Iperrealismo e Speed drawing

Iperrealismo e speed drawing. Il corso facile e veloce per realizzare disegni più veri di una fotografia. Ediz. illustrata Book Cover Iperrealismo e speed drawing. Il corso facile e veloce per realizzare disegni più veri di una fotografia. Ediz. illustrata
Marcello Barenghi
Art
2021
160

Più vero del vero: pietre preziose brillano sulla carta come in uno scrigno, un coccodrillo emerge dalla pagina come dalle acque del Nilo, un cono di panna e cioccolato sembra così reale da far venire l'acquolina in bocca. Marcello Barenghi è diventato celebre grazie ai suoi disegni, che sembrano prendere vita sulla pagina. Il suo canale YouTube conta oltre due milioni e mezzo di utenti, e molti dei suoi video sono stati visualizzati più di venti milioni di volte da appassionati, illustratori e semplici curiosi. Questo manuale illustrato svela come realizzare alcune fra le creazioni più spettacolari dell'artista, ma non solo: fornisce anche tutte le basi e i segreti per iniziare a disegnare in completa autonomia. I materiali per la tecnica mista dell'autore, che utilizza acquerelli, pantoni, acrilici, blender e molto altro. Le tecniche e le fasi del disegno, dall'individuazione del soggetto (seguendo parametri rigorosamente tecnici, oltre che estetici) alla rifinitura, passando per il delicato processo legato all'utilizzo della luce e dei riflessi. Un libro per grafici, illustratori, creativi desiderosi di far fare un salto di qualità alle loro creazioni.

Iperrealismo e Speed drawing è un testo di Marcello Barenghi, edito da Gribaudo Editore, definito “corso facile e veloce per realizzare disegni più veri di una fotografia”.

Nella prima parte del testo l’autore si presenta e spiega come si è diventato un artista, successivamente si trova una sezione dedicata alle tecniche ai materiali e alle fasi del disegno.

In questa sezione l’autore definisce come la sua sia una tecnica mista. Ciò significa che utilizza qualsiasi medium disponibile per ottenere il risultato desiderato, ossia quello più realistico possibile; di conseguenza parla di acquerelli, matite colorate, aerografo, pantoni, penne, pennarelli, colori acrilici, e così via. In sostanza grazie la sua esperienza l’autore ha acquisito competenze tali per cui, in base al soggetto che deve rappresentare, utilizza i materiali più adatti – molto spesso mescolandone molti. Una particolarità su cui si concentra in questa fase descrittiva del lavoro è l’utilizzo di cartoncino grigio anziché bianco come base per il disegno, perché permette di creare contrasti diversi rispetto alla base bianca e permette all’artista di vedere la sua opera in modo diverso.

Successivamente si passa alla sezione delle fasi e delle tecniche del disegno, che l’autore suddivide in attività preparatorie (ossia il soggetto e le foto di riferimento), le prove di colore, la base di colore, le ombre, ecc.

La terza, ultima e più corposa, sezione del testo è quella dedicata ai tutorial: 20 disegni iperrealistici con spiegazioni passo dopo passo. Dalla gemma all’animale, dall’oggetto di uso comune all’unicorno: con questi 20 esempi l’autore ci spiega come ottenere una rappresentazione estremamente fedele di un qualsiasi soggetto. 

Iperrealismo e speed drawing –Precisazione: si tratta di spiegazioni che danno per scontato delle basi di proporzione, prospettiva e una conoscenza almeno approssimativa dei materiali.


Nota personale: ho acquistato questo libro usato, ad un prezzo nettamente inferiore rispetto a quello di copertina. L’ho comprato alla cieca, senza verificarne i contenuti e tutto sommato l’ho trovato utile nonostante io non usi una quantità così elevata di materiali contemporaneamente. Perciò lo consiglio come libro extra/da consultazione a chiunque si diletti con qualsiasi forma d’arte, tenendo comunque presente che si limita alla spiegazione di quesiti 20 esempi.


Recensioni: BLOG

 

@alice.sogno

Pubblicità ecosostenibile: un’introduzione

Al giorno d’oggi la pubblicità è fondamentale per un’azienda che spera nel successo: su carta stampata, su plastica, online e chi più ne ha più ne metta. Esiste però un problema: molti dei sistemi maggiormente utilizzati per diffondere la pubblicità sono estremamente dannosi per l’ambiente. La soluzione? La pubblicità ecosostenibile.

Perché la pubblicità tradizionale danneggia l’ambiente.

Tradizionalmente la pubblicità viene diffusa tramite carta o gadget (penne, bicchieri, accendini, ecc). Il problema della carta è che, spesso, le compagnie che la forniscono alle stamperie creano un enorme danno ad interi ecosistemi per via dello sfruttamento eccessivo delle foreste. Il problema della plastica, invece, è noto a tutti: ne produciamo e ne abbiamo prodotta troppa.


Le soluzioni?

Per quanto riguarda la carta si può banalmente parlare di carta riciclata oppure proveniente da foreste in cui sono rispettati determinati standard ambientali, sociali ed economici. Per la plastica invece la riposta è molto più sfaccettata: si possono trovare materiali alternativi e prodotti alternativi.

Pubblicità ecosostenibile: in cosa consiste?

La pubblicità ecosostenibile si basa su prodotti che possano soddisfare le esigenze di marketing ma che, allo stesso tempo, hanno un impatto ambientale minimo.
I prodotti stampati ecosostenibili sono certificati FSC: la quale garantisce che i prodotti siano stampati su materiali provenienti da foreste dove sono rispettati rigorosi standard ambientali, sociali ed economici.

Alcuni materiali ecosostenibili.

Alcuni dei materiali ecosostenibili su cui si basa la nostra pubblicità sono: la carta riciclata, il sughero, il legno e i tessuti organici.
Con questi materiali si può realizzare tutto il necessario per un piano pubblicitario a 360°: biglietti da visita, carta intestata, volantini (e tutto ciò che è cartaceo), gadgets promozionali di ogni genere e per ogni utilizzo, shopper, abbigliamento e articoli da regalo.

Per consultare il listino prezzi e maggiori informazioni visita la pagina greenlife sul sito!


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Grafica per aziende: a cosa serve?

Molte grandi aziende, al giorno d’oggi, si affidano ad uno o più grafici per curare la loro identità digitale; ma qual è l’utilità di avere un grafico o un team di grafici al proprio fianco? Nell’articolo di oggi scopriremo a cosa serve la grafica per aziende.

Identità digitale.

L’identità digitale, aspetto fondamentale di qualsiasi business nell’era social, è l’insieme di caratteristiche estetiche, social e web che rendono un’azienda riconoscibile. Un logo, un sito web, un account social ecc ecc… Sono tutti aspetti fondamentali nella creazione di una forte identità digitale. Il grafico che si occupa di un’azienda porta un contributo importantissimo alla creazione dell’immagine digitale dell’azienda.

Grafica per aziende, è necessaria?

Una domanda che alcuni potrebbero porsi è se la grafica, al giorno d’oggi, sia fondamentale per le aziende; la risposta breve è assolutamente. Un’azienda nel 2020 non può sperare di crescere soltanto per passa parola fra clienti e giuste scelte di imprenditoria. Un’azienda, nel 2020, per crescere necessita di una forte identità digitale, coadiuvata da una forte presenza social e pubblicità innovative e creative.
A differenza di quello che credono molte piccole aziende: non basta stampare un foglio di carta con una foto del prodotto e una scritta rossa a caratteri cubitali per fare pubblicità;  allo stesso modo non basta scrivere il nome della propria azienda con un disegnino carino per creare un logo. La pubblicità è un sottile lavoro che richiede abilità e conoscienze specifiche, così come per la creazione di un logo e, per esteso, un’identità digitale.

Risvolti positivi della grafica per aziende.

Il lavoro di un grafico è far si che le persone notino l’azienda: se un grafico fa al meglio il proprio lavoro e i prodotti dell’azienda sono validi, i risvolti si notano nell’aumento delle vendite. Ovviamente i risultati del lavoro di un grafico non si vedono nei giorni successivi alla pubblicazione dei suoi lavori e dipendono sempre dal prodotto offerto dall’azienda.


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Movimenti artistici: la “linea del tempo”

Movimenti artistici: la “linea del tempo”

Qualche giorno fa, ho fatto un sondaggio chiedendo di scegliere tra un articolo riguardante un artista o un movimento artistico: ha vinto il movimento artistico!

L’unico problema è stato sceglierne uno… sicché, ho deciso di scrivere un articolo contenente una sorta di “linea del tempo” con i più importanti movimenti artistici. Questo articolo servirà da base ai prossimi approfondimenti sulla storia dell’arte.

Cominciamo!!


Di seguito, un elenco dei principali movimenti con alcune caratteristiche ed alcuni esempi:

  • 1000/1200: Romanico, è quella fase dell’arte medievale europea che si sviluppa fino all’affermazione dell’arte gotica. Definita “romanica” perché si sviluppa nei territori che sono stati conquistati dai romani, benché fosse differente sotto molti punti di vista dall’arte romana vera e propria, alcune caratteristiche rimangono comuni. Caratterizzata da linee e motivi molto semplici, l’architettura ha un aspetto semplice e massiccio (un esempio: San Miniato al Monte – Firenze).
  • 1100/1200: Cistercense, si denomina architettura cistercense quella sviluppata dai monaci cistercensi nella costruzione delle loro abbazie, al momento dell’espansione iniziale di questo ordine religioso.
  • 1150/1400: Gotico, Il gotico è una fase della storia dell’arte che, da un punto di vista geografico, nasce nella regione intorno a Parigi, per poi diffondersi in tutta l’Europa e termina, in alcune aree, per lasciare il suo posto al linguaggio architettonico di ispirazione classica, ritrovato nel Rinascimento italiano e da qui irradiatosi nel resto del continente. Il gotico è un fenomeno di portata europea dalle caratteristiche molto complesse e variegate, che interessa tutti i settori della produzione artistica, portando grandi sviluppi anche nelle cosiddette arti minori: oreficeria, miniatura, intaglio di avorio, vetrate, tessuti, ecc.
    Si differenzia in periodi più specifici:
    – Gotico Radiante (a partire dal 1230)
    – Gotico Ornato (a partire dal 1290)
    – Gotico Perpendicolare (a partire dal 1330)
    -Gotico Cortese (a partire dal 1370)
    -Gotico Internazionale (a partire dal 1370)
    -Gotico Fiammeggiante (a partire dal 1390)
  • 1400/1500: Umanesimo: si intende quel movimento culturale, ispirato da personalità come Petrarca e Boccaccio, volto alla riscoperta dei classici latini e greci nella loro storicità, per riportarli negli usi e costumi quotidiani. Rappresenta l’inizio della rinascita dopo il Medioevo. L’umanesimo coinvolge ogni ambito culturale: arte, scultura, letteratura.
  • 1400/1600: Rinascimento: è un periodo artistico e culturale della storia d’Europa, che si sviluppa a Firenze tra la fine del Medioevo e l’inizio dell’età moderna, con molte differenze a seconda della zona geografica che si prende in considerazione. Il Rinascimento, vissuto dalla maggior parte dei suoi protagonisti come un’età di cambiamento, fa nascere un nuovo modo di concepire il mondo e sé stessi, sviluppando le idee dell’umanesimo, ad opera soprattutto di Francesco Petrarca, e portandolo a influenzare per la prima volta anche le arti figurative e la mentalità corrente.
  • 1500/1600: Naturalismo
  • 1500/1600: Umanesimo Nordico
  • 1500/1540: Leonardismo
  • 1500/1600: Monumentalismo
  • 1500/1600: Italianismo
  • 1600/1700: Barocco, è il termine utilizzato per indicare una “visione” culturale nata a Roma, che si esprime in diversi ambiti come la letteratura, la filosofia, l’arte e la musica.
  • 1600/1700: Realismo
  • 1600/1800: Illusionismo
  • 1650/1800: Quadraturismo
  • 1700/1900: Orientalismo
  • 1715/1770: Rococò, Il Rococò è uno stile ornamentale sviluppatosi in Francia come evoluzione del barocco. Si distingue per la grande eleganza e la sfarzosità delle forme, caratterizzate da ondulazioni ramificate in riccioli e lievi arabeschi floreali. Sono espresse soprattutto nelle decorazioni, nell’arredamento, nella moda e nella produzione di oggetti.
  • 1750/1830: Neoclassicismo
  • 1770/1900: Neogotico
  • 1790/1848: Romanticismo, è stato un movimento artistico, musicale, culturale e letterario sviluppatosi in Germania (esempio: Francesco Hayez).
  • 1850/1920: Estetismo: è un movimento artistico, ma soprattutto letterario, della seconda metà dell’800. Rappresenta una tendenza del Decadentismo, che trova il suo massimo splendore grazie alle opere di Oscar Wilde. Questo movimento è tuttavia riscontrabile anche in vari studi di filosofi o studiosi di discipline umanistiche che intendono darne una definizione etimologicamente esatta, dato che si contemplano due categorie riguardanti l’estetismo, ossia quella filosofica e quella morale.
  • 1855/1900: Macchiaioli
  • 1862/1900: Giapponismo
  • 1874/1886: Impressionismo è un movimento artistico nato in Francia e durato fino ai primi anni del Novecento. Una precisa esperienza di gusto, un momento caratteristico e storicamente definito, identificano questa tendenza nella civiltà artistica moderna (esempio: Claude Monet)
  • 1880/1910: Simbolismo
  • 1886/1900: Puntinismo
  • 1890/1920: Liberty: L’Art Nouveau, noto in Italia anche come stile floreale, stile Liberty o arte nuova, è un movimento artistico e filosofico attivo nei decenni a cavallo tra l’Ottocento e il Novecento che influenza le arti figurative e l’architettura in ogni Paese europeo, anche se noto con nomi diversi (esempio: Gustav Klimt).

Libri consigliati:

Verde & Arte

Verde & arte

Il verde è il simbolo della natura e nell’arte questo tema è particolarmente ricorrente. Non solo: il verde è sinonimo di rinascita, rilassatezza, armonia, calma. Proprio per questo  motivo, a partire dal XVIII secolo, con l’Illuminismo, il verde sembra essere una vera e propria scoperta, dopo un millennio cupo e grigio.

Un esempio eclatante di questa scoperta è La teoria dei colori di Goethe, in cui definisce il verde un colore riposante, da utilizzare all’interno della casa, sui muri, addirittura in camera da letto. Sempre Goethe scrive: “è grigia, caro amico, qualunque teoria. Verde è l’albero d’oro della vita.”

Nel periodo dello sviluppo industriale, tra la fine dell’800 e l’inizio del ‘900, il verde viene un po’ accantonato, per poi tornare in auge nei tempi moderni: viene, infatti, utilizzato spesso sia nell’ambito della moda e sia in tutto ciò che riguarda il design, l’arredamento, e così via.

Come spesso accade con i colori, il verde ha assunto diversi significati a seconda del luogo e del periodo che si vogliono considerare, per esempio: per il Cristianesimo significa Speranza, nella simbologia moderna significa “positivo, via libera, approvato”, in natura è il colore dominante, in Cina il verde rappresenta lo Yin. Tutte connotazioni positive.

Tuttavia, non è sempre stato così. In passato il verde era considerato un colore sgradevole e dal significato negativo: nelle lingue classiche non esiste distinzione tra verde e scuro, per esempio. Inoltre il verde è anche sinonimo di acerbo, immaturo, inesperto.

Di fatto il verde ha due significati opporti: verde chiaro per la rinascita, la giovinezza, la freschezza; il verde “marcio”, per l’appunto, della degradazione, della putrefazione, della morte.

In passato, sono state realizzate numerose opere d’arte che devono il loro splendore e il loro significato proprio al colore verde.

PAOLO UCCELLO

La “terra verde”, un pigmento a base di ossido di ferro e acido silicico, viene utilizzata in Toscana e nell’Italia Settentrionale fino alla metà del ‘400. Si tratta di un colore che si presta particolarmente all’abbinamento con il rosso e l’arancio. Un esempio significativo di questo utilizzo, si trova nella chiesa Santa Maria Novella, a Firenze, in cui Paolo Uccello realizzò, con questa tecnica del monocromo, il chiostro Verde in cui sono raffigurati alcuni episodi dell’Antico Testamento, tra cui il Diluvio Universale. Un’opera unica per l’utilizzo dei colori e per la resa della prospettiva.

VITTORE CARPACCIO

San Giorgio e il drago è un dipinto a tempera su tavola di Vittore Carpaccio, datato 1502 e conservato nella Scuola di San Giorgio degli Schiavoni a Venezia.

Su uno sfondo dilaniato e sofferente, spicca San Giorgio che si lancia all’uccisione del drago. In secondo piano, sulla destra, la principessa assiste in posizione orante. Tutta la tela è attraversata da una diagonale che va dalla damigella, lungo la lancia, fino alla coda attorcigliata del drago, per indirizzare lo sguardo e dare maggiore significato alla scena.

Tutto intorno ai protagonisti della scena ci sono corpi dilaniati, resti delle vittime e, a rendere ancora più inquietante la scena, vipere, rospi e avvoltoi.

I colori dominanti sono: giallo, marrone, grigio e verde. Gli unici elementi a creare contrasto sono il cavallo bianco, l’armatura grigia e il vestito rosso della principessa.

In questo caso il verde scuro ha un significato cupo e sinistro: è infatti il colore utilizzato per la pelle del drago, in questo caso bestia crudele e spietata.

 

MANET

L’opera Colazione sull’erba fu al centro di uno dei più clamorosi scandali artistici dell’intera storia dell’arte. Gli animi benpensanti della borghesia parigina si indignarono di fronte alla donna nuda dipinta da Manet, definendo l’opera una vera e propria «indecenza».

Non che il nudo fosse una novità all’epoca, ma lo scandalo non fu dovuto al nudo in sé, bensì al fatto che non fosse “giustificato”. L’opera ritrae, infatti, una donna nuda e due uomini vestiti, senza fare alcun riferimento a scene della mitologia, piuttosto che della storia o della letteratura: la donna di fatto era una parigina qualunque. Lo stesso vale per gli uomini: non sono vestiti in modo da ricordare in qualche modo personaggio storici o mitologici, portano semplicemente degli abiti che rispecchiano la moda parigina dell’epoca.

Sicché i critici si trovarono di fronte ad un’opera che univa un’ambientazione tipicamente accademica e classica a personaggi moderni. Come se non bastasse Manet fu accusato di non aver reso onore e rispetto all’opera classica.

Il verde, in questo caso, svolge la funzione di “contorno” e di sfondo, quasi volessero stemperare l’atmosfera creata dalla donna.

 

MILLAIS

La tela si ispira al personaggio di Ofelia, uno dei protagonisti dell’Amleto di William Shakespeare.

A dare avvio alla tragedia shakesperiana vi è l’improvvisa apparizione dello spettro del padre di Amleto che, rivelando l’autore dell’omicidio, il fratello Claudio, chiede al figlio vendetta. Amleto quindi rimanda l’azione fingendosi pazzo: lo squilibrio viene attribuito all’amore che egli nutre per Ofelia, figlia del ciambellano Polonio (la giovane, effettivamente, era stata già in passato bersaglio delle mire amorose di Amleto). La follia di Amleto lacera nel profondo la fanciulla: Amleto, per proseguire il proprio intrigo, non esita infatti a insultare impudentemente la pur amata Ofelia. La situazione precipita quando, inscenato dinanzi a Claudio il dramma dell’omicidio perpetrato ai danni del re, Amleto uccide Polonio. Ofelia è ormai incapace di ragionare assennatamente in seguito alla morte del padre e, disgraziatamente, muore annegando in un ruscello. Il suo trapasso viene reso noto al pubblico nella seguente battuta:

« C’è un salice che cresce storto sul ruscello e specchia le sue foglie canute nella vitrea corrente; laggiù lei [Ofelia] intrecciava ghirlande fantastiche di ranuncoli, di ortiche, di margherite, e lunghi fiori color porpora cui i pastori sboccati danno un nome più indecente, ma che le nostre illibate fanciulle chiamano dita di morto.
Lì, sui rami pendenti mentre s’arrampicava per appendere le sue coroncine, un ramoscello maligno si spezzò, e giù caddero i suoi verdi trofei e lei stessa nel piangente ruscello.
Le sue vesti si gonfiarono, e come una sirena per un poco la sorressero, mentre cantava brani di canzoni antiche, come una ignara del suo stesso rischio, o come una creatura nata e formata per quell’elemento. Ma non poté durare a lungo, finché le sue vesti, pesanti dal loro imbeversi, trassero la povera infelice dalle sue melodie alla morte fangosa. »

(Amleto, Atto IV, scena VII)
[fonte Millais: Wikipedia]

In questo dipinto la natura è la base di tutto:

  • salice, ortica e margherite: innocenza;
  • papavero: morte;
  • rosa: bellezza, gioventù, cerimonia funeraria;
  • nontiscordardime: ricordo;
  • viola del pensiero: amore infelice.

 

Andy Warhol: pittore, scultore, regista, attore, sceneggiatore…

Andy Warhol, l’artista.

22 febbraio 2018: 31° anniversario della morte di Andy Warhol, il pittore, lo scultore, il regista e l’attore, lo sceneggiatore e il direttore della fotografia, l’artista.

Andy Warhol è lo pseudonimo di Andrew Warhola Jr. (nato a Pittsburgh nel 1928), è stato un artista in molti ambiti differenti, nonché il massimo esponente del movimento della Pop Art.

L’uomo

Warhol nasce a Pittsburgh, in Pennsylvania, il 6 agosto del 1928, da genitori di origine slovena. Studia arte pubblicitaria al Carnegie Institute of Technology di Pittsburgh e, dopo la laurea, si trasferisce a New York, dove lavora per i colossi della pubblicità, come Vogue e Glamour.

Rimane colpito dai colpi di pistola di una femminista radicale che tenta di ucciderlo nel 1968, vicenda che passa in secondo piano per via dell’assassinio di Kennedy; tuttavia, questo evento ha una forte ripercussione su di lui e le sue apparizioni pubbliche diminuiscono notevolmente.

Muore nel 1987, il 22 febbraio appunto, in seguito ad un intervento chirurgico. L’anno seguente, 10.000 oggetti di sua proprietà sono venduti all’asta per finanziare la “Andy Warhol Foundation for the Visual Arts”. Nel 1989 il Museum of Modern Art di New York gli dedica una grande retrospettiva. Dopo la sua morte, le sue opere aumentano notevolmente il proprio valore, tanto da renderlo l’artista più venduto e comprato dopo Picasso.

Il pittore

Alcune delle opere di Warhol diventano vere e proprie icone (Marilyn Monroe su tutte), tanto da essere riprodotte e re-interpretate in qualsiasi modo, anche a distanza di anni; diventano anche il simbolo della Pop Art a tutti gli effetti, tant’è che tutt’oggi qualunque cosa sia associata alla Pop Art, ha come immagine l’opera Marilyn, realizzata da Warhol nel 1964.

Il segreto del suo “genio” e del suo successo sta nella ripetizione: il soggetto scelto viene ripetuto più volte su tele di grosse dimensioni, variandone i colori (sempre molto forti, ad alto impatto visivo). Il soggetto viene svuotato di ogni significato e riprodotto più e più volte, fino a creare un effetto ottico assolutamente innovativo: a partire dalle bottiglie di Coca-Cola, al viso di Marilyn, dagli incidenti stradali alla sedia elettrica.

Oltre alla rivoluzione nello stile, c’è la rivoluzione nel pensiero: il messaggio racchiuso nelle sue opere è una provocazione vera e propria. L’arte deve essere consumata, come qualsiasi altro prodotto in commercio, deve essere alla portata di tutti.

In seguito, riproduce opere classiche di artisti come Leonardo da Vinci e Piero della Francesca (ha realizzato l’Ultima Cena poco prima di morire).

 

Il produttore, il regista

A partire dal 1963, Warhol realizza alcuni film minimali (Sleep, Kiss, Eat, Blow Job, Empire), con l’intenzione di studiare la composizione dell’immagine: sostanzialmente si stratta di azioni ripetute, riprese con una camera fissa, mantenendo sempre lo stesso punto di vista. Successivamente, lavora per alcuni anni alla Silver Factory, un laboratorio aperto a tutti, dove le idee e i suggerimenti venivano mescolati per trovare le “soluzioni” migliori e maggiormente innovative. Si crea così un luogo in cui la Pop Art non è più “solo” un movimento artistico, ma uno stile di vita: un luogo in cui persone diverse, con idee diverse, si trovano per confrontarsi senza giudicare.

Lo Screen Test

Si tratta forse della più importante produzione cinematografica di Warhol: composto da 500 rulli, lo Screen Test è una raccolta di 500 ritratti filmati di persone in visita alla Factory. I filmati vengono realizzati con una camera fissa e viene chiesto alle persone di fissarla, immobili, per tre minuti.

« Trovo il montaggio troppo stancante […] lascio che la camera funzioni fino a che la pellicola finisce, così posso guardare le persone per come sono veramente. »

L’obiettivo di queste riprese è duplice: conoscere il personaggio a fondo e farlo conoscere allo spettatore, spingendolo a riflettere.

 

Per approfondire:

  • La foto di copertina dell’articolo è tratta da Il colore nell’arte di Stefano Zuffi
  • Andy Warhol di Arthur C. Danto
  • Andy Warhol di Michele Dantini (Dossier d’Art)

Oro & arte

Il colore ORO

…il colore oro che fa parte della storia dell’uomo sin dall’antichità, assumendo significati e utilizzi differenti nel corso del tempo, ma comunque sempre presente in ogni luogo e periodo storico. Questo perché non si tratta semplicemente di un colore ma di un materiale, un metallo prezioso.

  • Antica Grecia: l’oro è nella mitologia come simbolo e nella realtà come ornamento.
  • Antico Egitto: si può dire che l’oro sia l’Antico Egitto, e viceversa.
  • Antica Roma: come in Grecia, l’oro è simbolo di sfarzo e benessere, è la moneta, è il simbolo di un Impero rigoglioso.
  • Popolo vichingo: secondo alcuni ritrovamenti, questo popolo ha utilizzato le antiche monete d’oro romane per scambi commerciali.
  • Sud America: Eldorado, ed è tutto detto.

L’elenco potrebbe essere interminabile, se si pensa che per ogni singola civiltà e luogo sul pianeta si può trovare un nesso con l’oro.

E, proprio per questo, da sempre utilizzato in diverse forme d’arte: dalla lavorazione del metallo stesso alla pittura, dalla scultura all’arte orafa, e così via (l’arte sacra è particolarmente caratterizzata dalla presenza di elementi in oro o di colore oro).

IL MEDIOEVO E L’ARTE ORAFA

L’oro viene utilizzato nell’arte con maggiore intensità nel Medioevo: periodo in cui questo colore assume il significato vero e proprio di ciò che non è reale. Ed ecco che si diffonde l’utilizzo dell’oro nell’arte sacra: dipinti, sculture, raffigurazioni religiose di ogni genere.

Proprio durante il Medioevo, il colore oro utilizzato nelle opere d’arte, viene realizzato da artigiani (chiamati Battiloro), che ricavano minuscole pagliuzze di metallo dalla battitura delle monete: è il primo colore a non essere ricavato da pigmenti naturali (pietre, vegetali o animali).

L’oreficeria diventa la vera e propria “arte guida” del Medioevo. Il periodo di transito tra la caduta dell’Impero Romano e la nascita dei regni barbarici, porta ad un mutamento dell’arte: dall’architettura e scultura si passa alla lavorazione del legno e dei metalli.

A partire dalla seconda metà del V secolo, inoltre, molte di queste popolazioni si convertono al cristianesimo, portando le loro arti nel mondo liturgico e nei temi iconografici tipicamente cristiani, diventa così la tecnica guida per tutto l’Alto Medioevo.

L’arte orafa è, poi, lo spunto per altre tecniche particolarmente utilizzate in questo periodo storico: bassorilievi in pietra, miniature e decorazione di libri (praticata per la maggior parte dai monaci irlandesi).

L’arte orafa trasforma la rappresentazione della realtà in simbolismo: i Celti, per esempio, mirano a creare dei simboli facilmente riconoscibili, piuttosto che a riprodurre la realtà tale e quale.

TAVOLE A FONDO ORO

Prima dello sviluppo della prospettiva, la tipologia di dipinto più diffuso – soprattutto nell’arte sacra – è la pittura su tavola a fondo oro: le figure “piatte” vengono rappresentate su un fondale dorato, su una o più assi di legno (con, solitamente, il perimetro rinforzato da ferro e chiodi).

Prima di realizzare il dipinto, è necessario far realizzare la cornice, la struttura in ferro e sagomare le tavole, in seguito si stende una sottilissima lamina creata battendo una goccia d’oro zecchino tra due pelli. Infine viene realizzato il dipinto con colori a tempera, fissato con vernici lucide.

CUPOLA DI SAN LORENZO – 4 luglio 1442

Dove cercare l’oro se non in un cielo stellato? La cupola della vecchia sagrestia di San Lorenzo a Firenze è una rappresentazione particolarmente significativa della volta celeste.

Forse non tutti sanno che la rappresentazione iconografica dello zodiaco ha attraversato più di tre millenni, mantenendo il proprio significato invariato: dalla Babilonia alla Grecia, dall’Antico Egitto  al Cristianesimo.

La fascia che unisce Sole, Luna, e i pianeti visibili a occhio nudo (Mercurio, Venere, Marte, Giove e Saturno) racchiude i dodici simboli dello zodiaco che, nonostante siano passati attraverso popolazioni e culture diverse, hanno mantenuto invariati il nome, la sequenza, la raffigurazione e le caratteristiche dei segni.

Tornando alla cupolina: si trova sopra l’altare della sagrestia vecchia in San Lorenzo, a Firenze, progettata da Brunelleschi, rappresenta una mappa del cielo estremamente fedele (Sole, meridiani, costellazioni zodiacali, ecc)… il cielo rappresentato è quello del 4 luglio 1442: il Sole è posizionato sulla costellazione del Cancro, posto tra Leone e Gemelli.

L’opera strabiliante è stata realizzata da Giuliano d’Arrigo con foglia d’oro e azzurrite, con la collaborazione dell’astronomo Paolo Dal Pozzo Toscanelli (amico di Brunelleschi e legato alla famiglia Medici).

Un’opera conservata perfettamente, che ci mostra esattamente come si presentava il cielo sopra Firenze il 4 luglio del 1442.

ORO-DENARO (1500/1600)

Nel mondo dell’arte sacra, l’oro è conosciuto – oltre che come simbolo di tutto ciò che è divino – anche come “vile denaro“: in molte opere vengono riportate scene in cui Cristo condanna l’uso peccaminoso della ricchezza.

Tuttavia, con il passare del tempo, il denaro assume un significato più legato all’ambito professionale che a quello religioso: un esempio su tutti è il dipinto di Quentin Massys Il cambiavalute e la moglie, realizzato nel 1514.

Più di un secolo dopo,  nel 1627, Rembrandt, offre una nuova raffigurazione di un professionista all’opera con monete d’oro: Il cambiavalute (o Parabola del vecchio avaro), dando una propria interpretazione della pittura caravaggesca.

Ritrae un uomo, collocato in un interno disordinato e pieno di libro e fogli di carta, nell’atto di scrutare una moneta al lume di candela: l’opera ha avuto diverse interpretazioni – dalla parabola evangelica del vecchio avaro, al ritratto di un cambiavalute.

 

KLIMT (1900)

Il “periodo d’oro” di Klimt raffigura quello che, il realtà, è anche un periodo storico ben preciso: la Belle Epoque: le sue opere realizzate in questo periodo metto in evidenza, non solo le capacità dell’artista, ma anche il pregio dei materiali utilizzati nella realizzazione. Il bacio è forse l’opera più celebre e significativa sotto questo punto di vista: i protagonisti sono avvolti da un alone d’oro che li colloca in un mondo ultraterreno, distante dalla realtà. I motivi geometrici sugli abiti di ognuno permettono di distinguere la figura maschile da quella femminile, nonostante la loro posizione e vicinanza, così come lo sfondo si distingue dalle figure grazie ai motivi geometrici differenti: il tutto è immerso nell’oro, che crea un’atmosfera surreale e affascinante.


altri articoli sull’arte: Museo AStratto

Grafica italiana dal 1945 ad oggi di Carlo Vinti

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Carlo Vinti
Saggio, Dossier
Giunti
2016
Copertina flessibile
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Un dossier dedicato alla grafica italiana dal 1945 a oggi. In sommario: La nascita della grafica moderna in Italia; La “terza via” della grafica italiana (1945-1961); Dall'immagine coordinata all'”altra grafica” (1961-1973); Fra pubblica utilità e postmodernismo (1973-1989); L'era digitale: dal 1989 a oggi. Come tutte le monografie della collana Dossier d'art, una pubblicazione agile, ricca di belle riproduzioni a colori, completa di un utilissimo quadro cronologico e di una ricca bibliografia.

Grafica italiana

So di avervi già parlato di questo dossier tempo fa ma, considerando di creare una sorta di archivio dei testi che ho letto (riguardanti arte, grafica, immagine), ho decido di  dedicare nuovamente un po’ di spazio a questi testi che ritengo assolutamente utili e gradevoli!

✒ “La grafica, intesa in senso ampio come produzione di segni e scritture, è uno dei grandi capitoli della storia della cultura visuale dell’umanità”.

? 70 anni di storia della grafica italiana:

La storia della grafica italiana è un susseguirsi di vicende e protagonisti che hanno influenzato la grafica nel mondo occidentale e non solo.

Sicuramente la massima espressione degli artisti nel campo della grafica è avvenuta nel periodo del secondo dopoguerra, quando il “graphic design” è diventato un lavoro a tutti gli effetti anche in Italia.

Tuttavia, prima di questo momento, vale la pena di ricordare almeno tre passaggi importanti:

  • seconda metà dell’800/inizi del ‘900: è il periodo dei cartellonisti, con influenze dello stile Liberty e Déco, delle avanguardie artistiche e del Novecento.
  • il Futurismo e la “Rivoluzione Tipografica”, che inizialmente hanno incontrato una certa resistenza da parte dei tradizionalisti, ma hanno aperto le porte ad una vera e propria rivoluzione tipograficache sfocerà nel Secondo Futurismo, con Carboni, Grignani e Munari.
  • gli anni ’30: sono gli anni dell’astrattismo razionalista, influenzato dalle avanguardie europee.

Ed è proprio in questi anni che si creano le basi per lo sviluppo della grafica italiana: nasce a Milano negli anni ’30 la figura del progettista grafico.

Il capoluogo lombardo era, infatti, un punto geografico strategico per assimilare le influenze europee e svilupparle nei primi uffici pubblicitari.

Nel 1933 in particolare, accadono a Milano una serie di eventi che determineranno il futuro della grafica italiana. Alla V Triennale viene presentata una raccolta di lavori dei maggiori esponenti della Nuova tipografia, curata da Paul Renner – progettista del Futura, uno dei font più influenti del modernismo(eh si, è il mio font preferito!). 

Edoardo persico presenta la rivista “Casabella” in una nuova veste editoriale e nello stesso anno esordisce “Campo Grafico”, una rivista redatta da un gruppo di tipografi d’avanguardia.

In questi anni inoltre viene introdotta la fotografia come elemento fondamentale della grafica, il carattere tipografico assume un ruolo determinante e viene utilizzato in modo plastico ed espressivo, il colore viene usato con moderazione ed, infine, la composizione è basata sull’equilibrio degli elementi.

Successivamente la grafica italiana si sviluppa maggiormente nel nord del Paese, tra MilanoTorino e Genova. Queste tre città erano le più sviluppate economicamente e culturalmente: nel secondo dopoguerra le aziende hanno cominciato a ricostruirsi e rimodernarsi, puntando molto sull’immagine e sull’impressione sul consumatore (basti pensare ai manifesti della Fiat 500, o della Olivetti).

Inoltre queste città ospitavano intellettuali e studiosi italiani e non solo: questo ha reso possibile un collaborazione tra intellettuali e progettisti grafici con l’intenzione di democratizzare la cultura.

In seguito è stato un percorso in ascesa: lo stile italiano è diventato inconfondibile, il design “made in Italy” continua a fare tendenza e scuola in tutto il mondo.

? Il dossier è composto di sole 50 pagina ma, nonostante questo, trovo che sia assolutamente completo e ricco di informazioni. Contiene, inoltre, molti spunti di approfondimento e immagini.

I 10 volti del rosso nell’arte… più uno!

Buon venerdì lettori!
Oggi vi propongo il rosso nella sua veste artistica, in … versioni diverse e tutte da scoprire!

Il più antico dei colori

Il rosso è stato definito dagli studiosi il “più antico dei colori”, questo perché gli studi effettuati su alcuni campioni di ocra rossa – rinvenuti nella grotta di Blombos, in Sudafrica – hanno rivelato come questi rudimentali coloranti fossero utilizzati per la colorazione del corpo già più di 70000 anni fa. Successivamente (tra il 13000 e il 10000 a.C.), possiamo trovare il rosso come colore base dell’arte rupestre, raffigurante principalmente scene di caccia.

In queste opere è sorprendente la maestria con cui è stato utilizzato il colore: nero, rosso e giallo ocra per creare sfumature o tratti netti (esempi significativi sono la Grotta di Altamira, in Spagna, e di Lascaux, in Francia).

Ceramica a figure rosse

Si tratta dell’evoluzione della classica ceramica greca: inizialmente le ceramiche greche venivano realizzate con “figure nere”, creando delle sagome nere sullo sfondo chiaro del vaso.

Successivamente (dal 530 a.C.), i colori vengono invertiti e nasce, così, la tecnica delle “figure rosse“: le sagome si distinguono chiaramente sullo sfondo nero lucido ed i particolari vengono dipinti, non più incisi.

L’esempio più significativo di questo tipo di realizzazione è l’hydria raffigurante pittori di ceramiche al lavoro, realizzata nel 480 a.C. dal Pittore di Leningrado.

Antica Roma

Il Rosso Pompeiano è una tonalità di colore particolarmente accesa e vivace, così chiamata a causa della quantità di questo colore presente sui muri di Pompei, e non solo.

Questa tinta nasce in un periodo in cui la massima espressione della classe e dell’eleganza sono da ricondurre al bianco e al marmo: particolare, non è così?

In realtà la storia di questo colore (conosciuto anche come rosso Ercolano, terra di Pozzuoli, rosso inglese e terra rossa di Verona), è piuttosto curiosa: in un primo tempo veniva ricavato da un costosissimo cinabro che, successivamente, è stato sostituito dall’ematite (il nome stesso di questa pietra deriva dal suo colore), già nota in tempi antichi come fonte di pigmenti, utilizzati per vari scopi.

Rubino e corallo

I colori rubino e corallo hanno sempre avuto un ruolo importante nell’arte, non solo per la loro capacità di dare “profondità” e importanza ai dettagli, ma anche perché pare avessero un significato quasi mistico: oltre a comparire come ornamenti, servivano a proteggere e salvaguardare chi indossava elementi realizzati con questi materiali.

Secondo la mitologia greca, il corallo è stato generato dal sangue di Medusa, decapitata da Perseo. Da sempre utilizzato per creare gioielli e piccoli ornamenti, nell’Antica Roma si credeva fosse in grado di scacciare il malocchio; nel Medioevo si usava appendere al collo dei neonati dei piccoli ciondoli di corallo per sconfiggere le malattie.

Ira

Con quale colore viene rappresentata la rabbia? Ovviamente il rosso! Sia che si tratti di cartoni animati e sia di mitologia e storia. Il rosso è il colore di Marte, dio della guerra, è il colore delle divise militari inglesi e non solo (fino alla comparsa delle armi da guerra moderne, che hanno reso questo colore impossibile da utilizzare sul campo in quanto troppo visibile), è il colore del pianeta Marte e del fuoco in ogni sua raffigurazione.

Non solo il rosso tinge gli abiti e i dettagli dei personaggi crudeli e sanguinosi, ma spesso viene utilizzato anche per scurirne la carnagione e l’aspetto in generale: questo per aumentare il contrasto purezza/brutalità.

Lussuria

Dopo l’ira, non si può non citare la lussuria: il rosso è il colore anche di questo aspetto del genere umano, in ogni sua versione. La mela rossa (non espressamente descritta, ma così rappresentata) della Bibbia, la mela di Biancaneve, le bacche rosse di Bosch e così via: il rosso è tentazione, è peccato, è lussuria.

Seduzione

Oltre a essere il simbolo dell’amore e della passione, il rosso e anche simbolo di seduzione.

In questo caso prendiamo in considerazione due esempi Dalì che il progetto un intero salotto ispirato alla Diva del cinema Mae West creando per esempio il famoso divano a forma di labbra rosse.

Il secondo maestro del rosso è sicuramente Valentino che nel mondo del lusso e dell’alta moda ha raggiunto fama internazionale proprio grazie al “rosso Valentino”, con cui ha realizzato i suoi abiti esposti nel primo Atelier a Roma nel 1959.

Porpora

Il color porpora è da sempre associato alla Chiesa e al potere in quanto simbolo dei Cardinali (colore della loro veste), già nell’Antica Roma era il colore delle tuniche dei Patrizi e, successivamente, soltanto dell’Imperatore, questo colore simboleggia spesso il martirio e, anche i giorni nostri, è rimasto il colore delle tuniche dei cardinali.

Sangue

Il colore rosso è spesso associato anche al sangue, per questo utilizzato di frequente in tutto ciò che riguarda la violenza e l’orrore.

È parte integrante di molti aspetti dell’essere umano sia positivi sia negativi: per esempio ferite e malattie, oppure nascita e prosperità.

In questo caso non si può non citare Caravaggio, che è sicuramente stato uno degli artisti più “sanguinari”, raffigurando scene molto violente come per esempio Giuditta e Oloferne, dipinto con un realismo sorprendente.

Non è un caso che nello stesso periodo siano state fatte grandi scoperte sulla circolazione del sangue all’interno del corpo umano.

Negli anni successivi Caravaggio si sbizzarrisce con la rappresentazione di teste mozzate: oltre a Oloferne dipingere anche Medusa, San Giovanni Battista, il gigante Golia e, infine, nel 1606 viene condannato alla decapitazione perché accusato di omicidio.

Il rosso sangue ha mantenuto negli anni sempre la stessa determinazione è influenza soprattutto nella cultura occidentale, basti pensare a ogni rappresentazione o raffigurazione che abbia in qualche modo a che fare con la violenza o con il mondo dell’horror.

 

Il Giappone

Come da tradizione, il Giapponeviene definito il paese del Sol levante, non a caso questo elemento viene raffigurato come un grosso disco di colore rosso in molti dipinti della tradizione giapponese: uno tra tutti è, appunto, il Sol Levante di Monet dipinto tra il 1872 e il 1873.

Il rosso nella cultura orientale – e in particolare in Giappone – è un elemento positivo e di grande speranza, per questo viene spesso utilizzato con maggiore “disinvoltura” nelle opere d’arte, una tra tutte il Fuji rosso di Hokusai,  il grande maestro dello stile Ukyo-e.

 

Percezione e memoria

A questo punto non si può non citare Henri Matisse e la sua opera Lo studio rosso: come egli stesso afferma, molte delle sue opere sono state intrise a tal punto dal rosso che ne è diventato il colore dominante.

Questo perché è il colore per eccellenza che ha la capacità di rimanere in memoria e trasmettere il maggior numero di sensazioni ed emozioni in quanto in grado di far aumentare la pressione e addirittura il battito cardiaco, va da sé che sia nettamente più influente sulla psicologia umana rispetto ad altri colori.

 

Rosso: significato

 

Buon venerdì lettori!
Lo so, è un giorno di festa, ma sto cercando di mantenere l’abitudine di pubblicare sempre di venerdì.
Oltretutto l’8 Dicembre per molti è il giorno dedicato agli addobbi e ai preparativi per il

periodo natalizio: non c’è niente di più appropriato considerando che il tema del blog di questo mese è proprio il colore rosso.

Anche il rosso, proprio come il giallo del mese scorso, è un colore dalle mille caratteristiche ed interpretazioni: festa, calore, amore, ma anche terrore, sangue, violenza.

Il rosso è il colore a cui sono stati attribuiti più significati in assoluto, spesso contrastanti tra loro: ciò dipende molto dalla cultura e dalla posizione geografica a cui si fa riferimento (es: Oriente / Occidente).

Rosso: curiosità

Proprio per questo motivo oggi ho deciso di parlarvene sotto vari aspetti.. quindi ecco a voi alcune curiosità:

  • Energia: pare che questo colore sia in grado di trasmettere energia fisica e psichica
  • Personalità: gli amanti del rosso solitamente sono individui energici e competitivi; al contrario, chi non tollera il colore rosso, spesso ha una personalità irrequieta e preferisce la tranquillità piuttosto che l’avventura
  • Natale: il rosso è il colore che più rappresenta questa festività.
  • Politica: il rosso è stato spesso utilizzato come “bandiera” politica, ma non necessariamente sempre dallo stesso schieramento; in alcuni casi è stato simbolo di destra e in altri di sinistra.
  • Medioevo: durante questo periodo storico, il rosso era il colore del guelfismo.
  • Calore: in qualsiasi rappresentazione strumentale o tecnica, il rosso è simbolo di calore (acqua, impianti, ecc)
  • Luci rosse: film, quartieri.. da dove proviene questo termine? In passato il quartieri in si praticava prostituzione, venivano segnalati tramite delle lanterne rosse.
  • Pericolo: il rosso è il colore che si riconosce con più facilità e a maggiore distanza, per questo viene utilizzato per i segnali di pericolo e avvertimento.
  • Fuoco: il rosso identifica questo elemento dai tempi più remoti, tutt’oggi utilizzato per segnalare oggetti e strumenti legati in qualche modo al fuoco.
  • Sistema nervoso: il rosso è in grado di stimolare il sistema nervoso, aumentare il battito cardiaco e la pressione, nonché il senso di appetito.
  • Deserto: il nome (DeSheReT) deriva dal colore rosso (DeSheR, per gli antichi egizi).
  • Amore e seduzione: dall’aspetto romantico a quello dei sensi, il rosso è il colore degli innamorati per eccellenza.
  • Andare in rosso: un modo di dire utilizzato da sempre per indicare una situazione di debito.
  • Laurea: si festeggia con nastri e confetti rossi.

Si potrebbe andare avanti in eterno con l’elenco di tutti gli ambiti in cui viene utilizzato il rosso propriamente o impropriamente, ciò dimostra quanto questo colore sia fondamentale per la conoscenza e l’interpretazione del mondo che ci circonda.

Nei prossimi articoli di questo mese ve ne parlerò sotto l’aspetto artistico, grafico e, ovviamente, non potrà mancare l’articolo dedicato ai #LibriATema.


altri articoli sul blog

Il giallo nell’arte

Buon lunedì lettori! Questo è l’ultimo articolo dedicato al giallo, in cui vi parlo di “giallo nell’arte”.

Come vi ho già accennato nei post precedenti, il giallo è un colore “controverso”: se da un lato è simbolo di energia e forza, dall’altro è malattia e ansia. Molto dipende dalla tonalità e dal contesto in cui viene utilizzato (storico, geografico e culturale), vediamo alcuni esempi.

Culture:

  • Antico Egitto: simbolo di tutto ciò che è eterno e forte (positivo);
  • Grecia: simbolo di follia;
  • Impero romano: simbolo di forza, potenza, esaltazione della personalità (giallo-oro)
  • In Oriente: il giallo è il colore del sole, della fertilità e della regalità

Artisti:

  • Klimt: utilizza spesso un giallo-oro, anche in questo caso con un significato contrastante che rappresenta da un lato il malessere diffuso nella società e dall’altro la gioia di vivere, l’allegria.
  • Kandisky: si affida al colore in tutto e per tutto per esprimere emozioni e pensieri attraverso le sue opere (un esempio di utilizzo “positivo” del colore giallo è Piccole gioie)
  • Van Gogh: utilizza il giallo in molte delle sue opere, una tra tutte I Girasoli, anche nel suo caso spesso il giallo viene utilizzato con significato positivo, ma altrettanto spesso assume un significato negativo (Il caffè di notte)

Per approfondire l’argomento vi segnalo il libro “I colori nell’arte” di Stefano Zuffi, edito da Rizzoli.

 

 

 

LibriATema: Il Giallo

Buon venerdì lettori! Oggi l’articolo per la rubrica #LibriATema sarà un po’ diverso perché vi parlerò di un genere letterario anziché di un singolo libro: il giallo.

Il giallo è un genere letterario che ha riscosso successo a livello mondiale a partire dalla sua nascita, cioè verso la metà XIX secolo. Si basa su un tema dominante: il crimine, in ogni sua forma; proprio a causa delle innumerevoli sfaccettature di questo genere letterario, lo si può riconoscere chiaramente anche all’interno di romanzi storici o fantascientifici, anche se i più comunemente identificati come “gialli” sono il poliziesco classico, il noir e il thriller (suddiviso a sua volta tra thriller legale e medico).

Perché questo genere letterario ha preso il nome di “giallo”?

In realtà è un fatto abbastanza curioso: il termine Giallo come genere letterario viene utilizzato solo in Italia (il primo ad avermi incuriosito su questo aneddoto è stato il mio professore di italiano alle superiori!), mentre negli altri Paesi questo genere mantiene il nome di poliziesco o simili.
Il nome italiano risale alla collana Il Giallo Mondadori, ideata da Lorenzo Montano e pubblicata in Italia da Arnoldo Mondadori a partire dal 1929: il colore della copertina è diventato di fatto la denominazione di un genere letterario
(i volumi che vedete nella foto sono del mio nonnino e risalgono agli anni ’50/’60).

Breve storia del Giallo

La nascita e la definizione del genere Giallo sono da ricondurre principalmente a due personaggi:

  • Auguste Dupin da I delitti della via Morgue di Edgar Allan Poe: un personaggio dall’intuito sorprendente, tanto da risolvere i casi semplicemente leggendo gli articoli sui giornali;
  • Sherlock Holmes di Arthur Conan Doyle, protagonista di Uno studio in rosso, pubblicato nel 1887. Si tratta di un personaggio che non è mai uscito di scena, tutt’oggi alla basa di racconti, serie TV e così via.

In seguito sono stati molti i “maestri del giallo”: da Agatha Christie e George Simenon.

Al giorno d’oggi esistono molti sottogeneri e ramificazioni del romanzo giallo: contemporaneo, storico (il mio preferito), fantascientifico, e molti altri: l’aspetto poliziesco è passato in secondo piano, mentre il crimine rimane il punto fondamentale.

Giallo: quando sceglierlo per la grafica

Buon venerdì lettori! Questo pomeriggio vi propongo il secondo dei quattro post dedicati al colore giallo e vi racconto come viene utilizzato nel mondo del Graphic Design.

Come vi ho già spiegato nel post precedente, il giallo è un colore controverso: ha molti aspetti positivi (è allegro, vivace, stimola la concentrazione…) ma ha anche delle controindicazioni: mai eccedere con questo colore!

Molto apprezzato nel mondo della grafica e della pubblicità per le sue capacità di attirare l’attenzione, proprio come il rosso (che sarà il tema di dicembre, ndr), utilizzato soprattutto per promuovere prodotti per giovani e bambini; attenzione però: è molto “commerciale” e per chi volesse un’immagine raffinata andrebbe sicuramente evitato o utilizzato a piccole dosi.

Sicuramente, se la vostra intenzione fosse quella di incuriosire, sarebbe il colore adatto.

Non è finita qui: pare che questo colore sia in grado di stimolare l’appetito, come il rosso e l’arancione. Per questo motivo viene spesso utilizzato nel campo della ristorazione… Qualcuno ha detto McDonald?!

La seconda versione del giallo nella grafica è il contrasto: esistono pochi colori che riescano a creare un contrato così evidente se associati al nero o al grigio. In questo caso viene utilizzato esclusivamente un duetto di colori, soprattutto per agenzie di comunicazione e simili.

Detto questo, il giallo è da scegliere o no?

Come già detto, stiamo parlando di un colore molto vivace e allegro, da scegliere quindi per composizioni grafiche rivolte ad un pubblico giovane (locali, eventi…) oppure per promuovere una campagna pubblicitaria che punti sull’aspetto economico e prettamente commerciale (saldi, sconti, e così via). Ovviamente è un colore perfetto per chi si occupa di ristorazione e derivati.

In alternativa lo si può “alterare”: giallo pastello per i bambini, ocra per ambienti rustici; oppure abbinare ad altri colori: giallo-blu-bianco, molto particolare e sicuramente d’impatto, giallo-rosso per macellerie o centri commerciali, ecc.

Da evitare categoricamente per ambienti eleganti e raffinati, perderebbero la loro classe.

Da ricordare: secondo alcune ricerche, il giallo associato al nero forma la combinazione di colori che si nota e ricorda con più facilità.