Il club delle lettere segrete

Il club delle lettere segrete
Romanzo
Feltrinelli
Copetina flessibile

È arrivato l’inverno a Porvenir, e ha portato con sé cattive notizie: per mancanza di lettere, l’ufficio postale sta per essere chiuso e il personale verrà trasferito altrove. Sms, mail e whatsapp hanno avuto la meglio persino in questo paesino arroccato sulle montagne. Sara, l’unica postina della zona, è nata e cresciuta a Porvenir e passa molto tempo con la sua vicina Rosa, un’arzilla ottantenne che farebbe qualsiasi cosa per non separarsi da lei e risparmiarle un dispiacere. Ma cosa può inventarsi Rosa per evitare che la vita di una delle persone che le stanno più a cuore venga stravolta? Forse potrebbe scrivere una lettera che rimanda da ben sessant’anni e invitare la persona che la riceverà a fare altrettanto, scrivendo a sua volta a qualcuno. Pian piano, quel piccolo gesto innescherà una catena epistolare che rimetterà in moto il lavoro di Sara, creando non poco trambusto fra gli abitanti del piccolo borgo. Perché – come ben sanno tutti quelli che provano un brivido di gioia ogni volta che ricevono posta a sorpresa e che affondano il naso nella carta per sentirne il profumo – una lettera tira l’altra, come un bacio. E può cambiare il mondo.

Il libro:

A che cosa serve un postino in un mondo in cui non si scrivono più lettere?

Il club delle lettere segrete è un romanzo moderno, ambientato nel piccolo paese di Provenir: come in ogni piccola realtà, di questi tempi, l’economia e la popolazione sono messe a dura prova.

Centri commerciali, grandi compagni ed esigenze “strategiche” in continua evoluzione portano paesi di piccole dimensioni ad un progressivo declino: le attività commerciali chiudono, i dipendenti vengono trasferiti o licenziati, i servizi scarseggiano.

Questo porta i più a pensare che il problema siano i paesi in quanto tali, in realtà non è così: il problema è un sistema orientato a portare tutto in una sola direzione, quella delle grandi compagnie, dell’automatizzazione della maggior parte dei sistemi.

Quello che viene riportato tramite la storia di Sara, in realtà è solo un esempio di ciò che attualmente accade nella maggior parte dei paese: Sara è una mamma sola, e rischia il trasferimento perché l’ufficio postale presso cui lavora è in chiusura; dovrà essere trasferita in città, dove la posta è ancora relativamente attiva.

Cosa succede? Una sua vecchia amica e vicina di casa comprende la gravità della situazione e inizia  una catena di lettere senza mittente, che coinvolge un buon numero di abitanti della piccola Provenir: anziani soli con storie da raccontare e nodi da districare, giovani sensibili e con problemi.

Questo scambio di lettere dà inizio ad una serie di scambi, nuovi legami e vecchie amicizie rinnovate, nuovi incontri e nuove avventure.

Nascite, morti, fidanzamenti o separazioni, compravendite… le lettere sono scampoli di vita, signori! Trattatele con rispetto!

Un libro nostalgico e molto attuale, che rispecchia in pieno ciò che sta accadendo nelle piccole realtà da qualche anno a questa parte.

Lo stile dell’autrice è semplice, giovanile, adatto al tipo di racconto. Il rimo è altalenante: gli eventi al presente vengono raccontati più velocemente rispetto a quello avvenuti nel passato e riportati nelle lettere.

Resta comunque una lettura leggere e non impegnativa.

In conclusione:

Un libro molto carino, con l’unico difetto di avere un finale scontato e un po’ sotto tono rispetto al resto della trama.

Lo consiglio come lettura leggera, ma che racchiude comunque un messaggio su cui soffermarsi un attimo: è giusto che le piccole realtà vengano debellate in questo modo? Secondo me, assolutamente no.

 

Le braci

Le braci
Sándor Márai
Classici
2008
181

Le Braci

Il libro:

L’uomo vive finché ha qualcosa da fare su questa terra.

Come sempre, lascio la mia opinione personale come conclusione della recensione e, per prima cosa, cercherò di dare una definizione di questo libro che possa essere valida per chiunque dovesse leggerlo.

Si tratta di un romanzo classico relativamente recente, molto famoso e apprezzato dalla maggior parte dei lettori. I motivi per cui questo libro è così apprezzato sono molti: la trama, i personaggi, l’ambientazione o l’atmosfera.

Guardiamo in fondo ai nostri cuori: che cosa vi troviamo? Una passione che il tempo ha soltanto attutito senza riuscire a estinguerne le braci.

C’è, però, un elemento che prevarica su tutto: lo stile. Senza questo il romanzo risulterebbe noioso e, per alcuni, addirittura banale.

Perché lo stile è così determinante? Senza dubbio perché emana eleganza ad ogni parola. Benché si tratti essenzialmente di un monologo (lo è almeno al 90%), riesce a non essere noioso e a tenere il lettore incollato alle pagine.

Come si può desumere dalla sinossi, infatti, i protagonisti sono due uomini, inizialmente molto amici e successivamente legati da un passato indelebile, che si trovano dopo anni di lontananza per fare luce su quanto accaduto a loro stessi a chi hanno avuto accanto durate gli anni.

La narrazione dei fatti, però, avviene tramite il monologo di uno dei due protagonisti,  che ripercorre tutto ciò che è avvenuto a partire dal primo incontro dei due fino a questo ultimo agognato ritrovo.

In questo modo vengono analizzati i vari eventi che si sono susseguiti negli anni e, allo stesso modo, fanno la loro comparsa i personaggi secondari, che hanno contribuito alla tessitura della trama.

Sappiamo sempre qual è la verità, quella verità diversa che viene occultata dai ruoli, dalle maschere, dalle circostanze della vita.

L’ambientazione e l’atmosfera non sono da non sottovalutare: sia il contesto storico che quello geografico, infatti, contribuiscono a creare una sensazione di pace ed eleganza nonostante gli argomenti trattati spesso non siano dei più rosei (vengono nominati solo due luoghi: Vienna, come luogo più realistico, e i Tropici come luogo ideale; le vicende in realtà fanno riferimento o si svolgono quasi interamente nella casa di uno dei due protagonisti che pare aver conservato il suo aspetto nonostante i decenni trascorsi).

Tutto è caduto in pezzi, sono rimasti solo i frammenti. La patria per me era un sentimento. Questo sentimento è stato offeso.

Il ritmo con cui si svolgono i fatti è piuttosto lento (sono più di quarant’anni), ma il modo in cui vengono narrati lo rende abbastanza sostenuto o, perlomeno, fa in modo che il lettore sia interessato a proseguire la lettura nell’attesa che capiti qualcosa di sconvolgete. In realtà il ritmo è crescete nella seconda metà del libro, fino ad arrivare alla conclusione della storia alla scoperta del messaggio che l’autore vuole passare. Un messaggio che è racchiuso nel comportamento del protagonista e, si scoprirà, richiede pazienza e costanza: per questo motivo può essere interpretato come un esempio da seguire o come un’assurdità.

In conclusione:

Si tratta di un libro estremamente elegante e curato, motivo per cui lo consiglio ad ogni tipo di lettore: lo consiglio in particolare a coloro che cercano lo stile prima della trama.

Personalmente l’ho apprezzato molto proprio per questo motivo: quando definisco un libro “elegante” è perché l’autore riesce ad esprimere concetti estremamente belli o estremamente brutti senza essere indiscreto o volgare. Sinceramente mi sarei aspettata qualcosa di più eclatante per il finale, ma questi sono punti di vista.

 

Recensioni: INDICE

Nel paese delle ultime cose

Nel paese delle ultime cose Book Cover Nel paese delle ultime cose
Paul Auster
Distopico
Einaudi tascabili. Scrittori
2018
170

Recensione | Nel paese delle ultime cose

In genere, tutti pensano che per quanto ieri le cose andassero male, fosse comunque meglio di oggi. E quelle di due giorni fa erano ancora meglio di ieri.  Più si torna indietro nel tempo e più il mondo diventa bello e desiderabile.

Descrizione:

Immaginate un posto dove le persone (la nonna, il droghiere, il vicino di casa) e gli oggetti (le auto, lo spazzolino, la caffettiera, la gomma da cancellare) sono a rischio di estinzione. Una mattina ti alzi e non c’è più il postino o lo schiaccianoci. E non solo il tuo, ma quello di tutti. Qualsiasi rimasuglio diventa allora l’oggetto più prezioso del mondo, soprattutto per i “cacciatori di oggetti”, persone in grado di uccidere per accaparrarsi, che so, un mozzicone di matita.

Il libro:

Nel paese delle ultime cose è un capolavoro.

Detto questo, passiamo all’analisi: è un romanzo distopico, l’ambientazione è quella di una città post-apocalittica (sul genere di Codice Genesi, per intenderci), dove le parole d’orine sono fame, distruzione e malattia. L’atmosfera è cupa, grigia, trasmette una sensazione di soffocamento e desolazione allo stesso tempo.

Come in ogni situazione precaria, ciò che prevale è il “lato oscuro” del genere umano: la fame e la paura si trasformano in violenza ed egoismo.

Se vuoi sopravvivere qui, devi lasciar perdere le questioni di principio.

Ed ecco che si forma lo scenario che fa da sfondo all’interno romanzo: è con queste basi che la protagonista si dirige verso un paese sconosciuto, alla ricerca del fratello scomparso; qui rimane intrappolata e inizia il suo tortuoso percorso di sopravvivenza in cui contano solo tenacia e astuzia.

Capisci cosa sto cercando di dire? Per vivere devi far morire te stesso.

Auster passa in rassegna ogni emozione umanamente concepibile e la porta all’estremo: la paura, che porta alla violenza, la disperazione, pareggiata soltanto dall’istinto di sopravvivenza, l’amore, in condizioni più che ostili.

Ed è questo il punto di forza del libro: racconta il peggio, ma nel modo migliore possibile. Senza mai avere un calo di tensione.

Come ogni distopico che si rispetti, la base è la realtà di ogni giorno, quella del mondo attuale: leggendo attentamente, infatti, si possono trovare moltissime somiglianze con ciò che viviamo ogni giorno, solamente portato all’estremo.

I ricchi fuggirono, portando con se ori e diamanti, e chi rimase non poté più permettersi di essere generoso.

Non solo: fino alla fine, da ogni pagina, emerge quel senso di speranza vana, tipica dell’essere umano che vorrebbe cambiare qualcosa ma non è in grado di farlo.

Non puoi trovare differenza fra un abito ben fatto e uno malfatto se sono entrambi ridotti a brandelli, giusto?

Nonostante tutto, Anna cerca di mantenere un briciolo di umanità, dandone prova con l’atto più “naturale” per ogni essere vivente, ma… ci deve essere un “ma” altrimenti cadrebbe lo scopo del romanzo.

In conclusione:

Non mi dilungo ulteriormente per evitare di rivelare troppo; rimane solo una cosa da dire: leggetelo. Sicuramente è un libro che lascia il segno, si fa ricordare, fa riflettere. Buona lettura.

 

Recensioni: INDICE

Il Signore delle Mosche

Il signore delle mosche Book Cover Il signore delle mosche
William Golding
Romanzo
Oscar moderni
2017
263

Le emozioni, in questo romanzo, ci sono tutte. Poi ci sono coraggio, dolore e piacere. La protagonista è l'ombra. L'ombra da cui ognuno di noi cerca di fuggire, ma che poi ci prende. Ma cosa fare quando la tua parte nascosta finisce dentro il corpo della persona che ami? Forse, non resta che mollare le cime dal pontile e salpare verso la follia. E qual è la follia? Quella di ritrovarsi all'Inferno senza aver peccato? Oppure affidarsi a un sistema non strutturato per la presa in cura, che si affida alla tecnica, che non approfondisce e non si pone troppe domande? In questo romanzo il tempo sembra scandire la vita, ma il tempo qui non c'è. La vita ha un sapore magico e nella vita c'è qualcosa di più forte di tutte le emozioni e di tutti i sistemi, un amore, qualcosa che va contro la morte. Qualcosa che non muore. Postfazione dell'autore.

Il signore delle mosche

Trama:

Un gruppo di ragazzi si trova a naufragare su un’isola deserta, dopo l’abbattimento dell’aereo su cui si trovava.

Rimangono soli, nessun adulto rimane o arriva sull’isola con loro o dopo di loro.

Inizialmente sperimentano il piacere della libertà, una libertà dovuta alla lontananza da genitori e maestri. Presto, però, si accorgono di ciò che realmente si trovano di fronte: assenza di cibo e acqua, assenza di regole e di affetto, nessun consiglio o insegnamento.

Si formeranno gruppi in contrasto tra loro per l’occupazione dell’isola e le decisioni da prendere quotidianamente: nella speranza che qualcuno arrivi a soccorrerli sarà la legge del più forte a prendere il sopravvento.

Il libro:

Un libro realistico in modo sconvolgente. Benché la situazione sia paradossale, l’esito è ovvio: più individui lasciati a sé stessi non possono che entrare in conflitto.

Un romanzo d’avventura dal ritmo sostenuto, ambientato in un’isola sperduta nell’Oceano Pacifico, durante una guerra (non è specificato di quale confitto si tratti).

Lo stile dell’autore è impeccabile, il lessico perfetto per ogni fatto descritto: tutto ciò non fa che sottolineare gli aspetti orrendi della natura umana. Il libro può essere diviso in tre parti secondo lo stato d’animo dei protagonisti:

  1. prima fase: euforia
  2. seconda fase: paura
  3. terza fase: crudeltà

Seguendo queste tre fasi è chiaro quale sia il messaggio dell’autore: l’uomo genera il male per natura, come reazione alla paura.  E il fatto che questo messaggio venga passato attraverso dei bambini, simbolo di innocenza, è ancora più significativo (da non sottovalutare anche il fatto che la vicenda abbia come sfondo un conflitto planetario: un conflitto nel conflitto; i bambini hanno appreso e riprodotto la crudeltà).

Di conseguenza, se all’inizio i protagonisti erano uniti dal comune senso di libertà, in seguito vengono divisi dalla paura: paura di morire, di rimanere lì abbandonati, di restare senza cibo, di animali che nemmeno esistono.

Da questo derivano i litigi e i conflitti tra i ragazzi: le regole stabilite all’inizio a poco a poco non sono più valide, la lotta per il potere diventa estenuante, si arriva a picchiare ed uccidere. I bambini più piccoli diventano selvaggi, i più grandi diventano bestiali.

In conclusione:

Lo consiglio assolutamente, è un romanzo che fa riflettere: a mio parere le tre fasi citate poco fa solo se stesse che accompagnano la vita di ogni giorno. Per esempio nell’ambito lavorativo: che si tratti di un’unica realtà o di quella generalizzata, lo schema è sempre quello. Euforia – Paura – Crudeltà.

La natura umana è questa, e dopo secoli di evoluzione ha solo mutato l’apparenza, non la sostanza: ciò che incide maggiormente in tutto ciò è la limitazione mentale dei singoli individui, che spesso sono quelli che prendono il sopravvento.

Buona lettura!

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Recensioni: INDICE

Mattatoio n. 5

Mattatoio n.5 Book Cover Mattatoio n.5
Kurt Vonnegut
Classici contemporanei
Feltrinelli
2014
Copertina flessibile

Mattatoio n. 5: Gli americani, come tutti gli altri popoli, credono in molte cose che sono chiaramente false, seguitava la monografia. La loro illusione più perniciosa è che sia facilissimo, per ogni americano, fare soldi. Non si rendono conto di quanto, in realtà, sia difficile, e per questo chi non ne ha non fa altro che rimproverarselo. Questo senso di colpa è stato una vera fortuna per i ricchi e i potenti, che così hanno potuto permettersi di fare, per i poveri, meno di qualsiasi altra classe dirigente fin dall’epoca napoleonica.
Molte sono le novità arrivate dall’America. La più stupefacente è costituita da una massa di poveri senza dignità: una cosa senza precedenti. Questi poveri non si amano l’un l’altro perché non amano se stessi. Una volta capito questo, so sgradevole comportamento dei militari americani nei campi di prigionia tedeschi cessa di essere un mistero.

Trama:

L’assistente cappellano Billy Pilgrim è un soldato americano disorientato, che odia la guerra e si rifiuta di combattere. Viene catturato dai tedeschi e incontra Roland Weary che, al contrario di Billy, è entusiasta per la guerra in corso.

A Weary viene tolto tutto e morirà di cancrena su un vagone diretto in Lussemburgo: sul treno convince un soldato che il colpevole della sua morte sia Billy e questo giura di vendicarlo.

I prigionieri vengono spostati a Dresda, dove vengono stipati in un vecchio macello, il Mattatoio n.5.  Billy e gli altri si salvano nascondendosi in un sotterraneo durante il bombardamento. Dopo la fine della guerra, Billy attraversa un periodo di riabilitazione presso una clinica psichiatrica, per superare il trauma.

In seguito si sposa e trova un impiego grazie al padre della moglie, ha una figlia di nome Barbara. Durante la prima notte di nozze di Barbara, Billy viene catturato da una nave aliena e portato su Tralfamadore, a miliardi di chilometri di distanza dalla Terra.

Iniziano i viaggi nel tempo e nello spazio, che accompagneranno Billy fino alla fine.

Il libro:

Mattatoio n.5 è un romanzo contemporaneo, che narra vicende di guerra: questa è la base da cui si sviluppa un racconto che mescola testimonianze romanzate e fantascienza, creando qualcosa di unico.

Trattandosi di un’opera particolare sotto ogni punto di vista, l’autore ne offre una presentazione descrittiva all’inizio, come prologo.

Lo stile dell’autore è curato nei minimi dettagli ed è, insieme al messaggio, la colonna portante di tutto il romanzo.

Così va la vita.

L’autore ripete meccanicamente questa frase innumerevoli volte durante la narrazione: le vicende realmente accadute e quelle che comunemente definiamo come “caso, fatalità”, si mescolano fino a confondere e portare a domandarsi quali conseguenze siano realmente imputabile alle azioni di ognuno e quali, invece, siano solo frutto del susseguirsi degli eventi. Così va la vita.

Il lessico è, quindi, molto curato: ogni frase, ogni evento, ogni particolare, è lì per un preciso motivo. I dettagli, in alcuni casi, vogliono accentuare l’assurdità o l’improbabilità degli eventi.

Se da un lato l’autore impregna il racconto di tragicità e malinconia, dall’altro ironizza su ogni cosa, proprio grazie al modo il cui sceglie i termini.

La narrazione è volutamente frammentata in più parti: si passa continuamente da scene che visualizzano o ricordano il bombardamento di Dresda alla vita personale di Billy. Non solo: in alcune scene Billy vive una vita parallela, a milioni di chilometri dalla Terra.

Non è semplice, di conseguenza, dare una definizione dell’ambientazione e dell’atmosfera perché cambiano più volte con il proseguire del racconto e passano in secondo piano.

Il personaggio principale è, come già detto, Billy Pilgrim; ci sono poi personaggi secondari, tra cui anche l’autore stesso, che compaiono di tanto in tanto, quando è necessario evidenziare dei passaggi del romanzo.

Come detto all’inizio della recensione, una delle due colonne portanti del romanzo è il messaggio: l’autore presenta un libro sulla guerra, che offre una visione dei fatti diversa dal solito (solitamente i protagonisti dei romanzi sulla Seconda Guerra Mondiale sono tedeschi o ebrei, qui invece sono americani perlopiù). Il romanzo racconta i fatti sdrammatizzando, ma il messaggio è nettamente contrario alla guerra e ai suoi orrori.

Dio mi conceda la serenità di accettare le cose che non posso cambiare, il coraggio di cambiare quelle che posso, e la saggezza di comprendere sempre la differenza.

In conclusione:

Un romanzo che consiglio senza dubbi: è particolare, è atroce e irriverente allo stesso tempo, è un libro unico nel suo genere.
Credo sia da leggere, considerando che l’autore ha realmente assistito ai fatti da cui ha preso spunto per il suo romanzo, di conseguenza – a mio parare – c’è molto dell’autore nel testo: è chiaro il suo punto di vista su ciò che è accaduto e su questo non è assolutamente imparziale.

Credo che di fronte a eventi simili sia difficile mantenere l’imparzialità. Tuttavia, se si tiene in considerazione questo durante la lettura, è assolutamente un libro da non perdere.

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Recensioni: INDICE

La leggenda della nave di carta

La leggenda della nave di carta
Racconti, Fantascienza
Fanucci
Copertina flessibile

La leggenda della nave di carta:

Noi siamo scatole. Scatole di cartone. Noi possiamo fare ben altro che contenere mandarini. Anche quando ci avranno svuotato dei mandarini, potremo sempre contenere qualche altra cosa. (La scatola di cartone)

Questo dimostra che, contrariamente a quanto si creda, la gente desidera la distruzione.[…] Anche se, quando aprono bocca, parlano di pace e di lavori umanitari, nella loro testa, consciamente o meno, vogliono tutti essere testimoni della fine del mondo, dell’olocausto finale e non di una noiosa prosperità. La gente, in un modo o nell’altro, è morbosa. Non desidera altro che spiare. (Fate la vostra scelta)

È un mondo troppo difficile per scrivere. (Donna in piedi)

Il libro:

La leggenda della nave di carta è una raccolta di sedici racconti di autori giapponesi e prende il nome da uno dei racconti che ne fanno parte.

I racconti sono:

  • Il diluvio – Kobo Abe
  • La scatola di cartone – Ryo Hanmura
  • Tansu – Ryo Hanmura
  • Bokko-Chan – Shinichi Hoshi
  • Eeehiii, laggiù! – Shinichi Hoshi
  • La strada verso il mare – Takashi Ishikawa
  • Il campo vuoto – Morio Kita
  • La bocca selvaggia – Sakyo Komatsu
  • Triceratopo – Sakyo Komatsu
  • Donna in piedi – Yasutaka Tsutsui
  • La leggenda della nave di carta – Tetsu Yano
  • Complesso di curvatura temporale – Shono Yoriko
  • Notte senza luna – Sei Takekawa
  • Ragazza – Mariko Ohara

Prima di cominciare la lettura vera e propria dei racconti, ci si trova a leggere un’introduzione che spiega il contenuto molto particolare della raccolta: si tratta infatti una raccolta di racconti molto diversi tra loro, che trattano argomenti differenti e ambientati in periodi e luoghi diversi. Ciò che li accomuna è la cultura giapponese, ciò significa che sono impregnati di tutto ciò che ha definito questo Paese (passato, pensiero, popolo, tradizioni).

Oltre all’introduzione, per aiutare il lettore ad immergersi in questo mondo, viene riportata una serie di testimonianze di bambini e ragazzi che sono sopravvissuti alla bomba atomica sganciata su Hiroshima nel 1945: il prologo si intitola, infatti, I bambini di Hiroshima e contiene testimonianze, quindi fatti realmente accaduti e scene realmente vissute da queste persone.

Inutile dire che questa prima parte varrebbe da sola la lettura del libro: semplicemente impressionante. Le scene riportate hanno condizionato irrimediabilmente la vita di queste persone e meritano di essere diffuse.

Non posso scrivere oltre. Non posso tenere oltre la penna fra le dita. Anche se non ho finito, non rileggerò ciò che ho scritto.

I racconti:

Trattandosi di racconti di autori diversi, va da sé che lo stile sia differente in ognuno di essi. Noi, lettori occidentali, potremmo comunque definirla “fantascienza giapponese” perché, senza un’analisi dettagliata dello stile di ogni autore, ciò che accomuna questi racconti è comunque lo stile orientale, con il suo fascino e la sua particolarità.

All’interno del libro si possono trovare racconti che narrano di ogni cosa: dalla persona al robot, dalla scatola di cartone all’animale. Ovviamente le trame sono nettamente distinte e, allo stesso modo, cambiano i punti di vista, la narrazione, l’ambientazione e il ritmo (a livello generale, personalmente ho trovato più scorrevole la prima metà del libro; singolarmente il ritmo varia da racconto a racconto).

Gli elementi più rilevanti, al di là delle trame, a mio parere sono due:

  1. L’atmosfera: nonostante alcuni racconti siano realmente bizzarri, l’atmosfera riesce a far immedesimare il lettore nel protagonista, o comunque a far immaginare le scene come se fossero reali – addirittura si arriva a comprendere i sentimenti di una scatola di cartone!
  2. I messaggi: ogni racconto contiene un messaggio e, in alcuni casi, merita davvero riflettere su ciò che questi racconti vogliono trasmettere (anche se è un robot a suggerirlo!).

In conclusione:

La classifica dei miei racconti preferiti è:

  1. Bokko-Chan
  2. Donna in piedi
  3. La scatola di cartone

Ad ogni modo… Libro consigliatissimo! Non solo agli amanti della cultura giapponese, ma a qualsiasi lettore: i racconti si leggono in tempi brevi ma hanno molto da offrire e, come ho già detto, anche solo il prologo vale la lettura dell’intero libro!

Vi lascio il link al sito della casa editrice: FANUCCI

Caravaggio Enigma

Caravaggio enigma Book Cover Caravaggio enigma
Alex Connor
Fiction, Romanzo Storico
2018
320

Caravaggio Enigma

Trama:

Il piccolo Michele gioca con il fratello accanto ad uno stagno, cade e rischia di annegare; il fratello lo porta a casa in braccio e lui approfitta di questo momento di apprensione per godersi le attenzioni della madre: non è morto, ci è andato molto vicino, ha finto di morire?

La madre lo accusa per questo suo scherzo di cattivo gusto, da quel momento è portatore di sventure: la peste che colpisce Milano è solo una delle conseguenze della sua bravata. Michele ha cinque anni e rimane segnato da queste accuse della madre a vita.

“L’implacabile ragazzino dagli occhi neri, che un giorno sarebbe diventato il più grande pittore italiano trascorse con sua madre le lunghe ore delle streghe di una luna calante.”

“L’importanza del potere, il fatto che una persona senza autorità non valesse niente, aveva avuto un grande impatto emotivo sulla sua psiche.”

Viene mandato a Roma, solo, a ringraziare personalmente colei che provvederà al suo mantenimento ed istruzione. Una donna che vede in lui più di un semplice bambino scontroso, un pittore: Costanza Colonna.

“Michele, dimentica gli scontri o l’idea di diventare un soldato. Dimentica un futuro da scalpellino. Tu, bambino mio, diventerai un pittore.”

Da questo momento Michelangelo non farà altro che cercare approvazione, vorrà soltanto essere accettato.

“Volevo essere amato, ma odiavo chiunque mi amasse. Volevo essere accettato e allontanavo tutti.”

Il suo carattere irrequieto e la sua arroganza lo aiuteranno ad arrivare ad essere famoso nelle più importanti città italiane e a collaborare con la Chiesa; questi aspetti del suo carattere gli porteranno anche molti guai, fino alla fine!

Le ambizioni di successo sembravano una farsa, le scarpe gli erano state rubate e i libri, che si erano rivelati una consolazione inattesa, gli erano stati confiscati non appena era arrivato a Roma.”

Il libro:

Il libro ha una struttura molto semplice  e ben definita: narra le vicende del pittore a partire da quando è solo un bambino fino agli ultimi anni della sua vita.

La narrazione è semplice, fluida, e garantisce una lettura scorrevole; è molto descrittiva ed aiuta ad immergersi nell’atmosfera cupa e torbida dei bassifondi romani del 1500: le descrizioni dei luoghi e dei personaggi sono molto dettagliate e curate, così come quelle dei sentimenti e delle emozioni dei protagonisti.

Il ritmo ha una velocità media, adatta al tipo di romanzo e, su questo c’è da fare una precisazione: non è un thriller, al contrario di quanto riportato sulla copertina del libro.

Piuttosto lo definirei un buon romanzo storico, pieno zeppo di scene cruente, senza dubbio, che non fanno altro che descrivere come potesse essere realmente la vita il quel periodo e in quei luoghi: ad ogni modo, non ho trovato elementi per poterlo definire thriller.

Al contrario, secondo il mio parere, l’aspetto storico è molto curato e ben definito: personaggi, luoghi, opere, eventi, tutto molto dettagliato.

“Quella era la vita di strada, messa su tela nel modo più drammatico possibile. Chiari e scuri, il nascosto e il visibile, il sesso e la morte.”

La verosimiglianza era tutto. I corpi non erano statue, le donne non erano perfette e i santi potevano puzzare quanto i contadini”

Cosa mi è piaciuto:

  1. il racconto della vita di Caravaggio: benché in versione “romanzata”, è la prima volta che trovo un racconto così approfondito, dall’infanzia all’età adulta;
  2. l’ambientazione

In conclusione:

Un buon libro, addirittura migliore di Cospirazione Caravaggio: la differenza sostanziale tra i due è che uno è un thriller, l’altro no; inoltre, Cospirazione Caravaggio si svolge su due piani narrativi, mentre Caravaggio Enigma su uno solo, ambientato nel 1500.

Lo consiglio a tutti gli amanti della storia dell’arte e di Caravaggio: è sempre molto bello immaginare come siano nate le opere che hanno fatto la storia.

 

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Recensioni: INDICE

Cospirazione Caravaggio

Cospirazione Caravaggio Book Cover Cospirazione Caravaggio
Alex Connor
Fiction, Romanzo Storico
Gli insuperabili Gold
2017
352

1608. Michelangelo Merisi da Caravaggio, il più grande artista del suo tempo, viene espulso dall'Ordine dei Cavalieri di Malta per un crimine misterioso. La sua colpa deve restare un segreto gelosamente custodito. 2014. In una galleria d'arte di Londra vengono ritrovati i cadaveri dei proprietari, i gemelli Weir. La scena è raccapricciante: i corpi, nudi e legati insieme da una corda, presentano segni di tortura e oscene mutilazioni. Chi può aver commesso un crimine tanto brutale? E perché? La polizia brancola nel buio, ma l'investigatore privato Gil Eckhart, esperto d'arte, potrebbe avere una pista: il delitto Weir ricorda un altro raccapricciante duplice omicidio avvenuto a Berlino anni prima e un filo rosso pare collegare le vittime, galleristi di successo, con due capolavori del maestro Caravaggio scomparsi in circostanze misteriose. Costretto a confrontarsi con un passato che pensava di essersi lasciato alle spalle per sempre, Gil seguirà gli indizi lungo un percorso che porta dalle prestigiose gallerie di New York fino alle buie catacombe di Palermo e scoprirà che nel mondo dell'arte il bene e il male sono dipinti con lo stesso pennello intinto nel sangue.

Cospirazione Caravaggio di Alex Connor

 Trama:

1608: Michelangelo Merisi da Caravaggio sta vivendo uno dei periodi più tormentati della sa vita, è in fuga, si nasconde, è ferito, sporco e denutrito. Viene accusato di un crimine misterioso, che porterà con sé fino alla morte.

“Caravaggio era rimasto in piedi, confuso, con la spada in mano; la sua ombra come un nero e maledetto ceppo d’albero”

2014: Omicidi misteriosi e apparentemente scollegati decimano il mondo dei critici d’arte e dei collezionisti. Gil Eckhart, un investigatore privato che ha abbandonato da tempo il mondo dell’arte, viene richiamato in causa per investigare su queste morti inspiegabili. Viaggerà da New York a Londra e Berlino, fino a Palermo, dove un misterioso erede di Caravaggio sembra essere spuntato dal nulla, mettendo in pericolo la sua vita e quella della sua famiglia.

 Il libro:

La narrazione è strutturata su due piani paralleli: sul primo viene portata avanti la vicenda ambientata nel mondo attuale, con l’investigatore che indaga sugli omicidi nel mondo dell’arte, e il secondo in cui vengono raccontati gli ultimi anni della vita di Caravaggio, perlopiù in fuga.

La parte contemporanea e molto più dettagliata rispetto a quella storica e presenta i tratti che definiscono un giallo/thriller: una serie di omicidi, persone in conflitto, un movente, un mistero, un investigatore incaricato di risolvere il caso.
Ha un ritmo piuttosto veloce, anche a causa del fatto che ci siano due piani narrativi; molti colpi di scena ed un finale imprevedibile.

L’ambientazione è molto varia: da New York a Palermo, da Londra a Berlino, passando per la Roma del ‘500. Ciò che accomuna tutti questi luoghi è l’arte, o meglio, il mondo dell’arte: gallerie, mostre, riunioni e compravendite di quadri, musei e così via. Un ambiente ostile ai più, aperto solo agli “addetti ai lavori”, aiuta a creare il clima giusto per la tensione tipica del romanzo giallo.

Lo stile è “bilanciato”: l’autrice mescola passato e presente, descrizione e dialogo, fatti e conseguenze, in modo molto fluido; il libro si legge velocemente e senza difficoltà.

? Cosa mi è piaciuto

  1. L’ambientazione
  2. La scelta di Caravaggio come fulcro del racconto

? In conclusione

Lo consiglio agli amanti del giallo/thriller e, perché no, anche del romanzo storico (benché la parte storica non sia così approfondita, resta comunque molto interessante).

 

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Recensioni: INDICE

Quattrocento

Quattrocento Book Cover Quattrocento
Susana Fortes
Fiction, Romanzo Storico
TEA
2014
Copertina flessibile
384

Firenze, aprile 1478. Sono giorni terribili, quelli che seguono il fallimento della congiura ordita dalla famiglia Pazzi contro i Medici. Firenze è assetata di sangue, decisa a punire con la tortura o con la morte chiunque abbia partecipato alla cospirazione. Al sicuro nel suo palazzo, Lorenzo il Magnifico viene a sapere dei cadaveri gettati in Arno, delle decapitazioni, dei linciaggi. È la città intera che vendica l'assassinio di suo fratello Giuliano e che si consegna nelle sue mani, rendendolo potente come non mai. Però Lorenzo non sa che i fili di quella congiura sono stati tirati da personaggi molto più influenti della famiglia Pazzi. E ignora di essere lui stesso un burattino nelle mani della Storia... Firenze, oggi. Sono in pochi a conoscere Pierpaolo Masoni, pittore rinascimentale dallo stile e dall'animo tormentati. E Ana Sotomayor, dottoranda in Storia dell'arte, è arrivata a Firenze proprio per capire qualcosa di più su questo oscuro personaggio, che esercita su di lei un fascino singolare. Le sue appassionate ricerche si appuntano su uno dei quadri più controversi di Masoni, in restauro nei laboratori degli Uffizi, e su una serie di quaderni in cui il pittore racconta nei dettagli la propria esistenza e gli eventi che hanno segnato la storia di Firenze alla fine del XV secolo, tra cui la congiura dei Pazzi. D'un tratto, però, Ana diventa oggetto di minacce e ricatti e si ritrova a temere per la propria vita e per quella delle persone a lei care.

Quattrocento, di Susana Fortes:

Là mi sentivo al sicuro con una semplice tazzina di caffè e la brina dell’inverno fiorentino, che mi riempiva la testa di sogni.

Vista da dentro, Firenze gli sembrava piena tanto di pericoli quanto di promesse. Non era una città, era un mondo.

I greci erano convinti che sopravvivere significasse sfuggire al destino. Ma, se riesci a sottrarti al tuo destino, poi in quale vita entri?

Ci sono aromi che racchiudono un’idea del mondo. Sono odori che anestetizzano le nostre difese e ci spingono dentro gli oscuri labirinti della memoria, mettendoci di fronte al primo mappamondo che ha alimentato i nostri sogni […]

? Trama

La trama viene portata avanti su due piani temporali: il primo racconta la Congiura dei Pazzi, giornata che ha segnato profondamente la città di Firenze e la sua storia; il secondo racconta l’avventura di Ana, una giovane studentessa che si accinge a compiere ricerche nella città toscana per la sua tesi di laurea. Raccoglie informazioni su Masoni, vissuto a Firenze proprio nel periodo in cui la città era governata dai Medici e che, per questo motivo, ha assistito alla congiura messa a punto dai Pazzi per spodestarli.

Ana viene aiutata dal suo professore, con cui inizia una ricerca molto approfondita, che la porta ad analizzare documenti custoditi negli archivi degli Uffizi, fino ad entrare in conflitto con il Vaticano e con alcune personalità di spicco del mondo dell’arte e della Chiesa.

La sua determinazione e la passione per la storia la aiuteranno ad affrontare anche le sfide più difficili e gli ostacoli che le si presenteranno di fronte.

? Quattrocento: Il libro

Come detto in precedenza, il libro è strutturato su due piani narrativi: il primo ambientato nel ‘400 e il secondo nel presente, entrambi a Firenze. Questa struttura permette di approfondire la storia della città toscana ed appassionarsi a queste vicende del passato ma, allo stesso tempo permette di portare avanti le vicende della giovane studentessa nel presente.

Il ritmo è, quindi, più lento nella narrazione degli eventi storici e più veloce nel raccontare ciò che la giovane Ana vive nel tempo trascorso in Italia (In realtà, secondo il mio parere e il mio gusto personale, nonostante il cambiamento di ritmo dovuto al susseguirsi di fatti reali in un caso ed inventati nell’altro, è più scorrevole e gradevole la parte storica rispetto a quella contemporanea: se fossero stati due racconti separati avrei dato cinque stelle alla prima e due alla seconda).

Ciò che, in realtà, non mi ha  convinta è l’evolversi della storia di Ana, la protagonista della vicenda contemporanea: mi è sembrata un po’ forzata e a tratti inconcludente.

L’ambientazione incide in modo positivo su entrambi i piani narrativi: per quanto riguarda quello storico, è a dir poco affascinante; per quanto riguarda quello contemporaneo è, a mio parere, ciò che contribuisce maggiormente a far apprezzare anche questa parte del libro: i dettagli sono moltissimi e aiutano a coinvolgere il lettore…sembra davvero di essere a Firenze!

Di conseguenza, ho apprezzato molto l’atmosfera – benché cruenta – della parte storica: una Firenze cupa e misteriosa, ma allo stesso tempo affascinante e accogliente.

Lo stile dell’autrice è molto semplice e scorrevole, questo rende apprezzabili anche le parti più dettagliate degli avvenimenti storici e della vita degli artisti e dei personaggi di spicco vissuti ai tempi della congiura.

? Cosa mi è piaciuto

  1. L’ambientazione
  2. I dettagli storici
  3. L’atmosfera

? Cosa non mi è piaciuto

  1. Le “falle” nella trama

? In conclusione

Rimane un buon romanzo storico, ma lo consiglio solo ai veri appassionati del periodo storico tra ‘400 e ‘500, della città di Firenze o di uno degli artisti citati nel romanzo: in questi casi si può “sorvolare” sulle mancanze della parte attuale del racconto.

Per farla breve: se siete come me e avete un debole per Firenze e la storia dell’arte, allora lo troverete comunque interessante!

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Recensioni: INDICE

L’uomo che voleva uccidermi

L'uomo che voleva uccidermi Book Cover L'uomo che voleva uccidermi
Universale economica. Noir
Shuichi Yoshida
Fiction
Feltrinelli
2019
333

In una fredda sera di dicembre, Ishibashi Yoshino saluta le amiche per andare a incontrare il suo ragazzo in un parco di Hakata, nella città di Fukuoka. Il mattino successivo, il cadavere della giovane viene rinvenuto nei pressi del valico di Mitsuse, un luogo impervio e inquietante: è stata strangolata. Chi ha ucciso Yoshino? Chi è l'uomo che doveva incontrare al parco? Perché la cronologia delle chiamate e dei messaggi del suo telefono cellulare racconta una storia diversa da quella che conoscono gli amici e i familiari? La morte violenta di una giovane innesca un intreccio di narrazioni accomunate dal senso di solitudine, dalla difficoltà di vivere in una società sempre più complessa, dalla desolazione dei paesaggi urbani, dall'incapacità di amare.

L’uomo che voleva uccidermi di Shuichi Yoshida

? Trama

I protagonisti di questo romanzo sono coinvolti in amicizie e relazioni difficili o occasionali; alcuni di loro affrontano la monotonia e la tristezza della vita in città trovando conforto su chat e siti di incontri.

Coincidenze e avvenimenti inspiegabili portano all’omicidio di una giovane donna e a rivelare alcuni suoi aspetti sconosciuti ai più.

Gli altri protagonisti si troveranno ad affrontare aspetti del loro carattere che non avevano considerato, superare paure e commettere azioni che, fino a questo momento, non avevano nemmeno preso in considerazione.

Un intreccio di incontri, misteri e bugie che, oltre ad aver portato alla morte di Yoshino, minaccia di causare una serie di eventi a catena, da cui non si potrà tornare indietro.

? Il libro

Il libro è suddiviso in quattro parti: la struttura del romanzo è quindi tale da permettere di portare avanti contemporaneamente la storia vista da persone diverse.

Tutto ruota intorno ai presunti incontri tra i protagonisti e gli incontri che, invece, avvengono realmente: bugie, invenzioni, inganni, frivolezze per passare il tempo che si trasformano in tragedie. Questo è il quadro generale che offre una visione dell’attuale società giapponese, dove – stando a quanto si può apprendere dal libro – è più facile comunicare tramite chat che di persona, ed è più facile dare fiducia ad uno sconosciuto che ad un amico.

Una società in cui i ragazzi desiderano una vita ed un’agiatezza che non potranno mai avere, a causa dei lavori scarsamente remunerati e del costo della vita. Ma, allo stesso tempo, una società in cui alcune persone tentano ancora di far valere principi come la famiglia e l’onore.

Il ritmo della narrazione è medio: probabilmente la trama generale viene “rallentata” dalla struttura. Ogni volta che si cambia punto di vista, si scopre qualcosa in più sul protagonista o i protagonisti di turno, sul loro passato, su cosa li ha portati fino a quel momento e perché: questo, probabilmente, fa in modo che la narrazione sia un po’ più lenta.

L’ambientazione è determinante per la trama: i fatti più importanti, infatti, si svolgono su un valico buio e freddo, descritto come una zona affascinante ma impervia, nonostante sia di uso comune.

Infine, il messaggio: secondo la mia interpretazione, il messaggio principale del romanzo è una sorta di denuncia, o perlomeno di critica, nei confronti del sistema con cui si vengono a creare conoscenze, amicizie e relazioni nella società attuale. Siti di incontri, chat anonime, e chissà quale altro sistema per mettere in piedi una relazione basata su informazioni fittizie e, nella maggior parte dei casi, menzogne. La maggior parte delle persone che decidono di utilizzare questi sistemi (come si desume anche dal libro) lo fa perché in questo modo può “costruire” la persona che vuole essere – o, se non altro, apparire – con la facoltà di decidere cosa dire o non dire di sé, cosa inventare e cosa eliminare.

Ora la domanda è: la società di cui parla l’autore, è poi così diversa dalla nostra? 

? Cosa mi è piaciuto

  1. L’ambientazione;
  2. Il messaggio;
  3. La struttura.

?  Cosa ne penso?

Il commento  tratto da “The New Yorker” che ho riportato all’inizio descrive in maniera più che precisa questo libro: non è un thriller sconvolgente in termini letterari ma lo è in termini umani. Una storia di alienazione, di una società triste ed annoiata, di una gioventù dipendente dall’apparire e dal mondo virtuale.

In conclusione:
Lo consiglio. Ripeto: non tanto come thriller ma piuttosto come spunto di riflessione.

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Recensioni: INDICE

Follia

Follia Book Cover Follia
Patrick McGrath
Fiction, Romanzo, Psicologico
Adelphi
2012
Copertina flessibile
296

Una grande storia di amore e morte e della perversione dell'occhio clinico che la osserva. Dall'interno di un tetro manicomio criminale vittoriano uno psichiatra comincia a esporre il caso clinico più perturbante della sua carriera: la passione tra Stella Raphael, moglie di un altro psichiatra, e Edgar Stark, artista detenuto per uxoricidio. Alla fine del libro ci si troverà a decidere se la "follia" che percorre il libro è solo nell'amour fou vissuto dai protagonisti o anche nell'occhio clinico che ce lo racconta.

Follia, P. McGrath

✒Citazioni

[…] si stava convincendo che la fiducia, e la speranza e l’amore sono tali in quanto nascono e crescono a dispetto della ragione.

Era come se l’avessero rubata, quella felicità, anzi come se l’avessero trovata per caso e se la fossero portata via di corsa, perché in realtà apparteneva a qualcun’altro e loro non ne avevano alcun diritto.

La vita era uno squallido baratto, soldi contro tempo.

? Trama

Stella, Max, Edgar, Charlie e Peter: cinque persone per costruire un libro.

Stella è una donna sposata, ma delusa dal matrimonio monotono e “piatto”. Max è suo marito, uno psichiatra in carriera che lavora presso una clinica psichiatrica nei pressi di Londra: il lavoro è tutto il suo mondo, i suoi pazienti sono il suo mezzo per arrivare a dirigere la clinica e soddisfare così la sua fama di successo e quella della madre esigente.

Stella e Max si trasferiscono nei pressi della clinica, in modo da facilitare il lavoro di Max: in questa occasione, Stella ha modo di conoscere Edgar Stark, paziente in semilibertà, che viene incaricato di restaurare la serra nel loro giardino.

Edgar e Stella iniziano a conversare, ad incontrarsi per passare i pomeriggi afosi all’interno del giardino. Dopo il ballo organizzato dalla clinica – a cui partecipano sia i membri personale e sia i pazienti – Edgar e Stella entrano sempre più in sintonia: Edgar si insinua nella mente di Stella, scatenando in lei fantasie rimaste soffocate da tempo.

Dopo svariati incontri nel giardino e nella serra, un giorno Edgar va a casa di Stella, passano del tempo nella camera da letto di Stella e Max – questo la fa sentire euforica – ma Edgar, prima di andarsene, prende dei vestiti di Max dall’armadio e scappa con essi.

Il giorno seguente Edgar è scomparso: questo è l’inizio della fine (e da qui non aggiungo altro per non rovinarvi la lettura!). Edgar libero, Stella che si sente imprigionata in casa propria. Un amore malato, devastante, forte e fragile allo stesso tempo.

? Il libro:

Un romanzo cupo, sconvolgente, straordinariamente realistico –  nonostante alcuni passaggi piuttosto “scenici” – a tratti inquietante.

Dopo questa premessa, devo assolutamente spiegarvi meglio cosa intendo: senza scendere eccessivamente nei dettagli, posso anticiparvi che si stratta della storia di Stella, una donna sposata, con famiglia, ma essenzialmente sola, trascurata, ombra di un marito in carriera che non la considera e non la stima, né come donna e né come moglie.

Questo suo stato di incertezza su se stessa e sulla sua vita, la porta ad un’avventura che la spinge a comportarsi all’opposto dei suoi standard: una vita sregolata, incerta, senza un futuro ben definito.

Per la prima volta Stella sentiva che era valsa la pena di saltare nel vuoto, perché alla fine avrebbero trovato il posto sicuro dove amarsi senza paura.

Il problema vero non è, però, questa sua svolta, ma piuttosto l’uomo che ha scelto – o con cui, suo malgrado, si è trovata – per arrivare a tanto: un uomo con precedenti tutt’altro che rosei, un uomo con seri disturbi psichici, un uomo paranoico – sindrome particolarmente pericolosa quando si considera un rapporto tra due persone.

La descrizione del declino di Stella è a dir poco sconcertante: graduale, “morbido”, un lento avvicinarsi ad un punto di non ritorno; il tutto intervallato da sporadici momenti di isteria, euforia, gioia addirittura.

L’aspetto migliore del libro credo sia proprio questo: non tanto il racconto delle implicazioni psicologiche di Edgar, ma quelle di Stella e non solo.

La narrazione, infatti, viene fatta tramite lo specialista (uno psichiatra per l’esattezza) che si occupa in primo luogo di Edgar ed in seguito anche di Stella.

Un personaggio particolare anche questo, perché è la dimostrazione vivente di quanto la mente sia delicata: lui stesso, psichiatra, in alcuni momenti parla della mente umana come se fosse puramente un elemento di studio, in modo freddo e distaccato, in altri momenti è costretto a rendersi conto di quanto profonde possano essere le ripercussioni di tutto ciò (terapie, colloqui, azioni, sentimenti).

Le donne romantiche, riflettei. Non pensano mai al male che fanno in quella loro forsennata ricerca di esperienze forti. In quella loro infatuazione per la libertà.

Tutto si svolge nell’arco di poco più di un anno, in Inghilterra. Tutte le vicende sono ambientate a Londra o in zone poco conosciute e poco frequentate del Galles, dove il paesaggio è perlopiù brughiera e, qua e là, sorgono sporadiche cliniche, gestite da dottori in carriera, che sfruttano questa possibilità per ampliare le proprie conoscenze. Il ritmo è piuttosto veloce: senza nemmeno accorgersene, si passa da una situazione alla sua immediata conseguenza. Il susseguirsi degli episodi è, quindi, abbastanza veloce e continuativo.

? Cosa mi è piaciuto:

  1. La descrizione di sentimenti, umori, risvolti psicologici;
  2. L’ambientazione
  3. Lo stile

?  Cosa ne penso?

Come sempre, dopo aver letto il libro, ho cercato pareri e commenti, ed il risultato – come sempre – è stato questo: “libro brutto e banale” contro “libro meraviglioso e ben scritto”. Cosa ne penso personalmente? Sicuramente è ben scritto; sicuramente porta in luce molti aspetti della mente umana che spesso non vengono considerati a sufficienza e, soprattutto, lo fa in modo molto coinvolgente.

Come sapete, ciò che apprezzo di più in un libro è la sua capacità di “portarti nella storia” e questo ci riesce senza ombra di dubbio.

La mia una incertezza è sul fatto che le vicende vissute da Stella, i cambiamenti, i pensieri e le azioni – aspetti della sua vita così delicati, fragili, sconvolgenti – siano stati elaborati e raccontati da un uomo: voglio dire, la parte di Edgar, secondo me è stata molto più spontanea per l’autore, così come quella dello psichiatra.

Detto questo, lo consiglio assolutamente! Unica avvertenza: non è leggero, quindi leggetelo nel momento giusto!

 

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Recensioni: INDICE

Cloud Atlas

Cloud Atlas. L'atlante delle nuvole Book Cover Cloud Atlas. L'atlante delle nuvole
Pickwick
David Mitchell
Fiction, Romanzo, Distopico
Sperling & Kupfer
2014
597

I sei protagonisti di "Cloud Atlas - L'atlante delle nuvole" vivono in punti e momenti diversi del mondo e del tempo, eppure fanno parte tutti di un unico schema, una specie di matrioska composta da sei personaggi uniti l'uno all'altro dal filo sottile e inestricabile del caso. Le loro anime si spostano come nuvole, passando dal corpo di un notaio americano di metà Ottocento, giunto su un'isola del Pacifico per assistere ai devastanti effetti del colonialismo, al giovane musicista che s'intrufola nell'esistenza di un celebre compositore belga tra le due guerre mondiali. Da un'intrepida giornalista che indaga sull'omicidio di uno scienziato antinucleare in piena guerra fredda, a un editore inglese in fuga dai creditori nella Londra anni Ottanta, sino a un clone schiavizzato nella Corea del prossimo futuro. Per arrivare infine all'alba del nuovo mondo - all'indomani dell'Apocalisse - e al suo primitivo, stupefatto abitante. Con una nuova prefazione firmata dall'autore

Cloud Atlas, David Mitchell

✒Citazioni

“La rabbia forgia una volontà d’acciaio”

“Le rivoluzioni sono sempre pura fantascienza finché non accadono; poi diventano realtà storiche inevitabili”

“In principio, c’è l’ignoranza. L’ignoranza genera paura. La paura genera odio, e l’odio genera violenza. La violenza crea altra violenza, finché l’unica legge diventa ciò che viene stabilito dal più forte”

“Libertà è il fatuo jingle della nostra civiltà, ma solo quelli che ne sono privi hanno una minima idea di cosa parlano”

? Trama

Il romanzo può essere suddiviso in sei storie che differiscono per stile, genere e ambientazione: ogni racconto è collegato al precedente tramite un elemento che il protagonista conosce, perché in qualche modo fa parte della sua vita.

Il libro è suddiviso in questo modo:

  • Il diario dal Pacifico di Adam Ewing – Prima parte
  • Lettere da Zedelghem – Parte prima
  • Mezze vite: Il primo caso di Luisa Rey – Parte prima
  • La tremenda ordalia di Timothy Cavendish – Prima parte
  • Il Verbo di Sonmi-451 – Prima parte
  • Sloosha Crossing e tutto il resto
  • Il Verbo di Sonmi-451 – Parte seconda
  • La tremenda ordalia di Timothy Cavendish – Parte seconda
  • Mezze vite – Il primo caso Luisa Rey – Parte seconda
  • Lettere da Zedelghem – Parte seconda
  • Il diario dal Pacifico di Adam Ewing – Parte seconda

La trama delle singole storie è molto a sé stante, ma collegata agli altri da un dettagli. Cambiando storia, si cambia luogo, tempo e protagonista: dal passato al futuro, viaggiando tra usanze e costumi diversi, mentalità e società differenti. Un viaggio attraverso la storia dell’Uomo e dell’individuo.

? Il libro:

Non si può descrivere questo libro senza parlare della struttura: come detto poco fa, la struttura del libro è piuttosto complessa perché, a differenza di altri libri che spostano la narrazione avanti e indietro nel tempo ma mantenendo sempre gli stessi protagonisti, in questo libro cambia tutto ad ogni passaggio: i protagonisti, l’ambientazione e, soprattutto, lo stile.  Il ritmo, invece, rimane pressoché invariato in ogni storia, né eccessivamente veloce né eccessivamente lento; alcune parti possono sembrare “lente”, ma credo sia dovuto ai fatti che raccontano, non ad un cambiamento di ritmo vero e proprio.

Sicuramente la struttura, così complessa, è ciò che contraddistingue il romanzo e lo rende diverso dagli altri: non si possono leggere le storie separatamente o in ordine sparso, perderebbe ogni senso; tuttavia, alcuni passaggi e collegamenti risultano un po’ “fragili”, forse anche a causa della quantità di ambientazioni/personaggi/dettagli che sono contenuti in ogni storia.

Considerando sempre queste enormi differenze tra le varie storie, ci si troverà inevitabilmente a comprendere o preferire una storia piuttosto che un’altra (io l’ho letto con il gruppo di lettura di @bibliofagia_irene e credo che ad ognuno sia piaciuta una storia diversa!), anche perché in uno stesso libro sono contenuti generi diversi: si passa dal romanzo epistolare, dalla fantascienza al distopico, ed è inevitabile che alcune parti piacciano meno di altre.

Senza potervi raccontare nel dettaglio le storie, posso solo dirvi quale sia stata la mia interpretazione: credo che ogni storia abbia una sorta di “micro-messaggio” all’interno o, perlomeno, ogni storia affronta temi diversi ma riconducibili ad uno unico, ovvero quello contenuto nella storia Il verbo di Sonmi – la parte distopica del libro, la parte che più fa riflettere e che contiene il “macro-messaggio”, anche perché ambientata in un futuro in cui è cambiata l’apparenza ma i problemi della società sono rimasti invariati.

In conclusione: credo che l’idea delle storie collegate che portano ad un unico messaggio sia geniale, anche se credo non abbia reso al massimo del suo potenziale. L’autore ha, infatti, variato molto lo stile di scrittura tra una storia e l’altra, cercando di caratterizzare il più possibile i vari contesti in cui si svolgevano i fatti, cosa che ho apprezzato molto, anche se in alcuni casi mi è sembrato “forzato” (potrebbe dipendere anche dalla traduzione, quindi consiglio di leggerlo in lingua originale per avere la certezza che sia effettivamente così).

? Cosa mi è piaciuto:

  1. L’idea della struttura così articolata, a più livelli;
  2. La storia di Sonmi;
  3. Il messaggio, sempre di Sonmi.

?  Cosa ne penso?

Nonostante i pareri discordanti che ho letto finora, lo consiglio per l’idea originale delle storie collegate tra loro da un solo elemento, che cambia di volta il volta. Non mi ha convinto al 100%, questo è vero, ma rimane comunque una lettura piacevole e molto particolare.

Tokyo Express

Tokyo Express Book Cover Tokyo Express
Matsumoto Seicho
Thriller
Adelphi
2018
Copertina flessibile
175

In una cala rocciosa della baia di Hakata, i corpi di un uomo e di una donna vengono rinvenuti all'alba. Entrambi sono giovani e belli. Il colorito acceso delle guance rivela che hanno assunto del cianuro. Un suicidio d'amore, non ci sono dubbi. La polizia di Fukuoka sembra quasi delusa: niente indagini, niente colpevole. Ma, almeno agli occhi di Torigai Jutaro, vecchio investigatore dall'aria indolente e dagli abiti logori, e del suo giovane collega di Tokyo, Mihara Kiichi, qualcosa non torna: se i due sono arrivati con il medesimo rapido da Tokyo, perché mai lui, Sayama Ken'ichi, funzionario di un ministero al centro di un grosso scandalo per corruzione, è rimasto cinque giorni chiuso in albergo in attesa di una telefonata? E perché poi se n'è andato precipitosamente lasciando una valigia? Ma soprattutto: dov'era intanto lei, l'amante, la seducente Otoki, che di professione intratteneva i clienti in un ristorante? Bizzarro comportamento per due che hanno deciso di farla finita. Per fortuna sia Torigai che Mihara diffidano delle idee preconcette, e sono dotati di una perseveranza e di un intuito fuori del comune. Perché chi ha ordito quella gelida, impeccabile macchinazione è una mente diabolica, capace di capovolgere la realtà. Non solo: è un genio nella gestione del tempo. Con questo noir dal fascino ossessivo, tutto incentrato su orari e nomi di treni - un congegno perfetto che ruota intorno a una manciata di minuti -, Matsumoto ha firmato un'indagine impossibile, ma anche un libro allusivo, che sa con sottigliezza far parlare il Giappone. «Si era appena fatto giorno. Il mare era avvolto in una foschia lattiginosa. Shikanoshima, l'isola dei cervi, si vedeva a malapena, così come il sentiero del mare. Tirava una brezza fredda e salmastra. L'operaio, col bavero alzato e il capo chino, procedeva a passo svelto. Attraversava quella spiaggia rocciosa per arrivare prima in fabbrica, come era sua abitudine. Ma qualcosa di totalmente inatteso attirò il suo sguardo, sempre rivolto al suolo. Due corpi adagiati su una lastra di roccia scura stonavano incredibilmente con quel paesaggio a lui così familiare».

✒ “Ci sono scritti i nomi delle stazioni di tutto il Giappone, e leggendoli riesco a immaginarmi il paesaggio di ciascuno di quei luoghi. […] Davanti ai miei occhi si materializzano le atmosfere di tutti quei villaggi e di quelle città, le case e persino la gente per strada”.

?Incipit

La sera del tredici gennaio Yasuda Tatsuo invitò a cena uno dei suoi clienti al ristorante Koyuki di Akasaka. L’invito era ad un alto funzionario di un certo ministero.

?Sinossi

In una cala rocciosa della baia di Hakata, i corpi di un uomo e di una donna vengono rinvenuti all’alba. Entrambi sono giovani e belli. Il colorito acceso delle guance rivela che hanno assunto del cianuro. Un suicidio d’amore, non ci sono dubbi. La polizia di Fukuoka sembra quasi delusa: niente indagini, niente colpevole. Ma, almeno agli occhi di Torigai Jutaro, vecchio investigatore dall’aria indolente e dagli abiti logori, e del suo giovane collega di Tokyo, Mihara Kiichi, qualcosa non torna: se i due sono arrivati con il medesimo rapido da Tokyo, perché mai lui, Sayama Ken’ichi, funzionario di un ministero al centro di un grosso scandalo per corruzione, è rimasto cinque giorni chiuso in albergo in attesa di una telefonata? E perché poi se n’è andato precipitosamente lasciando una valigia? Ma soprattutto: dov’era intanto lei, l’amante, la seducente Otoki, che di professione intratteneva i clienti in un ristorante? Bizzarro comportamento per due che hanno deciso di farla finita. Per fortuna sia Torigai che Mihara diffidano delle idee preconcette, e sono dotati di una perseveranza e di un intuito fuori del comune. Perché chi ha ordito quella gelida, impeccabile macchinazione è una mente diabolica, capace di capovolgere la realtà. Non solo: è un genio nella gestione del tempo. Con questo noir dal fascino ossessivo, tutto incentrato su orari e nomi di treni – un congegno perfetto che ruota intorno a una manciata di minuti –, Matsumoto ha firmato un’indagine impossibile, ma anche un libro allusivo, che sa con sottigliezza far parlare il Giappone.

Trama

Yasuda Tatsuo è a capo di una ditta che produce macchinari industriali, è un uomo in carriera che tiene particolarmente al suo successo e ai suoi contatti: i contatti, in effetti, non mancano. Per mantenere questi buoni rapporti, che garantiscono la crescita dell’azienda, Yasuda è solito invitare i suoi clienti altolocati in un ristorante, il Koyuki di Akasaka.

Non che questo locale sia particolarmente pregiato, ma ha la particolarità di garantire la massima riservatezza e l’anonimato dei clienti. Yasuda, tuttavia, è un cliente abituale e conosce tutto il personale del locale: alcune ragazze sono particolarmente espansive, altre invece si limitano ad intrattenere i clienti, ascoltandoli mentre espongono i loro interminabili monologhi.

In questo periodo si vocifera ovunque di uno scandalo colossale, in cui sono coinvolti personaggi importanti del ministero, nonché i loro più stretti collaboratori (anche per questo motivo Yasuda preferisce un posto riservato).

Per l’ennesima volta, Yasuda invita un suo cliente in questo locale e, come sempre, è Otoki la ragazza incaricata di intrattenere Yasuda e il suo importante ospite.

Otoki, tra l’altro, è proprio una ragazza poco espansiva e piuttosto riservata, che si limita svolgere il suo lavoro.

In seguito, Yasuda chiede a due ragazze di accompagnarlo il giorno seguente in un locale, semplicemente per un caffè. Trascorrono un po’ di tempo insieme, poi Yasuda si fa accompagnare alla stazione: qui notano che Otoki sta partendo con un uomo su un binario poco distante (è proprio Yasuda a notarla per primo). Iniziano i pettegolezzi e gli scherzi, a maggior ragione considerando che nessuno era a conoscenza di alcun dettaglio sulla vita privata di Otoki.

Il mattino seguente il corpo di Otoki viene ritrovato senza vita in una cala rocciosa della baia di Hakata insieme al corpo di un alto funzionario del ministero coinvolto nello scandalo: investigatori e forze dell’ordine si riuniscono sul posto e, poco dopo, sono in grado di risolvere il caso. Secondo il pensiero comune si tratta di un doppio suicidio a sfondo passionale: due amanti che si suicidano per sfuggire allo scandalo, con del cianuro e una bottiglia di succo abbandonata poco distante.

Fortunatamente, Torigai Jutari – un vecchio investigatore che ha lasciato il servizio – sospetta che ci sia qualcosa in più dietro a quelle due persone morte sulla spiaggia. Della stessa opinione è anche Mihara Kiichi, il suo collega più giovane e nel pieno della carriera.

Ci sono troppe cose che non tornano: sono saliti in treno insieme, ma lui ha atteso una telefonata per cinque giorni in una camera d’albergo prima di muoversi; non si sa dove sia stata Otoki per cinque giorni; i corpi sono composti, come se fossero stati posizionati da qualcuno, non sono sporchi. E non solo: Sayama, il funzionario morto, ha pranzato da solo sul treno, quindi Otoki non era con lui… Sono davvero molti i fattori che insospettiscono i due investigatori ma, tuttavia, non riescono ad arrivare alla soluzione del caso.

Sia Torigai che Mihara, però, sono determinati a non arrendersi: Mihara viaggerà per tutto il Giappone, ripercorrendo gli spostamenti delle vittime e dei sospettati, incontrando parenti e semplici passanti, calcolando i tempi di percorrenza e di sosta dei treni.

La perseveranza dei due investigatori li porterà ad avere delle intuizioni decisive: il tempo è la chiave di tutto. Qualcuno ha architettato un piano preciso nei minimi dettagli con, addirittura, dei margini d’errore a scongiurare qualsiasi imprevisto.

Decisivo sarà l’incontro tra Mihara e la moglie di Yasuda, una donna gravemente malata che non può lasciare la casa di periferia in cui è stata relegata a causa della cura che deve seguire.

Un caso di corruzione, omicidio, false testimonianze, costruito su quattro minuti di attesa alla stazione: la soluzione arriverà solo dopo mesi d’indagine e svariate complicazioni, con una lettera di Mihara inviata a Torigai.

 

? Il libro:

  • lo stile è molto particolare, unisce costantemente il pensiero e le azioni dei protagonisti;
  • il ritmo è piuttosto sostenuto, pur senza una grande quantità di avvenimenti, i protagonisti (soprattutto Mihara) superano mille vicissitudini prima di arrivare alla conclusione del caso;
  • l’ambientazione è a dir poco spettacolare, considerando che viene attraversato tutto il Giappone;
  • i personaggi principali sono pochi, ma ben definiti e, soprattutto, mantengono la giusta quantità di mistero fino alla fine.

? Cosa mi è piaciuto:

  1. l’ambientazione: il Giappone ha un fascino inavvicinabile;
  2. la scelta del treno come chiave di tutto il racconto;
  3. il personaggio di Torigai: saggio ed esperto investigatore.

?  Cosa ne penso?

L’ho selezionato come uno dei tre migliori libri letti quest’anno e credo che sia tutto detto. Mi è piaciuto davvero molto, forse la mia passione per il Giappone può aver influenzato la lettura ma, in ogni caso, credo che possa piacere a tutti gli amanti dei gialli “alla vecchia maniera”. Inoltre, credo che nel libro siano contenuti diversi aspetti della società giapponese che non vengono spesso citati.