé la vicenda sin dall’inizio.

Tuttavia, una volta concluso si rivela una testo “completo”: triste e tragico per la maggior parte della narrazione ma comunque pieno di vita e, in un certo senso, di speranza nel trovare un senso alle cose e un giusto epilogo.

In entrambe le storie, infatti, a mio parere ciò che conta di più è la morale: alla fine viene data una spiegazione per tutto, o quasi. Ogni, positivo o negativo che sia, ha il suo epilogo corrispondente  al bene o al male che ha fatto in passato.

Maison du monde: oltre la trama

Per quanto riguarda gli aspetti “tecnici” del libro, personalmente ho apprezzato molto lo stile, benché si noti la ricerca maniacale della frase perfetta.

Ambientato nella Santiago più profonda e rozza, trasmette una sensazione di inquietudine ma, allo stesso tempo, di partecipazione a vite e momenti sconosciuti.

L’atmosfera è un’insieme di mille sensazioni: positività e negatività di mescolano continuamente.

In conclusione

Un libro “diverso”, che si presenta come un libro semplice ma non lo è, soprattutto per i temi che affronta. Lo consiglio a lettori di ogni genere perché credo sia un tipo di lettura universale, adatto a tutti.

Vi lascio il link a IlCiliegio


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La notte del b(r)uco

Fuori il mondo dorme, il brusio della notte culla il moto ondoso dei sospiri. Anche gli incubi si fanno sentire, quelli che accompagnano i respiri affannosi o i passi furtivi che risuonano tra le vie deserte. Il buio mormora parole sconosciute che fanno rumore, insieme agli stivali chiodati sulle foglie secche, sui ramoscelli che si spezzano al passaggio delle ombre.

La notte del b(r)uco è un giallo dall’animo malinconico.

Il libro

La storia ha inizio con un’aggressione: un ragazzo nota la scena ma ha paura e non interviene; si rivolge alla polizia ma senza ottenere aiuto o consigli. Decide allora di contattare un programma radiofonico per raccontare ciò che ha visto ad un pubblico più ampio.

La conduttrice crede alla sua storia ma non può fare nulla per aiutarlo, anzi viene rimproverata per averlo ascoltato.

Inizia in questo modo una caccia al colpevole “alternativa” e decisamente non consueta.

– Questa notte nessuno mi fermerà, la morte vi verrà a cercare, ve lo volevo solo far sapere. Il Bruco non si è dimenticato di voi, ricordatevelo.

L’intera narrazione è accompagnata da un sottofondo musicale: una playlist strepitosa che include gruppi che hanno fatto la storia del rock.

Bury me softly in this womb
I give this part of me for you
Sand rains down and here I sit
Holding rare flowers
In a tomb, in bloom…

Down in a hole – Alice in chains

Questo è fondamentale per la resa dall’atmosfera: cupa, malinconica. Ed è così che il protagonista assume la sua veste di “pierrot” come descritto nella sinossi.

Un pierrot che non smetterà di stupire fino alla fine, quando verranno rivelate le cause dei suoi gesti, una sorta di giustificazione magari non condivisibile ma in qualche modo comprensibile.

Oltre la trama

Un thriller dal ritmo medio ma dalle tante sorprese: a cominciare dal Bruco stesso, il pierrot che vaga per le vie della città sembrando pazzo all’inizio e diventando un vendicatore alla fine.

La notte del b(r)uco non è semplicemente un thriller, è un romanzo che narra di droga, di spacciatori, di giovani e cattive compagnie, di morte.

Il risultato è quindi un romanzo che unisce thriller e formazione. Scritto in modo fluido, unisce descrizioni, dialoghi e stralci di canzoni in un flusso costante, dall’inizio alla fine.

In conclusione

Lo consiglio a tutti gli appassionati di giallo/thriller.

Non ho voluto descriverlo in modo troppo dettagliato per evitare di rovinare la lettura, perché ogni dettaglio aggiuntivo avrebbe rovinato la “sorpresa” della trama. Ad ogni modo è un gran bel thriller, con una colonna sonora pazzesca!

Ringrazio gli autori, nonché fondatori di Eretica Edizioni, per avermi dato la possibilità di leggerlo. Vi lascio il link per l’acquisto qui.


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Trilogia di New York

Trilogia di New York Book Cover Trilogia di New York
Paul Auster
Racconti
Einaudi
2014
Copetina flessibile
314

Pubblicati tra il 1985 e il 1987, i tre romanzi che compongono questa "Trilogia" sono raffinate detective stories in cui le strade di New York fanno da cornice e palcoscenico a una profonda inquietudine esistenziale. "Città di vetro" è la storia di uno scrittore di gialli che "accetta" l'errore del caso e fingendosi un'altra persona cerca di risolvere un mistero. "Fantasmi" narra la vicenda di un detective privato che viene assoldato per tenere sotto controllo una persona, ma a poco a poco i due ruoli si scambiano e colui che doveva spiare diventa colui che viene spiato. "La stanza chiusa" racconta di uno scrittore che abbandona la vita pubblica e cerca di distruggere le copie della sua ultima opera.

Piccola premessa prima di partire con la recensione vera e propria: come ben sapete, Auster è uno dei miei autori preferiti in assoluto MA , a mio  parere, Trilogia di New York non uno dei suoi BEST. Ovviamente, si tratta di un parere personale quindi cercherò di essere oggettiva e raccontarvi tutto ciò che c’è da sapere questo libro!

Trilogia di New York

New York era un luogo inesauribile, un labirinto di passi senza fine: e per quanto la esplorasse, arrivando a conoscerne a fondo strade e quartieri, la città lo lasciava sempre con la sensazione di essersi perduto. Perduto non solo nella città, ma anche dentro di sé.

Trilogia di New York è una serie di tre romanzi, proposti appunto come trilogia perché collegati tra loro: Città di vetro, Fantasmi e La stanza chiusa.

Alla base dei tre racconti ci sono essenzialmente fatti “assurdi”; sono inoltre accomunati dal fatto di essere tutti ambientati a New York e dal fatto di avere personaggi che possono rivelarsi quantomeno sorprendenti… o inaspettati!

Ho riflettuto parecchio prima di scrivere questa recensione e, nonostante tutto, non sono riuscita a dare una definizione chiara e netta di questa trilogia: l’unica cosa certa è che alla base c’è il giallo.

Questo perché emergono i tratti distintivi di questo genere letterario: un evento inaspettato, un mistero e un personaggio incaricato di risolverlo.

Non si tratta comunque del “classico giallo”. Paranormale? No. Violento? No. Direi piuttosto originale.

Ciò che contraddistingue questa trilogia è, infatti, l’originalità delle idee. Tant’è che l’autore si trova faccia a faccia con un suo omonimo…leggendolo capita quasi di avere crisi d’identità!

Benché si tratti di idee assurde, alla fine si trova sempre una conclusione “credibile” e, dopo aver letto tutti tre i racconti, si riesce finalmente a collegarli tra loro.

Come ho già detto nelle recensioni precedenti (Mr. Vertigo e Nel paese delle ultime cose), lo stile di Paul Auster è sicuramente il uso punto di forza: semplice se rapportato alla complessità della struttura delle sue opere, ma sempre estremamente curato.

Leggendo questo libro (o qualsiasi altro di Auster), si nota come non sia soltanto la struttura ad essere complessa, ma anche i personaggi. Più ce ne sono e più sono particolareggiati.

Ogni singolo personaggio viene definito nell’aspetto, nel carattere, nella mentalità e in ogni suo tratto determinante: i dialoghi sono  il punto in cui si percepisce di più questa capacità dell’autore.

In questo libro, in particolare, i personaggi sono molti quindi si ha modo di notare questo aspetto in diversi punti dei racconti.

L’ambientazione, come si può intuire è la Grande Mela: in realtà New York fa da sfondo “sfocato” alle ambientazioni più specifiche (il locale, la stanza dell’appartamento e così via). Questi ambienti vengono descritti in modo molto più particolareggiato rispetto alla città, anche per ricreare l’atmosfera giusta.

L’atmosfera trasmette una sensazione di “chiuso”, una via di mezzo tra l’oppressione e l’allerta, uno stato di inquietudine.

Il ritmo è forse la causa per cui non ho apprezzato questo libro quanto gli altri che ho letto di Auster. Ovviamente si tratta si un parere personale, ma ho trovato questo libro più lento se paragonato a quelli che ho citato poco fa.

Se dovessi giudicarlo senza paragonarlo a quelli letti in precedenza, direi comunque che ha un ritmo medio, tendente al lento in alcuni punti.

 

In conclusione

Sicuramente Trilogia di New York è un bel libro, non si può dire altrimenti. Tuttavia, se non avete ancora letto nulla di Auster vi consiglio di non partire da questo ma piuttosto da uno dei suoi romanzi brevi, in modo da poterlo apprezzare appieno.

Se invece conoscete già l’autore ve lo consiglio assolutamente, soprattutto per l’originalità e l’assurdità delle idee che sono alla base dei tre romanzi! Buona lettura!

Curiosità (fonte:Wikipedia):
Città di vetro venne adattato nel 1994 nella trasposizione sperimentale in romanzo grafico degli illustratori e fumettisti David Mazzucchelli e Paul Karasik, acclamata dalla critica. Venne pubblicato come City of Glass: The Graphic Novel nel 2004. Nel 2009, Audible.com ha prodotto una versione audio della Trilogia di New York, narrato da Joe Barrett, come parte della sua linea Modern Vanguard di audiolibri.

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I grandi scrittori non mangiano

I grandi scrittori non mangiano Book Cover I grandi scrittori non mangiano
Donato Montesano
Racconti
2017
112

I grandi scrittori non mangiano

I grandi scrittori non mangiano è una raccolta di 14 racconti molto stravagante e originale ma con una particolarità ben precisa: racconta realtà rovesciate e strampalate, ma con una base molto verosimile.

Questa è la caratteristica che personalmente ho apprezzato di più.

Il libro

La racconta è molto variegata: i temi trattati sono diversi e ogni racconto racchiude un pizzico di originalità e un messaggio per il lettore o comunque un incitamento a porsi davanti alla realtà e agli eventi in modo fantasioso e alternativo.

Il ritmo di lettura è medio: i racconti singolarmente si leggono ad un ritmo piuttosto veloce ma, leggendoli in sequenza, il ritmo viene leggermente rallentato dal cambiamento dell’ambientazione e dell’atmosfera, che sono diverse in ogni racconto.

Il lessico scelto è appropriato al genere di racconti e utilizza sia termini di uso comune e sia termini inventati, riproduzioni di rumori e suoni e così via.

I grandi scrittori non mangiano è un viaggio in mondi paralleli, a tratti malinconici e nostalgici ma pieni di una speranza nascosta – una speranza nel vedere le cose diverse da come sono, immaginare e sognare qualcosa di diverso, non per forza migliore e non per forza peggiore.

Credevano che l’arte fosse una forma di rivoluzione. Anzi, vivendo nel ventunesimo secolo, credevano che l’arte fosse l’unica forma e possibilità di rivoluzione.

 

L’autore

Donato Montesano (Tricarico, 1991) fa parte dello studio di architettura e laboratorio multidisciplinare Rabatanalab. I grandi scrittori non mangiano è il suo libro d’esordio.

 

In conclusione

Questo libro mi è piaciuto molto e lo consiglio a chiunque stia cercando una lettura “diversa” e fuori dagli schemi. Lo consiglio anche perché, essendo suddiviso in racconti, è adatto anche a chi non ha molto tempo da dedicare alla lettura e che in questo modo può concludere facilmente e velocemente un racconto alla volta.

Inoltre, offre punti di vista nuovi e lascia una piacevole sensazione di “se guardo le cose in modo fantasioso non è poi così male”!

Grazie infinite all’autore per avermi dato la possibilità di leggere la sua opera!

 

Link per l’acquisto su Eretica Edizioni: qui

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Le amiche che vorresti e dove trovarle

Le amiche che vorresti e dove trovarle Book Cover Le amiche che vorresti e dove trovarle
Beatrice Masini, Fabian Negrin
Illustrati
Giunti
2019
Copertina rigida
144

Ventidue ritratti di eroine letterarie - da Emma Bovary a Jane Eyre, da Lady Chatterley a Anna Karenina, da Jo a Pippi Calzelunghe, fino ad arrivare alle modernissime Matilde di Roald Dahl o Mina di David Almond - che hanno in comune la caratteristica di uscire dagli schemi della propria società. Le tavole sono diversificate stilisticamente a seconda del carattere e del tipo di personaggio. A ciascuna eroina è dedicato un brano evocativo attraverso cui l’autrice condivide con le giovani lettrici le emozioni e i temi che il personaggio si porta dentro, come una porta che si apre su mondi e sogni sempre nuovi. Età di lettura: da 11 anni.

Le amiche che vorresti e dove trovarle

Le amiche che vorresti e dove trovarle è un libro illustrato realizzato da Beatrice Masini e Fabian Negrin. Si tratta di una raccolta di ventidue ritratti di personaggi femminili, raccontati attraverso parole e immagini. Personaggi diversi tra loro, unici e inimitabili, che hanno fatto la storia della letteratura di ieri e di oggi.

Gli autori

Beatrice Masini è un’autrice italiana, ha scritto libri per bambini, ragazzi e adulti. Vanta molti premi letterari, tra cui il Premio Pippi, il Premio Elsa Morante Ragazzi. Inoltre il Premio Andersen-Il mondo dell’infanzia e il Premio Selezione Campiello, il Premio Alessandro Manzoni e il Premio Viadana per il romanzo Tentativi di botanica degli affetti.

Fabian Negrin è un illustratore attualmente attivo in Italia, di origini argentine. Ha illustrato fiabe per bambini e ragazzi in Europa, America e Asia. Vanta numerosi premi, tra cui la BIB Plaque alla Biennale di Bratislava e il Bologna Ragazzi Award Non-Fiction.

 

Il progetto

Giunti Editore ha selezionato alcuni bookblogger e ha dato loro “in adozione” uno dei ventidue personaggi: il mio è Bibi, protagonista del romanzo Bibi. Una bambina del Nord, scritto nel 1929 da Karin Michaelis.

 

Il libro

Nel libro, per un totale di circa 140 pagine, si alternano astratti del racconto in questione, una citazione tratta da esso e un’illustrazione che ritrae la protagonista; l’impostazione e il progetto grafico, realizzato da Romina Ferrari, sono impeccabili e danno ancora più importanza al contenuto del libro. Le illustrazioni sono straordinarie, non solo per la qualità, ma anche perché ogni illustrazione è realizzata con una tecnica e uno stile diverso, come se ogni personaggio avesse  un libro fatto apposta per sé. Le tecniche utilizzate sono tantissime, ognuna mirata a catturare la caratteristiche più nascoste di ogni personaggio: adorabile.

 

Bibi. Una Bambina del Nord

Trama

Bibi è una bambina danese, figlia di un capostazione e orfana di madre. Libera, curiosa e allegra, ogni volta che lo desidera prende il treno e se ne va in giro, protetta da tutti i capistazione del Paese. Ma i nonni materni non sono d’accordo!! Pubblicato per la prima volta nel 1929, questo è il libro più famoso della scrittrice danese Karin Michaelis, anticonformista e libera quanto la sua eroina, tanto che nella Germania nazista i suoi libri furono messi al bando e bruciati.

Il libro e l’aurtrice

Un libro provocatorio e controverso, tanto da essere messo al bando. La storia di Bibi è quella di una bambina ribelle e indomabile, ma anche di una bambina capace, curiosa, indipendente e – soprattutto – colta. Bibi è una bambina che legge molto e che viaggia in treno per scoprire e conoscere il mondo.

Karin Michaelis mette nei suoi racconti il suo pensiero, la sua determinazione e i suoi messaggi: lei stessa ha ospitato rifugiati in tempi di guerra, per poi dover fuggire in America e tornare a guerra finita. I suoi libri hanno fatto discutere per i contenuti insoliti per l’epoca (L’età pericolosa, per esempio, racconta la storia di una donna divorziata con un uomo più giovane, sicuramente insolita per gli anni in cui è stata scritta) e per i messaggi che trasmettono: libertà, indipendenza, voglia di scoprire il mondo e imparare.

Che cosa aveva fatto, infine?
Niente, se non marinato un po’ la scuola per andare a vedere un pezzettino di mondo.
E il mondo, per che cosa c’era se non per vederlo?

Questa è la storia di Bibi, la bambina che scambia il nome con un’amica perché il suo non le piaceva e perché, in fondo, avrebbe potuto chiamarsi diversamente?

 

In conclusione:

Consiglio questo libro davvero a chiunque: bambini e ragazzi, ma anche adulti; è, infatti, un libro che permette agli adulti di scoprire o riscoprire personaggi che hanno fatto la storia della letteratura e che hanno entusiasmato lettori nel corso degli ultimi decenni. Allo stesso tempo è un libro che può essere letto ai bambini, per avvicinarli alla lettura anche attraverso le bellissime immagini.

Vi lascio il link al sito Giunti Editore, che ringrazio per avermi dato la possibilità di leggere questa meraviglia in anteprima.

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La nuvola e l’albero

La nuvola e l'albero Book Cover La nuvola e l'albero
Miriam Previati
Racconto
bookabook
2018
Copetina flessibile
112

Un giorno una nuvola si impiglia tra i rami di un albero che vive sulla cima di una collina. Nonostante i due abbiano caratteri esattamente opposti, si innamorano in un breve istante. Ma dopo i primi momenti così speciali, iniziano le difficoltà. Come fare a essere comunque felici insieme, anche quando i bisogni, i desideri e le paure fanno capolino? La nuvola e l’albero è una favola in cui il lettore è un burattinaio che tiene in mano i fili della storia. Trentatré cambi di scena e quattordici finali differenti descrivono ed esaminano le possibili dinamiche di ogni storia d’amore, anche quelle più insolite. La nuvola tornerà a solcare libera il cielo o sceglierà di portare con sé l’albero? E l’albero sarà disposto a far volare le sue radici per seguire la sua amata nuvola o preferirà rimanere sulla sua collina? A voi la scelta.

Parola all’autrice:

Perché ho scritto questo libro?

Amo la condivisione, soprattutto di emozioni. La nuvola e l’albero nasce nell’affrontare un momento di fragilità, nel dare colore a un foglio bianco, nel dare un cambiamento là dove c’era bisogno di una nuova partenza. Ho scritto questo libro per dare una forma a un sentimento, e lo pubblico con la speranza che possa liberare altre persone come, scrivendolo, è successo a me.

Il libro:

Un libro in cui è il lettore a comporre la trama: dopo le prime tre pagine, che fanno da premessa alla storia, infatti, si possono scegliere ben trentatré combinazioni e quattordici finali. Cosa possono fare una nuvola e un albero di tutte queste possibilità? In realtà, lo si capisce leggendo. I due protagonisti sono due elementi naturali che possono benissimo rappresentare un uomo e una donna, o qualsiasi forma di rapporto umano e non.

Ecco che il libro acquisisce significato pagina dopo pagina: si parla di vita, di speranza, di libertà. Tutto ciò potendo scegliere i vari passaggi del racconto. Personalmente, ho creato la prima versione della storia in un attimo ma poi ho costruito tutte (almeno credo -.-‘) le altre versioni della storia perché in ognuna di esse è contenuto un messaggio.

I protagonisti del libro sono soltanto due: la nuvola e l’albero, appunto. Sono sufficienti a tenere in piedi un intero libro e ad esprimere tutto ciò di cui c’è bisogno.

Entrambi sapevano bene di cosa stavano parlando, perché la paura e la tristezza sono emozioni che tutti provano e hanno provato; persino la nuvola e l’albero, seppur per motivazioni diverse, le avevano conosciute.

La nuvola e l’albero sono due personaggi completi in tutto e per tutto, sono due personalità opposte e questo comporta degli scontri, ma anche il compensarsi  a vicenda.

La nuvola e l’albero decisero di fidarsi l’una dell’altro e così facendo crearono una magia immensa: l’amore. L’amore è da definirsi una magia perché comporta impegno e fede. Impegno perché per mantenere l’amore ogni giorno bisogna muoversi, produrre e creare qualcosa che non si può sentire né vedere, ma che c’è e cambia il mondo.

Lo stile dell’autrice è semplice, scorrevole, frizzante; il ritmo di lettura è veloce: potendo comporre la storia, il lettore è invogliato a continuare e, inoltre, non ci sono spiegazioni o digressioni eccessive, i contenuti e i messaggi vengono espressi alla perfezione.

In conclusione:

Si tratta di un libro che consiglierei ad ogni tipo di lettore: è uno di quei libri da leggere perché “fanno bene”, fanno riflettere nonostante l’apparenza “leggera”… in fondo, parla di vita, scelte, rapporti con chi si ama, anche se sono una nuvola e un albero a spiegare tutto ciò!

Ringrazio la casa editrice @bookabook  (di cui vi lascio il link qui) per avermi dato la possibilità di leggere questo libro

Estelle

Recensione Estelle

Descrizione:

Una trama intrisa di suggestioni classiche per poi ammantarsi, man mano, di atmosfere sempre più contemporanee, quasi fosse un film della Pixar o una serie della FOX, dove la magia e il fantastico  diventano il modo migliore per poter raccontare, con stile seducente e ironico, le paure archetipe di un padre che, per il troppo amore, fa germogliare il male oscuro in sua figlia, fino alla forza dirompente e incontenibile della prima vera passione amorosa della ragazza che finirà, nel bene o nel male, col sovvertire ogni ordine precostituito.

La principessa e futura regina Estelle, figlia del re Gustav IV e Alessaija, sembra aver ereditato dalla madre non solo la straordinaria grazia e bellezza, ma anche una terribile e, forse letale, avversione alla luce del sole.

Vinto dalla paura, per l’amore incondizionato che prova per lei, il Re padre trasforma il castello, e l’immenso giardino, in un posto dove il sole non potrà affacciarsi in nessun modo, e, se la figlia sarà costretta a vivere tutta la vita esclusa dal mondo, farà in modo che tutto il mondo possa passare nel suo castello per allietare le continue feste organizzate per la sua bambina.

E tutto sembra procedere secondo i suoi piani, fino a quando al castello, in occasione della giostra indetta per dare uno sposo alla sua unica figlia, non capiteranno il principe Ileardo di Hardangerfjord e Juan, un suonatore di accordìon.

Il libro:

Estelle è una favola moderna, che mantiene la struttura tipica della fiaba, con protagonista ed antagonista, situazione iniziale positiva, complicazione, sviluppo.

Tuttavia, Estelle si distingue dalla fiaba classica per il fatto che ogni personaggio è ambiguo, ogni evento è incerto sulle conseguenze a cui porterà.

Non c’è il personaggio estremamente buono e non c’è il personaggio estremamente cattivo, ognuno ha dentro di sé una parte buone e una cattiva.

C’è un fatto scatenante che dà inizio a tutta la storia ma è una casualità, non una decisione o un atto dettato dall’intenzione di qualcuno di fare del bene o del male: la storia di Estelle parte da un incontro del tutto inaspettato, avvenuto per caso.

La protagonista è Estelle: il lettore può seguire le sue avventure dalla tenera età, quando scopre di non poter sopportare la luce del sole, fino all’adolescenza, quando rischia tutto pur di assaporare qualche attimo di libertà; attorno a lei, ruotano gli altri personaggi principali: il padre affettuoso e protettivo, la madre da cui la fanciulla eredita questa strana avversità alla luce solare, Juan il sonatore di accordion, i giovani spasimanti e così via. Ecco che diventa difficile definire un solo antagonista, una sola conclusione e un solo sviluppo: cosa ha realmente fatto del bene o del male alla protagonista?

La narrazione viene fatta tramite un narratore esterno ed il ritmo è piuttosto veloce, considerando che si analizza la vita di Estelle, dalla sua nascita all’adolescenza, in meno di cento pagine; nonostante la sua brevità, però, il racconto non manca di significato: i temi principali del libro, infatti, sono la libertà e l’amore.

Libertà negata, desiderata, conquistata.
Amore inaspettato, complicato, difficile.

Attraverso la storia di Estelle, vengono affrontati temi come la famiglia, il desiderio di protezione, la crescita, le incomprensioni e la difficoltà di prendere decisioni importanti. Ogni personaggio si fa carico di un messaggio per il lettore: un padre disposto a tutto pur di proteggere la figlia (e che, in realtà, finisce con il rinchiuderla nel suo castello), Juan – troppo diverso dall’ambiente in cui viene catapultato, Estelle – la figlia affettuosa ma desiderosa di libertà.

In questo modo, si giunge fino alla fine, con un epilogo inaspettato e da interpretare liberamente!

In conclusione:

Si tratta di un libro molto curato, nell’aspetto e nel contenuto: lo consiglio agli appassionati di fiaba e non solo; credo infatti che, tolto il pubblico a cui solitamente sono destinate le fiabe, ovvero quello dei più piccoli, sia un libro adatto ad ogni tipo di lettore.

Personalmente l’ho apprezzato in quanto favola diversa, per lo stile dell’autore e per la cura dei dettagli estetici.

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Ringrazio la @cuzzolin_editore per avermi dato la possibilità di leggere questo libro!

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