Aethernia

Aethernia Il risveglio della strega
Alessio Manneschi
Fantasy, Urban fantasy, Per ragazzi
self-published
2025
Copertina flessibile
332

Luna sembra una ragazza ordinaria, alle prese con i problemi di ogni adolescente: compiti, bulli di scuola e la terribile malattia che ha colpito sua madre. Ma quando strani eventi cominciano a verificarsi, Luna scopre che l'ordinario è solo una facciata.
La verità arriva sotto forma di Poppy, un bizzarro famiglio metà folletto e metà uccello dall'accento romanesco, che rivela a Luna una sconvolgente realtà: lei è una strega, destinata a combattere contro un male antico che minaccia non solo il nostro mondo, ma anche Aethernia, un regno parallelo di magia e meraviglie.
Attraversando un portale nascosto, Luna si ritrova catapultata in un mondo di creature fantastiche e magia antica. Dovràimparare a padroneggiare i suoi poteri magici per affrontare la malvagia Strega Oscura che sta prosciugando la gioia di vivere da entrambi i mondi.

"Un viaggio magico tra Roma e un regno fantastico, dove l'ordinario nasconde lo straordinario e anche la persona più comune può scoprire di essere destinata a qualcosa di eccezionale."

🌀 Fantasy, mistero e avventura si intrecciano in una storia avvincente, perfetta per gli amanti di Harry Potter, La Bussola d'Oro e Shadowhunters.

✨ Se ami i libri pieni di enigmi, società segrete e magia nascosta, questa è la storia perfetta per te.

 

In questa avventura fantasy per adolescenti e ragazzi, Luna comprenderà che la vera magia nasce dal coraggio di affrontare le proprie paure durante il percorso di crescita personale, e che ogni incantesimo richiede un sacrificio. Quando scopre che per salvare sua madre dovrà affrontare la strega che l'ha maledetta, si trova davanti a una scelta impossibile che metterà alla prova tutto ciò in cui crede.

"Luna e il Risveglio della Strega" fonde magistralmente elementi di urban fantasy italiano, avventura con portali magici e racconto di formazione adolescenziale in un'epica storia dove antiche profezie, stregoneria e legami familiari si intrecciano in un'avventura che catturerà i giovani lettori e il pubblico young adult.

"Lux in tenebris lucet" - La luce splende nelle tenebre

Perfetto per i fan di Percy Jackson, Cornelia Funke, Licia Troisi e per chiunque ami storie dove adolescenti ordinari scoprono destini straordinari tra le pieghe della realtà, in mondi paralleli accessibili solo agli iniziati.

Immergiti nel primo capitolo della saga di Aethernia, dove l'antica magia romana si fonde con avventure in mondi fantastici, e dove il percorso di crescita di una giovane eroina potrebbe salvare due universi dall'oscurità.

Età di lettura: dai 13 anni

 

Aethernia di Alessio Manneschi: un viaggio magico

“Aethernia – Luna e il Risveglio della Strega” è il primo volume dell’omonima saga fantasy di Alessio Manneschi, autore della saga di Jake Foster. Romanzo urban fantasy e racconto di formazione per adolescenti, ambientato in un universo parallelo ideato per sviluppare la crescita della protagonista.

La protagonista, Luna, è una ragazza “normale” alle prese con la scuola, il bullismo e una madre malata. Quando scopre di possedere poteri magici, attraversa un portale che la conduce ad Aethernia, un regno magico in pericolo. Qui incontra Poppy, un famiglio bizzarro che le fa da compagno e guida, e scopre di essere destinata a fronteggiare una minaccia: la Strega Oscura, che sta diventando il male e disperazione per entrambi i mondi. Luna dovrà padroneggiare i suoi poteri, comprendere le dinamiche del nuovo mondo e affrontare difficili scelte personali.

Personaggi e crescita personale

Luna è caratterizzata come una ragazzina ordinaria, questo la rende adatta ad un pubblico della sua stessa fascia d’età, con buone probabilità di empatizzare con lei, che è imperfetta, emotiva e determinata. Diverse recensioni ne sottolineano la crescita emotiva realistica:

 “…Luna sembra una ragazza come tante… ma quando eventi inspiegabili iniziano a manifestarsi, scopre che la sua esistenza è legata a qualcosa di molto più grande” 

Il famiglio Poppy, descritto in modo irriverente, aggiunge un tocco di leggerezza e ricorda figure già amate nei fantasy classici e nelle più famose saghe per ragazzi. Anche gli elementi chiave sono “tradizionali”: portali, malvagi da combattere, antiche profezie – ma, la combinazione di questi elementi con la visione personale dell’autore, crea una combinazione nuova. Per esempio, non ci si aspetta il dialetto romano in un romanzo urban fantasy per ragazzi – invece qui, un folletto-uccello parla romanesco!

Perché leggere Aethernia

  • contenuto:  una narrazione che parla di coraggio, sacrificio, amicizia e responsabilità.
  • emozione e avventura: ritm, magia e crescita ben bilanciati
  • adatto ad un pubblico giovane

Alessio Manneschi, già affermato con le serie “Jake Foster” e “I volti dell’inganno”, conferma con Aethernia la sua capacità di creare mondi magici autentici, protagonisti validi e storie emozionanti per giovani lettori. Questo primo volume della saga è una lettura consigliata a chi ama il fantasy italiano, i mondi immaginari e le storie d’avventura!

L’orologiaio di Filigree Street

L'orologiaio di Filigree Street Book Cover L'orologiaio di Filigree Street
Natasha Pulley
Fiction, romanzo, steampunk
Bompiani
2018
Copertina flessibile
384

La sua vita era un meccanismo perfetto. Finché non incontrò l'orologiaio.

«È paragonabile a uno degli uccelli meccanici di Mori: complesso, affascinante e del tutto sorprendente» – New York Times

Londra, 1883. Thaniel Steepleton, giovane, modesto telegrafista al Ministero dell'Interno, una sera trova un dono anonimo sul cuscino: un orologio d'oro. E' proprio l'orologio, strillando, a salvarlo dall'esplosione di un ordigno che devasta un pub. Thaniel si trasforma così in investigatore antiterrorismo e rintraccia l'artigiano che ha creato il prodigioso manufatto: si chiama Keita Mori, viene dal Giappone e nel suo laboratorio in una stradina di vecchie case a Knightsbridge prendono vita straordinari esseri meccanici, prodigi luminosi, uccelli di bronzo, un polpo rubacalzini. L'incontro con Mori e quello con Grace Carrow – brillante studentessa di fisica che cerca di combattere i pregiudizi per diventare scienziata e scoprire la verità sull'etere luminifero – cambierà la vita di Thaniel. Tre personaggi che non sono mai quello che sembrano, un passato – e un futuro – che uniscono in modo singolare l'Inghilterra all'estremo Oriente, una miscela specialissima di storia e magia per un romanzo che sfugge alle etichette e chiede al lettore di stare al gioco senza riserve.

“L’orologiaio di Filigree Street” di Natasha Pulley è una straordinaria opera di narrativa storica e fantastica che fonde abilmente elementi di mistero, magia e ingegneria. In questa recensione SEO, esploreremo la trama, il significato e i commenti su questo romanzo che ha catturato l’immaginazione dei lettori in tutto il mondo.

La storia si svolge nella Londra del 1883 e segue il giovane orologiaio Thaniel Steepleton, un uomo tranquillo la cui vita viene sconvolta quando una bomba esplode nelle vicinanze del luogo in cui lavora. Tuttavia, il destino sembra sorridere a Thaniel quando scopre un misterioso orologio da tasca d’oro lasciato nella sua stanza. Questo orologio lo conduce a Keita Mori, un giapponese geniale che vive a Filigree Street e che sembra avere un talento straordinario per la costruzione di orologi, e non solo.

Pian piano, dopo un’iniziale diffidenza, Thaniel e Mori iniziano a sviluppare una buona amicizia. Mori, il cui passato è avvolto nel mistero, sembra avere la capacità di prevedere il futuro attraverso i suoi intricati orologi. Tuttavia, quando una serie di eventi misteriosi mette in pericolo la sicurezza di Londra, Thaniel si trova a dover affrontare una serie di scelte difficili, cercando di decifrare il legame tra Mori, gli straordinari orologi da lui creati e gli eventi catastrofici che li circondano.

Oltre la trama


“L’orologiaio di Filigree Street” affronta temi profondi e universali. La narrazione di Pulley esplora la tensione tra il destino e la libertà umana. La capacità di Mori di prevedere il futuro attraverso gli orologi solleva domande sulla predestinazione e sull’idea che il tempo stesso possa essere manipolato. Questo porta i personaggi e i lettori a riflettere su quanto sia possibile influenzare il proprio futuro, cambiare percorso o se si sia vincolati ad una strada da percorrere sin dalla nascita.

Inoltre, il romanzo esamina la connessione tra il passato e il presente, e come le azioni di una persona possano avere un impatto profondo sulle vite degli altri. La storia di Mori e Thaniel è intrecciata con storie familiari complesse e segreti che risalgono a molti anni prima, mettendo in evidenza la profondità delle relazioni che, vicine o lontane, provocano una sorta di effetto farfalla su svariati soggetti (spesso nemmeno consapevoli).

Natasha Pulley ha una straordinaria abilità nel creare un’ambientazione ricca di dettagli e nel dar vita ai personaggi. La sua prosa è ben strutturata e curata, capace di valorizzare il mondo stempunk-vittoriano di Londra . I personaggi principali, Thaniel e Mori, sono scritti con profondità e complessità, e la loro relazione è al centro del romanzo. La sottile fusione di elementi fantastici e storici rende il libro ancora più piacevole.

“L’orologiaio di Filigree Street” è un romanzo coinvolgente per chiunque cerchi un mix di storia, magia e mistero, tra atmosfere steampunk vittoriane, con un tocco di Giappone. Inoltre, la storia di Thaniel e Mori cattura l’immaginazione e offre riflessioni profonde sulle questioni dell’individuo, del destino e della libertà. 

Wicked






Wicked. Vita e opere della perfida strega dell'Ovest. Book Cover




Wicked. Vita e opere della perfida strega dell'Ovest.





Gregory Maguire





Fiction, retelling, formazione




mondadori




2024




Copertina rigida



Con sei milioni di copie vendute nel mondo, Wicked si è affermato non solo come riflessione sul nostro tempo, ma anche come romanzo da rileggere per gli anni a venire. Wicked rielabora le invenzioni del Meraviglioso mago di Oz, il romanzo di L. Frank Baum uscito nel 1900, giocando con la memoria collettiva della pellicola del 1939 della MGM con Margaret Hamilton e Judy Garland. Un romanzo incalzante, fantasticamente reale ed estremamente divertente, nel quale Gregory Maguire popola il mondo di Oz, in gran parte sconosciuto, grazie al potere della sua immaginazione. Wicked ha ispirato l’omonimo musical, uno degli spettacoli più longevi nella storia di Broadway

Wicked offre una rilettura innovativa e stravagante della storia del Mago di Oz, ponendo al centro la figura della Strega dell’Ovest, qui chiamata Elphaba. Il romanzo segue la sua vita dalla nascita, segnata da un’inusuale pelle verde e un destino “segnato”, fino alla sua trasformazione nella famigerata strega che tutti conosciamo. Attraverso le sue esperienze, si delinea un quadro articolato del mondo di Oz, ben più oscuro e politicamente stratificato di quanto appaia nel classico di L. Frank Baum. Elphaba cresce in un ambiente ostile, sviluppando una personalità forte e ribelle, imparando a vivere nell’ombra per difendere ciò in cui crede e lottando contro ingiustizie e corruzione.

Il romanzo affronta anche il rapporto con Glinda, futura Strega Buona del Nord, inizialmente sua compagna di scuola. Il percorso di Elphaba è scandito da perdite, amore, ideali infranti e un continuo interrogarsi su bene e male, fino a giungere alla tragica conclusione che si ricollega alla storia tradizionale di Il meraviglioso mago di Oz.

Personaggi principali

  • Elphaba: la protagonista, dotata di una forte intelligenza e una moralità non convenzionale. La sua pelle verde è il primo segnale della sua diversità, che la porta a essere discriminata fin dall’infanzia.
  • Glinda: inizialmente frivola e superficiale, è la compagna di stanza di Elphaba e rappresenta il contrasto tra apparenza e sostanza.
  • Fiyero: un principe dal carattere complesso, che sviluppa un legame profondo con Elphaba.
  • Il Mago di Oz: un leader autoritario, il cui governo dispotico si scontra con gli ideali della protagonista.

Il romanzo

Gregory Maguire utilizza un linguaggio diretto, con riferimenti politici, filosofici e religiosi che danno profondità alla narrazione. La principale innovazione di Wicked è la sua capacità di ribaltare la prospettiva classica, dando la base per una riflessione sulla natura del bene e del male.

Il romanzo esplora numerosi temi, tra cui:

  • L’identità e l’accettazione: Elphaba è un’outsider per nascita, e la sua lotta è quella di chi cerca un posto nel mondo nonostante il pregiudizio.
  • La politica e il potere: Oz è rappresentato come una società ingiusta e totalitaria, dove la magia è regolata da leggi oppressive e le minoranze vengono perseguitate.
  • Il destino e la possibilità di scegliere: la storia suggerisce che i confini tra giusto e sbagliato sono sfumati e che le etichette di “buono” e “cattivo” sono spesso arbitrarie.

Trasposizioni teatrali e cinematografiche

Uno degli adattamenti più celebri di Wicked è il musical omonimo, che ha debuttato a Broadway nel 2003. Lo spettacolo, pur prendendo ispirazione dal romanzo di Maguire, è un’opera nettamente diversa, così come il film; nonostante ciò canzoni iconiche come Defying Gravity e Popular, hanno reso il musical un successo straordinario, diventando uno dei più longevi di Broadway.

Per quanto riguarda il cinema, è recentemente uscito il musical con Cynthia Erivo nel ruolo di Elphaba e Ariana Grande in quello di Glinda: anche in questo caso un’opera distinta dal libro ma comunque apprezzabile.

Punti di forza – Uno dei maggiori pregi di Wicked è la sua capacità di umanizzare un personaggio tradizionalmente considerato un “cattivo”. Il romanzo sfida le convenzioni del fantasy classico, presentando una protagonista dalle sfaccettature realistiche e una trama ricca di tensioni sociali e politiche. Inoltre ha caratterizzato le ambientazioni di Oz con nuovi dettegli e aneddoti.

Punti deboli – Personalmente, credo che: nonostante l’originalità, il romanzo possa risultare in alcuni tratti “forzato” nel mescolare politica e filosofia con la trama e in altri punti eccessivamente dispersivo su personaggi secondari o eventi meno rilevanti.


Wicked è un’opera affascinante e stratificata, che offre una prospettiva innovativa su un classico della letteratura fantasy: da provare!

Sesso, Gula & Rock n Roll






Tutti i demoni sono qui: sesso, gula e rock'n'roll Book Cover




Tutti i demoni sono qui: sesso, gula e rock'n'roll




Tutti i demoni sono qui





Venus Marion





Urban fantasy, romance, glam rock




Self published




2022




Copetina flessibile




443



La razza umana, al potere nel continente di Kherida, sta per pagare le conseguenze dei soprusi secolari perpetrati su quella dei gula: i demoni necrofagi antropomorfi sono pronti alla rivoluzione. Più o meno.

Privato dei suoi poteri demoniaci, Dimitri Rusac deve ritrovare la forza sovrannaturale perduta. Grazie al pregresso aiuto professionale della sua assistente umana, la dottoressa Zelda Pasco, sa di avere in sé energia potenziale; non ha idea di come trasformarla in cinetica, ma pare la scienza sia in grado di risolvere tutti i problemi… anche una temporanea disfunzione erettile. Tra esperimenti poco convenzionali, sete di vendetta (e rosé extra dry), nanotecnologie, malattie croniche, smalti, passi di tango, società quotate, bombe aeree, glam rock, tricicli glitterati e nitroglicerina, coltivare una relazione interspecie sarà complicato quanto dire psiconeuroendocrinoimmunologia senza esitare. E con contenuti adatti ad un pubblico adulto (normodotato).

 

SESSO, GULA & ROCK’N’ROLL (CON IL ROSSETTO) è un fantasy romance interspecie a tinte macabre con appuntamenti esplosivi, cimiteriali e spaziali! Si assicura costante tachicardia sinusale e rigore scientifico. È il secondo libro della serie TUTTI I DEMONI SONO QUI.

Sesso, Gula e Rock’n’roll di Venus Marion è il seguito di Tutti i demoni sono qui; il primo libro è una raccolta di racconti che hanno in comune ambientazione, alcuni personaggi e parte della trama, mentre il secondo volume è una storia che vede come protagonisti due dei personaggi citati in uno dei racconti di Tutti i demoni sono qui.

Tutti i demoni sono qui

«Se il prezzo da pagare per un mondo meno crudele è ogni rimasuglio di bontà», aveva detto, sputando fuori le parole come se avessero un sapore disgustoso, «io non lo pagherò. Io non ucciderò per ordine di una razza che ci considera feccia. È ora che qualcuno ricordi a questi uomini che cosa significa la parola demone.»

Al di là delle trame, ciò che merita di essere posto in evidenza in questa raccolta è ciò che ha da trasmettere. Qualsiasi lettore, andando avanti con i racconti, non può fare altro che schierarsi dalla parte dei demoni (necrofagi antropomorfi… bestioline poco raccomandabili, almeno in apparenza).

Continua […]

Sesso gula e rock n roll

In questo secondo volume Venus Marion ci porta a spasso per Kherida, nei bassifondi e nei luoghi elitari frequentati da ricchi gula e non.

Qualche gula e qualche umano, una manciata di ribelli. Individui dal passato doloroso, che vogliono riscattarsi, cambiare il mondo una briciola alla volta.

Quindi più che un viaggio nello spazio (seppur letteralmente), questo romanzo è un viaggio nell’animo umano – o gula che sia.

Zelda e Dimitri: due protagonisti opposti e simili, ognuno con il suo dolore, ognuno con le sue battaglie e i suoi grossi problemi, interni ed esterni.

E quindi? Cosa torniamo in questa storia?

Strati. Come in ogni lavoro di Venus Marion (🖤).

Uno strato superficiale di ironia e autoironia, sotto il quale si nasconde un sottile strato di cinismo. Messo lì per coprire un grosso strato di romanticismo, reso più complesso dalle problematiche di una relazione, dalle patologie, e da un rapporto di coppia interspecie.

Ma un romanzo di Venus Marion che si rispetti, conta almeno un centinaio di strati; quindi ecco che abbiamo: sessualità dal punto di vista fisico, ideologico, psicologico; un percorso di crescita personale, che è l’evoluzione dei personaggi ma anche la rappresentazione di tanti, tantissimi schemi sociali e mentali di ognuno di noi.

Tutto ciò è tenuto insieme dal glam rock, look eccentrici, critiche universali (benché sotto metafora gula), tanti spunti di riflessione, cultura pop e un pizzico di sarcasmo.

Dimitri e Zelda sono esteriormente l’alterego di molti, interiore l’animo di tutti. P

Che dire? 💯 Fantastico.

La prova che un autore vero non è mai fermo, si evolve, cresce, cambia e si supera ad ogni nuovo scritto.

 

LEGGETE I DEMONI. LEGGETE V. Ghituna apprezzerà.

 

Mille lune






Mille lune Book Cover




Mille lune





Sebastian Barry





Romanzo storico




Einaudi




2022




Copertina rigida




224



Tennessee, 1870. Winona, un'indiana lakota rimasta orfana e adottata dagli ex soldati dell'Unione Thomas McNulty e John Cole, prova con tenacia a lasciarsi alle spalle le perdite del passato. Almeno finché l'ennesima violenza non la costringe a cercare giustizia. Anche travestendosi da uomo... Dalla penna di uno dei piú importanti scrittori contemporanei, la storia di una donna determinata a scegliere per il proprio futuro, un canto alla libertà di espressione, un'ode a ogni forma d'amore.

«Amore, guerra, gender fluidity, una visione lucidissima degli eventi che portarono alla nascita degli Stati Uniti di oggi. Una violenza quasi surreale, ma grandi e intensi momenti di tenerezza» – Kazuo Ishiguro

«Nessuno scrive come lui, nessuno è coraggioso come lui, nessuno spinge alle estreme conseguenze le parole e il cuore, e li tiene insieme, come Sebastian Barry» – Ali Smith

 

Da bambina Winona ha perso tutto, e se non fosse stato per Thomas e John non sa quale sarebbe stato il suo destino. John ha sempre insistito perché imparasse l'inglese correttamente. Per un nativo americano – e John lo sa bene, visto che lo è per un terzo – è già abbastanza difficile sopravvivere nella società chiusa e intollerante del Sud, in cui picchiare indiani e neri non è considerato un crimine, e parlare inglese è uno dei pochi modi per ottenere un po' di rispetto. Winona lavora come contabile per l'avvocato Briscoe, ed è molto brava. In città ha conosciuto il commesso Jas Jonski, che si è innamorato di lei e ha intenzioni serie. Winona non è sicura di voler sposare Jas, che non ha mai nemmeno baciato, e non sa davvero se le piacciono gli uomini. Ma a parte i dubbi del cuore e le difficoltà che derivano dall'essere una donna, e per giunta indiana, la vita di Winona scorre tranquilla, almeno fino all'ennesimo evento che sconvolge la sua esistenza travagliata: un giorno viene aggredita e stuprata. Se all'inizio non ricorda nulla, in seguito crudeli frammenti di memoria le suggeriscono che il colpevole è proprio il suo fidanzato Jas. Winona non se la sente di accusarlo subito apertamente: vestita da ragazzo per sottrarsi alle sue attenzioni, allora, Winona asseconda la sua sete di giustizia e decide di condurre un'inchiesta personale al cuore della società maschilista di Henry County. Tra turpi misteri e segreti inconfessabili, per Winona la verità sembra allontanarsi sempre piú; la forca, invece, è a un passo: come spesso accade, per chi ha il potere è facile trasformare le vittime in colpevoli. Raccontato dalla fiammeggiante prosa di Sebastian Barry, Mille lune è il potente ritratto di una donna e della sua determinazione di decidere il proprio futuro, di vivere e di amare.

Mille lune è un romanzo strico di Sebastian Barry edito in Italia da Einaudi.

Sono Winona.
All’inizio ero Ojinjintka, che significa rosa. Thomas McNulty ci aveva provato e riprovato ma non riusciva a dirlo, così alla fine mi diede il nome di mia cugina morta perché in bocca gli veniva più facile. Winona significa la primogenita. Io non ero la primogenita.

Protagonista della vicenda è Winona, una ragazza orfana che, dopo aver perso la famiglia, la tribù e la libertà, è costretta a vivere lontano dalla sua terra contando solo sulle proprie forze e sull’aiuto di due ex soldati che la adottano e la portano a vivere con sé e con altri schiavi liberati.

[…]
Picchiare un’indiana non era un reato.
John Cole non importa se aveva fatto il soldato ed era un bravo agricoltore, in città lo trattavano male perché sua nonna o quella prima ancora era un’indiana. Quindi lui ce l’aveva un po’ scritto in faccia. Neanche l’inglese bastava a proteggerlo. 

Winona cerca a fatica di ricostruirsi una vita, ma di nuovo viene distrutta dall’ennesima violenza. Dopo il rifiuto, la negazione, l’oblio, arrivano il desiderio di vendetta e la rabbia. Winona si traveste da uomo, è decisa a farsi giustizia da sola a costo di perdere la vita e quel poco di buono che le è rimasto al mondo.

Ma prima della guerra era una schiava e naturalmente per dei bianchi una schiava sta molto in basso.
E io ancora più in basso.
Agli occhi della città non ero che cenere di un falò indiano.

Troverà un motivo per tornare a vivere e a sperare conoscendo Peg, un’altra nativa con cui ha un incontro bizzarro; in qualche modo si salvano a vicenda, prima per “sbaglio” poi per desiderio.

Mille lune è un romanzo storico in cui vengono affrontati molti temi: l’odio razziale, la guerra, l’invasione, la violenza, la schiavitù, l’affetto, la carità e l’amore incondizionato.

Scritto in modo volutamente altalenante e grammaticalmente scorretto, fa entrare il lettore nella mente della protagonista, rendendo tutto ancora più vivido e realistico.


In conclusione, si tratta di un romanzo piacevole per ambientazione e atmosfera, ma che sicuramente non si fa leggere a cuor leggero: lo consiglio agli appassionati del genere, a chi stesse cercando una lettura sui temi della libertà e dei diritti, e a chiunque volesse sperimentare qualcosa di nuovo e diverso.


Altri spunti di lettura

@alice.sogno

Abbiamo sempre vissuto nel castello






Abbiamo sempre vissuto nel castello Book Cover




Abbiamo sempre vissuto nel castello





Shirley Jackson





Fiction




2009




182



«A Shirley Jackson, che non ha mai avuto bisogno di alzare la voce»: con questa dedica si apre L’incendiaria di Stephen King. È infatti con toni sommessi e deliziosamente sardonici che la diciottenne Mary Katherine ci racconta della grande casa avita dove vive reclusa, in uno stato di idilliaca felicità, con la bellissima sorella Constance e uno zio invalido. Non ci sarebbe nulla di strano nella loro passione per i minuti riti quotidiani, la buona cucina e il giardinaggio, se non fosse che tutti gli altri membri della famiglia Blackwood sono morti avvelenati sei anni prima, seduti a tavola, proprio lì in sala da pranzo. E quando in tanta armonia irrompe l’Estraneo (nella persona del cugino Charles), si snoda sotto i nostri occhi, con piccoli tocchi stregoneschi, una storia sottilmente perturbante che ha le ingannevoli caratteristiche formali di una commedia. Ma il malessere che ci invade via via, disorientandoci, ricorda molto da vicino i «brividi silenziosi e cumulativi» che – per usare le parole di un’ammiratrice, Dorothy Parker – abbiamo provato leggendo La lotteria. Perché anche in queste pagine Shirley Jackson si dimostra somma maestra del Male – un Male tanto più allarmante in quanto non circoscritto ai ‘cattivi’, ma come sotteso alla vita stessa, e riscattato solo da piccoli miracoli di follia.

“Abbiamo sempre vissuto nel castello” è un romanzo della scrittrice statunitense Shirley Jackson, pubblicato per la prima volta nel 1962. Questo libro è diventato uno dei lavori più famosi dell’autrice e un classico della letteratura gotica.

Il romanzo si sviluppa attorno alla storia delle sorelle Blackwood,  Mary Catherine (Merricat) e Constance, che vivono insieme in isolamento nel loro antico castello. Dopo lo sterminio di quasi tutta la loro famiglia, le due sorelle si sono isolate completamente e sono vittime di pettegolezzi e sospetti da parte della comunità locale.

La voce narrante è quella di Merricat, una giovane donna eccentrica e dalla mente enigmatica. Merricat si occupa della protezione e del mantenimento del loro castello, costruendo barriere mentali e fisiche per tenere lontani gli intrusi. Benché sia capisca che non sia più una bambina, spesso il rapporto con la sorella e lo stesso comportamento di Merricat, porta il lettore a pensare che invece si tratti di una ragazzina. La relazione con la sorella Constance infatti è complessa e ambigua, nasconde segreti e misteri, una sinistra intesa e complicità nel mantenere un equilibrio folle e una normalità apparente.

“Abbiamo sempre vissuto nel castello” affronta temi come la paranoia, l’alienazione e la colpa, offrendo una riflessione profonda sulla natura umana e sulla società. La scrittura della Jackson è coinvolgente e magnetica, creando una tensione crescente che avvolge il lettore e lo spinge ad andare avanti nella trama, nonostante di fatto non dica NULLA fino alla fine.

Uno degli aspetti più affascinanti del romanzo è la capacità della Jackson nel creare un’atmosfera palpabile, inquietante e tremendamente realistica nella sua assurdità. L’uso sapiente dell’ambientazione, del linguaggio e dei dettagli visivi trasmette un senso di claustrofobia e di minaccia imminente.

Inoltre, “Abbiamo sempre vissuto nel castello” è un gotico esemplare, che presenta una storia che è al contempo misteriosa e sottile, senza ricorrere a elementi sovrannaturali o all’orrore esplicito. È l’aspetto psicologico dei personaggi e la complessità delle loro relazioni a suscitare emozioni e riflessioni nel lettore.

Shirley Jackson ha dimostrato di essere una maestra nel dipingere ritratti psicologici e nell’esplorare la parte oscura dell’animo umano. “Abbiamo sempre vissuto nel castello” è un’opera che rimane nella mente del lettore, continuando a suscitare interrogativi e discussioni anche dopo la sua conclusione. È un capolavoro senza tempo, che invita a riflettere sulle complicazioni psicologiche di ogni gesto.

 


Altri spunti di lettura

@alice.sogno

D’un tratto nel folto bosco






D'un tratto nel folto del bosco Book Cover




D'un tratto nel folto del bosco





Amos Oz





Narrativa, Fiaba




Feltrinelli Editore




2005




114



La notte, al villaggio, uno strano, impossibile silenzio abita il buio. Anche di giorno, l’assenza degli animali lascia ovunque le sue tracce: non un cane in cortile, non un gatto sui tetti, e nemmeno una mosca che ronza o un grillo che canta nei prati intorno. Qualcosa dev’essere successo tempo fa e i bambini ogni tanto fanno domande, ma i grandi rispondono in modo evasivo, per non dire irritato. Tutti o quasi: perché nei disegni della maestra Emanuela, nella solitudine del vecchio Almon, che una volta faceva il pescatore nel fiume e aveva un cane fedele, nei gesti tristi della fornaia, che sparge invano briciole di pane all’aria, qualcosa di strano s’intende. Fino a quando Mati e Maya non partono per la loro avventura, in cerca del mistero del villaggio dove gli animali sono scomparsi. Nel folto del bosco troveranno Nimi, il bambino puledrino ammalato di nitrillo, Nehi, il demone del bosco e una triste verità.
D’un tratto nel folto del bosco è una storia, anzi una favola. Amos Oz racconta di un paese stregato, senza nome e senza animali. Lo fa con la sua consueta maestria nel descrivere voci e silenzi, paesaggi e umori dell’animo. Il segreto del villaggio è racchiuso in una storia struggente e in immagini di grande effetto, per piccini e grandi. È una morale triste, inconsueta, in cui gli animali, pur se assenti, insegnano agli uomini a parlare una lingua in cui nessuno si sente beffato, diverso. Perché la lingua degli animali ha tante parole, ma nemmeno una che sia capace di esprimere il distacco e l’esclusione. Anche se hai sempre il moccio al naso, i denti in fuori e uno strano morbo che si chiama nitrillo.

D’un tratto nel folto bosco è una sorta di fiaba moderna i cui protagonisti sono due ragazzini vivaci e per natura molto curiosi, che grazie alla loro indole e alla loro volontà di fare chiarezza su alcuni eventi risolveranno un mistero che si porta avanti da decenni e che ha sconvolto la cittadina in cui vivono.

In questo paesino sono spariti tutti gli animali, dal più piccolo al più grande, non ci sono più insetti, né animali da compagnia né tantomeno animali selvatici o d’allevamento: questa condizione si porta avanti da anni, tant’è che la popolazione del paese ha smesso da tempo di parlare dell’accaduto.

Non che ci sia stato un fatto scatenante ma in qualche modo la popolazione ha iniziato ad attribuire questo fenomeno ad un demone che risiede sui monti. Dopodiché è diventata usanza comune quella di non parlare degli animali, della loro sparizione e tanto meno del Demone delle montagne. La popolazione del paese si è fatta condizionare fino al punto di aver ideato la presunta esistenza di un virus altamente contagioso che colpisce i bambini, il cosiddetto nitrillo, una malattia che porterebbe chi la contrae a non saper più parlare, a comportarsi in modo bizzarro e a nitrire come un asino.

Per qualche giorno la gente aveva badato bene a non guardarsi negli occhi. per diffidenza. O per sconcerto. O vergogna. Da allora in poi si cercò di parlarne il meno possibile. Né bene né male. Non una parola. Ogni tanto ci si dimenticava persino del perché in fondo fosse meglio dimenticare. Ciò nonostante, tutti ricordavano molto bene, ma in silenzio, che era meglio non ricordare. E c’era come il bisogno di negare tutto ciò, di negare persino con la stessa umiltà e ridere di chi invece ricordava: che facesse! Che non parlasse!

Benché i due protagonisti siano stati avvertiti sui pericoli che incombono la notte, al buio, e soprattutto al di fuori della zona abitata, decidono comunque di addentrarsi nei boschi per spiegare l’apparizione di un misterioso albero (che in alcuni momenti si vede e in altri no) e dei versi che pensano di aver udito nella notte.

Questo li porterà a incontrare il vero demone delle montagne e comprendere finalmente la condizione in cui si trova il paese in cui abitano: loro saranno l’inizio di una nuova epoca, sempre che gli altri abitanti del villaggio gli diano ascolto.

D‘un tratto nel folto bosco è quindi un romanzo di formazione ma anche una grossa metafora sulle psicosi di massa e sull’assoggettarsi al pensiero altrui fino al punto di cambiare il proprio.

Si tratta di un testo piuttosto strano, che può essere analizzato e interpretato in vari modi: se lo si analizza a livello pratico, presenta alcune criticità (per esempio nel villaggio ci sono fiori ma non ci sono insetti da decenni, ecc). Esclusi questi aspetti, che comunque possono essere presi per buoni grazie alla connotazione fiabesca del testo, si ha un romanzo di formazione e di critica. Lo stile dell’autore è conosciuto alla maggior parte dei lettori; personalmente l’ho trovato un pochino lento e ripetitivo, anche se riconosco la necessità di ripetere più volte alcune nozioni per sottolineare il messaggio principale del testo.

… non c’era nessuno in tutto il paese che potesse insegnare ai bambini che la realtà non è soltanto quello che l’occhio vede e l’orecchio ode e la mano può toccare, bensì anche quel che è stata nascosto alla vista e al tatto, e si svela ogni tanto, solo per un momento, ma lo cerca con gli occhi della mente e a chi sa ascoltare o dire con le orecchie dell’animo e toccare con le dita del pensiero.

Oltre a tutto ciò, all’interno del romanzo troviamo anche una metafora piuttosto importante sulla società: la tendenza ad isolare ed evitare ciò che non si conosce o non si comprende; il condizionamento reciproco che si crea all’interno di una comunità; il giudizio nei confronti “dell’altro”, e così via.

E io che desideravo tanto essere uno di loro; facevo di tutto per essere come gli altri. Più come tutti gli altri di tutti gli altri.

Per finire vengono affrontati anche argomenti importanti come il rapporto tra uomo e natura, il confronto tra adulti e bambini e di conseguenza la differenza nella visione del mondo e il rapporto con esso, la diversità in generale – sia a livello di individui che a livello di società – ed infine il rispetto, sia tra individui e sia tra uomo e ambiente.

Qui da noi non ci si vergogna a stare minuti: in fondo siamo sempre stati nudi, sotto i nostri vestiti, e solo che ci hanno abituati, fin da piccoli, a vergognarci di ciò che è vero e ad andare fieri di ciò che è menzogna.

Un testo breve, che si legge velocemente e che offre dei buoni spunti di riflessione: consigliato!

 


Amos Oz

Amos Oz (1939-2018), scrittore israeliano, tra le voci più importanti della letteratura mondiale, ha scritto romanzi, saggi e libri per bambini e ha insegnato Letteratura all’Università Ben Gurion del Negev. Con Feltrinelli ha pubblicato: Conoscere una donna (2000), Lo stesso mare (2000), Michael mio (2001), La scatola nera (2002), Una storia di amore e di tenebra (2003), Fima (2004), Contro il fanatismo (2004), D’un tratto nel folto del bosco (2005), Non dire notte (2007), La vita fa rima con la morte (2008), Una pace perfetta (2009), Scene dalla vita di un villaggio (2010, premio Napoli), Una pantera in cantina (2010), Il monte del Cattivo Consiglio (2011, premio Tomasi di Lampedusa 2012), Tra amici (2012; “Audiolibri Emons-Feltrinelli”, 2013), Soumchi (2013), Giuda (2014), Gli ebrei e le parole. Alle radici dell’identità ebraica (2013; con Fania Oz-Salzberger), Altrove, forse (2015), Tocca l’acqua, tocca il vento (2017), Cari fanatici (2017), Finché morte non sopraggiunga (2018), Sulla scrittura, sull’amore, sulla colpa e altri piaceri (2019; con Shira Hadad), Le terre dello sciacallo (2021). Nella collana digitale Zoom ha pubblicato Si aspetta (2011) e Il re di Norvegia (2012). Ha vinto i premi Catalunya e Sandro Onofri nel 2004, Principe de Asturias de Las Letras e Fondazione Carical Grinzane Cavour per la Cultura Euromediterranea nel 2007, Primo Levi e Heinrich Heine nel 2008, Salone Internazionale del libro nel 2010, il Premio Franz Kafka a Praga nel 2013. I suoi lavori sono stati tradotti in oltre quaranta lingue. (fonte: feltrinellieditore.it)

Loki Where mischief lies






Loki. Il giovane dio dell'inganno Book Cover




Loki. Il giovane dio dell'inganno





Mackenzi Lee





Fiction, Fantasy




2020




Copertina rigida




396



Non è ancora giunto il momento di misurarsi con gli Avengers: per ora il giovane Loki è impegnato al massimo delle sue forze per dimostrarsi eroico, mentre tutti intorno a lui lo ritengono inadeguato. Tutti tranne Amora, l'apprendista maga, che sente Loki come uno spirito affine e riesce a vedere la sua parte migliore. E l'unica che apprezzi la magia e la conoscenza. Un giorno però Loki e Amora causano la distruzione di uno degli oggetti magici più potenti conservati ad Asgard e lei viene esiliata su un pianeta dove i suoi poteri svaniscono. Privato dell'unica persona che abbia visto la sua magia come un dono piuttosto che una minaccia, Loki scivola sempre più nell'ombra di suo fratello Thor. Ma quando tracce di magia vengono ritrovate sulla Terra e messe in relazione con alcuni omicidi, Odino manderà proprio Loki a scoprire cos'è successo. Mentre si infiltra nella Londra del diciannovesimo secolo, la città di Jack lo Squartatore, Loki intraprenderà una ricerca che va oltre la caccia a un assassino. E finirà per scoprire la fonte del proprio potere e quale sarà il suo destino.

Loki Where mischief lies o, in italiano, Loki il giovane dio dell’inganno è un romanzo di Mackenzi Lee.

Racconta la storia di Loki, dio dell’inganno, in un periodo non ben definito della sua adolescenza. Ovviamente si sta parlando del Loki dell’universo Marvel, quindi ha solo vagamente a che fare con quello della mitologia norrena.

Il protagonista è un giovane Loki che scopre i propri poteri e cerca di controllarli: attraversa una fase adolescenziale di cambiamento e, come ogni adolescente, si ritrova confuso, a farsi domande su sé stesso e su chi gli sta intorno. Ed intorno ha i suoi genitori adottivi, Odino e Frigga, che lo apprezzano ma non lo capiscono a pieno. Tant’è che Loki inizia a provare una certa ostilità nei loro confronti; il motivo più difficile da affrontate è proprio quello che riguarda i suoi poteri: lui vorrebbe essere lasciato libero di dare prova delle sue abilità, vorrebbe spingersi oltre i propri limiti.

I genitori sanno che Loki non è ancora in grado di controllarsi, per questo lo limitano. Lo affidano ad una “maga di corte” che dovrebbe aiutarlo a gestire le sue abilità in modo consapevole. I due, in realtà diventano amici e complici. “Giocano” con i loro poteri, fino a quando non combinano guai troppo grossi e devono pagarne le conseguenze: lei viene esiliata, lui messo sotto stretta sorveglianza e screditato.

Il fatto scatenante è un’incertezza sul futuro che porta Loki a dubitare di sé stesso: in realtà, questo timore porterà il protagonista a mettersi nei guai e a scatenare la serie di eventi successivi – quelli che gli procureranno la fama di Dio dell’inganno.

Loki: IL PERSONAGGIO

In questo romanzo conosciamo Loki sotto un punto di vista diverso dal solito: scoprendo i suoi pensieri e le sue debolezze, scopriamo che molti dei suoi inganni, illusioni e sabotaggi non sono altro che una corazza, un estremo sistema difensivo per sopravvivere tra chi non l’ha mai compreso a pieno, l’ha limitato o ha cercato di cambiarlo.

Un protagonista estremamente sensibile, che si ritrova a dover agire come gli altri si aspettano o come lui stesso si auto-convince di dover fare perché destinato a tradire, ingannare, corrompere.

Scopriremo infine l’evoluzione del personaggio: un Loki estremamente capace, competente, sicuro di sé e di ciò che può fare: agire come solo lui può permettersi di fare, a costo di essere frainteso e distrattato.

Be the witch, and know everything.

Considerazioni

Il romanzo della Lee ci offre una versione del Dio dell’inganno molto umana, vicina ai lettori. Crea un personaggio assolutamente in linea con quello del cineverso Marvel, di conseguenza è molto diverso dal Loki della mitologia norrena. Forse il più simile è quello della serie Netflix/Marvel, benché nella serie faccia riferimento ad un periodo diverso della vita del personaggio.


Approfondimenti sui libri

Il mondo è un alveare






Il mondo è un alveare Book Cover




Il mondo è un alveare





Joanne Harris





Romanzo, Fantasy




Garzanti




2021




Copertina rigida




416



C'è una storia che le api raccontano a cui è impossibile non credere. Una storia che si perde nei secoli. Ha inizio con la nascita di Re Crisopa, un uomo crudele e ingannatore, che trova la redenzione compiendo un lungo viaggio dentro sé stesso e nel cuore silenzioso del mondo. È qui che incontra individui straordinari, ognuno dei quali ha qualcosa da insegnare. La creatività è il primo regalo che riceve, da un abile giocattolaio che rincorre l'opera perfetta, perché incapace di sacrificare la purezza dell'arte in nome della cinica materialità. La conoscenza è il secondo dono e giunge da una principessa tenace il cui animo si riscalda con le parole del sapere e si inaridisce di fronte alle rigide regole di corte. Grande esempio di solidarietà è per lui il cane più piccolo che si sia mai visto, il più insospettabile degli esseri mondani che nasconde un coraggio senza pari. Poi è la volta della regina innamorata della luna, che gli trasmette la bellezza come nessun altro sa fare. Incontro dopo incontro, Re Crisopa impara a guardarsi intorno con occhi diversi e scopre che il mondo assomiglia a un grande alveare. Come la casa delle api, è un mosaico di tanti microcosmi abitati da centinaia di migliaia di creature che, industriose, si adoperano perché tutto funzioni alla perfezione. Nessuna creatura può fare a meno dell'altra. Soltanto con uno sforzo collettivo si può tessere un grande racconto che si nutre del nettare magico dell'immaginazione. "Il mondo è un alveare" racchiude un universo di opposti dove luci e ombre, sogni e incubi, virtù e malvagità convivono e creano un perfetto equilibrio. Un universo dove la parola è una forza in grado di plasmare la realtà che ci circonda e di renderla intelligibile a chi è disposto ad ascoltare la sua voce senza pregiudizi.

Il mondo è un alveare è un romanzo di Joanne Harris e può essere definito in molti modi, oltre che “romanzo”. È una fiaba moderna che contiene altre piccole fiabe; è una raccolta di racconti con un racconto portante che fa da trama per tutti gli altri. Un bel libro che, con metafore e morali, affronta molti temi importanti e da riflettere.

Il protagonista del libro è il Re Crisopa: lo conosciamo da ragazzino e lo seguiamo fino all’anzianità. È il classico personaggio antipatico, che si fa volutamente odiare per il suo comportamento e la sua arroganza. È il personaggio che, sbagliando ripetutamente per egoismo o altro, ci mette davanti a morali e riflessioni.

I personaggi secondari sono coloro che vengono traditi, ingannati, umiliati, abbandonati o – raramente – amati dal Re Crisopa.

Il libro è strutturato in modo da alternare un capitolo su Crisopa e la sua storia e una breve fiaba su un qualsiasi altro membro del popolo della seta.

“Ci sono storie che le api raccontano…”

Le storie sono queste: senza tempo, sempre valide, sempre con una morale da insegnare. Per questo sono le api a raccontarle…

O forse aveva finalmente ritrovato la via di casa, perché il Sogno è un fiume che attraversa Nove Mondi, e Morte è solo uno di loro.

Il mondo è un alveare. Oltre la trama

L’atmosfera è quella tipica della fiaba classica: la lettura è avvolta da un alone di magia e mistero che resta costante anche quando cambia il l’ambientazione. Tuttavia ci sono racconti con contenuti più classici e altri con contenuti più moderni: un esempio è quello dei materiali che in alcuni racconti sono esclusivamente di fantasia (stoffe di rete di ragno o ali di falena) e per questo riportano maggiormente ad una fiaba classica, mentre in altri sono assolutamente contemporanei (plastica, metalli…).

Il fatto di apprezzare o meno queste differenze tra i vari racconti è soggettivo (personalmente avrei preferito tralasciare gli elementi che lo fanno sembrare anacronistico, anche se non ha né tempo né spazio reali).

Lo stile dell’autrice è molto scorrevole, il ritmo di lettura è veloce – benché alcuni racconti, che tendono a divagare molto dal fulcro del romanzo, danno l’idea che la lettura sia rallentata.

Per quanto riguarda gli argomenti trattati, invece, bisogna aprire una parentesi a sé.
Il volume è suddiviso in due libri e in ognuno di essi ci sono 50 racconti. Approssimativamente metà dei racconti tratta la storia di Crisopa, il cui tema principale è l’individuo. La crescita personale, i difetti di ognuno, l’egoismo e così via. Nella sua stessa storia vengono inseriti argomenti secondari, tra cui la diversità, il desiderio di potere, l’individualismo ecc.

L’altra metà dei racconti è dedicata a singole storie autoconclusive, con una morale o un messaggio. Ci sono storie che parlano di politica, di uguaglianza e disuguaglianza, di razze e popoli, di amicizia, di rabbia e vendetta.

Alcune di queste storie sono ispirate alle fiabe classiche o a celebri opere della letteratura contemporanea, altre sono storielle piacevoli, frutto dell’immaginazione dell’autrice.

D’ora in poi, ogni cosa che cuocerai nel tuo forno saprà di cenere, diventerà rafferma, si brucerà o sarà infestata dai curcunioli. Tuttavia ti pago per il profumo del tuo pane… con il rumore dei miei soldi.

In conclusione

Il mondo è un alveare è un libro adatto a tutti, che può essere letto velocemente o a più riprese, grazie alla sua struttura; è un libro piacevole, che fa compagnia, fa riflettere ma lascia un bel ricordo.

 


blog

 

Circe






Circe Book Cover




Circe





Madeline Miller





Romanzo storico, Fiction, Mitologia classica




Feltrinelli




2021




Copetina flessibile




416



Ci sembra di sapere tutto della storia di Circe, la maga raccontata da Omero, che ama Odisseo e trasforma i suoi compagni in maiali. Eppure esistono un prima e un dopo nella vita di questa figura, che ne fanno uno dei personaggi femminili più fascinosi e complessi della tradizione classica. Circe è figlia di Elios, dio del sole, e della ninfa Perseide, ma è tanto diversa dai genitori e dai fratelli divini: ha un aspetto fosco, un carattere difficile, un temperamento indipendente; è perfino sensibile al dolore del mondo e preferisce la compagnia dei mortali a quella degli dèi. Quando, a causa di queste sue eccentricità, finisce esiliata sull'isola di Eea, non si perde d'animo, studia le virtù delle piante, impara a addomesticare le bestie selvatiche, affina le arti magiche. Ma Circe è soprattutto una donna di passioni: amore, amicizia, rivalità, paura, rabbia, nostalgia accompagnano gli incontri che le riserva il destino – con l'ingegnoso Dedalo, con il mostruoso Minotauro, con la feroce Scilla, con la tragica Medea, con l'astuto Odisseo, naturalmente, e infine con la misteriosa Penelope. Finché – non più solo maga, ma anche amante e madre – dovrà armarsi contro le ostilità dell'Olimpo e scegliere, una volta per tutte, se appartenere al mondo degli dèi, dov'è nata, o a quello dei mortali, che ha imparato ad amare. Poggiando su una solida conoscenza delle fonti e su una profonda comprensione dello spirito greco, Madeline Miller fa rivivere una delle figure più conturbanti del mito e ci regala uno sguardo originale sulle grandi storie dell'antichità.

Circe è una figura della mitologia greca e compare per la prima volta nell’Odissea, è nota anche come Maga Circe.
È figlia del Titano Elios e di Perseide, di conseguenza è sorella di Perse, Eete e Pasifae, moglie del famoso re di Creta – Minosse.

Il libro omonimo di Madeline Miller racconta le vicende classiche del pantheon greco viste proprio attraverso gli occhi di Circe.

Si può suddividere il romanzo in tre parti, esattamente come si farebbe con una vita “normale”, solo che in questo caso si tratta di una vita millenaria.

Nella prima parte Circe è giovane, inesperta, molto insicura e succube del padre, dei fratelli e delle divinità splendenti, invulnerabili e capaci che la circondano.

Nella seconda parte avviene la sua trasformazione: diventa consapevole di ciò che può fare, deve affrontare demoni interiori ed esterni, deve superare paure o scendere a patti con esse. Conosce il dolore, la perdita, la fatica: sentimenti e sensazioni molto umani per essere una semi divinità. Ed è proprio questo a rendere la protagonista così vicina al lettore: benché sia una creatura divina, è dapprima costretta a sentirsi quasi umana, come se questo fosse qualcosa di degradante di cui vergognarsi; successivamente è lei stessa a scegliere di essere umana: sentire come un essere umano, soffrire e gioire come tale, benché il tempo a sua disposizione sia limitato anziché eterno.

Si arriva così alla terza e ultima parte del libro, quella in cui Circe abbraccia le sue scelte e il destino che ha scelto, a scapito di tutto ciò che ci aspetterebbe da una divinità.

Questo passaggio viene chiarito nell’epilogo: nelle ultimissime pagine, infatti, Circe compie la scelta definitiva e ne spiega le motivazioni.

Dall’inizio alla fine si ha l’impressione che Circe ci racconti la vita di chiunque tramite metafore,   con una rappresentazione del tempo che ovviamente non è quelle a cui siamo abituati ma che riesce comunque ad essere verosimile.

 

TRAMA E CONTENUTO

Premetto di aver letto ogni sorta di commento: c’è chi critica l’incesto, chi critica addirittura la trama di base (che ovviamente è presa dai poemo classici) e c’è chi critica l’autrice per come ha reso il personaggio principale.

Ora: io non mi permetterei mai di discutere sulla trama o su aspetti delicati come può essere quello della relazione tra familiari, mi sento piuttosto di fare una precisazione.

La trama e gli argomenti portanti sono, appunto, tratti da poemi classici che si basano su usanze, costumi e immaginario di un’epoca passata che va compresa e, anzi, ammirata per ciò che è stata e ha lasciato. Riscrivere la storia non ha nessun senso, per quanto alcuni aspetti oggi possano sembrarci strani, assurdi o distanti. Sono semplicemente diversi.

Detto ciò, si può passare a come è stato costruito il personaggio di Circe. Troppo vittimismo? Troppa tragedia? Troppe storie d’amore in un solo racconto? Personalmente credo che le scelte dell’autrice siano state ben oculate: ha reso una divinità umana. L’ha resa comprensibile a tutti e soprattutto ha fatto in modo che i lettori potessero empatizzare con lei. Ovviamente la costruzione di un personaggio, la trama o altri elementi che costituiscono un romanzo, non possono piacere a tutti, perciò è normale che ci siano pareri contrastanti. Tuttavia credo che la costruzione di questo personaggio sia stata studiata nel minimo dettaglio e che il risultato sia assolutamente voluto.

Il messaggio che accompagna il lettore durante tutto il romanzo – e che appare ancora più chiaro alla fine – è una riflessione sulla vita e il fatto di aver dato delle debolezze e delle forze a Circe è “d’obbligo”, tanto più considerando che già dall’inizio si è dimostrata più incline alla mentalità umana che a quella divina.

OLTRE LA TRAMA

Premesso tutto ciò che è stato elencato finora, non resta che aggiungere un’ulteriore nota positiva su questo romanzo: lo stile dell’autrice è la ciliegina sulla torta. Semplice, scorrevole, ma allo stesso tempo incisivo e forte.

L’ambientazione e l’atmosfera sono impeccabili: dalle descrizioni delle sale divine all’incredibile isola di Circe.

UNA NOTA PERSONALE

Per quanto cerchi di mantenere un giudizio oggettivo nello scrivere gli articoli, capita in casi come questo che l’opinione personale sia particolarmente influente. Perciò aggiungo questo: ho iniziato il libro con un po’ di scetticismo perché la mitologia greca non è la mia preferita. Non ho mai sentito molta affinità verso i classici greci e i suoi personaggi. Tuttavia, Circe è sempre stata il mio personaggio preferito quindi ho deciso di leggere questo adattamento con il suo punto di vista e devo dire che ne è valsa la pena. Lo consiglio a tutti: appassionati di mitologia greca e non. Questo romanzo può essere letto sia avendo delle basi sui poemi classici e sia come lettura indipendente!

Buona lettura!

 


recensioni: INDICE

L’incubo di Biancaneve – La città dei mercenari








L' Incubo Di Biancaneve





Scarlet Danae





Retelling




Self-published




15 March 2018




173



Una ragazza sfortunata. Una misteriosa droga spacciata in delle mele. Un'overdose fatale e un viaggio in un mondo parallelo, infetto da un virus mortale e oppresso da sette streghe. Riuscirà Bianca a salvare il principe Darknight tenuto prigioniero nella città dei mercenari? Ma soprattutto, accetterà il suo destino come clone della rivoluzionaria Biancaneve?

L’incubo di Biancaneve è un retelling della fiaba classica di Biancaneve , ambientata in tempi moderni.

La protagonista è, ovviamente, Bianca, una giovane fanciulla che viene sfruttata dalla “matrigna”, l’antagonista, al pari di una prostituta. Viene introdotta in questo mondo proprio dalla matrigna, che la costringe a vendersi. Abbiamo quindi una nuova veste per entrambe, rivisitata e più moderna.

Ora: su questo libro vanno fatte alcune precisazioni, perciò procediamo per gradi. Si basa su un’idea di retelling originale e “folle” al punto giusto. Si tratta di quel tipo di follia che, ahimè, si rivela particolarmente  verosimile. Questo si nota soprattutto nella caratterizzazione dei personaggi e nel ruolo che ricoprono all’interno della storia. Bianca è una ragazza vittima di soprusi indescrivibili ma che, allo stesso tempo, progetta un qualche tipo di riscatto, rivincita, vendetta. Bianca ha un tipo di emancipazione e di sviluppo adatto ai tempi moderni e all’ambientazione della storia. La matrigna lucra su di lei vendendola come oggetto sessuale: sicuramente un tipo di abuso più attuale rispetto al costringere una ragazza a fare i lavori domestici o altro.

Tutto l’insieme, quindi, rende il romanzo tremendamente crudo e attuale. Tuttavia, bisogna sapere a cosa si va incontro: il linguaggio scelto dall’autrice è molto scurrile e schietto, senza giri di parole o “abbellimenti” delle scene descritte, anzi!

“Cosa sei Bianca?” mi domandò.

“Sono una cagna.”

“E cosa fanno le cagne?”

“Stanno a quattro zampe e abbaiano…”

L’intento dell’autrice presumo fosse proprio quello di rendere ancora più vivido il racconto. Molto probabilmente, se ci si trovasse davanti ad uno sfruttatore , questo non andrebbe molto per il sottile e userebbe un linguaggio molto simile a questo. Sotto questo punto di vista, la scelta dell’autrice è stata senza dubbio accurata.

Tuttavia, trattandosi di un romanzo, potrebbe non essere adatto a tutti i lettori: c’è chi apprezza e chi no, per questo è meglio essere a conoscenza di ciò che si sta per leggere.

La trama, ovviamente, è costruita su un susseguirsi di eventi, tra cui l’improvvisa precipitazione di Bianca in un mondo alternativo – dopo aver morso la famosa mela avvelenata. Il mondo in cui Bianca viene catapultata è costruito e descritto ancora meglio del precedente. Inoltre, fa la sua comparsa Cogito, un “personaggio” che guida Bianca dall’interno. Da questo momento Bianca diventa la vera protagonista “attiva”, inizia la sua avventura che la porterà al fianco di Darknight – un principe prigioniero – e non solo.

La città dei mercenari è il primo volume di questa saga fantasy: Bianca ha ancora molti passi da compiere prima che la “fiaba” si concluda.

l’incubo di Biancaneve: Nota personale e conclusioni

Personalmente ho apprezzato molto l’ambientazione e l’idea che sta alla base del retelling. Come anticipato, la trovo molto attuale e più verosimile di quanto si voglia credere. Ciò che, secondo me, fa perdere qualche punto al libro sono l’editing e il linguaggio. Il primo valido per tutti, il secondo solo per alcuni: a me, per esempio, non infastidisce il linguaggio volgare, nonostante preferisca uno stile più classico – ma, ovviamente, non è così per tutti, di conseguenza questa saga necessita di trovare il lettore adatto. Ma, d’altra parte, è così per ogni libro!

Recensioni: indice

The Queen’s Gambit






The Queen's Gambit Book Cover




The Queen's Gambit





Walter Tevis





Romanzo




Weidenfeld & Nicolson




14 April 2016




272



 

The Queen’s Gambit è un romanzo di Walter Tevis, pubblicato nel 1983 e riportato in auge dalla recente serie televisiva su Netflix.

Racconta la storia di Beth Harmon che, come via di fuga da una vita monotona e infelice, trova il gioco degli scacchi – che la appassiona a tal punto da assorbirla completamente e renderla una delle migliori in quell’ambito ma che la porta anche ad accentuare problemi già radicati in lei, come la dipendenza da alcol e tranquillanti.

Il titolo del libro fa riferimento ad una mossa di scacchi che prevede il sacrificio di un pedone per mettere in posizione di vantaggio la regina. Oltre ad essere un titolo d’effetto, è anche molto significativo se paragonato al contenuto del romanzo.

Questo libro, infatti, tratta molti argomenti difficili e importanti. Lo fa su più livelli. A livello individuale tratta di:

  • la solitudine, l’abbandono, l’infanzia, l’adolescenza e lo sviluppo della personalità e delle capacità di una persona. Beth è orfana, vive in un orfanotrofio, è introversa e solitaria. Riesce a stringere solo due legami forti: con il custode dell’orfanotrofio, nonché suo primo maestro di scacchi, e con una compagna di stanza.
  • la dipendenza: in questo caso da tranquillanti, sin dall’età adolescenziale, e dall’alcol in età adulta.
  • l’emancipazione femminile: Beth è l’unica donna a competere a livello mondiale in un gioco che fino a quel momento era stato prettamente maschile.
  • in generale, tratta di psicologia: tutti gli eventi che possono accadere  nell’arco di una vita e le ripercussioni psicologiche che possono avere su un individuo; le sue reazioni e comportamenti. Nel caso di Beth: il lutto, la celebrità improvvisa, il rapporto con gli uomini, la passione per un gioco che diventa quasi fanatismo.

Allo stesso modo, tratta di temi importanti anche a livello macroscopico, inserendo all’interno della trama le rivalità storiche tra America e Russia, descrivendo in modo piuttosto schietto e preciso la società americana degli anni ’50, la posizione della donna in questa società e così via.

The Queen’s Gambit tratta decine di argomenti importanti e delicati ma lo fa in modo quasi impercettibile, perché tutto ciò viene magistralmente “nascosto” sotto la trama principale che porta Beth dall’infanzia all’età adulta in un susseguirsi di vicende e intrecci che appassionano il lettore tanto da farlo arrivare al fondo concentrandosi solo su questo aspetto, per poi riflettere in seguito sul contenuto più profondo del libro.

Lo stile dell’autore è insolito: spezza le scene, spostando il focus da un personaggio all’altro in modo repentino e improvviso, soprattutto nella prima parte del libro. La narrazione avviene in terza persona e, ovviamente, nonostante alterni diversi personaggi, ritorna sempre sulla protagonista.

Il ritmo è medio/veloce: i fatti narrati sono molti e ravvicinati nel tempo; ci sono descrizioni di scene, stati d’animo e personaggi ma sono bilanciate e aiutano il lettore a immaginare le intere scene.

Complessivamente è un bel romanzo: si legge in modo piacevole e scorrevole, ha una bellissima ambientazione geografica e storica, nonché un accurato studio dei dettagli (primo tra tutti, tutto ciò che riguarda gli scacchi).

Nota personale:

Ho letto questo libro in lingua originale e non ho avuto modo di confrontarlo con l’edizione italiana. Quindi è possibile che la mia percezione dello stile e del ritmo siano state influenzate da questo. Il lessico utilizzato è molto curato e ricercato, ci sono molti vocaboli che non si sentono abitualmente, anche per ciò che non riguarda gli scacchi.

The queen’s gambit su Netflix

Avendo letto il libro e visto la serie, la domanda che sorge spontanea è: qual è il più bello? Entrambi. Il libro personalmente mi è sembrato meno “dolce” rispetto alla serie, che però si è rivelata molto accurata nel rispettare la trama del libro.

Inoltre l’interpretazione della protagonista è stata singolare e l’attenzione per i dettagli altrettanto meritevole: le partite di scacchi sono tutte realmente giocate, gli abiti rispecchiano a pieno la moda dell’epoca e, in generale, la serie è stata un ottimo lavoro sotto ogni punto di vista.

Si vocifera che sia in produzione un seguito: personalmente spero non sia così perché, per quanto si possa desiderare un’altra stagione così entusiasmante, non sarebbe più fedele al libro ma risulterebbe una forzatura.

Detto ciò, consiglierei entrambi: magari prima il libro e poi la serie! Buona lettura e buona visione!

 


Tutte le altre recensioni: INDICE

Gelidi abissi






Gelidi abissi Book Cover




Gelidi abissi





Massimo Gagliardini





Fiction, Romanzo Storico




Bonfirraro




2020




324



Southampton, 1912. Emily e Clayton si imbarcano sul maestoso Titanic per il loro viaggio di nozze in America. L'eccitazione della coppia per la lunga traversata si tramuta ben presto in inquietudine quando Clayton fa la conoscenza di un altro passeggero, Renard, un grottesco individuo dal passato scomodo e oscuro che nasconde un piano sconvolgente. Giorno dopo giorno, Clayton ed Emily si ritrovano a subirne la presenza magnetica, finché Clayton prova a ricomporre i tasselli di un puzzle che si perde nei lontani anni della sua gioventù. In una matassa di reticenze e menzogne, arriva il momento della resa dei conti tra Clayton e Renard, mentre il Titanic continua la sua corsa verso New York, solcando cieli bui e acque gelide, finché il fatale impatto con un gigantesco iceberg non lo squarcia nella notte. Sulla nave è il delirio, una corsa disperata verso le poche scialuppe che vengono calate in mare, mentre il transatlantico affonda sempre di più, fino a spezzarsi in due tronconi e colare a picco. Il destino di Clayton, Emily e Renard correrà lungo la rotta di morte che distingue tra sommersi e salvati e sarà proprio Emily ad affrontare rivelazioni sconvolgenti che la condurranno a scoprire una terribile verità troppo a lungo taciuta.

Gelidi abissi di Massimo Gagliardini è un romanzo ambientato nel 1912, che narra la storia del Titanic sotto un altro punto di vista rispetto a quello che solitamente abbiamo visto, letto è ascoltato.

Racconta la storia di Emily e Clayton che partono sul Titanic per festeggiare le loro nozze ma, poco dopo la partenza, Clayton fa la conoscenza di un misterioso personaggio di nome Renard, il quale nasconde un piano chi lascia la giovane coppia stupefatta e inquieta.

Dopo una serie di vicissitudini che riguardano vicino la giovane coppia e lo scuro Renard, si arriva al fatale e noto evento che riguarda la maestosa nave su cui i protagonisti si erano imbarcati: lo scontro con l’iceberg. 

Nel frattempo Clayton scopre le origini di Renard e come il loro passato sia in qualche modo collegato. Inizia ad essere sospettoso ed inevitabilmente i due arriveranno ad uno scontro finale. Fatalmente questo scontro coincide con il momento del naufragio e la vicenda si complica ulteriormente.

I personaggi principali sono quindi tre:

  • Emily, la giovane sposa, agiata e innamorata. In qualche modo ricorda la protagonista del film Titanicse non altro per le origini benestanti. Tuttavia, ha un carattere quasi opposto alla celebre Rose, che si strugge per non poter vivere una vita libera e per la sua impotenza nella società; Emily, al contrario, è piuttosto spensierata e ingenua.
  • Clayton è il classico uomo per bene, felice di aver raggiunto il traguardo del matrimonio con una bella donna. Ha però un passato spinoso, che preferirebbe dimenticare.
  • Renard, l’antagonista, colui che metterà alla prova la giovane coppia.

I tre ruoli si accavallano e prendono importanza in modo alternato: verso la fine, per esempio, sarà proprio Emily ad avere un ruolo rilevante nella vicenda!

Gelidi Abissi: Oltre la trama

Il ritmo è medio, scorrevole; un libro caratterizzato da un buon lessico, non troppo formale ma nemmeno colloquiale, unito a belle descrizioni e caratterizzazione dei personaggi.

La trama portante del Gelidi Abissi, inventato dall’autore, è ben amalgamata alla storia realmente accaduta del Titanic, riguardante la nave e alcuni personaggi. Sì, perché alcuni dei personaggi secondari sono realmente esistiti: al fondo del libro è stata inserita una breve biografia per ognuno –  molto apprezzata!