Edgar Allan Poe

Edgar Allan Poe
I giganti, La nuova biblioteca per tutti
Biografia
Mondadori
1970
Copertina rigida
135

Di Edgar Allan Poe, su questo blog, abbiamo già parlato parecchie volte, tra approfondimenti sulla sua persona e sulle sue opere.

Oggi, però, parliamo di un volume molto bello che ho scoperto grazie alla biblioteca del mio paese: Edgar A. Poe, edito nella collana I Giganti – La nuova biblioteca per tutti, da Mondadori – collana che risale all’incirca al 1970.

 

Edgar Allan Poe

Volume di circa 130 pagine, racchiude una parte antologica e una biografica. Ricco di foto e contenuti grafici, racconta la vita e le opere dell’autore dell’horror. Figlio di un’attrice e un ubriacone, ha un’infanzia abbastanza difficile: il padre muore poco dopo la sua nascita, la madre – malata e indebolita – si trasferisce varie volte fino a quando, povera e malata, si spegne a soli 24 anni.

Edgar inizia la seconda parte con una famiglia adottiva, da cui riceve attenzioni e affetto, ma la sua vita continua ad essere segnata da spiacevoli eventi. Sin da piccolo è un soggetto bizzarro: acquisisce una strana familiarità con la morte, con presagi e simbologia; instaura un legame con la figura del corvo, che durerà per tutta la sua vita. Il corvo sarà anche la sua prima opera celebre.

La sua vita continua tra stranezze e una sorta di confusione tra sogno e realtà. A 26 anni sposa la cugina, che ne ha 13. Fa di sua zia una madre. Continua a scrivere, a tratti accettato dal pubblico e a tratti no.

Affonda i suoi tormenti nell’alcol, pare che tenti il suicidio. Durante uno dei suoi vagabondaggi, si ritrova su un treno diretto a Filadelfia, privo di sensi, alcolizzato e dolorante. Viene rimandato a Baltimora, dove finisce in un tumulto cittadino dovuto alle elezioni e altri eventi locali. Gli vengono somministrati intrugli alcolici tremendi che lo mandano in uno stato di delirio incontrollabile: è l’inizio della fine. Viene ricoverato, prega che qualcuno abbia pietà di lui e ponga fine alle sue sofferenze.

Ebbi un peccato solo, non seppi esser felice.

Nell’ottobre del 1849 muore in un ospedale, chiedendo aiuto al medico curante e a Dio.

Le opere

Le opere di Edagar Allan Poe spaziano tra una lunga serie di racconti: racconti fantastici, racconti umoristici e di vario genere. Un solo romanzo completo, Arthur Gordon Pym, seguito da altri tentativi di romanzo e altri scritti, come Il diario di Julius Rodman.

Gli scritti di Poe vanno poi dalla poesia alla critica e, benché abbia composto un solo romanzo, ha lasciato un bagaglio culturale per i secoli a venire che tutt’oggi ha molto da insegnare e che ha gettato le basi per interi filoni letterari.

Il libro

Come anticipato, il libro in questione fa parte di una collana edita da Mondadori negli anni 70, difficilmente reperibile oggi se non in qualche biblioteca o mercato dell’usato. Tuttavia, se dovesse capitarvi di imbattervi in questo volume, vi consiglio di recuperarlo e dedicargli qualche ora: un volume che ha il sapore d’altri tempi (soprattutto per via dell’impaginazione e dei contenuti grafici) e che contiene parecchie informazioni biografiche e curiosità sull’autore.

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Allan Poe Cartolina, I racconti del terrore

La collezione Classik Ink si ispira ai classici della letteratura delll’800 ed è stata realizzata durante tutto il 2021, con una serie di disegni fatti a mano con inchiostro e pennino… non solo prodotti: storie.

Queste cartoline si ispirano ad uno dei racconti più celebri di Allan Poe e alla sua personalità: illustrazione sul fronte e citazione sul retro.

In più hanno una nappina dorata, utile per utilizzarle come segnalibro!

Edgar Allan Poe: il maestro dell’horror classico.

Ad Allan Poe non si attribuisce l’invenzione di un genere di horror particolare, oppure di una tipologia di personaggi ecc ecc… Allan Poe pose la base di quelle che, con il tempo, si sono evolute in weird tales e in seguito in racconti horror. In particolare, le ambientazioni tetre, le situazioni “clichè” dell’horror moderno e gli avvenimenti assurdi descritti con un taglio inquietante sono  parte delle innovazioni portate da Allan Poe nei suoi racconti.

Le poesie. 

Seppure non prettamente horror le poesie di Allan Poe sono molto importanti per capire il motivo per cui determinati elementi rientrano nei racconti dello scrittore. In generale, quel che traspare è forte paura della morte e del tempo che passa. Sono molte infatti le riflessioni sull’argomento nelle poesie di questo autore, una su tutte, “Life is but a dream within a dream”.

I racconti. 

Allan Poe inserisce nei suoi racconti elementi che, oggi, vengono considerati classici dell’horror: scheletri che si muovono, corvi, cimiteri, fantasmi, l’uso di fobie esistenti come la paura di essere sepolto vivo; tutti questi elementi creano un clima non violento e neppure ansiogeno: semplicemente tetro e “spettrale”. Poe combina questi elementi e la sua propensione per una scrittura esagerata per creare situazioni assurde che creano nel lettore diversi stati d’animo rendendolo stranito e a disagio: questa è la base di tutto l’horror occidentale scritto e rappresentato dopo Poe. I racconti di Allan Poe non sempre nascondono un significato particolare o hanno una chiave di lettura: in questo caso si parla di weird stories, un genere del quale Poe è tra i maggiori esponenti, le weird stories ispireranno altri famosi autori come Lovecraft e Stoker.

Allan Poe: Letture consigliate.

Tra i racconti dell’autore alcune letture consigliate sono: “Senza fiato”, “L’appuntamento” e “Il colloquio di Monos e Una”. 

“Poe ha fatto qualcosa che a nessuno era mai riuscito o sarebbe potuto riuscire. A lui dobbiamo il moderno racconto dell’orrore nella sua ultima e perfetta espressione.” –H.P. Lovecraft.

 


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Taccuino con rilegatura giapponese ClassikInk

Taccuino con rilegatura giapponese ClassikInk

Questo taccuino rilegato a mano è composto da una copertina in cartoncino goffrato e pagine interne in carta paglia ocra.

La rilegatura è fatta secondo il metodo tradizionale giapponese, con cotone cerato.

Autori disponibili in copertina:

  • Charles Dickens
  • Edgar Allan Poe
  • Mary Shelley
  • Jane Austen
  • Charlotte Bronte
  • Emily Bronte
  • Oscar Wilde
  • William Shakespeare

Da illustrazioni originali, fatti a mano… gadget imperdibili per lettori e appassionati!

Per info: contatti

 

Portachiavi ClassicInk: autori classici

#ClassikInk 2.0! Si comincia con i portachiavi dedicati ai grandi della #letteratura classica.

Già disponibili:

  • Charles Dickens
  • Edgar Allan Poe
  • Mary Shelley
  • Jane Austen
  • Charlotte Bronte
  • Emily Bronte
  • Oscar Wilde
  • William Shakespeare

Da illustrazioni originali, fatti a mano… gadget imperdibili per lettori e appassionati!

Attenzione! Il colore della nappina e la forma del cammeo sono casuali!

 

ClassikInk Mistery Box

Ogni Mistery Box contiene:

  • una sacca porta libro O una shopper
  • un segnalibro
  • una cartolina Edgar Allan Poe
  • confezione come in foto

Le illustrazioni che possono capitare all’interno della box sono tutte quelle della collezione Classikink ancora disponibile nell’emporio.

Favole, Victoria Francés

Victoria Francés

Victoria Francés è un’illustratrice spagnola. La sua carriera nel fantasy inizia con “Favole”, inizialmente pubblicato come singolo libro e poi diventato una trilogia edita da Rizzoli.
In questa trilogia di libri le illustrazioni sono accompagnate da storie con protagoniste giovani donne. Una serie di libri in cui le storie romantiche di giovani fanciulle si intrecciano con le favole e l’ispirazione gotica della Francés.
I lavori di  Victoria vengono anche usati per poster, magliette, calendari ecc ecc…
Le ispirazioni di Victoria Francés sono da ricercare nell’horror gotico del primo ‘900: trae ispirazione da Edgar Allan Poe, Anne Rice e Howard Phillips Lovecraft, e da Brian Froud e Arthur Rackham per quanto riguarda le illustrazioni. Per questo motivo sono spesso presenti vampiri, donne dai lunghi abiti e fantasmi.


Victoria Francés: opere

  • Favole 1. Lacrime di Pietra (Favole 1. Làgrimas de piedra)
  • Favole 2. Liberami (Favole 2. Libérame)
  • Favole 3. Gelida luce (Favole 3. Gélida luz)
  • Angel Wings
  • Portafolio
  • El corazón de Arlene
  • Misty Circus: 1. Sasha, il piccolo Pierrot
  • Misty Circus: 2. La notte delle streghe
  • Favole ed. integrale (Favole), Spagna: Norma Editorial // Italia: Rizzoli Lizard
  • Il lamento dell’oceano (El lamento del océano), Spagna: Norma Editorial // Italia: Rizzoli Lizard
  • Mater Luna, Spagna: Norma Editorial // Italia: Rizzoli Lizar

Favole: la trilogia

Favole è la trilogia illustrata più celebre dell’autrice. Essenzialmente si tratta di una raccolta di illustrazioni legate da una trama.

L’edizione integrale Rizzoli comprende i tre volumi pubblicati tra il 2003 e il 2007, con l’aggiunta di illustrazioni, schizzi e testi.

Ovviamente, a rendere la trilogia incredibile sono le illustrazioni prima del racconto: luci e – soprattutto – ombre, creature magiche e fantastiche, il tetro e il dolce insieme.

Tra i personaggi ci sono spettri, vampiri, ninfe, streghe e angeli di pietra, fanciulle malinconiche e romantiche.

I protagonisti sono Favole, una fanciulla veneziana, ed Ezequiel, un vampiro dei Carpazi: il vampiro si innamora perdutamente della fanciulla e la porta a vivere nel suo castello.
Con il passare del tempo, il legame tra i due diventa sempre più forte ma il vampiro non viole dannare per l’eternità la sua amata e così la manda altrove per salvarla da questo destino crudele, pur soffrendo per questa decisione.

Ecco che l’intensità delle emozioni trasmesse dalle illustrazioni si fa sempre più forte: un amore puro e indissolubile che non può essere vissuto.

Nel ricercare il suo amato vampiro, Favole si imbatte in diversi personaggi fantastici, tra cui la Vergine del Lago, altri vampiri e così via, girando il mondo intero sulle tracce di Ezequiel.

Tutti i personaggi, umani e non, hanno qualcosa in comune: sono anime dannate, tormentate e costretta ad un destino non desiderato.

Favole è anche un omaggio ai grandi classici della letteratura, tra cui Dracula, I fiori del male e Clarimonde, di cui troviamo citazioni all’inizio e alla fine di ogni volume.

Lo stile dell’autrice è iper-dettagliato; le opere sono realizzate principalmente a matita e china per poi essere colorate. Alla fine della trilogia, troviamo anche una raccolta di schizzi e bozze che raccontano come è nata la trama di Favole e come hanno preso vita i suoi personaggi.

Favole è un autoritratto dell’autrice: le tavole raffiguranti la protagonista sono infatti tratte da fotografie raffiguranti l’autrice stessa!

In conclusione:

Questo libro è adatto ad un pubblico molto variegato: amanti dei libri illustrati, del gotico e del barocco, della letteratura fantasy/dark e così via.

Piccola nota personale: 

Victoria Francés è uno dei miei miti più grandi sin da quando ha pubblicato le sue prime opere: uno dei miei primi disegni, anni fa, si ispirava proprio a Favole ed Ezequiel… è rimasto appeso sopra il mio letto per anni!

Le opere di questa autrice mi ricordano sempre un periodo molto bello per me e, soprattutto, le collego al percorso che ho fatto per trasformare la mia passione nella mia professione… insomma,  Favole è uno dei libri che conservo con più affetto!

Quindi non posso fare altro che consigliarvi questo fantastico libro, sono sicura che vi piacerà!


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Dorè: illustratore horror.

Dorè: gusto per l’inquietante e l’epico.

Dorè è stato un illustratore e incisore francese, noto soprattutto per le sue illustrazioni della Divina Commedia di Dante. La produzione di Dorè non si limita solo al suo lavoro più famoso, infatti l’artista ha illustrato anche delle poesie di Edgar Allan Poe e altre pubblicazioni classiche come “The rime of the ancient mariner”. In tutte le opere di Dorè si nota la tendenza ad uno stile tetro e estremamente dettagliato ma non per forza realistico, questo gli permetteva di catturare al meglio momenti macabri come Minosse che indica il girone ai dannati nella Divina Commedia.

 

Altre influenze di Dorè.

Dorè non creò soltanto illustrazioni di inquietanti opere ma anche progetti originali ispirati da ciò che lui amava. E’ spesso possibile notare alcuni personaggi ricorrenti come gli indovini, gli zingari e tutti quei personaggi tipici delle sagre di paese dell’epoca, tutti rappresentati in modo positivo dall’artista come a sottolineare la sua simpatia verso quella categoria di persone.

Dorè dipinse anche molti opere paesaggiste nelle quali, grazie al suo stile, l’artista rende evidente (in modo inquietante e ansiogeno) il contrasto fra natura e uomo. E’ molto importante anche la rappresentazione del medioevo: egli infatti lo riteneva un importantissimo periodo di sviluppo culturale per tutto il mondo.

L’artista sia nel rappresentare paesaggi, che personaggi e periodi storici: fa risaltare gli aspetti positivi circondandoli di “orrido”. Il medioevo per esempio è un contrasto di fitti boschi, rovine e scenari fantastici correlati con l’orrido scaturito dall’uomo o dalla malattia.

 

L’influenza moderna.

La potenza rappresentativa e l’unicità delle opere di Dorè hanno ispirato moltissimi artisti e produttori moderni: mangaka, disegnatori di fumetti, registi, sceneggiatori e musicisti. L’influenza dell’artista non si limita allo stile ma anche al modo di vivere l’orrido: come un modo per far risaltare il lato positivo che gli sta accanto.

 

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H.P Lovecraft

Howard Phillips Lovecraft, nato nel 1890 a Providence negli Stati Uniti e morto nel 1937, è stato uno scrittore, poeta e critico letterario; insieme ad Allan Poe è considerato uno dei maggiori scrittori horror e inventore della fantascienza moderna.

Lovecraft e l’Horror cosmico.

Lovecraft è noto come il maestro dell’horror cosmico: quella tipologia di racconto che non crea angoscia sfruttando ciò che si può immaginare ma piuttosto ciò che non si riesce nemmeno a descrivere.

L’horror di Lovecraft non si basa sulla presenza di un maniaco armato o qualche spirito rancoroso; piuttosto sfrutta la piccolezza e precarietà della condizione umana di fronte alla grandezza del cosmo ed i misteri che esso cela. Molte volte, infatti, i guai iniziano nel momento in cui l’uomo crede di poter sfruttare il proprio intelletto e la propria scienza per comprendere il mistero che ha di fronte, il quale si rivelerà ben al di fuori della sua portata. 

Mythos.

Lovecraft è anche noto per la creazione del proprio, complesso, universo con le proprie divinità e mitologia (“mythos”, nei racconti). Le divinità lovecraftiane rappresentano al meglio il suo concetto di cosmo ed il modo in cui interagisce con il genere umano. Dal celeberrimo Cthulhu, che attende sognando in attesa del proprio risveglio, per portare pazzia e distruzione: proprio come una rivelazione insopportabile per la mente umana; al più oscuro Nyarlathotep che muta forma e tende i fili degli esseri umani, rappresentando le varie fedi in cui le persone possono credere.

Letture consigliate.

Per ogni “novizio” al genere la mole di contenuti scritta da Lovecraft e da tutti i suoi successori può creare confusione. Come introduzione al genere lovecraftiano è sicuramente consigliabile leggere “Dagon” di H.P. Lovecraft, una breve storia che proietta direttamente nel pensiero e nello stile dell’autore. Le novel di Lovecraft non hanno un ordine cronologico ma contengono numerosi riferimenti; fra i racconti “must read” raccomandiamo: Il colore venuto dallo spazio, The call of cthulhu, Alle montagne della follia, Ratti nei muri e L’orrore di Dunwitch.

 

“The most merciful thing in the world, I think, is the inability of the human mind to correlate all its contents. We live on a placid island of ignorance in the midst of black seas of infinity, and it was not meant that we should voyage far. The sciences, each straining in its own direction, have hitherto harmed us little; but some day the piecing together of dissociated knowledge will open up such terrifying vistas of reality, and of our frightful position therein, that we shall either go mad from the revelation or flee from the light into the peace and safety of a new dark age.”


Recensioni libri Lovecraft

I maestri dell’horror

Ottobre è il mese dell’horror, dello stupore e della paura. Per questo motivo, sul blog, pubblicheremo una serie di articoli dedicati ai maestri dell’horror nella letteratura mondiale.

Il terrore può nascere nelle menti dei lettori in diversi modi, ed ognuno dei maestri che approfondiremo nelle prossime settimane ha contribuito alla creazione di una particolare tipologia di horror.

I maestri dell’horror: gotico.

Dracula: non occorrono altre parole per descrivere il mistero, il carisma e il terrore che Bram Stoker ha instillato nei suoi personaggi e nelle sue storie; tra tutte la più famosa, appunto, Dracula.

L’horror gotico è ormai parte della cultura moderna, i vampiri hanno subito centinaia di mutazioni nel tempo, così come i lupi mannari. Ma il concetto fondamentale è sempre lo stesso: mescolare una belva feroce o inquietante con la malvagità e l’ingegno tipici dell’essere umano.

I maestri dell’horror: “classico”.

Quante volte, leggendo un libro o guardando un film horror, vi è capitato di avere un’immagine impressa nella retina o nella mente: la luna piena illumina, un cimitero, corvi volano verso l’orizzonte staccandosi da un ramo di un albero morente; albero sul quale riposa, in eterno, quello che era il protagonista del racconto, impiccato? Se queste immagini vi hanno suscitato dei ricordi, molto probabilmente vi siete imbattuti nell’horror che prende ispirazione dal maestro Edgar Allan Poe: poeta e scrittore.

I maestri dell’horror: cosmico.

Ed eccoci finalmente all’inventore della fantascienza, dell’horror cosmico: Howard Philips Lovecraft. L’horror cosmico non usa sangue, fantasmi o assassini ma usa la paura che è instillata da sempre nel genere umano: la paura dell’ignoto.

Le storie di Lovecraft spingono la mente dei protagonisti, e del lettore, in luoghi nei quali non sarebbe mai dovuta stare e sfruttano ciò che non si può conoscere, ciò che non si può descrivere per far sentire indifeso il lettore.

I maestri dell’horror: simbolico.

L’horror migliore è quello che usa le forti immagini caratteristiche del genere per inviare un messaggio, una critica o raccontare una storia molto più complessa di quella che appare in superficie.

E’ molto più semplice da spiegare con un esempio.
Un uomo decide di intraprendere un viaggio verso luoghi sconosciuti del globo, pur sapendo che Dio glielo vieta, nell’aldilà la sua punizione è quella di bruciare in eterno: come la sua insaziabile curiosità.

Il maestro dell’horror simbolico, oltre che della letteratura in generale, Dante ha creato il genere nell’Inferno della Divina Commedia; in seguito altri autori hanno preso spunto dalle allegorie del sommo poeta per creare opere del terrore più profonde e complesse. 

Nelle prossime settimane analizzeremo ognuno di questi autori, sottolineando la loro influenza nel genere horror e nella letteratura in generale. Non mancate!


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Le montagne della follia

Le montagne della follia Book Cover Le montagne della follia
H.P, Lovecraft
Horror
Copertina rigida

"Le montagne della follia" di Howard Phillips Lovecraft racconta il catastrofico esito di una spedizione nelle profondità inesplorate del continente antartico. Farnsworth Wright rifiutò di pubblicare l'opera su "Weird Tales" perché, a detta dell'editore, troppo lunga. L'orrore, per stereotipo, necessita di poche molecole di azoto, di respiri corti, mutili, di un sentimento di morte improvvisa accompagnato da brevi, fulminanti agonie: chi potrebbe sopportare uno spavento protratto oltremisura nel tempo? E invece tra le montagne della follia l'eco della paura si centuplica di grotta in grotta, e la resistenza dei personaggi e del lettore è spinta al limite della sopportazione. Il Saggiatore ripropone questo classico in una traduzione finalmente completa, che rifugge la tentazione di ricondurre a una mal compresa «piacevolezza» lo stile ossessivo, tassonomico, rituale di Lovecraft. Nella sua prosa l'orrore opera sempre nella stanza accanto, senza fare ostaggio di testimoni oculari; riempie le tubature e si riverbera fonicamente tra le pareti (Tekeli-li! Tekeli-li!), in un linguaggio nero che esisteva già prima del linguaggio umano e della parola, e che l'uomo non può decifrare; emana miasmi intollerabili e sconosciuti; lascia tagli ed escoriazioni ovunque. Ma non si vede. O almeno, non si vede mai del tutto: si cela nei cunicoli, dietro rocce cadute, al fondo di abissi glaciali. Così si compone il paesaggio delle "Montagne", dipinto da un pittore alieno: in un simile sacro bosco, sovrumano, dove catene montuose di ardesia precambriana si alzano fino all'orlo inimmaginabile del pianeta, l'uomo diventa cacciagione, preda, o addirittura campione scientifico da sezionare e notomizzare, crudamente, come un esemplare di animale raro appena scoperto. La geografia antartica descritta da Lovecraft, però, è anche e soprattutto una geografia interiore, di certe latenze oniriche castrate dal meccanismo di rimozione, in cui una potenza cosmica anteriore al Cretaceo o all'Eocene – e a qualsiasi categoria temporale postulabile dall'umana ragione – imperversa originando forme inaudite, abissi impercorribili, vette impossibili da scalare. E agguanta e annichila tutto ciò che le si para davanti.

✒ “Bisognava stare attenti alla propria immaginazione, all’ombra di quelle montagne della follia”.

✒ “Esso (si riferisce al viaggio) segnò per me la fine, all’età di cinquantaquattro anni, della pace e dell’equilibrio che le menti normali posseggono grazie alla loro abitudinaria concezione della Natura e delle leggi di Natura”.

✒ “Per farsi un’idea anche solo rudimentale dei nostri pensieri e delle nostre sensazioni nel penetrare in quel labirinto costruito da mani inumane, che da eoni non conosceva che silenzio, bisogna ricomporre un caos disperatamente sconcertante di umori effimeri, ricordi e impressioni”.

?Incipit

Mi vedo costretto a parlare perché gli uomini di scienza si rifiutano di seguire il mio consiglio senza prima conoscerne le ragioni.

? Sinossi

Il basso sole antartico di mezzanotte rosseggiava sull’orizzonte meridionale tra le spaccature delle rovine frastagliate, e la terribile antichità e mancanza di vita della spaventevole città sembravano ancora più estreme. Il cielo sopra di noi era un’opalescente masse di tenui e turbolenti vapori di ghiaccio, e il freddo ci attanagliava le viscere.

[descrizione ufficiale dell’edizione Il Saggiatore] Ambientato in Antartide, racconta quanto accaduto a una spedizione scientifica alle prese con reperti antichi milioni di anni. In una terra di ghiaccio e di morte senza tempo, il gruppo s’imbatte in campioni zoologici che, apparentemente, non provengono da questo pianeta. Le difese della razionalità illuminista cadono, una a una, di fronte all’impossibilità di spiegare con la logica il quadro che inesorabilmente si prefigura. Una serie di colpi di scena da incubo spingono i protagonisti sull’orlo della pazzia e l’avventura finisce in tragedia, catapultando il lettore in un mondo visionario dominato dal terrore e dall’angoscia. La nuova traduzione resta il più possibile fedele al testo originale, senza semplificazioni né asciugature, conservando il ritmo glaciale e ipnotico della prosa lovecraftiana.

Trama

Un’esplorazione scientifica nell’Antartico, con l’intento di accumulare importati dati sulla conformazione geologica di quella zona, porta sedici individui – tra scienziati e tecnici – ad affrontare, invece, uno sconvolgente scenario, che nessuno di loro avrebbe mai potuto immaginare.

La vicenda è narrata dal geologo del gruppo, che narra la storia dopo esserne uscito sano (quantomeno fisicamente) e salvo: la sua intenzione è quella di far conoscere al mondo gli orrori di cui è stato testimone ed evitare che altre spedizioni possano verificarsi in futuro.

Per prima cosa, scoprono una catena montuosa imponente, più grande di tutte quelle conosciute fino a quel momento: montagne di dimensioni irreali, caratterizzate da un’atmosfera inquietante e capace di provocare allucinazioni – o forse no.

Tra queste montagne scoprono una caverna, che contiene degli essere viventi mai visti prima, rimasti intatti a causa del congelamento protrattosi per milioni di anni. Ne prelevano uno per analizzarlo: la prima ipotesi è che si tratti di un anfibio, benché abbia anche alcune caratteristiche di un mammifero, piuttosto che di un uccello e così via.

La spedizione viene, quindi, organizzata nel dettaglio: una base operativa con mezzi scientifici all’avanguardia e il supporto di diversi cani, sono la chiave per arrivare ad una spiegazione logica per questo misterioso ritrovamento.

Tuttavia, i cani sono come impazziti dopo aver percepito la presenza di questi strani esseri congelati. Per questo motivo, vengono rinchiusi in un recinto, realizzato con ghiaccio e neve, abbastanza lontano dalla base da garantire la tranquillità dei cani, che altrimenti avrebbero fatto a pezzi i resti degli esseri sconosciuti.

Ricerche più approfondite, portano a definire gli strani esseri “Antichi”, in quanto la loro presenza sulla Terra deve risalire a milioni e milioni di anni prima.

Fino a questo momento, le ricerche sono state possibili grazie alla suddivisione degli esploratori in due gruppi e alla comunicazione costante tra loro, per poi diffondere le notizie al resto del mondo – ovviamente limitando i dettagli.

Il gruppo del professor Lake, autore della scoperta, interrompe le comunicazioni col campo base il giorno dopo il ritrovamento. Il narratore e altri esploratori decidono di controllare cosa sia successo. Arrivati al campo di Lake tramite l’ultimo aereo rimasto, trovano solo cadaveri di uomini e cani e nessuna traccia delle strane creature.

Il gruppo capitanato dal professor Lake interrompe le comunicazioni dopo l’analisi dei resti degli esseri misteriosi: il narratore e il suo compagno di viaggio – Danforth – si recano, quindi, al campo base, ma trovano solo i corpi senza vita dei compagni e dei cani, mentre i resti degli animali misteriosi sono spariti.

A questo punto i due superstiti non hanno alternative, se non tornare sul logo dell’esplorazione per trovare una spiegazione al terribile massacro. Dopo la prima escursione aerea, trovano un altopiano con i resti di una città dalle dimensioni indescrivibili, realizzata in arenaria e saponaria. Ipotizzano che possa trattarsi di una città degli Antichi, molto evoluta nonostante il periodo a cui risale.

Decidono di esplorare la città a piedi; sono, quindi, costretti ad atterrare all’interno della città immensa: qui trovano sculture e raffigurazioni, estremamente dettagliate nonostante le dimensioni ciclopiche, che consentono loro di ricostruire la storia degli antichi, attraverso i vari mutamenti che la Terra ha subito nel corso della storia.

Le sculture e le raffigurazioni narrano la storia degli Antichi, suddivisi tra popolo di mare e di terra, i discendenti di Cthulhu, i Mi-Go e gli Shoggoth: una descrizione molto accurata delle sembianze e delle vicissitudini di queste creature accompagna il lettore in un lungo viaggio attraverso la mitologia Lovecraftiana, fino al racconto degli scontri tra gli antichi e la stirpe di Cthulhu.

A questo punto il geologo e il suo compagno, scoprono un tunnel che conduce agli abissi e decidono di esplorarlo: durante questa fase, trovano il resti del compagno e del cane scomparsi dalla base, congelati.

La loro deduzione è, quindi, che gli Antichi non fossero morti ma solo ibernati e che siano stati risvegliati dalle loro ricerche: a questo punto, spaventati e confusi dalla presenza di questi strani esseri – gli umani – gli Antichi hanno reagito tentando di capire cosa fossero; pare, infatti, che gli Antichi abbiano eseguito una sorta di autopsia sull’uomo e sul cane.

I due proseguono ancora all’interno del tunnel, fino a trovare un gruppo di pinguini giganteschi, albini e ciechi. Successivamente trovano altri Antichi, mutilati e sanguinanti, e questo li porta a dedurre che le mutilazioni siano avvenute durante uno scontro recente. I corpi degli Antichi sono senza testa: gli è stata strappata, non tagliata e, dopo innumerevoli supposizioni, i due esploratori apprendono che uno Shoggoth è ancora in vita ed è capace di assumere qualsiasi forma voglia.

A questo punto Lovecraft narra la storia degli Shoggoth e di ciò che si cela ancora oltre la catena montuosa: pare che il suo compagno di viaggio abbia visto qualcosa di ancora più terribile rispetto a quanto raccontato finora…

 

? Il libro:

Lo stile con cui è scritto questo romanzo è, a dir poco, geniale: Lovecraft utilizza una narrazione in prima persona (attraverso la figura del geologo) per raccontare i fatti di cui questo individuo è venuta a conoscenza. Sembra che il narratore sia spaventato e timoroso nel rivelare al mondo ciò che ha visto ma, allo stesso tempo, si sente in obbligo a farlo, per evitare che altre persone possano perdere la vita nel tentativo di svelare cosa si cela sulle montagne della follia: questo rende il racconto ancora più misterioso e cupo ma, allo stesso tempo, tiene il lettore incollato alle pagine.

La narrazione è elegante e dettagliata, come se fosse una spiegazione, una lezione – con i lunghi periodi articolati che caratterizzano la prosa dell’autore – e rende questo testo una base solida per tutta la letteratura horror. Nonostante sia scritto in modo ipnotico e pacato, il ritmo del racconto non lascia un attimo di respiro al narratore e al lettore: anche quando vengono elencati dettagli sull’architettura degli Antichi, piuttosto che sulle autopsie e quant’altro, c’è sempre qualcosa di indispensabile per la storia.

? Cosa mi è piaciuto:

  1. Lo stile, soprattutto per la narrazione elegante e pacata in contrasto con ciò che realmente viene narrato;
  2. l’ambientazione: il ghiaccio, il freddo, la neve, rendono la storia ancora più misteriosa;
  3. il personaggio del geologo: timoroso ma allo stesso tempo coraggioso, per sempre traumatizzato dalle sue scoperte.

?  Cosa ne penso?

Credo sia uno dei libri da leggere assolutamente, soprattutto per gli amanti dell’horror e del mistero. Ispiratosi ad Edgar Allan Poe, Lovecraft rimane una colonna portante di questo genere letterario.

 

LibriATema: Il Giallo

Buon venerdì lettori! Oggi l’articolo per la rubrica #LibriATema sarà un po’ diverso perché vi parlerò di un genere letterario anziché di un singolo libro: il giallo.

Il giallo è un genere letterario che ha riscosso successo a livello mondiale a partire dalla sua nascita, cioè verso la metà XIX secolo. Si basa su un tema dominante: il crimine, in ogni sua forma; proprio a causa delle innumerevoli sfaccettature di questo genere letterario, lo si può riconoscere chiaramente anche all’interno di romanzi storici o fantascientifici, anche se i più comunemente identificati come “gialli” sono il poliziesco classico, il noir e il thriller (suddiviso a sua volta tra thriller legale e medico).

Perché questo genere letterario ha preso il nome di “giallo”?

In realtà è un fatto abbastanza curioso: il termine Giallo come genere letterario viene utilizzato solo in Italia (il primo ad avermi incuriosito su questo aneddoto è stato il mio professore di italiano alle superiori!), mentre negli altri Paesi questo genere mantiene il nome di poliziesco o simili.
Il nome italiano risale alla collana Il Giallo Mondadori, ideata da Lorenzo Montano e pubblicata in Italia da Arnoldo Mondadori a partire dal 1929: il colore della copertina è diventato di fatto la denominazione di un genere letterario
(i volumi che vedete nella foto sono del mio nonnino e risalgono agli anni ’50/’60).

Breve storia del Giallo

La nascita e la definizione del genere Giallo sono da ricondurre principalmente a due personaggi:

  • Auguste Dupin da I delitti della via Morgue di Edgar Allan Poe: un personaggio dall’intuito sorprendente, tanto da risolvere i casi semplicemente leggendo gli articoli sui giornali;
  • Sherlock Holmes di Arthur Conan Doyle, protagonista di Uno studio in rosso, pubblicato nel 1887. Si tratta di un personaggio che non è mai uscito di scena, tutt’oggi alla basa di racconti, serie TV e così via.

In seguito sono stati molti i “maestri del giallo”: da Agatha Christie e George Simenon.

Al giorno d’oggi esistono molti sottogeneri e ramificazioni del romanzo giallo: contemporaneo, storico (il mio preferito), fantascientifico, e molti altri: l’aspetto poliziesco è passato in secondo piano, mentre il crimine rimane il punto fondamentale.

Dracula

Dracula! Ediz. illustrata Book Cover Dracula! Ediz. illustrata
Bram Stoker
Classici, Horror
Mondadori
2019
Copertina rigida
531

«Dracula», archetipo delle infinite storie di vampiri narrate dalla letteratura e dal cinema, mette in scena l'eterna lotta tra il Bene e il Male, tra la ragione e l'istinto, tra le pulsioni più inconfessabile e il perbenismo non solo vittoriano. Una storia scaturita dall'inconscio ed entrata in tutti i nostri incubi che questo volume presenta insieme ad altri testi, di Stoker o di altri autori, che rendono conto dell'eccezionale "vitalità" dei non-morti.

Dracula di Bram Stoker è IL grande classico dell’horror gotico: un romanzo epistolare che presenta una nuova versione del vampiro, diversa da quella nota nel folklore popolare fino al momento della sua pubblicazione.

Dracula

Trattandosi di un romanzo interamente epistolare, tutti i fatti che ne compongono la trama sono deducibili da ciò che viene raccontato nello scambio di lettere tra i personaggi principali.

La narrazione inizia il 3 maggio 1890, quando Jonathan Harker parte per la Transilvania e si reca dal Conte Dracula, acquirente di una tenuta a Londra, per conto del suo capo – il Signor Hawkins.

Oltre alle lettere, i fatti vengono raccontati attraverso i diari personali dei protagonisti: Jonathan annota ogni dettagli della sua permanenza presso la dimora del Conte, in modo da non dimenticare ciò che accade e non cadere nella confusione causata dagli avvenimenti strani e da orari e consuetudini particolari del Conte.

In questo modo si apprende, poco per volta, come Jonathan si trovi coinvolto nel piano diabolico del Conte di trasferirsi in Inghilterra per avere accesso illimitato a nuove fonti di nutrimento: il sangue degli inglesi.

Poco alla volta, infatti, Jonathan ha modo di intuire e poi confermare il grande segreto del Conte: è un vampiro.

Dall’altra parte dell’Europa, nel frattempo, Mina e la sua amica Lucy scrivono lettere e diari a loro volta: da questi si può capire come anche loro siano coinvolte in fatti strani e sinistri.

Proprio quando inizia a temere per la propria vita, Jonathan riesce a tornare in Inghilterra… ma questo è solo l’inizio!

Oltre la trama

Dracula è il frutto di studi approfonditi da parte del suo creatore: Stoker, infatti, si è basato su un personaggio storico realmente esistito ma ha anche articolato personaggi e ambientazione in modo che ogni dettagli rappresentasse qualcosa di specifico e assolutamente voluto.

Il Conte rappresenta lo straniero, come veniva visto dal popolo inglese dell’epoca; la sua crudeltà rappresenta ciò che l’Inghilterra ha subito dai popoli invasori.

La scelta dalle Transilvania come luogo d’origine del Male è stata particolarmente oculata: quella terra, infatti, è stata culla di popoli diversi per secoli e ha creato una fusione di religioni, credenze e culture più unica che rara. Inoltre la morfologia di questa zona geografica si adatta perfettamente al genere gotico di Stoker: una terra fredda e ostile, che viene rappresentata come praticabile soltanto da creature non umane.

Il Conte Dracula di Stoker è comunque ispirato alla figura storica del principe Vlad III di Valacchia: governatore della Valacchia – terra al confine con l’Impero Ottomano – fu investito dall’Imperatore Sigismondo di Lussemburgo ed entrò a far parte dell’Ordine del Dragone: Draculea. “Drac” significa sia drago che demonio, da qui l’associazione a “figlio del demonio”.

Vlad III è passato alla storia come Vlad l’Impalatore a causa della sua propensione a punire gli avversari attraverso l’impalatura, tecnica appresa durante i suoi dieci anni di prigionia presso i turchi.

Questo personaggio già di per sé molto complicato e cruento, è stato l’ispirazione perfetta per creare il vampiro elegante e maestoso di Stoker.

Ovviamente la figura del vampiro non ha fatto la sua prima apparizione con Stoker, infatti era già largamente riportata nelle storie popolari e ripresa da altri autori prima di Stoker.

Tuttavia Stoker fornisce una nuova visione del vampiro: elegante, raffinato, subdolo e pianificatore, anziché bestia selvatica e aggressore senza scrupoli.

Sembra che Dracula sia nato da un incubo di Stoker, che poi ha studiato e approfondito nel dettagli tutto ciò che è servito per la composizione del romanzo.

Lo stile di Stoker

Con Dracula, Stoker è diventato il maestro dell’horror gotico, così come altri autori si sono contraddistinti in altre sottocategorie dell’horror: Poe con il classico, Lovecraft con il cosmico e così via.

Oltre alla trama, agli aspetti psicologici, alle metafore e ai personaggi, ciò che rende questo libro un grande classico da leggere assolutamente è lo stile dell’autore.

Si tratta di un romanzo epistolare, perciò ogni “visione” della storia è scritta e trasmessa attraverso i pensieri di personaggi diversi: ogni penna è caratterizzata in modo diverso; ogni personaggio è costruito non solo esteticamente e caratterialmente, ma anche psicologicamente e questo traspare da un diverso stile di scrittura per ogni narratore.

Il ritmo di lettura è lento: ogni dettaglio è volutamente descritto nel modo più accurato e preciso possibile. Questo, unito alla quantità di fatti e alla molteplice narrazione, inevitabilmente rende la lettura più lenta rispetto alla media. Ciò non toglie che sia un romanzo estremamente coinvolgente e appassionante.

Per quanto riguarda il lessico, invece, basta una parola: affascinate. Come ogni classico, grazie al lessico riesce a trasportare il lettore in un’atmosfera d’altri tempi e trasmettere una cura per il linguaggio che non è più così osservata al giorno d’oggi.


In conclusione: consiglio questo libro a tutti gli amanti del genere ma anche agli amanti dei classici; lo stile di Stoker è qualcosa di unico e merita di essere scoperto anche dai lettori meno avvezzi all’horror.

Dracula è il mio romanzo preferito in assoluto, l’ho letto più volte a distanza di anni  e in diverse edizioni. A questo proposito mi permetto di consigliarvi l’edizione OscarVault Mondadori: dire che è estremamente curata è poco. Non solo la copertina, non solo la costa della pagine nera, non solo le illustrazioni interne, le foto d’epoca, gli schizzi: l’insieme. Ogni dettaglio è perfetto!