L’Animologo

L'animologo Book Cover L'animologo
Antonia De Francesco
Romanzo
2018
120

Alle volte si brancola nel buio alla ricerca di un interruttore, altre si annega in punti di non ritorno. Può capitare a chiunque. Sono quei momenti in cui si ha la netta sensazione di non avere più un ruolo nella propria storia, pensando che la trama sia stata sovvertita da una mano che impugna un calamaio esclusivamente nostro. Quei momenti in cui pensi: non doveva andare così! È ciò che accade a Giorgio che, in una tempesta di domande senza alcuna risposta, davanti a un attimo spezzato, un cordone ombelicale reciso, in preda alla paura sente il desiderio di uscire fuori, per sempre, dalle righe del suo quaderno e ci prova. Il punto è che nessuno può cancellarsi o essere cancellato lasciando dei puntini sospensivi. Non è giusto. Per fortuna, nonostante l’essere diventati i più criptici dei messaggi, la vita è disseminata di persone che possono e scelgono di decifrarci: gli animologi. Si fanno avanti da uno dei tanti punti del foglio e cominciano, pian piano, a guidare la mano in un esercito di punteggiatura e diluvi di parole, permettendoci di guarire.
Accanto a Giorgio arriva Levante: gli fa dono, nel silenzio, delle sue parole imbustate, vecchie di anni bellici, intrise di lacrime, speranza, ma costantemente d’amore. Il divario generazionale è però intangibile, vicini come sono empaticamente nello sterile spazio di una bianca corsia, in cui viaggia un ritorno a casa dall’essenziale, come insegnano quei casi di miseria in cui a colmare i morsi della fame ci pensa un semplice pugno d’erba bollita. Una sorta di pozione magica che andrebbe data in pasto a chiunque smarrisca il senso di sé e della propria vita. Giorgio, curato dalle lettere di Levante, lo comprende e non ferma il potere salvifico di quelle parole, diventando a sua volta un animologo.
Romanzo forte e intenso, melanconicamente sorprendente.

L’Animologo

Il libro:

Finisce così che un uomo, che ha capito il senso ultimo della libertà e della vita e ha imparato a sue spese ad apprezzarla, attraverso il dolore della mancanza delle certezze e dell’indotta precarietà della vita, non riesce più a comunicare. Non riesce più a mettere in comune perché non ha nulla da condividere.

Come preannunciato nella prefazione, “nel romanzo non ci sono protagonisti corporei, né eroi e tantomeno eroine. Impera la parola, vera e assoluta protagonista nel dirimere i conflitti dell’anima […]”.

Si tratta infatti di un romanzo molto intenso ed introspettivo che non vuole mettere in luce fatti o individui straordinari ma, semplicemente, la straordinaria forza che ognuno deve trovare dentro di se per sopravvivere alle avversità della vita.

Nel libro sono Giorgio e Levante a farlo, in due epoche diverse, a distanza di anni: il primo, un ragazzo che deve superare la depressione, la perdita della madre, le incomprensioni con il padre; il secondo, un ragazzo allontanato dalla famiglia a causa della guerra, che si aggrappa alle lettere della madre per sopportare la morte che ha davanti agli occhi ogni giorno.

Levante: un ragazzo d’animo buono, che impara a proprie spese cosa sia la mancanza di tutto, un ragazzo che non ha di ché vivere, che mangia erba bollita per sopravvivere.

L’erba bollita, un fatto reale ma anche una metafora: solo chi prova realmente cosa sia la privazione, può apprezzare ciò che ha di giorno in giorno.

Ed è proprio rileggendo le lettere che Levante invia alla madre, che Giorgio riesce a comprendere molte cose di sé, della sua vita, del suo passato e di ciò che gli è accaduto: riesce a comprendere la madre, affettuosa e apprensiva, il padre, burbero e distaccato, sé stesso.

Lo fa da solo, nella sua camera, soffrendo e rinascendo da questo dolore. Lo fa scrivendo un diario, che servirà più degli incontri con gli psicologi, un diario che servirà a far comprendere anche a suo padre il cambiamento che è avvenuto in lui.

La narrazione ha un ritmo medio e alterna parti del diario di Giorgio (riportando fatti e dialoghi) e lettere di Levante. Lo stile è elegante, preciso, curato.

Concediti unicamente una ragione, non una scusa!

Benché non sia collocato in un luogo geografico preciso, l’ambientazione si definisce a poco a poco e rende questo libro abbastanza universale. Qualsiasi ragazzo, infatti, potrebbe trovarsi nella situazione di Giorgio, indipendentemente dal luogo in cui si trova.

L’atmosfera è nostalgica, malinconica, ma con una vena di speranza che attraversa il libro dall’inizio alla fine.

I personaggi sono pochi ma definiti nel minimo dettaglio, maggiormente sotto l’aspetto psicologico ed emotivo che sotto l’aspetto fisico.

Quelle persone che pensano in breve tempo e rispondono con solchi nell’animo; che riescono empaticamente a sintonizzarsi con te e ad aprirti gli occhi, spostandoti lo sguardo sempre un po’ più lontano nell’orizzonte, vivendoti per quello che sei. Quelle rare persone dal cuore in mano e la ragione nel taschino poco sotto la sua altezza.

 

In conclusione:

Questo libro è stato una piacevole sorpresa: l’ho apprezzato molto, sia per il contenuto e sia per lo stile. Curato, elegante. Lo consiglio a ogni genere di lettore, soprattutto ai più sensibili: un’analisi di sé stessi e un tuffo nel passato, ai tempi di guerra (in questo libro, contrariamente a quanto si legge di solito, la guerra è vista da un singolo individuo, nella sua intimità, nella quotidianità, nei rapporti con la famiglia).

Ringrazio l’autrice per avermi dato la possibilità di leggerlo e vi lascio il link alla pagina relativa al libro su giovaneholden.it

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Recensioni: INDICE

Il killer del decalogo

Il killer del decalogo Book Cover Il killer del decalogo
Tiziana Privitera
Giallo
2017
320

Il killer del decalogo

Trama.

Los Angeles, California. Taylor, una giovane poliziotta capace determinata si trova a dover risolvere una caso tutt’altro che semplice: una donna viene ritrovata sulla scalinata della cattedrale di Saint Paul, freddata con un colpo di pistola e con una scritta marchiata a fuoco sulla pelle.

Questo è solo il primo ritrovamento: gli omicidi si diffonderanno a macchia d’olio, coinvolgendo vittime apparentemente scollegate tra loro ma che, loro malgrado, sono entrate a far parte del piano diabolico di un assassino senza scrupoli.

Dopo aver intravisto un collegamento con gli alti omicidi, gli incaricati alla risoluzione del caso si troveranno a dover esaminare scene del crimine disseminate in corrispondenza di chiese: questo complica le cose, perché dovranno fare i conti anche con un clero difficile da trattare e con un ambiente cristiano tutt’altro che semplice.

Il libro:

Un thriller ambientato a Los Angeles: l’ambientazione è, quindi, la famosa città californiana ma ciò che rende questo libro diverso è l’atmosfera cupa, gotica.

Un thriller contemporaneo, la cui protagonista è Taylor, una poliziotta incaricata di risolvere un caso molto complesso. Sia la protagonista e sia i personaggi secondari sono ben definiti  e particolareggiati, sia fisicamente che caratterialmente.

La scrittura è semplice ma accattivante: unisce scene d’azione come sparatorie e inseguimenti a momenti “pacati” ma ricchi di dettagli fondamentali, come le autopsie e la definizione dei profili psicologici.

Il ritmo è medio: tutto ciò che riguarda “il caso” (ritrovamenti, indagini, ecc) si svolge ad un ritmo piuttosto sostenuto ma l’andamento generale del testo viene moderato da scene di vita quotidiana che la protagonista vive con la nipote adolescente, con cui affronta i problemi tipici di questa fascia d’età.

In conclusione:

Una lettura piacevole, un thriller articolato ma scorrevole. Lo consiglio a tutti gli amanti del genere, è ben scritto e si legge davvero con piacere!

 

Ringrazio l’autrice per avermi dato la possibilità di leggerlo e vi lascio il link al suo sito web:

Tiziana Privitera

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Recensioni: INDICE

Cos’è meglio?

Cos'è Meglio?
Michele Milia
11 April 2018
117

Una coppia appartata in un parcheggio della città, un'ombra che li spia e subito dopo l'omicidio. Questa è la storia di una giovane ragazza che viene brutalmente uccisa davanti gli occhi del suo ragazzo impossibilitato dal salvarla. Il Detective Caruso verrà chiamato per risolvere questo caso cercando di trovare il più velocemente possibile il colpevole.

Cos’è meglio?

Il libro:

Possiamo definire questo libro come un giallo/thriller giovanile. Mi spiego meglio: la struttura è quella classica di un giallo, di cui ha tutti gli elementi caratteristici (omicidio, prove, investigatore, risoluzione del caso); può rientrare nella categoria thriller, in quanto gli omicidi sono piuttosto efferati e l’assassino si delinea a poco a poco come un’entità piuttosto inquietante, facendo ricadere i sospetti del lettore prima su un personaggio, poi su un altro, e così via.

Perché giovanile? Soprattutto per due aspetti, che definiscono la trama e lo stile:

  1. gli argomenti trattati: ambientato in una scuola, le vicende si svolgono tra compagni di classe o comunque tra alunni e professori frequentanti lo stesso ambiente scolastico; i temi trattati sono quelli tipici della scuola moderna: alunni più o meno popolari, rapporti più o meno buoni con compagni e professori;
  2. il linguaggio: piuttosto diretto e abbastanza scurrile, rappresenta appieno il linguaggio tipico della maggior parte dei ragazzi d’oggi.

La narrazione avviene in prima persona e aiuta ad immedesimarsi in ciò che vive il protagonista. L’ambientazione, come già detto, è quella di una scuola (un liceo, per essere precisi) e, di conseguenza, offre l’atmosfera giusta per un giallo di questo tipo: la vita scolastica non è sempre rosea!

La struttura è ben delineata, permette ai fatti di evolversi coinvolgendo il lettore; inoltre, non mancano i colpi di scena, determinanti per questo tipo di racconto.

Il titolo è la chiave del racconto: una scelta. “Cos’è meglio?”

Unica pecca: la scarsità di dettagli. Un thriller, a mio parere, si basa sui dettagli.

Sotto questo aspetto, si percepisce una certa “fretta” di arrivare alla conclusione, mentre con un numero maggiore di dettagli il libro sarebbe stato più corposo e i personaggi più definiti, così come gli avvenimenti (per esempio, l’investigatore Caruso diventa padre durante le indagini e non riesce a seguire questo evento importante della sua vita a causa del suo impegno nel risolvere il caso: tutto ciò è spiegato in poche righe).

Cosa vi piacerà:

  1. l’ambientazione: una giallo all’italiana;
  2. l’investigatore Caruso: ostinato e capace.

Cosa non vi piacerà:

  1. la scarsità di dettagli.

In conclusione:

Credo sia un ottimo punto di partenza per l’autore che, a mio parere, dovrà unicamente migliorare la forma, aggiungendo dettagli e particolari caratterizzanti a fatti e personaggi.

Lo consiglio agli amanti del giallo, soprattutto per coloro che apprezzano questo genere con un’ambientazione italiana.

 

Ringrazio Michele Milia per avermi dato la possibilità di leggerlo e vi lascio il link per l’acquisto:

Cos’è meglio?

 

 

Il marchio degli stregoni

Il marchio degli stregoni

Trama:

Matthew è un ragazzo come tanti, con una vita semplice ed abitudinaria, fino al giorno in cui si trova catapultato in un mondo parallelo, sconosciuto. Dopo un esame universitario, Matthew si sente “strano” e disorientato: il marchio degli Stregoni compare sul suo braccio.

La storia riprende con lui prigioniero, senza memoria, che prova a ricostruire un passato incerto con l’aiuto di un altro ragazzo prigioniero come lui. Da questo momento il poi la vita di Matthew non sarà più la stessa: casi di omicidio, poteri magici e ricordi che si rifiutano di tornare a galla.

Il libro:

Un romanzo fantasy contemporaneo che unisce la fantasia di un mondo magico alla realtà di della quotidianità milanese – la definizione corretta di questo tipo di romanzo è Urban Fantasy. Questa è la particolarità del romanzo: luoghi reali, fatti irreali. La struttura è abbastanza semplice, alterna flashback e narrazione contemporanea. L’atmosfera è particolare, proprio perché unisce due elementi molto contrastanti, cioè il mondo della magia e Milano.

Il ritmo è medio: i fatti si susseguono abbastanza velocemente, ma il ritmo generale del romanzo è rallentato da flashback e ricordi.

I personaggi sono pochi (Il protagonista, l’amica, il compagno di cella e l’investigatore sono i principali), ma sono ben definiti e caratterizzati.

Cosa mi è piaciuto:

  1. L’idea generale
  2. L’ambientazione

Cosa non mi è piaciuto:

  1. Refusi e errori: compaiono spesso e, a mio avviso, rubano l’attenzione che dovrebbe essere interamente dedicata alla trama e alla lettura in generale.

In conclusione:

Lo consiglio agli appassionati di questo genere specifico, l’ambientazione influisce molto su un romanzo fantasy: il fatto che sia ambientato in un luogo reale può piacere ad alcuni e non piacere ad altri!

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Recensioni: INDICE

L’invitato

L'invitato Book Cover L'invitato
Massimiliano Alberti
Fiction
Narrativa
2018
218

Tre amici, quelli di sempre. Leo, Kevin e Tom. Dopo anni di scorribande nella sonnolenta Trieste, la loro città, si separano per poi ritrovarsi a Vienna. Qui è Tom a convocare Leo – vero protagonista del libro – e Kevin, per coinvolgerli nel progetto di una galleria dedicata alla Pop Art. Ma, in un susseguirsi di colpi di scena e di innamoramenti, tra alcol, eccessi e grame figure, sempre sul filo dell’autoironia, devono via via fare i conti con le loro differenze caratteriali e con una stridente diversità di aspettative. Un disilluso affresco della nostra società in una Vienna che fa da cornice classica a uno stile… del tutto Pop.

L’invitato

? Trama:

Leo, Tom e Kevin sono tre ragazzi di Trieste e sono amici sin dall’infanzia: hanno trascorso molto tempo insieme, dai tempi della scuola a quelli delle uscite tra ragazzi.
Superata la soglia dei trent’anni decidono di dare una svolta alle loro vite e, seguendo l’iniziativa di uno di loro, partono per Vienna con l’intenzione di spiccare nel mondo dell’arte, più precisamente gestendo una galleria dedicata alla Pop-Art.

Questo li porterà a confrontarsi tra di loro e con altri, con il tempo che passa e con luoghi e problemi nuovi.

? Il libro:

Si tratta di un libro molto particolare: è il testo d’esordio dell’autore che, secondo il mio parere, ha fatto un gran lavoro dal punto di vista dello stile.

Su questo, infatti, c’è da dilungarsi un attimo: leggendo il libro si nota come ogni parola sia esattamente al suo posto, pensata attentamente e posizionata nel punto giusto. Le parole sono ricercate, lo stile mescola elegante e ironico: insomma, si notano la cura e l’attenzione che l’autore ha dedicato a questo aspetto del romanzo.

Ciò che penalizza l’esito finale è, forse, la trama: è buona, ma con uno stile come quello dimostrato, l’autore avrebbe potuto scrivere qualcosa di molto più elaborato.

Bella l’idea della Pop-Art, non spesso menzionata nei libri, così come il contesto della galleria e la scelta di Vienna e Trieste, anche questi non spesso scelti per i romanzi: Vienna crea l’atmosfera giusta per una scelta particolare come quella della Pop-Art e Trieste contribuisce a dare un senso nostalgico, di “casa”.

I personaggi sono ben definiti: il protagonista, per esempio,  rende molto bene l’idea del tipo di persona che vuole rappresentare; un ragazzo arrogante e pieno di sé, in un certo senso indifferente a tutto, perfettamente in linea con i suoi pensieri e i suoi rapporti con gli altri.

[…]Perché l’eleganza, intesa non solo come propensione verso il buon gusto, ma come un attributo in qualcosa d’innato, è l’abilità senza scrupolo di trasformare un difetto in un’ineguagliabile peculiarità.

? Cosa mi è piaciuto:

  1. Lo stile: sicuramente il punto forte del romanzo
  2. L’ambientazione e la scelta della Pop-Art
  3. La cura dei dettagli, comprese le riproduzioni delle opere al fondo del libro.

? Cosa non mi è piaciuto:

  1. Gli stereotipi sugli italiani: il protagonista impersona il classico ragazzo altezzoso e pieno di sé, i discorsi tra i tre amici sono i classici discorsi da ragazzi presuntuosi e maschilisti, l’idea degli italiani è quella che possono di noi all’estero – probabilmente queste cose sono molto realistiche, ma c’è da augurarsi che non sia sempre così e, soprattutto, lascerei gli stereotipi agli scrittori stranieri.

In conclusione:

Credo sia un ottimo punto di partenza per l’autore, che sicuramente avrà modo di adattare questo suo stile elegante ed ironico a opere anche più complesse dal punto di vista della trama! Lo consiglio quindi per la particolarità dello stile e la cura nella scelta delle parole (ho riportato un paio di citazioni per rendere l’idea), per l’ambientazione e agli amanti dell’arte, o della pop-art nello specifico.

Ringrazio l’autore per avermi dato la possibilità di leggerlo e vi lascio il link alla sua pagina: @alberti_massimiliano

 

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Dreamscapes

Dreamscapes, di Caterina Franciosi

L’autrice si racconta
“Mi chiamo Caterina Franciosi e sono nata il 12 giugno 1990 a Cattolica, una piccola cittadina della
riviera romagnola al confine con le Marche. Ho frequentato il Liceo Classico e, successivamente, la
facoltà di Lingue e culture straniere all’università di Urbino.
Scrivere è sempre stata una delle mie più grandi passioni, mi ha accompagnato lungo tutti gli anni
del liceo e dell’università, fino a trasformarsi in qualcosa di concreto quando sono finalmente
riuscita a pubblicare le mie storie. Anche se ho sempre tantissime cose da fare, cerco comunque di
ritagliare qualche spazio da dedicare a me e ai miei personaggi.
Oltre a creare storie e racconti brevi, mi piace anche leggere, fare sport, praticare arti marziali e
cucinare (soprattutto dolci!).”

DREAMSCAPES

Un’antologia di racconti che racchiude anche tre racconti dell’autrice Caterina Franciosi:

  1. Eau de Vampire
  2. Il marinaio e la sirena
  3. Vento del Nord

EAU DE VAMPIRE

Sinossi:

Cosa succederebbe se all’improvviso uno strano odore arrivasse in città insieme a losche figure dai denti aguzzi che si aggirano nell’oscurità? Potrebbe essere l’occasione d’oro per Becky e gli altri membri del suo giornale? Ma soprattutto – cosa sono queste creature e cosa vogliono da tutti loro?

Il racconto

Eau de vampire è un racconto molto gradevole che, al contrario di ciò che si legge solitamente a riguardo, considera i vampiri come un’etnia vera e propria e di come possano integrarsi con gli esseri umani, nella vita quotidiana di una cittadina come tante. La protagonista è una ragazza determinata, che sogna una carriera rispettabile all’interno del giornale per cui scrive, e che sorprenderà con un finale inaspettato!

In una parola: affascinante.

 

IL MARINAIO E LA SIRENA

Sinossi:

Lui era solo un giovane marinaio e lei solo una giovane creatura del popolo del mare. Un evento fortuito li fece incontrare e cambiò le loro vite per sempre, anche se le loro strade non si sarebbero mai incrociate…

Il racconto:

Un giovane marinaio che impara le basi del mestiere dal nonno, che gli trasmette anche la passione ed il rispetto per il mare, incontra una giovane sirena, per caso o per colpa del destino: si dovranno separare, ma il ricordo e le conseguenze di questo ricordo non andranno mai via, né per uno né per l’altro. Si rivedranno in un’unica occasione, poco felice purtroppo, ma con serenità e nostalgia, senza aver mai abbandonato i doni che si erano scambiati al loro primo incontro.

In una parola: nostalgico.

 

IL VENTO DEL NORD

Sinossi:

Una storia breve di immagini e sensazioni per raccontare tema universale: la libertà. Laryel è uno spirito libero alla ricerca della propria gente, ma il nemico non esita a dargli la caccia. Sarà un gruppo di ribelli a salvargli la vita e ad offrirgli l’opportunità di cambiare la propria vita.

Il racconto:

Laryel della Capitale cerca la libertà per sé e per il suo popoli: dovrà allearsi con un gruppo di ribelli e nascondersi, nonostante il suo desiderio di uscire allo scoperto.
Solo in seguito riuscirà a raggiungere la Capitale e riconquistare la sua gente.

“Mi ricorderò di te quando vedrò levarsi il fumo della vittoria dalla Torre della
Capitale.”

In una parola: coinvolgente.

 

Consiglio questa raccolta di racconti agli amanti del Fantasy e dell’avventura: sotto la veste di fantasia di queste storie si nascondono amicizia, amore, libertà e coraggio!

Ringrazio l’autrice per avermi dato la possibilità di leggere e recensire i racconti e vi lascio i link di seguito:

Sito della casa editrice
Dreamscapes su Amazon

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Mosca Cieca: Ti fidi dei tuoi vicini di casa?

Mosca Cieca Book Cover Mosca Cieca
Viviana Spoldi
Giallo
8 Gennaio 2018
Copertina flessibile, e-book
222

Florent è un piccolo paese. Circondati dalla campagna, gli abitanti trascorrono una vita tranquilla tra il bar della piazza, il panificio, le chiacchiere coi vicini di casa e il parco dove giocano i bambini. Poi una mattina la quotidianità a cui sono abituati viene stravolta da un delitto inspiegabile. La vittima è Teodor Banisten che vive, con la moglie Catherine e la governante, in una villetta al quartiere Giada. L’ex giudice in pensione Walter Noel, insieme all’energica e pettegola cognata Clotilde Gamble, sono coinvolti dalla polizia nella ricerca di un assassino che non ha lasciato nessuna traccia dietro di sé. Due giorni dopo, un secondo omicidio, al quartiere Ambra, scatena un’ondata di panico all’interno del paese e ogni persona, ogni parola e piccoli episodi del presente e del passato iniziano ad assumere significati diversi e cruciali in un cammino alla ricerca della verità.

Mosca Cieca: Ti fidi dei tuoi vicini di casa? 

?Trama

Un duplice omicidio in un paese di campagna in cui tutti si conoscono e in cui la quotidianità è scandita da pettegolezzi e battibecchi tra vicini di casa.

La prima vittima è Teodor, un uomo che vive nel villaggio Giada insieme a sua moglie. Successivamente, pochi giorni dopo, si verifica un secondo omicidio.

Per tentare di riappacificare questo tranquillo paese di campagna, un giudice in pensione e sua cognata, cercheranno di scoprire la verità su questi casi che hanno portato lo scandalo all’interno della comunità: sono collegati tra loro? L’assassino è il medesimo? Cosa ha spinto l’assassino ad uccidere due persone in una cittadina come questa?

Tutto gira intorno a pettegolezzi, parole dette o non dette, anche in passato.

?Il libro

Questo romanzo è un “giallo diverso”: la struttura è quella classica del giallo, con omicidio, inchiesta, risoluzione del caso. La particolarità, però, sta nel fatto che – come detto in precedenza –  tutta la vicenda sia scandita dai pettegolezzi e dai litigi tra vicini. La trama è ben costruita e tutti i dettagli prendono significato mentre si procede con la lettura.

Si generano le classiche situazioni che si possono trovare solo in un paese di campagna: vicini di casa che si spiano, che fingono amicizie, che sparlano e che criticano per il gusto di farlo. Ma, allo stesso, una comunità dove tutti si conoscono e dove, in un modo o nell’altro, si è tutti uniti.

Il ritmo è medio, scandito dalla quotidianità degli abitanti di Florent; nonostante la cerchia ristretta di persone e sospettati, non mancano i colpi di scena! L’ambientazione, un piccolo paese, aiuta a creare l’atmosfera giusta, soprattutto considerando gli intrighi e le vicende che portano all’assassinio.

Lo stile è chiaro e descrittivo al punto giusto. I personaggi sono ben definiti e, benché all’inizio alcuni possano sembrare incerti, alla fine risultano tutti ben delineati e comprensibili.

?Cosa mi è piaciuto:

  1. La scelta del “paesino”;
  2. La particolarità del racconto

?Cosa ne penso?

Una lettura piacevole e scorrevole, adatta agli amanti del giallo.  Nonostante si tratti di un giallo con omicidi e quant’altro, personalmente non l’ho trovato eccessivamente “crudo”, adatto quindi a chi adora il mistero ma senza troppi spargimenti di sangue e scene macabre.

Link per l’acquisto: Amazon

Pagina Facebook dell’autrice: qui.

Ringrazio infinitamente l’autrice per avermi dato la possibilità di leggerlo e recensirlo 🙂

Il fuoco segreto di Altea – Gli Arconti Ombra

Gli arconti. Il fuoco segreto di Altea Book Cover Gli arconti. Il fuoco segreto di Altea
Isabel Harper
Juvenile Fiction
2020
320

Ailan e Marill, amici inseparabili, si trovano coinvolti in un'avventura mozzafiato per contrastare il potere del malvagio Victor Vimperion e ritrovare la fiamma da cui dipende la vita di tutta Altea. Tra prigioni e palazzi reali, pericolosi marchingegni, misteriosi tecnomaghi, gendarmi in velocipede, tradimenti e nuove amicizie, dovranno scoprire la verità e ritrovare il Prisma Stellato, il prezioso scrigno in cui è racchiusa la Fiamma di Altea. Età di lettura: da 9 anni.

Il fuoco segreto di Altea – Gli Arconti Ombra, I. Harper

? Trama

Ailan è un ragazzino curioso e vivace, ha un’amica da cui non si separa mai e a cui è particolarmente legato – Marill. Vivono al Altea, un luogo in cui la popolazione ha perso l’entusiasmo e la vitalità a causa della sparizione della Fiamma.

Senza nemmeno accorgersene, Ailan e Marill si trovano in una strabiliante “missione” alla ricerca della fiamma scomparsa, con l’intenzione di riportare la serenità e la vitalità di un tempo ad Altea a contrastare il malvagio Victor Vamperion.

Una corsa contro il tempo che li porterà a scoprire molte cose sul loro mondo, il loro passato e persino loro stessi!

? Il libro:

Un libro molto piacevole e leggero, adatto per essere letto da e a bambini e ragazzini. Nonostante la sua semplicità apparente, prende in considerazione temi quali l’amicizia, il rapporto tra le persone all’interno di una società o un paese, la famiglia.

Sicuramente si distingue da molti altri racconti per ragazzi per l’ambientazione, i dettagli e gli accostamenti di magia nera, incantesimi e meccanismi particolari.

? Cosa mi è piaciuto:

  1. L’ambientazione: stile Steampunk, ingranaggi, colori particolari.. mi è piaciuta un sacco!
  2. La bottega delle invenzioni dimenticate (potrei perdermi in un posto così…)
  3. Lo stile

?  Cosa ne penso?

Una lettura piacevole, un’avventura tutta da scoprire e un’ambientazione diversa dal solito: un libro adatto ai lettori più giovani e da leggere ai più piccoli! Consigliato senza dubbio 🙂

Grazie a IL TACCUINO – UFFICIO STAMPA per avermi dato la possibilità di leggerlo

 

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Recensioni: INDICE

Riparto da qui

Riparto da qui Book Cover Riparto da qui
Beatrice Bracaccia
Romanzo rosa
LibroSì
e-book

Martina, 'Marti' come tutti la chiamano, torna nella città dove è cresciuta. Sono passati dieci anni da quella che è stata una vera e propria fuga, da se stessa, da un amore spezzato e da emozioni da cui non è stata capace di guarire. Martina torna ad incontrare ciò da cui è fuggita: gli amici di un tempo, i luoghi dove è vissuta e soprattutto Filippo, il suo migliore amico, che non ha più visto, ma con cui ha continuato a scambiarsi mail e confidenze. Filippo che, saputo del suo ritorno, vuole rincontrarla...
Sarà capace Martina di fare pace con il passato? e Filippo è veramente solo un buon amico? Riparto da qui è una storia avvincente, romantica, appassionata, con una grande protagonista capace di emozionare.

Beatrice Bracaccia vive ad Orvieto, una graziosa cittadina immersa nelle verdi colline umbre. Lettrice appassionata, si diletta da sempre a scrivere piccoli episodi di vita quotidiana che poi racconta con disancantanta ironia sul suo profilo Facebook. La sua sensibilità e vivacità fanno di lei una persona "speciale e fuori del comune, sempre pronta ad ascoltare e a sorridere", dicono gli amici. Riparto da qui è il suo romanzo d'esordio che pubblica con la casa editrice Librosì Edizioni.
Una nuova autrice emergente, degna di attenzione.

Riparto da qui di Beatrice Bracaccia

✒ “Svanì così, tutto d’un fiato, il mio interesse verso qualsiasi cosa e verso chiunque. Azzerai tutti i tipi di stimoli esterni, niente che potesse catturare la mia attenzione, né, soprattutto, che potesse suscitare in me qualsiasi sensazione”.

“Ho il sorriso, è quella davvero è una sorpresa inaspettata”

“Vittime o complici di un destino che, tenendoci per mano, ci ha condotti a quell’istante preciso, che nei nostri racconti diventerà il momento in cui è cambiato tutto […]”

Incipit

Io e Pietro ci siamo messi insieme un sabato pomeriggio.
14 aprile, terza media.

? Trama

Martina, Pietro e Filippo sono i tre personaggi principali di questa storia: una storia che inizia in terza media con il “primo amore” tra Martina e Pietro e che si sviluppa con diversi episodi, tra gioie e – soprattutto – dolori.

La relazione tra Martina e Pietro prosegue, sono felici ed innamorati. Purtroppo, però, un tragico evento sconvolgerà la vita dei tre protagonisti e non solo. Questo porterà Martina, in particolare, ad isolarsi dal  mondo e a trascinarsi in una vita in cui non riesce più ad inserirsi.

“Svanì così, tutto d’un fiato, il mio interesse verso qualsiasi cosa e verso chiunque. Azzerai tutti i tipi di stimoli esterni, niente che potesse catturare la mia attenzione, né, soprattutto, che potesse suscitare in me qualsiasi sensazione”.

Questo malessere interiore accompagnerà Martina per diversi anni, fino a diventare parte di lei: non vorrà più essere felice, pensando di non meritarlo e di non esserne capace. Dopo molto tempo, ci sarà ancora qualcuno disposto ad aiutarla, ma lei riuscirà a cambiare e ad accettare un aiuto?

? Il libro:

Un libro ben scritto, che analizza in modo molto preciso l’umore e i sentimenti dovuti alla perdita di una persona cara. Non è semplicemente un romanzo rosa, è qualcosa in più: più profondo, più complicato.

Lo stile è molto semplice e si segue facilmente, potendosi concentrare sull’aspetto emotivo della protagonista: i comportamenti e le scelte di Martina, dovuti al suo stato d’animo, rappresentano molto bene ciò che potrebbe capitare a chiunque dopo una situazione spiacevole (non necessariamente la perdita di una persona cara, ma comunque un evento negativo). La difficoltà ad accettarsi ed i sensi di colpa, infatti, sono ciò che spesso colpisce le persone più sensibili.

La narrazione avviene alternando le fasi della storia, vissute dai vari protagonisti. Questo aiuta a confrontare i fatti accaduti con l’aspetto emotivo del racconto.

? Cosa mi è piaciuto:

  • l’universalità del personaggio di Martina: come già detto, chiunque può attraversare un brutto periodo ed aver difficoltà ad uscirne;
  • la famiglia: il padre e il fratello di Martina, sempre pronti ad aiutarla.

?  Cosa ne penso?

Premessa: il romance non è il mio genere preferito. Tuttavia, come ho già detto in altre occasioni, credo che, se i  romanzi in questione contengono altri fattori oltre a quelli caratteristici del romanzo rosa, siano comunque una buona fonte di riflessione. In questo caso, a parer mio, soprattutto per quanto riguarda le difficoltà dovute ad eventi spiacevoli e l’importanza di trovare aiuto in altre persone.

? L’autrice: 

Beatrice Bracaccia vive ad Orvieto, una graziosa cittadina immersa nelle verdi colline umbre. Lettrice appassionata, si diletta da sempre a scrivere piccoli episodi di vita quotidiana che poi racconta sul suo profilo Facebook. La sua sensibilità e vivacità fanno di lei una persona “speciale e fuori del comune, sempre pronta ad ascoltare e a sorridere”, dicono gli amici. Riparto da qui è il suo romanzo d’esordio che pubblica con la casa editrice Librosì Edizioni.

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Recensioni: INDICE

L’insana improvvisazione di Elia Vettorel

L'insana improvvisazione di Elia Vettorel Book Cover L'insana improvvisazione di Elia Vettorel
Anemone Ledger
2017
168

L’insana improvvisazione di Elia Vettorel: “Ho sempre creduto e saputo di essere diverso […]”

? Incipit

“…la prego mi parli liberamente, come se io non ci fossi o come se fossi il suo amico più intimo, se le fa piacere. Mi parli di tutti i suoi problemi, di tutti quello che ha passato, parliamo dapprincipio. Non estrometta nulla. Siamo solo io e lei, soltanto noi due.”

? Sinossi

Improvvisazioni negative accompagnano tutta la fiaba nera di Elia Vettorel, dai suoi primi anni in orfanotrofio fino alla morbosa attenzione nei confronti di sua madre, al delirio completo, alla perdita di se stesso. La collezione di quadri inquietanti raffiguranti bambini uccisi in modi brutali, l’adrenalina nel compiere atti immondi, la derisione per il suo aspetto e la cicatrice sulla guancia, vero e proprio squarcio nell’abisso infernale e sconnesso della sua anima; come non poteva, Elia Vettorel, compiere un atto insano?

? Trama

Elia Vettorel, un bambino diverso dagli altri, un bambino fondamentalmente arrabbiato con tutto e tutti, è un bambino problematico che viene lasciato in orfanotrofio dopo la sua nascita dalla madre che, si coprirà nel corso del racconto, tenta in questo modo di proteggere il figlio dal padre.

Lo lascia poco dopo la sua nascita, salvandolo da un atroce destino ed affidandolo alle suore. Elia non può sapere questa verità ed è molto arrabbiato anche con la madre, proprio perché lo ha abbandonato. Esterna i suoi pensieri per tutta la durata del libro, raccontando come si sia trovato in primo luogo ad affrontare gli altri bambini, ed in seguito le suore stesse.

Poco alla volta matura nella sua mente il desiderio di una famiglia felice: ne  immagina una e disegna su un muro dell’orfanotrofio (questo originerà una delle sue punizioni più severe).

Allo stesso modo, disegna il suo amico immaginario: un amico che “gli parlerà” e lo consiglierà durante tutta la sua permanenza all’orfanotrofio.

Solo una delle suore crede ancora nella bontà di Elia e cerca di aiutarlo in tutti i modi possibili, finché un giorno non scopre che Elia è in possesso di un quotidiano trafugato dalle proprietà delle suore.

Quel tipo di lettura è vietato ai bambini ma uno di loro riesce ugualmente ad impossessarsene e, in seguito, finisce nelle mani di Elia, che lo custodisce gelosamente sotto il materasso e rilegge in modo assiduo i fatti di cronaca.

La vita nell’orfanotrofio procede tra alti e bassi ed Elia è sempre più feroce e introverso, tant’è che le suore non vedono l’ora di liberarsene.

Un giorno la madre di Elia arriva a prenderlo: lo carica in macchina e lo porta a casa. Elia è spaesato, combattuto tra la rabbia che prova ancora nei confronti della madre e la voglia di fuggire da quel posto.

Il tempo passa ma Elia continua a sentirsi inadatto, brutto e fuori luogo. Inizia ad avere pensieri inquietanti nei confronti della madre e a scoprire verità sconcertanti sul padre: questo e molto altro ancora sarà raccontato da un Elia adulto, davanti ad uno psicologo che, ancora una volta, tenterà di capire lui, la sua mente e gli atti sconcertanti che ha compiuto e che sta raccontando.

? Il libro:

Lo stile dell’autrice è molto chiaro e lineare, benché spesso tratti argomenti tutt’altro che semplici. Il ritmo è piuttosto veloce, scandito dai continui turbamenti del protagonista e dalle sue reazioni a ciò che gli accade. La narrazione avviene in prima persona: Elia bambino che racconta tramite i suoi pensieri ed Elia adulto che narra la vicenda allo psicologo. Lo stile cambia leggermente tra i due momenti della vita di Elia e questo credo faciliti molto a distinguere le fasi del racconto.

? Cosa mi è piaciuto:

  1. Lo stile di scrittura;
  2. La particolarità del racconto;
  3. I dettagli e il paragone tra improvvisazione e musica jazz.

?  Cosa ne penso?

Penso sia un libro spaventosamente realistico sotto molti punti di vista: la mente umana sa essere indecifrabile e incomprensibile, soprattutto se pensieri e atteggiamenti perversi iniziano durante l’infanzia. Le cause scatenanti possono essere molte: abbandono, difficoltà, incomprensioni. Ma molto è dovuto anche al carattere e alla determinazione di ognuno.

Un apprezzamento particolare per l’autrice: la sua capacità di descrivere la mente umana e i suoi “scherzi” è incredibile. Lo stesso vale per i pensieri più cupi, gli istinti, il disagio. Complimenti! Grazie per avermi dato la possibilità di leggerlo!

Vi lascio il link al suo libro su Amazon qui.

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Recensioni: INDICE

Perso tra le pagine

Perso tra le pagine Book Cover Perso tra le pagine
Barbara Pasinato
2017
236

“Era il primo giorno di scuola di una calda giornata di inizio ottobre". Così inizia la storia di un bambino di undici anni, che nel giro di poco si ritrova a vivere un’esperienza completamente diversa da quella che si era immaginato. Verrà catapultato in un luogo a lui estraneo, solo e senza che nessun adulto gli conceda delle risposte che possano aiutarlo a comprendere l’improvviso cambiamento di vita. L’unico conforto lo troverà tra le pagine dei libri, in un alternarsi tra vita reale a lui incomprensibile e storie fantastiche ed avvincenti. Cercherà d’affrontare le sue paure, scoprirà misteri ma soprattutto viaggerà con la fantasia attraverso i preziosi racconti dei suoi eroi.

Perso tra le pagine, Barbara Pasinato

? Trama

1968, un bambino di undici anni si appresta a passare dalle scuole elementari alle medie: è un bambino sorprendentemente intelligente e studioso per la sua età e questo lo aiuterà durante tutte le avventure che dovrà affrontare: dovrà, infatti, trascorrere diversi mesi in un istituto per bambini gestito dalle suore.

La mamma lo lascia in quel luogo spiegandogli che è per il suo bene, per questioni di salute. All’interno dell’istituto il bambino passerà un periodo piuttosto lungo della sua vita, soprattutto considerando la fase delicata in cui si trova: la crescita, il confronto con persone nuove e sconosciute.

Ciò che aiuterà maggiormente il bambino a superare positivamente questo periodo e ad apprendere il più possibile da questa esperienza saranno un diario e dei libri. Inizierà, quasi per gioco e per passare il tempo, a scrivere un diario per annotare tutto ciò che gli succede: l’amicizia con Anna, poco più grande di lui e da più tempo nell’istituto, gli insegnamenti del professore, le letture e i rari incontri con i parenti.

Le letture, soprattutto, lo aiuteranno a “misurare” la sua crescita e i suoi mutamenti nel carattere e nella personalità: molto giudizioso e intelligente sin da piccolo, si troverà a valutare lui stesso i cambiamenti dovuti alla sua crescita e, poco a poco, ripensare ai primi giorni passati all’istituto, a come abbia cambiato punti di vista e appreso molte cose sulle persone che gli stanno intorno.

La madre andrà a riprenderlo dopo alcuni mesi: troverà un bambino più maturo e adulto, con un bagaglio di esperienze che non dimenticherà mai.

Alla fine del libro, infatti, lo ritroviamo adulto, mentre pensa ai tempi passati e riceve un pacco decisamente inaspettato, che lo farà partire per una nuova avventura strepitosa.

? Il libro:

Perso tra le pagine è un libro molto scorrevole, dal sapore nostalgico: la storia del bambino si mescola alle sue letture e ai personaggi che lui giudica e con cui si confronta, sullo sfondo il Piemonte d’altri tempi.

Il ritmo del libro è scandito dalle giornate annotate sul diario, dalle vicissitudini del bambino e dal cambiare delle stagioni, viste attraverso le mura dell’istituto. La narrazione viene fatta dal bambino in prima persona, attraverso i suoi pensieri ed il suo diario.

Un libro molto piacevole che racconta la storia del Piemonte e del Canavese, di alcuni personaggi che ne hanno fatto la storia, visti con gli occhi di un bambino curioso e intelligentissimo.

? Cosa mi è piaciuto:

  1. La storia del Canavese vista attraverso quella del bambino;
  2. Le foglie;
  3. L’apprendimento a la formazione di una persona attraverso i libri.

?  Cosa ne penso?

Penso sia molto interessante per gli amanti del nostro territorio, per chi si rifiuta di dimenticare la storia e dei personaggi che hanno contribuito a dare un’identità a queste zone.

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Recensioni: INDICE

 

Ci pensa il cielo

✒ “[…] è alle donne che voglio dedicare il mio impegno. Alle ragazze che non hanno potuto studiare perché è stato detto loto che erano stupide o che non sarebbero state all’altezza, o, peggio, che non ne avevano diritto, alle ragazze che non possono decidere della loro vita, del loro futuro e neanche del loro corpo.”

Incipit

L’incisione sull’albero rappresentava la memoria di un amore passato. Di due amori, in realtà. Sua madre le aveva raccontato la storia tante volte. La storia di un amore perduto e quella di un secondo amore, inatteso e ancora più grande. Quella A e quella J, racchiuse in un cuore, erano ciò che di più romantico Hope avesse mai visto.

? Sinossi

Hope, ragazza ribelle di una famiglia nobile irlandese, entra a far parte del movimento delle suffragette. Coraggiosa ma inesperta, stringe una pericolosa amicizia con l’attivista Ashling, mentre si innamora del suo stesso nemico, il poliziotto Jude bello e orgoglioso, incaricato dal governo di sedare le ribelli. Ma il destino ha in serbo per la tenace Hope altre sorprese, il mare riporta a casa un fantasma del passato, di un amore che non è stato dimenticato. “Ci pensa il cielo” è l’atteso sequel di “Come il sole di mezzanotte” e ci riporta indietro nel tempo e nello spazio per farci vivere un’altra intensa storia d’amore e di passioni.

? Trama

Ci spostiamo avanti di una generazione rispetto a Come il sole di Mezzanotte: sempre in Irlanda, sempre in casa DeLarey, ma questa volta seguendo la vita di Hope, la figlia di Anna e William.

Si tratta di una ragazza coraggiosa e molto intelligente che, nonostante la sua posizione sociale e il ceto d’appartenenza, si trova presto a fare i conti con un carattere determinato e rivoluzionario.

Questo la porterà ad incontrare un gruppo di Suffragette e ad intestardirsi fino ad entrare nel gruppo: inizialmente viene rifiutata proprio per la sua classe di appartenenza, ma poi le sue nuove compagne capiscono il valore di questa ragazza e la sua determinazione, così la accolgono nel gruppo tramite un giuramento di fedeltà reciproca e sostegno di fronte a tutto e tutti.

Si, tutto e tutti, perché purtroppo ciò che stavano chiedendo era visto come un’eresia: donne con diritto di voto? e perché mai? Non sono all’altezza, non sono abbastanza intelligenti per poter esprimere un’opinione.

Hope e le sue compagne affronteranno innumerevoli avversità, dai poliziotti corrotti e violenti, ad una giustizia che giustizia non è: carcere, violenze, menzogne e ricatti.

Sono costrette a riunirsi in segreto e, giorno dopo giorno, ritrovare la forza per presentarsi sull0 stesso luogo, con qualche livido in più.

Le vicende porteranno addirittura alla morte di una di loro e ad interminabili sofferenze per tutte le altre, compresa Hope.

Lei, però, con la determinazione che l’ha sempre contraddistinta ed onorando il nome datole dai proprio genitori, riuscirà a dare speranza a molte donne. Non solo, porterà aiuto, sostegno, forza, in molti Paesi nel mondo.

Al suo fianco un uomo che, nonostante fosse scettico al suo primo incontro con Hope, comprende infine il valore dei suoi ideali e l’importanza che questi hanno non solo per lei, ma per tutto il genere femminile: per questo la sosterrà, la difenderà a suo modo e, soprattutto, non le impedirà di lottare per ciò in cui crede.

? Il libro:

Come detto per il libro precedente, lo stile utilizzato dall’autrice è semplice e chiaro, alterna le descrizioni di alcuni luoghi ai dialoghi tra i personaggi ed i loro pensieri. La narrazione è in terza persona e alterna scene che ritraggono i vari personaggi principali. Le descrizioni, soprattutto quelle delle scene più violente e delle loro conseguenze, sono molto dettagliate e – a parer mio – amalgamate alla perfezione con ciò che contraddistingue un romanzo rosa, ovvero intrecci di sentimenti. Questo rende il libro molto coinvolgente e appassionante.

Il ritmo del racconto è dato dal susseguirsi di decisioni e conseguenze: lotte, idee, contrasti e amori che rendono il libro sempre piacevole e mai noioso.

?  Cosa ne penso?

Dopo aver letto Come il sole di mezzanotte, ecco il seguito di quel bellissimo romanzo: Ci pensa il cielo. Le vicende narrate nei due libri sono collegate tramite la storia della famiglia DeLarey e, soprattutto dalle due protagoniste Anna e Hope, madre e figlia.

Due protagoniste molto forti e determinate che, in relazione al periodo in cui sono vissute, hanno fatto la differenza. Anna, per prima, si è opposta alle usanze dell’epoca, ai matrimoni combinati, all’immagine della “donna tipica”.

Allo stesso modo, Hope ha lottato per il voto, un diritto e un dovere che, disgustosamente, è stato negato alle donne per troppo tempo.

Questo libro mi è piaciuto davvero molto, perché offre un’immagine dettagliata della lotta per il voto, molto più cruenta rispetto a ciò che abitualmente si vede a riguardo.

Inoltre, l’ho apprezzato molto perché fa riflettere, così come il libro precedente, sul passato ma soprattutto sul presente. Abbiamo ottenuto il voto, abbiamo ottenuto il lavoro, abbiamo ottenuto la parità. No, aspettate: abbiamo veramente ottenuto la parità? No. Quantomeno secondo il mio parere, non l’abbiamo ottenuta. Perché? Perché un datore di lavoro prima di assumerti ti chiede se hai intenzione di avere figli, un datore di lavoro spesso si auto-conferisce la facoltà di fare battute a dir poco fastidiose “perché, tanto, vorrai mica prendertela?”. E, infine, perché non abbiamo ancora le stesse opportunità che hanno gli uomini, non siamo ancora viste allo stesso modo – ahimè, a volte nemmeno dalle donne stesse.

Raggiungeremo tutti questi obiettivi solo quando ogni individuo – uomo o donna che sia – riuscirà a comportarsi come chi, nel libro, ha capito e appoggiato Hope. Si tratta di mentalità, istruzione, intelligenza: nient’altro.

Ancora una volta grazie a Liliana per avermi dato la possibilità di leggere il suoi racconti ma, soprattutto, COMPLIMENTI!! 🙂

Vi lascio alcuni link, andate a vedere… merita!

Come il sole di mezzanotte

Come il sole di mezzanotte Book Cover Come il sole di mezzanotte
Liliana Onori
Romanzo, Romanzo rosa
Librosì edizioni
2015
e-book
378

Nell’Irlanda di fine ottocento la contessina Anna Delarey torna a casa dopo aver concluso il college. Non conosce l’amore, ma sa cosa vuole: non permetterà a nessuno, nemmeno a sua madre, di farle accettare un matrimonio combinato. Sogna un uomo da amare, al di là delle convenzioni sociali e, quando incontra Julian, il bel marinaio, è amore assoluto in grado di illuminare ogni cosa, come il sole di mezzanotte. Anna e Julian sono certi che il loro sentimento potrà superare qualsiasi pregiudizio, ma il destino è in agguato e Anna si troverà di fronte ad una scelta: rimanere ancorata a un passato che non può più tornare oppure faticosamente, coraggiosamente, lottare per il proprio futuro.
Liliana Onori, l’autrice, è al suo secondo romanzo. “La prima volta che ho preso la penna in mano - confessa - ho capito che da quel momento l'unica cosa che avrei voluto fare era scrivere.

✒«Un leggenda irlandese narra di un re innamorato di una contadina…», la voce gli tremava per l’emozione, «ma il suo era un amore sfortunato perché lei non lo ricambiava e così, non potendo vivere senza la donna della sua vita, decise di uccidersi ma nel testamento lasciò scritto di incidere un fregio sulla sua lapide: due mani che sorreggono un cuore incoronato. Da allora, quell’anello è diventato il simbolo di tutti gli amori». William tirò fuori una scatolina di velluto dalla tasca della giacca e la aprì. Un Claddagh ring d’oro bianco splendeva tra il raso blu su cui era poggiato. «Le mani rappresentano l’amicizia… il cuore l’amore… la corona la lealtà», Anna lo guardava senza riuscire a parlare.

?Incipit

“Piovigginava quella mattina di maggio, ma non era una stranezza nella contea irlandese di Cork. Correva veloce sul ponete la carrozza che stava riportando a casa Anna DeLarey sull’isola di Queenstown, che sorgeva alla foce del fiume Lee e che era collegata alla terraferma da una serie di ponti”.

? Sinossi

Nell’Irlanda di fine ottocento la contessina Anna Delarey torna a casa dopo aver concluso il college. Non conosce l’amore, ma sa cosa vuole: non permetterà a nessuno, nemmeno a sua madre, di farle accettare un matrimonio combinato. Sogna un uomo da amare, al di là delle convenzioni sociali e, quando incontra Julian, il bel marinaio, è amore assoluto in grado di illuminare ogni cosa, come il sole di mezzanotte. Anna e Julian sono certi che il loro sentimento potrà superare qualsiasi pregiudizio, ma il destino è in agguato e Anna si troverà di fronte ad una scelta: rimanere ancorata a un passato che non può più tornare oppure faticosamente, coraggiosamente, lottare per il proprio futuro.

Trama

Irlanda, 1889.

Anna è una diciassettenne, figlia di un conte e della sua amata sposa e, come di consueto per le famiglie di rango elevato, la giovane ragazza è tenuta ad imparare la buona educazione, ad avere un’istruzione impeccabile e, soprattutto, ad essere presente a tutti gli eventi che coinvolgono questo ceto sociale: balli, ricevimenti e quant’altro.

Anna è di ritorno da un lungo soggiorno lontano dalla sua famiglia, a causa dell’istruzione che le è stata imposta dalla madre; è felice di tornare a casa e rivedere il padre, a cui è particolarmente legata. Una volta a casa, però, la madre inizia a imporle feste, balli e tè come se fossero il fulcro di una vita intera. Lei, invece, preferisce passare il tempo in biblioteca oppure all’ombra di Alfred, la quercia a cui ha dato il nome del suo caro nonno.

Questo suo carattere solitario la allontana presto dalle coetanee e, a poco a poco, dalla madre: la donna si ostina, infatti, a volersi mostrare alla figlia come un esempio da seguire e non come un affetto, inoltre è più preoccupata di ciò che gli amici di famiglia possano pensare di sua figlia, piuttosto che del suo bene.

Anna, un giorno, incontra Julian, un ragazzo senza cognome, senza famiglia, senza una casa (o meglio, ha solo una casa sull’albero). Un marinaio, uno sconosciuto che lavora al porto e, presto, un amico.

Dopo un periodo di sospetto e diffidenza, Anna è decisa a fidarsi di Julian: i due si vedono ogni pomeriggio, si confidano, parlano e scherzano. Purtroppo il tempo a loro disposizione è poco, ma un po’ alla volta capiscono di essersi innamorati. Continuano a vedersi nel bosco, ma la voglia di stare insieme è tanta e il tempo sembra essere sempre meno.

Nel frattempo, i genitori di Anna iniziano a prendere in considerazione un matrimonio combinato per la loro figlia: la madre, in particolare, è molto ostinata su questo punto, credendo che sia la cosa migliore da fare per garantire un futuro agiato alla figlia e mantenere il buon nome della famiglia.

Durante una festa, organizzata dalla madre, viene proposta ad Anna la corte del figlio di amici di famiglia: Anna rifiuta, il ragazzo è spregevole e non perde occasione di farsi vanto delle sue avventure con cameriere e giovani ragazze.

Questo porterà ad un litigio tra i due (Julian salverà Anna) e all’allontanamento delle due famiglie. Anna, da quel momento, sarà costretta a non andare più nel bosco.

Dopo un po’ di tempo i genitori di Anna si recano ad una festa per tentare di riallacciare i rapporti con i vecchi amici e mantenere una parvenza di normalità nonostante l’accaduto.

Anna rimane sola a casa e chiede alla sua tata, che è sempre stata a conoscenza di tutto, di portare un messaggio a Julian da parte sua: si incontreranno nella sua stanza mentre i genitori sono assenti. Durante queste ore passate insieme Anna si concede a Julian e lui le chiede di sposarlo. I genitori, però, tornano prima del previsto e li scoprono insieme: non li lasciano parlare, rinchiudono Anna e fanno frustare Julian.

Poco dopo, arriva la notizia che Julian è morto e Anna, da quel momento, cade nell’apatia più totale: non mangia, non beve, non dorme. Ha allucinazioni e incubi; la madre non vuole chiamare il dottore per paura di fare brutta figura e per questo viene cacciata di casa dal padre. A questo punto, la tata e il padre iniziano una lotta devastante per cercare di tenere in vita Anna che, il giorno del suo diciottesimo compleanno, abortisce.

Scopre così che quella notte con Julian aveva dato origine al loro bambino, che non nascerà mai a causa del suo stato di depressione e denutrizione.

Ancora una volta, il padre e la tata la aiuteranno e, poco a poco, Anna e suo padre riusciranno a stabilire un rapporto quasi normale.

Tempo dopo, un amico del padre rimasto vedovo e i suoi figli, faranno visita ad Anna e suo padre, e si fermeranno da loro per un po’: in questo modo, Anna conoscerà William.

Dapprima un amico, successivamente – e non senza problemi e difficoltà – William sarà l’amore assoluti e ancora più intenso di Julian.

Ma i fantasmi del passato torneranno a sorprendere Anna, proprio nel momento in cui lei si sente al sicuro, felice: dovrà fare delle scelte difficili, affrontare perdite e lutti ma, soprattutto, se stessa.

 

? Il libro:

Lo stile utilizzato dall’autrice è semplice e chiaro, alterna le descrizioni di alcuni luoghi ai dialoghi tra i personaggi ed i loro pensieri. La narrazione è in terza persona e alterna scene che ritraggono i vari personaggi principali. Descrive solo i luoghi indispensabili al racconto (il bosco, il lago, la villa, la stanza di Anna), senza dilungarsi eccessivamente nei dettagli ma, allo stesso tempo, riuscendo a far immaginare in modo molto preciso l’ambientazione e, in molti casi, addirittura l’atmosfera in un determinato momento (gli incontri per il tè, i balli, le passeggiate).

I dialoghi sono soprattutto tra Anna e un’altra persona, che può essere Julian, la tata, il padre o William. Nonostante il personaggio principale, Anna, sia spesso combattuto tra ciò che può o non può dire, per evitare di ferire qualcuno o per evitare spiacevoli conseguenze su se stessa o su altri, si riesce ugualmente ad intuire il motivo per cui si comporti un determinato modo. Sono la perenne lotta per la sopravvivenza contro le avversità e le usanze dell’epoca a stabilire il ritmo del racconto: Anna affronta, per prima cosa, il confronto tra ciò che sente e ciò che le è stato insegnato, poi la madre, in seguito un aborto, ancora dopo la perdita della madre e i sensi di colpa, e così via fino alla fine del racconto.

?  Cosa ne penso?

Premetto che i romanzi rosa non sono esattamente il mio genere preferito. Tuttavia, quando hanno una bella ambientazione e un bel significato, riesco ad apprezzarli molto. Ed è proprio questo il caso di Come il sole di Mezzanotte: l’autrice ci porta alla fine del 1800 quando, soprattutto per le donne, l’amore non era una cosa così ovvia e semplice.

La maggior parte dei matrimoni era organizzata dai genitori, o comunque da chi aveva il compito di gestire gli affari della famiglia. Si, affari, di questo si trattava a tutti gli effetti (purtroppo, in molti casi, è ancora così al giorno d’oggi).

Credo che, al di là della storia tra Anna e Julian, e poi tra Anna e William, ci sia qualcosa di ben più importante in questo libro: le battaglie di chi non si vuole conformare ad un certo stile di vita (in questo caso Anna, che ha rifiutato i luoghi comuni della borghesia sin dall’inizio), le sofferenze e conseguenze subite da chi mette al primo posto la famiglia e non il pensiero della gente.  In questo, purtroppo, il mondo è cambiato solo nell’apparenza: troppo spesso, infatti, le persone scelgono di apparire piuttosto di essere. Di conseguenza, questo influisce su se stessi e sugli altri, che si tratti di amici o familiari, proprio come è successo ad Anna e sua madre.

Oltre al messaggio “triste” su questo aspetto della società, c’è anche un invito a non arrendersi, a lottare, a fare le proprie scelte, per quanto difficili possano essere, e ad apprezzare i pochi che realmente se lo meritano: questo è ciò che dimostra Anna nel finale del libro.

Lo consiglio, ovviamente, a tutti gli amanti del Romance. Ma anche a chiunque voglia perdersi per qualche momento nell’Irlanda del 1800!

? Cosa mi è piaciuto:

  • il messaggio che c’è dietro il racconto;
  • la tata: la dimostrazione che la saggezza e il buonsenso non sono una prerogativa dei ceti elevati;
  • Alfred, la quercia antica, il “luogo sicuro” in cui tutti, almeno una volta, ci siamo rifugiati;
  • la leggenda del re irlandese.

Ringrazio Liliana per avermi dato la possibilità di leggere il suo libro, non vedo l’ora di leggere il seguito!

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Come il sole di mezzanotte – Liliana Onori