Mitologia degli alberi

Mitologia degli alberi Book Cover Mitologia degli alberi
Jacques Brosse
Saggio
Rizzoli
1994
Copertina flessibile
320

Nel più lontano passato, molto prima che l’uomo facesse la sua comparsa sulla terra, un albero gigantesco s’innalzava fino al cielo. Asse dell’universo, attraversava i tre mondi. Le sue radici affondavano negli abissi sotterranei, i suoi rami arrivavano all’empireo”: fin dall’antichità gli alberi sono stati al centro di un affascinante sistema di miti e leggende, e in questo sorprendente saggio Jacques Brosse ricostruisce i fattori storici e culturali che nei secoli hanno portato le piante a essere considerate le manifestazioni per eccellenza della divinità. Dal grandioso mito dell’Albero cosmico che collegava gli inferi e il cielo al culto delle querce tra i Greci e i Romani, dal giardino dell’Eden nel cristianesimo al fico sacro sotto il quale il Buddha giunse all’illuminazione, l’autore ci restituisce il fascino di un mondo oggi in gran parte dimenticato e illumina la profondità di una saggezza plurimillenaria che, fondandosi su un’incredibile conoscenza delle piante, seppe armonizzare le attività umane con gli equilibri e i ritmi della natura.

Mitologia degli alberi è esattamente il saggio che ci si aspetta leggendone il titolo.
Un saggio completo e dettagliato, che sviscera nel dettaglio il significato e la simbologia degli alberi nel corso dei millenni.

In questo saggio Jacques Brosse analizza il culto e il significato degli alberi a partire dalle popolazioni più antiche, suddividendo il libro sia secondo l’arco temporale e sia per tipologia di albero.

L’aspetto più interessante della ricerca portata avanti dall’autore è il parallelismo che si trova in varie culture e varie epoche, con riferimento allo stesso albero o allo stesso elemento di una pianta.

Per esempio, se si parla di tronco, di foglie o di frutti, si hanno significati differenti: un albero dall’aspetto molto possente e radicato in profondità è probabile che sia utilizzato come simbolo di nascita e crescita solida presso diverse popolazioni.

La prima popolazione che viene presa in considerazione è quella che abitava il Nord Europa nei tempi più antichi. Infatti presso la mitologia norrena il culto degli alberi è sempre stato fondamentale sin dal principi: la creazione stessa della Terra e la struttura del pianeta dipendevano da un albero, più precisamente da un Frassino.

Sempre secondo la mitologia norrena e germanica l’albero era il ponte tra cielo e inferi, ma anche tra i vari mondi. Si pensava infatti che, oltre alla Terra abitata dagli uomini, ci fossero altri due mondi: quello dei morti e quello dei Giganti di ghiaccio. Poi risalendo verso le estremità dei rami del Frassino si sarebbe giunti al cielo, ossia la dimora delle divinità celesti.

L’idea di collocare le divinità positive in cielo e quelle negative nel sottosuolo sembra essere un luogo comune a tutte le culture che si sono susseguite nello spazio e nel tempo.

Oltre allo slancio verticale che porta alla ramificazione sia verso l’alto e quindi verso il cielo e sia verso il basso e quindi verso gli Inferi, sembrava essere un punto comune presso molte culture anche l’aspetto legato alla nascita e alla morte.
Il ciclo continuo che caratterizza tutte le credenze più sentite dei popoli Nord europei e germanici ha come simbolo molto spesso proprio un animale o un albero: nello specifico il ciclo vitale di un albero è molto simile a tutto ciò che viene trasposto in una credenza religiosa. A partire dal seme, alla crescita dell’albero che si sviluppa per tutto l’arco della sua vita terrena, per poi ricadere a terra sotto forma di seme e rinascere una seconda volta e così via.

Nonostante le credenze cristiane legate all’albero siano molto sentite e comunemente diffuse tanto da essere diventate parte della cultura popolare di tutti i popoli occidentali, sono in realtà credenze e simbologie che derivano da culture religioni antecedenti al Cristianesimo e sono state semplicemente riadattate e reinterpretate.
Per esempio molte scene bibliche sono parallele a culture e miti antecedenti alla narrazione di Cristo.

Molto importanti sono stati anche i punti di vista in riferimento agli alberi che si sono sviluppati presso Romani e Greci. Come si sa, la cultura romana e quella greca sono in qualche modo parallele e molto similari.
Infatti per quasi tutte le divinità e i miti di uno di questi popoli si trova un corrispondente presso l’altro popolo.
In riferimento agli alberi condividevano sicuramente il concetto di immortalità legato all’altezza, alle dimensioni e alla longevità di un albero.

Un’altra questione molto affascinante è quella degli sciamani o coloro che guidavano una comunità.
Per esempio gli sciamani in Siberia, i druidi germanici e Celti, ma anche i sacerdoti ebraici e le figure religiose più disparate presso i vari popoli del mondo: in qualche modo il profestante è legato ad un albero.

Mitologia  degli alberi: considerazioni

Gli aspetti di cui si potrebbe parlare in riferimento a questo saggio sono davvero tanti: Mitologia degli alberi è infatti un saggio talmente complesso e completo che non può essere raccontato nel dettaglio, ma deve essere letto per poterne apprezzare tutti i contenuti.

Personalmente ho gradito maggiormente due aspetti: il paragone che l’autore fa nel menzionare vari popoli e varie culture per trovarne similitudini e, per gusto personale, ho apprezzato molto il capitoli sulla mitologia norrena, germanica e celtica.

Tuttavia i popoli menzionati in questo saggio sono davvero molti e tutti meritano di essere compresi; per esempio non molto spesso si parla della mitologia cinese o indiana, ma anche queste in qualche modo sono legate a quanto detto sinora.

Consiglio questo saggio a chiunque voglia approfondire l’argomento, sia a scopo di studio e sia per curiosità personale.

Io l’ho scelto perché avevo bisogno di informazioni sul significato di alcune piante e in particolare, come accennato in precedenza, ho prediletto il significato che veniva attribuito agli alberi presso le popolazioni nordiche, in particolare quelle celtiche e vichinghe. Ho poi utilizzato queste informazioni all’interno delle mie opere.

Per quanto riguarda lo stile e il ritmo di questo saggio, si tratta di una lettura piuttosto lenta e articolata, non del tutto scorrevole.

L’unica nota forse a sfavore di questo volume è il fatto che spesso l’autore divaga con lunghe digressioni su alcuni argomenti. Va precisato però che, trattandosi di argomenti così vasti e articolati, è praticamente impossibile sviscerare un discorso che sia in qualche modo su una linea continua, deve essere per forza una stesura fatta di tante piccole digressioni su ogni argomento. Perciò il risultato è un libro impegnativo e piuttosto lento da leggere, ma assolutamente ricco di informazioni e curiosità.

 


IG: ALICE.SOGNO

D’un tratto nel folto bosco

D'un tratto nel folto del bosco Book Cover D'un tratto nel folto del bosco
Amos Oz
Narrativa, Fiaba
Feltrinelli Editore
2005
114

La notte, al villaggio, uno strano, impossibile silenzio abita il buio. Anche di giorno, l’assenza degli animali lascia ovunque le sue tracce: non un cane in cortile, non un gatto sui tetti, e nemmeno una mosca che ronza o un grillo che canta nei prati intorno. Qualcosa dev’essere successo tempo fa e i bambini ogni tanto fanno domande, ma i grandi rispondono in modo evasivo, per non dire irritato. Tutti o quasi: perché nei disegni della maestra Emanuela, nella solitudine del vecchio Almon, che una volta faceva il pescatore nel fiume e aveva un cane fedele, nei gesti tristi della fornaia, che sparge invano briciole di pane all’aria, qualcosa di strano s’intende. Fino a quando Mati e Maya non partono per la loro avventura, in cerca del mistero del villaggio dove gli animali sono scomparsi. Nel folto del bosco troveranno Nimi, il bambino puledrino ammalato di nitrillo, Nehi, il demone del bosco e una triste verità.
D’un tratto nel folto del bosco è una storia, anzi una favola. Amos Oz racconta di un paese stregato, senza nome e senza animali. Lo fa con la sua consueta maestria nel descrivere voci e silenzi, paesaggi e umori dell’animo. Il segreto del villaggio è racchiuso in una storia struggente e in immagini di grande effetto, per piccini e grandi. È una morale triste, inconsueta, in cui gli animali, pur se assenti, insegnano agli uomini a parlare una lingua in cui nessuno si sente beffato, diverso. Perché la lingua degli animali ha tante parole, ma nemmeno una che sia capace di esprimere il distacco e l’esclusione. Anche se hai sempre il moccio al naso, i denti in fuori e uno strano morbo che si chiama nitrillo.

D’un tratto nel folto bosco è una sorta di fiaba moderna i cui protagonisti sono due ragazzini vivaci e per natura molto curiosi, che grazie alla loro indole e alla loro volontà di fare chiarezza su alcuni eventi risolveranno un mistero che si porta avanti da decenni e che ha sconvolto la cittadina in cui vivono.

In questo paesino sono spariti tutti gli animali, dal più piccolo al più grande, non ci sono più insetti, né animali da compagnia né tantomeno animali selvatici o d’allevamento: questa condizione si porta avanti da anni, tant’è che la popolazione del paese ha smesso da tempo di parlare dell’accaduto.

Non che ci sia stato un fatto scatenante ma in qualche modo la popolazione ha iniziato ad attribuire questo fenomeno ad un demone che risiede sui monti. Dopodiché è diventata usanza comune quella di non parlare degli animali, della loro sparizione e tanto meno del Demone delle montagne. La popolazione del paese si è fatta condizionare fino al punto di aver ideato la presunta esistenza di un virus altamente contagioso che colpisce i bambini, il cosiddetto nitrillo, una malattia che porterebbe chi la contrae a non saper più parlare, a comportarsi in modo bizzarro e a nitrire come un asino.

Per qualche giorno la gente aveva badato bene a non guardarsi negli occhi. per diffidenza. O per sconcerto. O vergogna. Da allora in poi si cercò di parlarne il meno possibile. Né bene né male. Non una parola. Ogni tanto ci si dimenticava persino del perché in fondo fosse meglio dimenticare. Ciò nonostante, tutti ricordavano molto bene, ma in silenzio, che era meglio non ricordare. E c’era come il bisogno di negare tutto ciò, di negare persino con la stessa umiltà e ridere di chi invece ricordava: che facesse! Che non parlasse!

Benché i due protagonisti siano stati avvertiti sui pericoli che incombono la notte, al buio, e soprattutto al di fuori della zona abitata, decidono comunque di addentrarsi nei boschi per spiegare l’apparizione di un misterioso albero (che in alcuni momenti si vede e in altri no) e dei versi che pensano di aver udito nella notte.

Questo li porterà a incontrare il vero demone delle montagne e comprendere finalmente la condizione in cui si trova il paese in cui abitano: loro saranno l’inizio di una nuova epoca, sempre che gli altri abitanti del villaggio gli diano ascolto.

D‘un tratto nel folto bosco è quindi un romanzo di formazione ma anche una grossa metafora sulle psicosi di massa e sull’assoggettarsi al pensiero altrui fino al punto di cambiare il proprio.

Si tratta di un testo piuttosto strano, che può essere analizzato e interpretato in vari modi: se lo si analizza a livello pratico, presenta alcune criticità (per esempio nel villaggio ci sono fiori ma non ci sono insetti da decenni, ecc). Esclusi questi aspetti, che comunque possono essere presi per buoni grazie alla connotazione fiabesca del testo, si ha un romanzo di formazione e di critica. Lo stile dell’autore è conosciuto alla maggior parte dei lettori; personalmente l’ho trovato un pochino lento e ripetitivo, anche se riconosco la necessità di ripetere più volte alcune nozioni per sottolineare il messaggio principale del testo.

… non c’era nessuno in tutto il paese che potesse insegnare ai bambini che la realtà non è soltanto quello che l’occhio vede e l’orecchio ode e la mano può toccare, bensì anche quel che è stata nascosto alla vista e al tatto, e si svela ogni tanto, solo per un momento, ma lo cerca con gli occhi della mente e a chi sa ascoltare o dire con le orecchie dell’animo e toccare con le dita del pensiero.

Oltre a tutto ciò, all’interno del romanzo troviamo anche una metafora piuttosto importante sulla società: la tendenza ad isolare ed evitare ciò che non si conosce o non si comprende; il condizionamento reciproco che si crea all’interno di una comunità; il giudizio nei confronti “dell’altro”, e così via.

E io che desideravo tanto essere uno di loro; facevo di tutto per essere come gli altri. Più come tutti gli altri di tutti gli altri.

Per finire vengono affrontati anche argomenti importanti come il rapporto tra uomo e natura, il confronto tra adulti e bambini e di conseguenza la differenza nella visione del mondo e il rapporto con esso, la diversità in generale – sia a livello di individui che a livello di società – ed infine il rispetto, sia tra individui e sia tra uomo e ambiente.

Qui da noi non ci si vergogna a stare minuti: in fondo siamo sempre stati nudi, sotto i nostri vestiti, e solo che ci hanno abituati, fin da piccoli, a vergognarci di ciò che è vero e ad andare fieri di ciò che è menzogna.

Un testo breve, che si legge velocemente e che offre dei buoni spunti di riflessione: consigliato!

 


Amos Oz

Amos Oz (1939-2018), scrittore israeliano, tra le voci più importanti della letteratura mondiale, ha scritto romanzi, saggi e libri per bambini e ha insegnato Letteratura all’Università Ben Gurion del Negev. Con Feltrinelli ha pubblicato: Conoscere una donna (2000), Lo stesso mare (2000), Michael mio (2001), La scatola nera (2002), Una storia di amore e di tenebra (2003), Fima (2004), Contro il fanatismo (2004), D’un tratto nel folto del bosco (2005), Non dire notte (2007), La vita fa rima con la morte (2008), Una pace perfetta (2009), Scene dalla vita di un villaggio (2010, premio Napoli), Una pantera in cantina (2010), Il monte del Cattivo Consiglio (2011, premio Tomasi di Lampedusa 2012), Tra amici (2012; “Audiolibri Emons-Feltrinelli”, 2013), Soumchi (2013), Giuda (2014), Gli ebrei e le parole. Alle radici dell’identità ebraica (2013; con Fania Oz-Salzberger), Altrove, forse (2015), Tocca l’acqua, tocca il vento (2017), Cari fanatici (2017), Finché morte non sopraggiunga (2018), Sulla scrittura, sull’amore, sulla colpa e altri piaceri (2019; con Shira Hadad), Le terre dello sciacallo (2021). Nella collana digitale Zoom ha pubblicato Si aspetta (2011) e Il re di Norvegia (2012). Ha vinto i premi Catalunya e Sandro Onofri nel 2004, Principe de Asturias de Las Letras e Fondazione Carical Grinzane Cavour per la Cultura Euromediterranea nel 2007, Primo Levi e Heinrich Heine nel 2008, Salone Internazionale del libro nel 2010, il Premio Franz Kafka a Praga nel 2013. I suoi lavori sono stati tradotti in oltre quaranta lingue. (fonte: feltrinellieditore.it)

Iperrealismo e Speed drawing

Iperrealismo e speed drawing. Il corso facile e veloce per realizzare disegni più veri di una fotografia. Ediz. illustrata Book Cover Iperrealismo e speed drawing. Il corso facile e veloce per realizzare disegni più veri di una fotografia. Ediz. illustrata
Marcello Barenghi
Art
2021
160

Più vero del vero: pietre preziose brillano sulla carta come in uno scrigno, un coccodrillo emerge dalla pagina come dalle acque del Nilo, un cono di panna e cioccolato sembra così reale da far venire l'acquolina in bocca. Marcello Barenghi è diventato celebre grazie ai suoi disegni, che sembrano prendere vita sulla pagina. Il suo canale YouTube conta oltre due milioni e mezzo di utenti, e molti dei suoi video sono stati visualizzati più di venti milioni di volte da appassionati, illustratori e semplici curiosi. Questo manuale illustrato svela come realizzare alcune fra le creazioni più spettacolari dell'artista, ma non solo: fornisce anche tutte le basi e i segreti per iniziare a disegnare in completa autonomia. I materiali per la tecnica mista dell'autore, che utilizza acquerelli, pantoni, acrilici, blender e molto altro. Le tecniche e le fasi del disegno, dall'individuazione del soggetto (seguendo parametri rigorosamente tecnici, oltre che estetici) alla rifinitura, passando per il delicato processo legato all'utilizzo della luce e dei riflessi. Un libro per grafici, illustratori, creativi desiderosi di far fare un salto di qualità alle loro creazioni.

Iperrealismo e Speed drawing è un testo di Marcello Barenghi, edito da Gribaudo Editore, definito “corso facile e veloce per realizzare disegni più veri di una fotografia”.

Nella prima parte del testo l’autore si presenta e spiega come si è diventato un artista, successivamente si trova una sezione dedicata alle tecniche ai materiali e alle fasi del disegno.

In questa sezione l’autore definisce come la sua sia una tecnica mista. Ciò significa che utilizza qualsiasi medium disponibile per ottenere il risultato desiderato, ossia quello più realistico possibile; di conseguenza parla di acquerelli, matite colorate, aerografo, pantoni, penne, pennarelli, colori acrilici, e così via. In sostanza grazie la sua esperienza l’autore ha acquisito competenze tali per cui, in base al soggetto che deve rappresentare, utilizza i materiali più adatti – molto spesso mescolandone molti. Una particolarità su cui si concentra in questa fase descrittiva del lavoro è l’utilizzo di cartoncino grigio anziché bianco come base per il disegno, perché permette di creare contrasti diversi rispetto alla base bianca e permette all’artista di vedere la sua opera in modo diverso.

Successivamente si passa alla sezione delle fasi e delle tecniche del disegno, che l’autore suddivide in attività preparatorie (ossia il soggetto e le foto di riferimento), le prove di colore, la base di colore, le ombre, ecc.

La terza, ultima e più corposa, sezione del testo è quella dedicata ai tutorial: 20 disegni iperrealistici con spiegazioni passo dopo passo. Dalla gemma all’animale, dall’oggetto di uso comune all’unicorno: con questi 20 esempi l’autore ci spiega come ottenere una rappresentazione estremamente fedele di un qualsiasi soggetto. 

Iperrealismo e speed drawing –Precisazione: si tratta di spiegazioni che danno per scontato delle basi di proporzione, prospettiva e una conoscenza almeno approssimativa dei materiali.


Nota personale: ho acquistato questo libro usato, ad un prezzo nettamente inferiore rispetto a quello di copertina. L’ho comprato alla cieca, senza verificarne i contenuti e tutto sommato l’ho trovato utile nonostante io non usi una quantità così elevata di materiali contemporaneamente. Perciò lo consiglio come libro extra/da consultazione a chiunque si diletti con qualsiasi forma d’arte, tenendo comunque presente che si limita alla spiegazione di quesiti 20 esempi.


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@alice.sogno

simeeti

SIMEETI

Simeeti Book Cover Simeeti
Nc Tailor
Independently Published
19 April 2022
Copertina rigida

RINNEGA IL MALE DEL MONDO E TROVERAI LA TUA UMANITÀ. EX CINERE NOS RESURGEMUS... Dalle ceneri noi risorgeremo. Questa è la promessa fatta dal Fondatore agli studenti delle Accademie, puri di talento in grado di salvare l'umanità dal male del mondo: le emozioni. Eireth è una studentessa della settima Accademia in attesa della convocazione e, come le Regole Accademiche professano, sa che al di fuori della colonia il mondo è pieno di infetti. Ma a quanto pare le Regole mentono. Perché sotto l'Accademia c'è una stanza di cui il Fondatore non è a conoscenza. Lumdor dice che la guerra è ancora in corso. Esistono porte magiche in grado di trasportarla in universi paralleli, popolati da bizzarre creature. E ci sono sentimenti. Emozioni. E sette mondi da vivere. Cosa troverete in questo libro: 1) Un distopico viaggio interdimensionale alla ricerca del Pacificatore. 2) Violenza q.b. 3) Strani bambini. 4) Animali parlanti. 5) Alieni sociopatici. 6) Un barone ubriaco. Ma soprattutto: Un viaggio alla ricerca di sé stessi. ▲ATTENZIONE▲ non adatto a un pubblico facilmente impressionabile.

Simeeti, di N.C. Taylor, è il primo volume di una trilogia che ha come protagonisti Eireth e Lumdor. I due ragazzi vivono in un mondo distopico in cui sono state espiantate le emozioni dal vivere quotidiano delle persone.

Eireth infatti frequenta  un’accademia il cui principale scopo è quello di mantenere l’ordine della società e fare in modo che gli esseri umani continuino a non provare emozioni. È convinta di ciò che la circonda, crede in ciò che le viene insegnato. Lumdor non ne è del tutto convinto, o perlomeno è sospettoso nei confronti dell’accademia.

A causa del ritrovamento di oggetti misteriosi i due protagonisti si cimentano improvvisamente nel viaggiare nel tempo e nello spazio per cercare di ricostruire una storia che a loro non è stata raccontata, o comunque non è stata raccontata nel modo giusto, per fare chiarezza su ciò che li circonda e ciò che per loro è stata una certezza fino a quel momento.

In questo primo volume Eireth e Lumdor affrontano la prima parte dei loro viaggi nel tempo e nello spazio: il libro infatti è diviso in sette parti che corrispondono a 7 Mondi e a 7 epoche diverse… Durante questi viaggi Eireth e Lumdor si troveranno ad incontrare le creature più strane, persone di ogni genere e fattezza e ad esplorare posti straordinari. Loro stessi saranno strapazzati tra forme e età diverse a mano a mano che il viaggio prosegue. La missione dei due diventa quella di riassemblare un aggeggio capace di chiarire i loro dubbi e rivoluzionare la società contorta in cui vivono: i pezzi del macchinario, il Pacificatore, si trovano sparsi per i 7 mondi.

Il viaggio fisico dei protagonisti è attraverso sette ambientazioni diverse; il viaggio psicologico ed emotivo, invece, è alla scoperta di sé stessi e delle emozioni di cui cui stati privati fino a questo momento. 

Dentro Simeeti

SIMEETI è un libro che ha molto da dire, può essere letto come una “semplice” distopia fantasy oppure si può scavare più a fondo, cercando ciò che l’autrice vuole realmente comunicare.

Ho avuto modo di conoscere piuttosto bene l’autrice e il lavoro intenso che ha fatto per portare alla luce questa seconda edizione del romanzo: per questo so quanto il libro nel complesso sia migliorato nella forma e nello stile.  Ha preso forma nella sua distopia, mettendo in risalto le idee strampalate dell’autrice, che sicuramente lo caratterizzano e lo rendono unico; si nota molto l’esercizio fatto per portarlo a questo punto e, a mio parere, il passo successivo sarà “nascondere l’esercizio all’evidenza” rendendo il tutto ancora più scorrevole. 

Personalmente ho apprezzato molto l’originalità di personaggi/luoghi/oggetti, che dà “vita” al romanzo intero. Unica nota, per mio gusto personale: avrei preferito leggere meno spiegazioni sul percorso emotivo dei personaggi soprattutto nelle prime parti del romanzo, per poi trarre conclusioni alla fine. In ogni caso, ottimo lavoro!

Lo consiglio agli amanti della distopia, del fantastico e del romanzo di crescita personale.

 


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Illustrazioni e progetto grafico di Alice Sogno: info qui EXPO

Box con gadget di Simeeti: EMPORIO

@alice.sogno

la grande madre libro di laura rangoni

La Grande Madre

La grande madre. Il culto del femminile nella storia Book Cover La grande madre. Il culto del femminile nella storia
Laura Rangoni
Social Science
Xenia
2005
Copetina flessibile
126

Sempre più persone sentono l'esigenza di tornare a una vita più vera, a qualcosa di Naturale: è la Grande Madre che ritorna. Il culto della Grande Madre nel mondo antico e oggi; Le grandi madri delle civiltà e il matriarcato; Donne, dee e il divino femminile; La Grande Dea Madre della Wicca.

La Dea Madre è un saggio di Laura Rangoni che analizza la figura della divinità femminile primordiale, fino ad arrivare ai giorni nostri.

È un saggio ben strutturato, suddiviso in capitoli che argomentano la tesi dell’autrice prima fornendo delle fonti storiche risalenti a diverse epoche e poi offrendo delle riflessioni al lettore su come la percezione del mondo, del tempo, della natura e della vita, sia cambiata nel passaggio da una realtà matriarcale (o neutra) ad una patriarcale.

Essenzialmente offre una visione completa della figura femminile nel culto di popolazioni provenienti da tutto il mondo, nel corso dei millenni. Parte infatti dalla preistoria per arrivare ai giorni nostri facendo scoprire la figura femminile prima come entità senza volto, venerata per le sue caratteristiche universali – quali la capacità di generare nuova vita e nutrirla, fino ad una visione più recente, chi è il risultato dell’evoluzione della figura femminile come divinità attraverso spazio e tempo.

Di seguito un breve estratto del testo che aiuta a capirne il contenuto:

Possiamo affermare con assoluta certezza che fin dall’inizio dei tempi la grande madre ha accompagnato il lento evolversi dell’uomo […] Approssimativamente dal 30.000 a.C. al 3000 a.C. vi era solamente la grande idea. Una dea senza volto che sin dal Paleolitico ha abitato l’immaginario umano ed è stata raffigurata con simboli che si sono profondamente radicati nell’inconscio collettivo. Di lei sono state realizzate immagini e idoli di pietra a lei sono stati innalzati i tempi megalitici e monumenti. Lei governava e governa il ciclo delle stagioni e la fertilità della terra e del bestiame, i moti della Luna, delle maree e del ciclo femminile. Lei sola era ed è la signora del ciclo continuo di nascita-morte-rinascita che caratterizza la vita sul nostro pianeta. Questa venerazione per L’Antica idea probabilmente ha avuto origine nella prima età della pietra nel cosiddetto Paleolitico superiore.

Dopo una introduzione abbastanza esaustiva e completa l’autrice suddivide il suo testo in quattro sezioni che permettono di approfondire il culto della grande madre nel mondo antico e oggi, le grandi madri delle civiltà e il matriarcato, le donne le idee e il divino femminile fino ad arrivare all’ultimo capitolo, che riguarda la grande Dea Madre della Wicca.

È interessante scoprire come la figura della dea femminile si sia evoluta nel corso della storia. Infatti se prima veniva rappresentata senza volto, senza mani e senza piedi per rappresentarne le sue doti principali , successivamente è stata rivisitata sotto varie sembianze a seconda della collocazione geografica e storica che si vuole prendere in considerazione.

Ciò che è certo è che ogni popolazione del mondo (piccola o grande che sia stata e sia che abbia avuto una storia millenaria e sia che abbia avuto una storia molto breve) ha venerate almeno una divinità femminile molto importante.

È stato così per le popolazioni Preistoriche, per gli egizi, per i greci per i romani, per gli etruschi, per le popolazioni del nord Europa, dell’America, dell’Africa e del mondo intero.

Le uniche eccezioni sono state le religioni relativamente più recenti come il cristianesimo e l’islamismo. In questi casi infatti la divinità principale è maschile e la donna ha un ruolo nettamente inferiore sia a livello di divinità riconosciuta e venerata, sia nella quotidianità di chi pratica questa religione (ossia nel rapporto uomo-donna). Nonostante questo, è stato interessante leggere come oltre a questa visione di inferiorità della figura femminile nella religione cristiana la madre di Gesù, Maria, abbia in realtà diversi tratti in comune con la primordiale Dea Madre.

La grande madre è un saggio di circa 120 pagine che affronta l’argomento in modo piuttosto approfondito andando ad evidenziare anche alcuni particolari meno noti della storia del culto femminile.

Ovviamente in alcuni punti traspare la posizione dell’autrice in merito agli argomenti trattati ma in modo molto discreto e non invasivo perciò perciò, a parer mio, si tratta di un testo adatto a tutti. Va precisato però che gli argomenti trattati sono piuttosto delicati, perciò questo testo deve essere letto in modo critico e analitico con l’intenzione di apprendere delle nozioni e non di giudicare una religione piuttosto che un’altra o, peggio ancora , voler screditare la figura della divinità femminile, che tutt’oggi – in modo più o meno marcato – rimane fondamentale sia a livello storico e sia nella cultura contemporanea.


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@alice.sogno

Mitologia Norrena: Un Viaggio alla Scoperta dei Miti Nordici.

Mitologia Norrena
Flavio Montanari
Saggio
Self-published
16 August 2021
Copetina flessibile
133

Perché il Consiglio degli Dei ha deciso urgentemente di incatenare un lupo gigante? Perché Odino sceglie di perdere il suo occhio destro? E che cos'è quella creatura tanto grande e feroce da terrorizzare Thor, il più forte degli Dei? La mitologia norrena trae origine dalle leggende che si diffusero in epoca pre-cristiana e che vennero tramandate per secoli dai popoli che abitavano la Scandinavia, fino a poi arrivare ad essere influenzata dalle gesta dei sanguinari, quanto conquistatori Vichinghi. Rispetto alle mitologie a noi più familiari, la mitologia nordica ha alcune caratteristiche molto peculiari. Per esempio esistono divinità maligne, nemiche degli dei, a volte più potenti degli dei stessi, oppure non è previsto un codice morale da seguire sulla Terra, o ancora, è prevista la fine del mondo, descritta nei minimi dettagli. "Mitologia Norrena" è un libro appassionato ed appassionante, che getta luce su decine di miti e di racconti nordici avvincenti, caratterizzati da una surreale atmosfera glaciale e da un singolare culto del combattimento. I contenuti spaziano da racconti sull'origine del mondo, sulle divinità e sulle loro sanguinose battaglie, fino ad arrivare alle feroci creature mitologiche, ad Asgard e i Nove Mondi, all'aldilà e alla fine del mondo. All'interno del libro troverai storie coinvolgenti, divertenti e allo stesso tempo stimolanti, tra le quali possiamo citare: I coraggiosi Vichinghi: la cultura, la società, le imprese e le incursioni La Creazione del mondo Gli Dei, sia quelli principali - come Odino, Thor, Loki e Freya - sia quelli secondari I Giganti: le divinità del male, temute perfino dagli Dei Le creature mitologiche: Elfi, Nani, Troll, Kraken... Il Valhalla: l'aldilà dei guerrieri Il Ragnarock: il giorno in cui il mondo finirà I Nove Regni e l'enorme frassino cosmico che li tiene uniti: Yggdrasil Numerosi miti e leggende che rendono unica la mitologia norrena, per citarne alcuni: il Mito di Thor travestito, il Mito del rapimento di Idun, la perdita dell'occhio di Odino, la morte di Baldur... ...e molto, molto altro! Tutti i contenuti all'interno del volume sono adatti ed usufruibili a lettori di tutte le età (dai 10 anni in su). Se provi un interesse verso la mitologia norrena, se vuoi approfondire alcuni miti e scoprirne degli altri, non aspettare! Questo libro sarà la tua chiave segreta alla scoperta di questo avventuroso ed affascinante universo! Scorri in alto, clicca su "Acquista Ora" e goditi il suggestivo fascino della mitologia norrena!

Mitologia Norrena: Un Viaggio alla Scoperta dei Miti Nordici. Le Divinità, Gli Eroi, Le Leggende, Le Creature, I Nove Mondi, Il Ragnarok, Il Valhalla E Altro Ancora!

Questi sono titolo e sottotitolo del libro: una buona premessa.

Mitologia Norrena si presenta come un saggio breve sulle principali figure e tematiche legate, appunto, alla Mitologia norrena.

Non lo è. O meglio, di fatto è un saggio molto breve ma utile soltanto a chi ha realmente conoscenze molto scarse a riguardo.

Il libro, di circa 130 pagine, è suddiviso in capitoli che dovrebbero analizzare prima le figure più importanti (Odino, Hela, Loki, ecc) e poi quelle secondarie, nonché le “razze” rilevanti nella narrazione della creazione del mondo secondo le antiche credenze nordiche.

Di fatto troviamo da una a tre pagine per ogni argomento, con una serie di rimpalli da capitolo all’altro (“lo vedremo nel prossimo capitolo” , “l’abbiamo visto nel capitolo precedente”, ecc).
Questo, oltre a disorientare il lettore, occupa parecchio spazio all’interno del testo; spazio sottratto alle informazioni utili.

Il risultato è che, per esempio sui protagonisti dell’edda poetica, le nozioni vengono ridotte all’osso e il lettore può semplicemente apprendere che Odino era il padre degli Dei e che Loki era il dio dell’inganno. Nozioni note a chi sceglie un libro di questo genere.

Nota: personalmente ho acquistato questo libro per cercare informazioni dettagliate sull’aspetto estetico e sulle caratteristiche delle principali figure della mitologia nordica. Mi rendo conto che sia una ricerca piuttosto specifica; ciò non toglie che non ci siano comunque nemmeno le nozioni fondamentali per chiunque volesse approfondire l’argomento.

Detto ciò, mi sento di consigliare questo libro solo a chi non conosce assolutamente nulla sul tema, come se fosse una sorta di introduzione. Oltre a questo, dello stesso autore di possono trovare saggi sulla mitologia giapponese, greca, ecc.

 


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@alice.sogno

La memoria di Areté

La memoria di Areté Book Cover La memoria di Areté
Alessio D'Avino
Fantasy, Urban fantasy
Decima musa
2020
Copetina flessibile

Fin dall'antichità l'uomo si è mostrato disposto a tutto pur di ottenere il potere. Heles, l'Alta Sacerdotessa di un'amena isola al centro del Mediterraneo, ha sacrificato ogni cosa per assicurarsi che nonostante ciò la pace perdurasse. A distanza di secoli, la vita di Enea sembra andare in mille pezzi quando Adam, il suo ragazzo, scompare senza lasciare alcuna traccia di sé. Cosa hanno in comune due anime tanto diverse? Un conflitto che ha superato i confini del tempo stesso li legherà indissolubilmente. Un'oscura setta tenterà di svelare i loro segreti e non si fermerà davanti a niente. L'umanità ha bisogno di un nuovo eroe che riporti la pace. Ma Enea potrebbe non essere quello che tutti si aspettano. "La Memoria di Areté", primo romanzo di una trilogia New Adult, racconta la storia di due personaggi che dovranno imparare a conoscere i loro limiti e le crescenti responsabilità che sembrano accomunarli, anche se divisi dallo scorrere insesorabile del tempo. Un nuovo eroe sfiderà un mondo nascosto nell'ombra, superando le convenzioni di genere e scoprendo lati di se stesso da sempre celati nella sua anima.

La memoria di Areté  di Alessio d’Avino è un romanzo fantasy paranormale che tratta d’identità individuale (sia psicologica che sessuale), di spiritualità e molto altro; è il primo volume di una saga e presenta i due protagonisti, Enea e Heles.

Heles è una sacerdotessa di una religione dimenticata, Enea è un ragazzo come tanti, contemporaneo, che vive a Napoli e conduce una vita normale, fino a quando il suo fidanzato non scompare improvvisamente. Enea inizia a sentirsi sempre più “strano”, a comportarsi diversamente, e poco a poco le storie dei due protagonisti – per quanto distanti – iniziano a mescolarsi. L’ambientazione passata “mistica” e quella presente “urbana” si alternano dando ritmo alla lettura e rendendola più interessante. Questo è uno degli aspetti positivi del romanzo, insieme all’atmosfera (soprattutto nelle parti dedicate ad Heles).

Un’altra menzione positiva va alla quantità di temi affrontati in questo testo: come accennato all’inizio, si parla dell’individuo in tutte le sue sfaccettature e conseguenze di essere quel preciso individuo nel mondo esterno.

Ciò che personalmente non ho apprezzato a pieno è stato l’insieme: molti contenuti sia a livello di trama fine a sé stessa e sia come messaggi da veicolare al lettore. Inoltre, conoscendo l’autore, è sembrato di “sentirlo parlare”, come se stesse raccontando la sua storia. Questo non è sbagliato, anzi penso sia bello ritrovare gli autori all’interno delle loro opere! In conclusione, forse, approfondire meglio alcuni passaggi e rendere il racconto più “universale”, avrebbe fatto in modo che il lettore entrasse più facilmente in sintonia con i protagonisti.

Detto ciò, ho apprezzato molto anche l’uso che è stato fatto della magia all’interno della trama e così come il legame con il lontano passato, due argomenti a cui tengo molto anche io.


Recensioni: BLOG

@alice.sogno

La moda. Storia della moda dal XVIII al XX secolo

La moda. Storia della moda dal XVIII al XX secolo Book Cover La moda. Storia della moda dal XVIII al XX secolo
Design
Taschen
2015
Copertina rigida
648

L'abito fa il monaco. L'abito indossato da una persona, che si tratti di un sari, di un kimono o di un completo da ufficio, è un fattore importante per comprenderne la cultura, la classe sociale, la personalità e perfino il credo religioso. Fondato nel 1978, il Kyoto Costume Institute riconosce l'importanza della moda dal punto di vista sociologico, storico e artistico. In possesso di una delle collezioni più grandi del mondo, il KCI ha accumulato un'ampia gamma di abiti storici, biancheria intima, calzature e accessori di moda che spaziano dal XVIII secolo al giorno d'oggi. Mostrando l'ampia collezione dell'Istituto, Fashion History è un viaggio affascinante attraverso gli ultimi tre secoli di tendenze in fatto di abbigliamento. Grazie alle fotografie degli abiti disposti da mani sapienti su manichini realizzati su misura, quest'opera ci mostra l'abbigliamento come "manifestazione essenziale del nostro essere autentico" e la passione per la moda dell'Istituto come una forma d'arte complessa e intricata.

La moda. Storia della moda dal XVIII al XX secolo è un libro fotografico, edito da Taschen.

L’abito fa il monaco. L’abito indossato da una persona, che si tratti di un sari, di un kimono o di un completo da ufficio, è un fattore importante per comprenderne la cultura, la classe sociale, la personalità e perfino il credo religioso. Fondato nel 1978, il Kyoto Costume Institute riconosce l’importanza della moda dal punto di vista sociologico, storico e artistico. In possesso di una delle collezioni più grandi del mondo, il KCI ha accumulato un’ampia gamma di abiti storici, biancheria intima, calzature e accessori di moda che spaziano dal XVIII secolo al giorno d’oggi. Mostrando l’ampia collezione dell’Istituto, Fashion History è un viaggio affascinante attraverso gli ultimi tre secoli di tendenze in fatto di abbigliamento. Grazie alle fotografie degli abiti disposti da mani sapienti su manichini realizzati su misura, quest’opera ci mostra l’abbigliamento come “manifestazione essenziale del nostro essere autentico” e la passione per la moda dell’Istituto come una forma d’arte complessa e intricata.

Un libro visivamente incredibile. Decenni di storia della moda raccolti in fotografie di abiti sorprendenti, pezzi che hanno realmente portato dei cambiamenti nella quotidianità, che hanno cambiato l’industria della moda, la concezione di stile e, appunto, di ciò che  fa moda.

Scorrendo anche velocemente le pagine di questo volume, si nota come nel tempo siano cambiati: tessuti, decori, forme, ampiezze. Dagli abiti della moda francese settecentesca agli abiti lineari degli stilisti ani ’70,

Un testo ricchissimo, da leggere per appassionati e da consultare per artisti, illustratori, autori: una grande fonte di nozioni ed ispirazione.


Extra

Cos’è per voi la moda?

Per me è una delle forme con cui viene rappresentata un’epoca. Solo pochi pezzi vengono ricordati a distanza di secoli come iconici: quella è moda.
La moda è un genere d’arte affascinante, creativo, con i partecipanti più bizzarri e innovativi. È l’unione tra l’estetica dell’arte e il design del prodotto.

✏Personalmente sono del tutto contraria al significato che la moda ha oggi: il #fastfashion, come viene chiamato, è dannoso sotto qualsiasi aspetto lo si voglia vedere. Per chi compra, per chi realizza, per chi vende. Siete d’accordo?

📍Sapete, ho un progetto parallelo, che porto avanti da almeno un paio d’anni, a rilento, quando tutti gli altri progetti me lo concedono. Ha a che fare con la moda e, anche se forse non vedrà mai la luce, sono contenta di ciò che mi sta insegnando: c’è sempre molto da imparare.

Gotico Femminile – 16 racconti di autrici dell’orrore

Gotico femminile Book Cover Gotico femminile
Various
Horror, Gotico
Mimesis

Le donne non sono più cattive, né meno cattive degli uomini, semplicemente lo sono in modo diverso. Quando a sollevare la paura al livello di orrore è l’immaginazione femminile, l’orrore è essenzialmente orrore quotidiano: non l’invenzione di quel che è orribile, perché strano, ma la scoperta di quanto vi sia di orribile in quel che è quotidiano. Dagli orrori tragicamente possibili, quali la violenza del potere – non solo e, forse, non soprattutto fisica – alle realtà capovolte, riflesse, rovesciate come un guanto, un filo rosso fatto di “brividi sottili, arcani, inquietanti” tiene uniti questi racconti. Un orrore autentico, sottile e molteplice, ma anche pragmatico, ragionevole e concreto. Il lettore verrà condotto nei sotterranei più affascinanti e misteriosi che ci siano: quelli della natura umana e femminile. Poiché se non vi è orrore dove non vi è immaginazione, non vi è orrore fuori di noi che non rifletta quello che è in noi.

Gotico femminile è una raccolta di racconti edita da Jouvence Edizioni. Racchiude sedici racconti horror-gotici di autrici vissute nei due secoli passati.

Attraverso questi sedici racconti si esplorano vari aspetti dell’orrore: dalla superstizione popolare al dolore fisico, dal terrore dell’ignoto all’angoscia della sofferenza e della perdita.

Ogni racconto è scritto con uno stile ed un ritmo diverso, ma tutti con estrema eleganza: un esempio su tutti è Mary Shelley, qui citata con un estratto di Frankenstein, maestra di stile ed eleganza ma al contempo di orrore e suggestione.

Nello specifico, la raccolta è così suddivisa:

    1. ORRORE ANTICO:
      – Margherita di Navarra – Novella XXXI e XXXII
      – Aphra Behn  – I Rossi, I Neri e i Bianchi
      – Madame d’Aulony – Il ramoscello d’oro
    2. GOTICO E IL NERO
      – MAdame de Stael – Paesaggio, Leonora
      – Ann Redcliffe – Elena e Schedoni, Il velo nero
      – Jane Austen – il piacere della paura
      – Mary Shelley – Nascita di Frankenstein
      – George Sand – L’iniziazione
      – Charlotte Bronte – La camera rossa
      – Emily Bronte – Una voce
      – Matilde Serao – Gioco e delirio, La fattucchiera
      – Vernon Lee – La voce malefica
      – Carolina Invernizio – La morta vive
      – Grazia Deledda – Un grido nella notte
    3. ALTRI ORRORI
      – Wanda von Sacher-Masoch – Temporale, Apparizione
      – Annie Vivanti – Sulle coste di Malabar, La curva dell’arcobaleno

Alcuni racconti sono crudi (Aphra Behn), altri sono inquietanti (Jane Austen), altri sono macabri (Mary Shelley):  in questa raccolta si esplorano tutte le possibili paure umane, sfociando appunto nell’orrore. Non solo: mettendo in risalto le paure, si mettono ugualmente in risalto le conseguenze alle paure: i lati più oscuri e deplorevoli dell’animo umano, la meschinità, l’ignoranza, la cattiveria e l’invidia.

Trattandosi di racconti estratti da romanzi o antologie famosi, è possibile che gli appassionati del genere li abbiano già letti. Tuttavia è interessante leggerli tutti insieme per avere una visione complessiva sia delle autrici che dell’interpretazione della paura che gli autori della raccolta hanno voluto dare.

Infine, contiene note biografiche su ogni autrice, prima di ogni racconto.

Le fantasime e i  negromanti piacciono al volgar popolo come alle colte persone; un avanzo è questo della nordica mitologia; è una disposizione che naturalmente ispirano le lunghe notti de’ climi settentrionali; e per altro canto, benché il cristianesimo combatta tutti i mal fondati timori, non però meno le popolari superstizioni hanno sempre una certa affinità colla religion dominante.

 

Personalmente  ho trovato questa raccolta Gotico femminile molto interessante, ben strutturata e ben curata, nonostante avessi già letto alcuni dei racconti. Mi hanno particolarmente colpito quelli di Aphra Behn perché, riferendosi alle barbarie realmente perpetrate dai bianchi dei confronti degli indigeni americani, hanno reso quel tipo di orrore ancora più percepibile e impressionante.


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@alice.sogno

Loki Where mischief lies

Loki. Il giovane dio dell'inganno Book Cover Loki. Il giovane dio dell'inganno
Mackenzi Lee
Fiction, Fantasy
2020
Copertina rigida
396

Non è ancora giunto il momento di misurarsi con gli Avengers: per ora il giovane Loki è impegnato al massimo delle sue forze per dimostrarsi eroico, mentre tutti intorno a lui lo ritengono inadeguato. Tutti tranne Amora, l'apprendista maga, che sente Loki come uno spirito affine e riesce a vedere la sua parte migliore. E l'unica che apprezzi la magia e la conoscenza. Un giorno però Loki e Amora causano la distruzione di uno degli oggetti magici più potenti conservati ad Asgard e lei viene esiliata su un pianeta dove i suoi poteri svaniscono. Privato dell'unica persona che abbia visto la sua magia come un dono piuttosto che una minaccia, Loki scivola sempre più nell'ombra di suo fratello Thor. Ma quando tracce di magia vengono ritrovate sulla Terra e messe in relazione con alcuni omicidi, Odino manderà proprio Loki a scoprire cos'è successo. Mentre si infiltra nella Londra del diciannovesimo secolo, la città di Jack lo Squartatore, Loki intraprenderà una ricerca che va oltre la caccia a un assassino. E finirà per scoprire la fonte del proprio potere e quale sarà il suo destino.

Loki Where mischief lies o, in italiano, Loki il giovane dio dell’inganno è un romanzo di Mackenzi Lee.

Racconta la storia di Loki, dio dell’inganno, in un periodo non ben definito della sua adolescenza. Ovviamente si sta parlando del Loki dell’universo Marvel, quindi ha solo vagamente a che fare con quello della mitologia norrena.

Il protagonista è un giovane Loki che scopre i propri poteri e cerca di controllarli: attraversa una fase adolescenziale di cambiamento e, come ogni adolescente, si ritrova confuso, a farsi domande su sé stesso e su chi gli sta intorno. Ed intorno ha i suoi genitori adottivi, Odino e Frigga, che lo apprezzano ma non lo capiscono a pieno. Tant’è che Loki inizia a provare una certa ostilità nei loro confronti; il motivo più difficile da affrontate è proprio quello che riguarda i suoi poteri: lui vorrebbe essere lasciato libero di dare prova delle sue abilità, vorrebbe spingersi oltre i propri limiti.

I genitori sanno che Loki non è ancora in grado di controllarsi, per questo lo limitano. Lo affidano ad una “maga di corte” che dovrebbe aiutarlo a gestire le sue abilità in modo consapevole. I due, in realtà diventano amici e complici. “Giocano” con i loro poteri, fino a quando non combinano guai troppo grossi e devono pagarne le conseguenze: lei viene esiliata, lui messo sotto stretta sorveglianza e screditato.

Il fatto scatenante è un’incertezza sul futuro che porta Loki a dubitare di sé stesso: in realtà, questo timore porterà il protagonista a mettersi nei guai e a scatenare la serie di eventi successivi – quelli che gli procureranno la fama di Dio dell’inganno.

Loki: IL PERSONAGGIO

In questo romanzo conosciamo Loki sotto un punto di vista diverso dal solito: scoprendo i suoi pensieri e le sue debolezze, scopriamo che molti dei suoi inganni, illusioni e sabotaggi non sono altro che una corazza, un estremo sistema difensivo per sopravvivere tra chi non l’ha mai compreso a pieno, l’ha limitato o ha cercato di cambiarlo.

Un protagonista estremamente sensibile, che si ritrova a dover agire come gli altri si aspettano o come lui stesso si auto-convince di dover fare perché destinato a tradire, ingannare, corrompere.

Scopriremo infine l’evoluzione del personaggio: un Loki estremamente capace, competente, sicuro di sé e di ciò che può fare: agire come solo lui può permettersi di fare, a costo di essere frainteso e distrattato.

Be the witch, and know everything.

Considerazioni

Il romanzo della Lee ci offre una versione del Dio dell’inganno molto umana, vicina ai lettori. Crea un personaggio assolutamente in linea con quello del cineverso Marvel, di conseguenza è molto diverso dal Loki della mitologia norrena. Forse il più simile è quello della serie Netflix/Marvel, benché nella serie faccia riferimento ad un periodo diverso della vita del personaggio.


Approfondimenti sui libri

Magia nella storia: Volva, seidr e altri strani vocaboli…

Magia: Volva, seidr e altri strani vocaboli…

Ciò che spesso viene accomunato con il termine “maga” o, spesso in tono dispregiativo, “strega” ha origini molto antiche e talmente vaste e diversificate che è difficile semplificare fino a utilizzare 2000 caratteri. Questo perché: presso ogni popolazione, nell’arco di millenni, si sono formate usanze diverse riconducibili alla “magia”; il significato stesso della parola è cambiato svariate volte passando tra interpretazioni positive, negative, realistiche e non, religiose o addirittura sceniche.

Per rimanere in tema con gli argomenti dell’ultimo periodo, oggi vediamo alcune delle figure più importanti nella pratica delle arti magiche nella cultura norrena:

🌿Seidr

il termine più vicino a ciò che viene definito stregoneria. I praticanti vantavano abilità come mutare forma, controllare animali, doti spiritiche, oracolari, ecc. Venivano consultati per ogni necessità e si pensava che queste abilità provenissero da Freya stessa.
Queste arti venivano praticate in una sorta di trance e si basavano sul controllo della mente altrui. Le donne che praticavano queste arti venivano chiamate Seithkonur, gli uomini Seithmenn.

Il praticante viaggiava con una serie di aiutanti e, secondo alcuni, questa era un’arte di cui vergognarsi.

🌿Spà:

termine che indicava colui che è in grado di determinare la legge del destino.
L’esempio più celebre è quello delle Norne (the norns), ma anche Sif, moglie di Thor, è descritta con poteri simili.

Sono Spà anche le donne note come völva: donne capaci di prevedere il futuro. Secondo i più erano venerate e rispettate da tutti.
L’esempio più famoso è Frigga, che conosce il destino di tutti ma si rifiuta di rivelarlo.

🌿Galdr:

significa letteralmente incantesimo.
Si tratta di un incantesimo cantato o recitato dal praticante; questa è una delle poche pratiche di cui sono rimaste molte testimonianze scritte, come canti e incantesimi, attraverso saghe e miti tramandati nel corso di millenni.


Altri articoli qui: MITOLOGIA E FOLKLORE

Edgar Allan Poe

Edgar Allan Poe
I giganti, La nuova biblioteca per tutti
Biografia
Mondadori
1970
Copertina rigida
135

Di Edgar Allan Poe, su questo blog, abbiamo già parlato parecchie volte, tra approfondimenti sulla sua persona e sulle sue opere.

Oggi, però, parliamo di un volume molto bello che ho scoperto grazie alla biblioteca del mio paese: Edgar A. Poe, edito nella collana I Giganti – La nuova biblioteca per tutti, da Mondadori – collana che risale all’incirca al 1970.

 

Edgar Allan Poe

Volume di circa 130 pagine, racchiude una parte antologica e una biografica. Ricco di foto e contenuti grafici, racconta la vita e le opere dell’autore dell’horror. Figlio di un’attrice e un ubriacone, ha un’infanzia abbastanza difficile: il padre muore poco dopo la sua nascita, la madre – malata e indebolita – si trasferisce varie volte fino a quando, povera e malata, si spegne a soli 24 anni.

Edgar inizia la seconda parte con una famiglia adottiva, da cui riceve attenzioni e affetto, ma la sua vita continua ad essere segnata da spiacevoli eventi. Sin da piccolo è un soggetto bizzarro: acquisisce una strana familiarità con la morte, con presagi e simbologia; instaura un legame con la figura del corvo, che durerà per tutta la sua vita. Il corvo sarà anche la sua prima opera celebre.

La sua vita continua tra stranezze e una sorta di confusione tra sogno e realtà. A 26 anni sposa la cugina, che ne ha 13. Fa di sua zia una madre. Continua a scrivere, a tratti accettato dal pubblico e a tratti no.

Affonda i suoi tormenti nell’alcol, pare che tenti il suicidio. Durante uno dei suoi vagabondaggi, si ritrova su un treno diretto a Filadelfia, privo di sensi, alcolizzato e dolorante. Viene rimandato a Baltimora, dove finisce in un tumulto cittadino dovuto alle elezioni e altri eventi locali. Gli vengono somministrati intrugli alcolici tremendi che lo mandano in uno stato di delirio incontrollabile: è l’inizio della fine. Viene ricoverato, prega che qualcuno abbia pietà di lui e ponga fine alle sue sofferenze.

Ebbi un peccato solo, non seppi esser felice.

Nell’ottobre del 1849 muore in un ospedale, chiedendo aiuto al medico curante e a Dio.

Le opere

Le opere di Edagar Allan Poe spaziano tra una lunga serie di racconti: racconti fantastici, racconti umoristici e di vario genere. Un solo romanzo completo, Arthur Gordon Pym, seguito da altri tentativi di romanzo e altri scritti, come Il diario di Julius Rodman.

Gli scritti di Poe vanno poi dalla poesia alla critica e, benché abbia composto un solo romanzo, ha lasciato un bagaglio culturale per i secoli a venire che tutt’oggi ha molto da insegnare e che ha gettato le basi per interi filoni letterari.

Il libro

Come anticipato, il libro in questione fa parte di una collana edita da Mondadori negli anni 70, difficilmente reperibile oggi se non in qualche biblioteca o mercato dell’usato. Tuttavia, se dovesse capitarvi di imbattervi in questo volume, vi consiglio di recuperarlo e dedicargli qualche ora: un volume che ha il sapore d’altri tempi (soprattutto per via dell’impaginazione e dei contenuti grafici) e che contiene parecchie informazioni biografiche e curiosità sull’autore.

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Wild

Wild. Una storia selvaggia di avventura e rinascita Book Cover Wild. Una storia selvaggia di avventura e rinascita
Cheryl Strayed
Biografia, Viaggio
Pickwick
2016
Copertina flessibile
405

Wild è tante cose: un romanzo di formazione, il racconto di un’avventura, la testimonianza di una vita realmente vissuta, il viaggio di Cheryl Strayed in mezzo alla natura selvaggia e nel profondo di sé stessa.

Avevo stabilito di percorrere il sentiero così avrei potuto riflettere sulla mia vita, pensare alle cose che mi avevano spezzata e recuperare l’integrità. Ma, almeno fino a quel momento, non ero stata occupata da nient’altro che dalla sofferenza fisica immediata.

🌱racconta il trekking sul PCT (pacific crest trail – un sentiero che attraversa l’America, partendo dal Messico, per arrivare fino in Canada), che l’autrice ha percorso, in parte, dopo aver vissuto esperienze personali tragiche e dannose, con l’intento di ritrovare sé stessa e la determinazione di un tempo.

🌱racconta della giovane donna che vede morire la madre precocemente e che manda in rovina il proprio matrimonio perché, per anestetizzare il dolore del lutto, cerca rifugio nel rapporto con sconosciuti e nell’eroina.

🌱racconta di una donna solo parzialmente pronta all’esperienza che stava per cominciare, che arriva alla fine distrutta fisicamente ma con una consapevolezza e una maturità maggiori rispetto al momento in cui è partita.

Per questo motivo da autobiografia diventa romanzo di formazione (se non si sapesse che è basato su una storia vera, si potrebbe pensare ad un romanzo d’avventura e crescita).

Wild è un libro intenso, che racconta una storia intensa: volutamente smussata, accentuata, modificata in modo da apparire come “il perfetto romanzo”. Questo, a mio parere, è l’unica pecca: sicuramente è stato portato ad un livello di commerciabilità e potenziale apprezzamento superiori rispetto ad una storia rozza e ancor piu’ intrisa di sofferenza rispetto a quanto non appaia. Ma, forse, ha perso quella dose di disperazione che accompagna inevitabilmente un’esperienza come questa, che ha inizio per determinati motivi e che viene messa in piedi questo modo.

Tuttavia, fatta eccezione per questo parere assolutamente personale, Wild è un libro da leggere, che racconta una grande storia tra paesaggi spettacolari, animali, ambientazioni che vanno dal deserto al ghiacciaio, episodi di sopravvivenza, dolore, disperazione, ecc.

Si tratta di un racconto di viaggio molto intenso e speciale, che consiglierei a qualsiasi tipo di lettore, soprattutto se si ha bisogno di ritrovare il contatto con la natura selvaggia, dimenticando per un po’ – se non di persona, almeno nella lettura – il caos e lo scempio delle città e della vita moderna.

Dopodiché, riponete il libro, prendete un paio di scarponi e una borraccia d’acqua e andate in un bosco. Non c’è bisogno di attraversare gli Stati Uniti per ritrovare il contatto con sé stessi e con la natura.


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